Caffè

, 29/04/17

Indice delle voci di questa pagina:
Caffè, Calcio, Calcolosi, Calvizie
     

Caffè

      Correntemente si lodano gli effetti apparentemente benefici del caffè, ma secondo gli igienisti:
      - quegli effetti sono misure di resistenza e di espulsione di tale bevanda,
      - questa favorisce l’ulcera allo stomaco e l’insonnia, aumenta il livello dei grassi nel sangue, la glicemia, l’ipertensione arteriosa, la palpitazione cardiaca, la stanchezza surrenale (SADEAI p56). La caffeina è sospettata anche di essere un fattore di difetti alla nascita, del diabete, delle malattie renali e del cancro del pancreas (Ig65p33).
      - Più precisamente porta ad una maggiore attività tutti gli organi causando una depressione generale dopo il periodo di stimolazione.
      - Il risultato è il mal di testa, l’irritabilità, l’agitazione, ecc.
      - La caffeina, principale sostanza tossica del caffè, è contenuta anche nel tè, cacao, coca cola, pepsi cola, ecc. (LH11p15, HS 2° p40 - 49). Vedere Dipendenza.
      - Il caffè, al pari del tè e di altre bevande non favorisce la digestione, ma lo svuotamento dello stomaco prima ancora che gli alimenti siano stati digeriti (LSPLAC p96).
      - è meglio fare attenzione al pasto serale piuttosto che ricorrere al caffè la mattina successiva.
      - Nel 1973, uno studio su dei cardiopatici rivelò che quelli bevono 5 tazze di caffè o più per giorno avevano due volte più attacchi cardiaci che quelli che non ne bevono. I sintomi dell’avvelenamento da caffeina comprendono un delirio leggero, un rintocco negli orecchi, dei lampi luminosi nel campo della visione e il tremito dei muscoli (Ig65p34).
      Risp.: (ad un tale che afferma che alcuni suoi disturbi cardiaci, comparsi dopo aver smesso di prendere il caffè sono spariti tornando a consumarlo): il caffè ha soltanto soppresso i sintomi della disintossicazione che stava avvenendo, ma bisogna considerare gli effetti a lungo termine, che sono disastrosi (Ig24p33). Vedere Dipendenza.


     

Calcio

      Secondo gli igienisti:
      - La pubblicità presenta il tofu come un alimento ricco di calcio, ma secondo gli igienisti tale calcio non deriva dalla soia, ma è aggiunto nel processo di fabbricazione del tofu prendendolo dalle rocce calcaree. In conseguenza di ciò, esso è inassimilabile dall’organismo adulto (HS 2° p60).
      - Anche il latte dei latticini è sconsigliabile per gli adulti, poiché essi non secernono più la renina necessaria per digerire il latte il cui calcio è associato alla caseina. Ad incoraggiare l’uso dei latticini sarebbero individui asserviti agli interessi delle industrie alimentari (HS 2° p97).
      - Il dottor Robert Heaney diede 1,20 grammi di calcio il giorno a 50 donne, mentre non dava nulla ad altre 50. Risultò che le donne che assumevano calcio, avevano un 35% di calcio in meno utilizzato in confronto a quelle che non assumevano integratori. Inoltre tale calcio bloccava l’utilizzazione del ferro e dello zinco ((HS 2° p58).
      Meglio dunque assumere gli alimenti naturali, piuttosto che quelli arricchiti con sali minerali o gli integratori.
      - Alimenti ricchi di calcio (esclusi quelli con acido ossalico, che lega il calcio impedendone l’assorbimento): cavolo, mandorle, nocciole, fichi, girasole, sesamo, noci del Brasile, fagioli secchi, foglie degli ortaggi.
      - Nel latte di donna ci sono 33 mg di latte ogni 100 grammi; nel latte di mucca ce ne sono 118: questo mostra che il bambino ha assai meno bisogno di calcio del vitello, il quale una volta svezzato cresce solo con l’erba.
      - Allo stesso modo l’uomo può trarre tutto il calcio dagli alimenti adatti a lui, nonostante i suoli impoveriti e quello che dicono i dietologi magari pagati dall’industria casearia (Ig31p1 - 2).
      - Sono sufficienti 150 - 200 mgr. il giorno, anche alle donne incinte, se ci si nutre con un menù crudo di alimenti alcalinizzanti, capace di procurarne 300 - 500 mgr. il giorno.
      - Un grande apporto di calcio è necessario a coloro che hanno una dieta acidificante o di cibi cotti poiché gran parte del calcio degli alimenti cotti diventa inutilizzabile (Ig35p29).

* * *
      Il calcio, oltre che alle ossa, è necessario anche ai muscoli per la trasmissione degli impulsi nervosi.
      La carenza di calcio produce crampi e convulsioni (violente e involontarie contrazioni dei muscoli volontari) (ILCDV p219); inoltre causa un battito cardiaco più debole o irregolare o un’aritmia, fluttuazione atriale e fibrillazione (ILCDV p351).
      Gli steroidi bloccano l’assorbimento intestinale del calcio e ne consegue iperparatiroidismo, cioè iperattività delle paratiroidi (ILCDV p353).


     

Calcolosi

     

Calcoli biliari

      I calcoli biliari sono delle concrezioni che si formano nella cistifellea e nei canali biliari.
      A volte la presenza di calcoli biliari non causa alcun sintomo e può succedere che essi siano eliminati senza che il soggetto se ne renda conto perché sono piccoli.
      Altre volte invece sono troppo grossi per uscire e restano nella cistifellea oppure stentano a passare nei canali biliari e causano forti dolori, cioè una colica epatica.
      Questa è un dolore improvviso che dal fegato s’irradia fino alla spalla destra, provoca dolore e rigidità sopra la cistifellea, brivido e febbre da 37,5 a 38°C, aspetto ansioso, sudori freddi, polso debole e vomiti.
      Talora c’è itterizia.
      Si può avere un’indigestione continua o periodica accompagnata da vaghi dolori nella parte superiore dell’addome.
      I calcoli possono anche causare un’ostruzione nel canale biliare. Si può arrivare all’occlusione intestinale, alla colecistite suppurante e al cancro dei canali biliari o all’angiocolite, alla cirrosi biliare o alla pancreatite.
      Secondo l’igienismo:
      - Sia i calcoli renali che quelli biliari possono essere eliminati con l’intervento chirurgico o con il laser - che presenta rischi grandi quanto l’operazione - ma vi sarebbero ottime speranze di riuscirci anche col digiuno: il riposo a letto al caldo insieme al digiuno è efficace nella quasi totalità dei casi per ammorbidire i calcoli e favorirne l’espulsione.
      - Se si adotta una dieta di frutta e verdura i calcoli non si formano (Ig40p37).
      - I calcoli biliari derivano da uno stato generale d’irritazione e infiammazione del tubo digerente, fegato e cistifellea, da debilitazione e tossiemia, alimentazione sbagliata tra cui eccesso di carboidrati, dal mangiare nello stesso pasto amidi e proteine e da mancanza di esercizio fisico.
      - bisogna eliminare le cause di malattia e riportare il fegato In condizioni normali. A tal punto la bile ritornerà normale e potrà sciogliere gradualmente i calcoli biliari.
      - L’esercizio fisico e una dieta di frutta fresca, insalate verdi e verdure cotte non amidacee vanno bene anche contro gli attacchi frequenti di coliche epatiche o renali.
      - Usare le patate al posto dei cereali.
      - Anche se si ricorre all’intervento chirurgico, è necessario poi ricorrere alla dieta igienista per impedire che i calcoli si riformino (IDPSLV p270 - 274, LA 2° p21 - 25, Ig33p23 - 25).
      - Non mettere borse calde nella zona dolente poiché si potrebbero formare degli ascessi pericolosi (LA 2° p25).
      - L’uso di calmanti blocca il tentativo dell’organismo di espellere il calcolo e più tardi il tentativo si ripete e il dolore ritorna.
     

Calcoli pancreatici

      I calcoli pancreatici causano una colica simile a quella biliare ma con dolore che irradia verso sinistra e senza ingiallimento, con zucchero nelle urine, feci grasse con carbonato o fosfato di calcio.
      Secondo Mosséri:
      - Derivano da estensione dei catarri intestinali, provenienti dai cereali.
      - Stesse cure previste per i calcoli biliari.
      - Non prendere medicinali per calmare il dolore, altrimenti il calcolo non esce (LA 2° p111).
     

Calcoli renali

      (vale anche per calcoli vescicali): Secondo l’igienismo::
      - Quando il pH dell’urina è molto basso, si formano calcoli insolubili (Ig29p13).
      - Nell’urina ci sono sempre dei sali.
      - I calcoli si formano nei casi di infiammazione dei reni (Ig33p26).
      - Se l’urina è acida si formano calcoli di ossalato o di acido urico.
      - Se l’urina è alcalina, si formano calcoli di fosfati, i quali sono più teneri.
      - la deposizione di calcio avviene Nei tessuti morenti.
      - di regola i calcoli renali possono essere ridotti ed espulsi In seguito ad un digiuno lungo.
      - Ciò vale anche per i calcoli vescicali i quali si formano in seguito al muco vescicale (LA 2° p182).
      - Il ricorso ai calmanti, come la morfina, in occasione della colica renale causata dall’espulsione dei calcoli renali blocca l’uscita del calcolo. In seguito il tentativo di espulsione si ripete con nuovi dolori.
      - è quindi necessario sopportare il dolore per espellere il calcolo.
      - Per alleviare i dolori, il paziente può sedere nell’acqua calda.
      - Per evitare la formazione di nuovi calcoli si consiglia di abbandonare l’uso di cereali sostituendoli con le patate (LA 2° p156 - 158).
      Casi: Un uomo con calcoli di urati cominciò a eliminare sabbia dopo trentadue giorni di digiuno (Ig33p29).
      Una donna eliminò sabbia - il risultato dello sgretolamento del calcolo - dopo diciannove giorni di digiuno (Ig33p28).


     

Calvizie

      Secondo J. C. Thomson:
      - può essere guarita, se non si è verificata l’atrofia dei bulbi piliferi (si può sperare se c’è ancora peluria).
      - I capelli cadono in occasione della febbre tifoide: essi sono il barometro della salute.
      - Quando i capelli che cadono sono corti e con la punta affilata, si sta diventando calvi.
      - Bisogna anzitutto affrontare il problema di tutto l’organismo, eliminare l’eventuale =>Tossiemia e migliorare la nutrizione generale, anziché pensare di nutrire i capelli con applicazioni locali, che li sporcano e che hanno, al più, un effetto temporaneo.
      - la seborrea andrebbe curata migliorando la nutrizione generale e non localmente.
      - la forfora non causa la caduta dei capelli: è un sintomo di eliminazione di rifiuti.
      - Se invece il problema è locale bisogna migliorare la circolazione nella testa.
      - fare ogni giorno molte volte vari esercizi (ma si afferma che occorre continuare per parecchio tempo per vedere i risultati), ad esempio:
      a) mettere a bagno la testa nell’acqua fredda, 3 - 4 volte il giorno per 30 secondi;
      b) applicare una compressa al cuoio capelluto (un quadrato di cotone o lino imbevuto di acqua fredda, strizzato, piegato in due diagonalmente e tenuto fermo con un berretto): dopo dieci minuti si deve sentire una sensazione piacevole di calore, altrimenti togliere la compressa e riprovare dopo due ore o tre;
      c) spazzolare i capelli dal centro della testa verso il basso e da tutte le parti;
      d) massaggiare energicamente il cuoio capelluto soprattutto nelle zone calve;
      e) corrugare il cuoio capelluto, poggiando le dita divaricate su di esso e poi avvicinarle tra loro (migliora la circolazione) (SIVC 1 - 25);
      f) tirare i capelli: se cadono ricresceranno più forti;
      g) prendere la testa tra le mani con le dita incrociate e far scorrere su e giù il cuoio capelluto;
      h) tenere la testa alta abitualmente e dormire supini rivolgendo lo sguardo verso la spalliera del letto (SIVC p33).
      - Può essere necessario strappare i capelli vecchi per permettere la nascita di quelli nuovi (SIVC p24).
      - L’alopecìa può essere dovuta ad un nervo contratto che ostacola la circolazione. Massaggiare energicamente e spesso il cuoio capelluto.
      - Le tinture e i tonici possono produrre perturbazioni nervose e mentali, congestione frontale, sensazione di pesantezza nella testa, vertigini, disturbi della vista, ronzii negli orecchi (e anche disturbi in zone così lontane da non far pensare nemmeno alle tinture) e, in qualche caso, anche la morte. L’ultimo parrucchiere è accusato di essere il responsabile, mentre si può trattare di accumulo progressivo dovuto a tanti parrucchieri.
      - Il colore dei capelli dipende dalla quantità di pigmento: se esso è abbondante sono neri, se manca del tutto sono bianchi (SIVC p17).
      I capelli diventano bianchi per l’età, senza che ci sia una ragione di salute, o per predisposizione ereditaria, per una nevrite, per uno spavento, oppure per Ò Congestione del fegato (Ig51p26).

 

Nessun commento:

Posta un commento