salute-radiosa-col-digiuno

04/07/19
Riassunto del libro

SALUTE RADIOSA CON IL DIGIUNO


di
Albert Mosséri

Associazione Igienista Italiana





CONTROCOPERTINA:

L’autore studia in questo libro originale e rivoluzionario la questione del digiuno.
Noi vediamo spesso cani e gatti malati digiunare in un angolo tranquillo. Perché ubbidiscono a questo istinto curioso?
Quanto tempo si può sussistere digiunando? Quanti giorni si può digiunare senza rischi per la salute?
Praticato dai primi uomini, dall’inizio dell’umanità, il digiuno fu in seguito utilizzato dai Greci nei loro templi sacri, per guarire le malattie incurabili.
E’ vero che il digiuno può guarire malati colpiti da affezioni gravi? Come è possibile?
Perché il Corano, libro sacro dei mussulmani, ordina ai fedeli: "Digiunate e guarirete"?
Questo libro vi aprirà orizzonti nuovi ai quali non avreste mai pensato.

Finito di stampare nel settembre 2008.




CAPITOLO 1 - IL DIGIUNO NELL’ANTICHITA’
NELLA GRECIA ANTICA

CAPITOLO 2 - IL DIGIUNO NEGLI ANIMALI
L’ESTIVAZIONE DEI COCCODRILLI
L’IBERNAZIONE DEL GHIRO E IL SUO UNICO MECCANISMO DI SICUREZZA
UNA VITA PROLUNGATA
DOBBIAMO IMITARE GLI ANIMALI?

CAPITOLO 3 - IL CONTADINO EGIZIANO E IL SUO ASINO

CAPITOLO 4 - LE RISERVE DEL CORPO
LE RISERVE EQUILIBRATE
NEL NEONATO
L’APPARENZA INGANNEVOLE DEI GRASSI
CIO’ CHE DILAPIDA LE RISERVE O I LADRI DI VITAMINE
NESSUNA ELIMINAZIONE SENZA RISERVE SUFFICIENTI

CAPITOLO 5 - LE TRE FASI DEL DIGIUNO
1) LA PRIMA FASE COSTRUTTIVA DELL’ELIMINAZIONE
2) LA SECONDA FASE DELL’ELIMINAZIONE RALLENTATA
3) LA TERZA FASE PERICOLOSA DELL’INANIZIONE

CAPITOLO 6 - LA FAME TUTTI I GIORNI
SINTOMI DELLA FALSA FAME
SINTOMI DELLA VERA FAME
LA FAME E IL DIGIUNO
BISOGNA ATTENDERE LA FAME PER INTERROMPERE IL DIGIUNO?

CAPITOLO 7 - LE CARENZE
LE CARENZE DURANTE IL DIGIUNO
LE CARENZE PRIMA DEL DIGIUNO

CAPITOLO 8 - I MEDICINALI E IL DIGIUNO
LE COMPLICAZIONI POSSIBILI
I LASSATIVI PER ANNI
L’INSULINA
L’ASPIRINA
GLI ANTIBIOTICI
LE OPERAZIONI PRIMA DEL DIGIUNO
I MEDICINALI DURANTE IL DIGIUNO
GLI SCIOPERANTI DELLA FAME
SI POSSONO CESSARE BRUSCAMENTE I MEDICINALI PRIMA DEL DIGIUNO?
MEDICINALI DA CESSARE PRIMA DEL DIGIUNO
SUBITO.................PROGRESSIVAMENTE
L’ADATTAMENTO AI VELENI
L’ALCOL
IL TABACCO E LE DROGHE
GLI ANTICOAGULANTI
I RICOSTITUENTI CARDIACI
I SONNIFERI
I TRANQUILLANTI

CAPITOLO 9 - IL DIGIUNO NON E’ UN RIMEDIO
BISOGNA CERCARE UN RIMEDIO?
IL DIGIUNO NON E’ TERAPEUTICO

CAPITOLO 10 - L’ENERGIA NERVOSA, L’ELIMINAZIONE E IL DIGIUNO
SI PUO’ ELIMINARE ATTIVANDOSI?
IL TUBO DIGESTIVO DIVENTA UNA PATTUMIERA
L’ELIMINAZIONE DURANTE IL DIGIUNO
PER UNA GIOIA ESUBERANTE

CAPITOLO 11 - QUANTO TEMPO DIGIUNARE, DOVE E QUANDO? QUANTO TEMPO DIGIUNARE?
DOVE BISOGNA DIGIUNARE?
PER LE PERSONE SANE.
QUANDO DIGIUNARE?

CAPITOLO 12 - L’INCREDIBILE DIGIUNO DI OSHAWA O COME NON DIGIUNARE

CAPITOLO 13 - LA SORVEGLIANZA MEDICA
I MEDICI SONO SOPPRESSORI DI SINTOMI.
I TEST DURANTE IL DIGIUNO
BISOGNA SENTIRE IL PARERE DEL MEDICO CURANTE PRIMA DI DIGIUNARE?

CAPITOLO 14 - LE CURE DI FRUTTA, LE DIETE E GLI STADI
GLI ALIMENTI NON HANNO PROPRIETA’ DI ELIMINAZIONE
LE CARENZE
SI PUO’ DIGIUNARE PER STADI?
UN’ESPERIENZA COMPARATIVA CON LA FEBBRE: COL DIGIUNO E IL SEMI -DIGIUNO.
UTILITA’ DELLE DIETE E DEL SEMI -DIGIUNO

CAPITOLO 15 - IL DIGIUNO MATTUTINO SECONDO IL DOTTOR DEWEY
PRESSO LE NAZIONI DELL’ANTICHITA’
L’ELIMINAZIONE AVVIENE SOPRATTUTTO LA NOTTE
COME IL DOTTOR DEWEY FECE QUESTA SCOPERTA
LA STORIA DEI TRE CONTADINI
LA LUCIDITA’
LA STORIA DEL PADRE RAMBO
BISOGNEREBBE SOPPRIMERE ANCHE LA CENA
CHI HA VERAMENTE FAME LA MATTINA PUO’ MANGIARE

CAPITOLO 16 - LA CHIAREZZA MENTALE QUANDO SI SALTA UN PASTO
LA LUCIDITA’ DI MENTE
LO PSICHICO

CAPITOLO 17 - IL DIGIUNO SETTIMANALE
IL DIGIUNO ANNUALE COSTITUISCE LE MIGLIORI VACANZE.

CAPITOLO 18 - RINGIOVANIRE, DIMAGRIRE, INGRASSARE COL DIGIUNO
OBESITA’
INGRASSARE

CAPITOLO 19 - LA DIPENDENZA DAI TRANQUILLANTI, DAL CAFFE’, DALL’ALCOL. DAL TABACCO E DALLA DROGA
C’E’ DROGA E DROGA
COME ROMPERE IL CIRCOLO VIZIOSO?
LA CAUSA
LA STORIA DI DOMINIQUE
LO SVEZZAMENTO DAI DEPRESSIVI
LA STORIA DI JACQUELINE

CAPITOLO 20 - LE AFFEZIONI ACUTE
COME CURARE LA FEBBRE
IL BAMBINO FEBBRICITANTE
LA PERDITA DI PESO NEL MALATO CHE MANGIA
BISOGNA NUTRIRE I FEBBRICITANTI?
GLI ANIMALI DIGIUNANO
COME INTERROMPERE IL DIGIUNO DOPO UNA FEBBRE?
OCCORRE UNA DIAGNOSI?
LA STORIA DI UN BAMBINO FEBBRICITANTE
COME DIGIUNARE?
LA FEBBRE FORTE
COME AIUTARE LA NATURA?
LE ECCEZIONI

CAPITOLO 21 - LE MALATTIE CRONICHE
LA TOSSIEMIA
LE DUE TOSSIEMIE
L’ACIDITA’
NESSUNA ANALISI ESISTE PER LA TOSSIEMIA
FIN DALLA NASCITA
I GUASTI IRREVERSIBILI
UN BASSO LIVELLO DI TOLLERANZA
I TESSUTI CICATRIZIALI E FIBROSI
IL DETERIORAMENTO DEGLI ORGANI
I SEGNI PREMONITORI
UN ESEMPIO: L’ARTERIOSCLEROSI
L’ENERVAZIONE
LA TOSSIEMIA
SPRIZZANTI DI GIOIA E DI SALUTE
LA STIMOLAZIONE
LA STORIA DI CIRILLO SULLA SUA MOTO
LA STANCHEZZA, E’ IL NOSTRO INDICATORE DI LIVELLO DELLA BENZINA
L’ENERVAZIONE E LE SUE CAUSE
LA MODERAZIONE IN TUTTO?
GLI ECCESSI E IL SOVRAFFATICAMENTO

CAPITOLO 22 - EVOLUZIONE DELLA MALATTIA
LE ABITUDINI ANTIFISIOLOGICHE
2 - L’ENERVAZIONE
3 - PERDITA DELLE SECREZIONI DIGESTIVE E RIPRODUTTIVE
4 - DIMINUZIONE DELL’ELIMINAZIONE CELLULARE
5 - LA TOSSIEMIA ENDOGENA ED ESOGENA
6 - CRISI DI ELIMINAZIONE, ACUTA O CRONICA
7 - DISTRUZIONE PROGRESSIVA DEGLI ORGANI E DEI TESSUTI

CAPITOLO 23 - IL RITORNO ALLA SALUTE
3 - IL RISTABILIMENTO PROGRESSIVO
4 - GLI STADI IRREVERSIBILI

CAPITOLO 24 - I RIMEDI NATURALI DURANTE IL DIGIUNO O COME AIUTARE LA NATURA
I PRODOTTI NATURALI
L’ARGILLA E LE CURE TERMALI
CHE COSA CERCA LA MEDICINA
GUARIGIONE O RISTABILIMENTO?
AIUTARE LA NATURA

CAPITOLO 25 - IL POTERE CURATIVO, LA NOZIONE DI RIMEDIO E IL DIGIUNO
C’ERANO UNA VOLTA CENTO RAFFREDDATI
I RIMEDI NON ESISTONO
IL SOLO POTERE CURATIVO CONOSCIUTO
L’ERRORE FATALE DELLA MEDICINA, CHIMICA O NATURALE
MA DOVE STA QUESTO POTERE CURATIVO?
IL DIGIUNO NON GUARISCE NIENTE

CAPITOLO 26 - LE TISANE DURANTE IL DIGIUNO
LE MODALITA’ NATUROPATICHE
LE TISANE TRATTANO I SINTOMI?
ASTROLOGIA, ERBALISMO
L’USO SINTOMATICO
IL PLANTANO
IN CONCLUSIONE

CAPITOLO 27 - RIASSORBIMENTO DEI TUMORI DURANTE IL DIGIUNO
IL METABOLISMO
L’AUTOLISI

CAPITOLO 28 - BRANI SCELTI
LA PREPARAZIONE DEL DIGIUNO
LA PREPARAZIONE PER STADI
GLI EX -MALATI MENTALI O NERVOSI
LA PURGA
PROIBITO
LA PREPARAZIONE
CONDIMENTI:
COTTURA DELLE BANANE
LA MEZZA COTTURA
LEGUMI CORIACEI
ORTAGGI TENERI
CASSERUOLA
LA FAME
LE CRISI VIOLENTE DURANTE IL DIGIUNO
LA CONDOTTA DURANTE IL DIGIUNO
IL RILASSAMENTO NATURALE
LO SCALDINO METALLICO E LA COPERTA ELETTRICA
SI PUO’ MORIRE SENZ’ACQUA
L’URINA DA BERE?
L’AUTOTRASFUSIONE
LO ZUCCHERO E IL MIELE
LE TISANE
L’ARGILLA E IL MAGNESIO
I MASSAGGI E GLI ALTRI TRATTAMENTI
I SINTOMI E LE CRISI DURANTE IL DIGIUNO
LE VERTIGINI
LA FEBBRE
I MAL DI TESTA
LE COLICHE
LA DEBOLEZZA
L’INSONNIA, LA SENSIBILITA’ AL RUMORE, IL NERVOSISMO
SANGUINAMENTI DELLE GENGIVE, SPUTI, ALITO CATTIVO
LE PALPITAZIONI, IL POLSO IRREGOLARE, LA BARRA SUL PETTO
I VOMITI DI BILE
IL DELIRIO, LE ALLUCINAZIONI, GLI ATTACCHI DI FOLLIA, GLI SVENIMENTI E IL COMA
LE URINE CARICHE DI SABBIA, TINTE DI SANGUE E GLI ATTACCHI DI CALCOLI
LA TETANIA, LE CONVULSIONI E GLI SPASMI
LA SENSIBILITA’ ALLA LUCE DEL GIORNO
LE MESTRUAZIONI
LA PARALISI DURANTE IL DIGIUNO
LA DIFFICOLTA’ DI RESPIRARE
GLI ACCIDENTI CARDIACI SCATENATI DI RIMBALZO DURANTE UNA CRISI DI ELIMINAZIONE
I DOLORI AI RENI O AI POLMONI
LA FEBBRE ALTA E IRREGOLARE CON UN FORTE DOLORE AL VENTRE
IN QUALE MOMENTO SI PUO’ PASSARE ALLA SECONDA FASE DEL DIGIUNO (IL SEMI -DIGIUNO)?
NON BISOGNA MAI INTERROMPERE DI NETTO IL DIGIUNO!
LA PROSTRAZIONE, LA BRUTTA CERA E LO STATO GENERALE
CASI GRAVI CHE RICHIEDONO DI PASSARE SUBITO
ALLA SECONDA FASE DEL DIGIUNO (IL SEMI -DIGIUNO)
LE RISERVE SQUILIBRATE
NELLE PERSONE MALANDATE CHE FORMANO LA MAGGIORANZA AI NOSTRI GIORNI, IL DIGIUNO PRODUCE I SINTOMI SEGUENTI:
LA STABILIZZAZIONE DEL PESO
SECONDA FASE
IL SEMI -DIGIUNO E LA LINGUA COLORATA
UNA PRODIGIOSA SCOPERTA
LA LINGUA E’ LO SPECCHIO DEGLI INTESTINI
DENOMINAZIONE
A PROPOSITO DI UNA PRODIGIOSA SCOPERTA
LE TRE FASI DEL DIGIUNO
DURATA DELLE RISERVE VITALI
DURATA DI IMMAGAZZINAGGIO
DELLE VITAMINE NEL CORPO UMANO
PROPORZIONI DEI COLORITI RISCONTRATI
NELLA SECONDA FASE DEL DIGIUNO
CIO’ CHE COMPORTA IL SEMI -DIGIUNO
IL SEMI -DIGIUNO
PER LE STATURE PICCOLE………………..PER LE STATURE GRANDI
IN CASO DI COMPLICAZIONI GRAVI

CAPITOLO 29 - ERA UN CORRIDORE MARATONETA E CRUDIVORO
LA SUA FILOSOFIA
UN PASTO CONVENZIONALE

CAPITOLO 30 - NOI ABBIAMO L’AIDS
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CAPITOLO 1 - IL DIGIUNO NELL’ANTICHITA’


IL DIGIUNO NELL’ANTICHITA’
Numerose religioni utilizzano il digiuno come mezzo di purificazione spirituale e di disciplina fisica. Invece per i Musulmani è previsto anche come mezzo di guarigione.
Ad ogni modo, la credenza generale, nei Paesi civili, è che il digiuno può, in pochi giorni, portare al deperimento fisico e mentale e poi alla morte. Ecco perché nei casi in cui i malati non possono essere nutriti normalmente, la medicina fa ricorso alle fleboclisi per nutrire il paziente, ma il male che queste fleboclisi nocive fanno ai malati, è incalcolabile. Esse non sono mai necessarie.
Nell’essere umano, il digiuno consiste nell’astenersi da qualsiasi cibo, ma di bere acqua. Senza l’acqua si rischia di disidratarsi e di morire in una - tre settimane.
In certi animali si è notato che essi non bevono nulla, ma bisogna guardarsi dal fare altrettanto.

NELLA GRECIA ANTICA
Parallelamente e durante il medesimo periodo in cui era emersa la medicina, nella Grecia antica verso l’anno 400 avanti Cristo, esistevano dei templi in cui era praticato l’igienismo: digiuno, dieta, esercizi, preghiera, riposo fisico e mentale.
Infatti, c’era una corrente d’opinione favorevole al naturale, corrente che condannava i medicinali e che voleva lasciar fare alla Natura, senza contrariarla con qualsivoglia cosa.
Per esempio, il filosofo Democrito riteneva lasciar seguire alla Natura il suo corso.
Secondo Celso, la malattia era provocata dalla pletora, la quale è generata da una digestione incompleta di alcuni alimenti. Egli raccomandava il digiuno.
I pazienti che non ottenevano risultati coi metodi medici, intraprendevano un soggiorno in uno di questi templi, chiamati santuari. Malati molto gravi erano guariti: cecità, epilessia, cancro, ecc.
Poi, riconoscenti della guarigione ottenuta, offrivano delle rappresentazioni in pietra o in marmo del male da cui erano stati sbarazzati, dette ex -voto, ma sfortunatamente, con il tempo e con gli anni, questi templi igienisti caddero nell’oblio e presero un aspetto da ospedali e i rimedi e le piante medicinali furono introdotte a poco a poco, facendo dimenticare il digiuno stesso.
Con l’aggravamento della salute pubblica, con l’aumento delle sofferenze e dei dolori, con l’accrescimento del numero delle malattie, l’igienismo non sarà dimenticato così facilmente, ma il pericolo risiede nell’introduzione dei rimedi naturopatici, che non hanno niente d’igienista e rischiano di diluire le basi dell’igienismo puro.


CAPITOLO 2 - IL DIGIUNO NEGLI ANIMALI


IL DIGIUNO NEGLI ANIMALI
In natura tutte le forme di vita sembrano fare ricorso al digiuno.
Le relazioni dei ricercatori sugli animali affermano che essi possiedono delle riserve che permettono loro di subire un digiuno per lungo tempo, ma anche l’uomo ha delle riserve che gli consentono di digiunare a lungo.
Gli animali digiunano spontaneamente quando sono malati o feriti. Essi si ritirano in un angolo tranquillo, caldo, si riposano e digiunano fino al ristabilimento.
L’uomo è l’unico animale che si forza a mangiare in caso di malattia e ciò aggrava considerevolmente il suo male.

L’ESTIVAZIONE DEI COCCODRILLI
L’estivazione è il torpore di certi animali durante l’estate, per proteggersi dal calore eccessivo dell’estate, e per economizzare le energie, mentre i corsi d’acqua sono disseccati, e i pozzi inariditi, per sopravvivere a queste condizioni climatiche difficili.
Le loro funzioni sono allora proseguite a un ritmo molto lento: cuore, respirazione, ecc.
E’ così che i coccodrilli ibernano ed estivano, due volte nel medesimo anno, l’inverno poi l’estate. Certi pesci di acqua dolci, quando i corsi d’acqua sono disseccati, si interrano nel fango, poi si incastrano in un bozzolo umido e si rinchiudono. Lo stesso fanno i pesci vivendo in tal modo con le proprie riserve finché le piogge riempiono di nuovo i fiumi.
Il digiuno è, dunque, un mezzo naturale per preservarsi dai rigori del clima qualunque sia il calore eccessivo dell’estate o il freddo rigoroso dell’inverno. Durante questi periodi gli uccelli cessano di cantare e le rane tacciono.

L’IBERNAZIONE DEL GHIRO E IL SUO UNICO MECCANISMO DI SICUREZZA
Il ghiro è sempre molto attivo durante l’estate, ma quando si avvicina l’inverno, si ritira in un angolo nascosto e protetto dai rigori dell’inverno. Esso non prende alcun alimento durante tutta la stagione fredda e dimagrisce molto.
L’essere umano che digiuna non può nemmeno digiunare a lungo quanto gli animali che ibernano, spesso tre mesi, e talvolta perfino sette mesi, senz’acqua.

UNA VITA PROLUNGATA
Si è anche osservato che gli animali che ibernano vivono più a lungo degli altri, della medesima altezza, ma che non ibernano.
Durante il digiuno, le ferite si cicatrizzano e nuove membra possono anche formarsi. I polloni che danno origine a nuove piante si sviluppano seguendo il medesimo principio. Infatti esse non ricevono alcun nutrimento esterno, nelle fasi iniziali del processo di rigenerazione.
L’essere umano trae dunque beneficio dal seguire ogni anno un digiuno di mantenimento di 7/10 giorni.

DOBBIAMO IMITARE GLI ANIMALI?
Non abbiamo bisogno di imitare gli animali, ma osservandoli, possiamo trarre parecchie lezioni utili poiché essi sono più vicini alla natura di quanto lo siamo noi, e i loro istinti sono meno pervertiti dei nostri.


CAPITOLO 3 - IL CONTADINO EGIZIANO E IL SUO ASINO


IL CONTADINO EGIZIANO E IL SUO ASINO
Questa storia veridica era stata riferita dalla stampa egiziana negli anni 50.
Un contadino soffriva di parecchie malattie. Trattato per anni da tutti i medici della sua regione, peggiorava di giorno in giorno, fino al momento in cui fu costretto ad abbandonare il suo lavoro.
Un giorno, seduto nel suo cortile, osservò il suo asino mentre brucava l’erba.
Il mio unico asino, pensò, sta meglio di me. Io non ho la forza di muovermi, soffro in tutte le membra, ma il mio asino gode di buona salute. Ed egli non bruca che l’erba, mentre io mangio tre buoni pasti abbondantissimi, che la mia donna fedele, nella cucina impiega parecchie ore a preparare.
Voglio fare come lui, pensò.
E si mise a brucare l’erba, strappata nel suo cortile, rifiutando qualsiasi altro cibo. La moglie ne fu desolata, si lamentò, pensò che egli si sarebbe rovinato con le proprie mani. Ma essendo l’erba troppo dura per i suoi denti, dovette sputarla. Ciò durò parecchi giorni. Bevve acqua quando sentiva sete e si rimise alla natura per tutto il resto.
In capo a parecchi giorni, constatò con sua grande sorpresa, che le sue malattie se ne andavano a una ad una. E che la sua salute si ristabiliva malgrado tutto.
I suoi amici, parenti e vicini ne sparsero la voce in tutta la regione.
I malati accorsero per vederlo e per i suoi consigli illuminati. Tuttavia il corpo medico non intese da quest’orecchio. I farmacisti nemmeno potevano accettare che un semplice contadino potesse far crollare il loro volume di affari.
Facendo finta di preoccuparsi della salute pubblica, fingendo di credere che i microbi potessero colpire la popolazione, analizzarono l’erba che il contadino brucava, per ricercare, dicevano, il segreto delle sue virtù miracolose. Tutto ciò che trovarono furono dei microbi cattivi che rischiavano di contaminare tutta la popolazione, secondo le loro parole.
E’ così che proibirono ai malati il consumo dell’erba, ordinando loro implicitamente di ritornare dai medici e dai farmacisti, con grande gioia di questi ultimi.
E ci mancò poco che non intentassero un processo contro l’ingenuo contadino per esercizio illegale della professione medica!


CAPITOLO 4 - LE RISERVE DEL CORPO


LE RISERVE DEL CORPO
Se gli uomini e gli animali possono digiunare per giorni e settimane, è perché essi hanno delle riserve nel corpo, riserve che permettono loro di nutrirsi e di proseguire tutte le loro funzioni. Perfino le persone magre possiedono delle riserve. Quanto alle persone obese e in carne, le loro riserve sono visibili a occhio nudo, ma esse sono spesso squilibrate e inefficaci.
L’opinione corrente vuole che se si smette di mangiare, la nutrizione del corpo è sospesa. Niente di più falso. Infatti il corpo è sempre nutrito, minuto per minuto, dall’interno, dal sangue. La nutrizione è la vita e senza di essa nessuna vita è possibile.
Il nostro organismo possiede delle riserve considerevoli in tutti i suoi tessuti, e finché tali riserve non sono esaurite, i tessuti dell’organismo restano intatti. Ciò equivale a dire che il corpo trae anzitutto dalle sue riserve, finché esse esistono, e non si rivolge verso i tessuti che se le riserve sono esaurite. Le riserve del corpo sono costituite da:
1) il grasso.
2) Le ossa che sono i serbatoi dei sali minerali.
3) Lo zucchero nel fegato, nei muscoli, nelle ghiandole, ecc.
4) Le vitamine nel sangue, ecc.
Nei cammelli, le gobbe sono delle riserve alimentari, con cui essi si sostentano quando non trovano nulla da mangiare nel deserto arido. La grandezza di questa gobba permette di valutare il tempo che il cammello può restare senza mangiare. Alla fine del digiuno, nei cammelli la gobba si accascia e pende come un sacco vuoto. Poi con la ripresa alimentare, questa gobba si riempie di nuovo per formare nuove riserve.
Facciamo notare che per le persone obese, l’estensione della loro obesità non permette sempre di valutare quanto tempo possono digiunare, poiché esse sono squilibrate.

LE RISERVE EQUILIBRATE
Le riserve servono a nutrire l’organismo, a proseguire il lavoro di anabolismo e catabolismo, giorno e notte. Occorre però che contengano vitamine, sali minerali, oligoelementi naturali, enzimi, ecc.
L’eliminazione dei rifiuti può farsi solo se le suddette contengono tutti gli elementi appena citati. Se un solo elemento viene a mancare, l’eliminazione non può farsi, come pure le altre funzioni anaboliche.
Nelle persone obese, è soprattutto il grasso che predomina, gli altri elementi sono molto rari. Appena gli elementi rari sono esauriti, lasciano il grasso pressoché intatto. L’eliminazione cessa, il peso ristagna e il digiunatore cessa di perdere peso. Una persona obesa può esaurire le sue riserve buone e cadere nell’inanizione mortale, mentre pesa 60/70 chili.

NEL NEONATO
In generale il neonato viene al mondo con riserve ben equilibrate che la natura previdente gli ha concesso. Queste riserve durano parecchi anni, anche se il menù è carente.
Così, per esempio, il latte della madre che allatta il suo bambino, non contiene ferro, ma il bambino viene al mondo con riserve di ferro abbondanti nel suo fegato minuscolo, riserve che possono durare parecchi anni, procurate semplicemente saccheggiando sua madre.
Si sa che il fegato di vitello contiene molto ferro, perciò la medicina raccomanda agli anemici di mangiare fegato di vitello ma, secondo Mosséri, i bambini sono incapaci di assimilare il ferro contenuto nel fegato di vitello, non più di quanto siano capaci di assimilare il ferro che si inietta loro, finché non si disintossicano. Allora il loro potere di assimilazione migliorerà ed essi assimileranno benissimo il ferro contenuto negli alimenti naturali.

L’APPARENZA INGANNEVOLE DEI GRASSI
I bambini possono digiunare più facilmente e più a lungo degli adulti. I vecchi sono quelli che possono digiunare meno tempo, poiché, in generale, non hanno delle riserve adeguate, nemmeno se il loro peso è buono.

CIO’ CHE DILAPIDA LE RISERVE O I LADRI DI VITAMINE
Dopo 60/70 anni di vita malsana, di alimentazione artificiale, industrializzata, di abusi di tutte le specie: di caffè, di tabacco, di vino, di cioccolato, di spezie, ecc. l’uomo dilapida il suo capitale fisiologico e vede le sue riserve essenziali sprecarsi, per essere rimpiazzate dal grasso, dalle tossine e dall’acqua per diluirle, perfino nei magri. E’ l’apparenza ingannevole della pletora.
Ma ciò che esaurisce più in fretta le riserve sono i medicinali di tutte le specie, presi regolarmente. Infatti, per eliminare questi veleni, il corpo usa le proprie vitamine, i suoi sali minerali. La paraffina è stata qualificata "ladra di vitamine".
Tra i digiunatori di Mosséri, coloro che hanno meno riserve di vitamine erano gli adepti della macrobiotica.
Infatti, quelli che hanno seguito, per anni, quel regime, cotto e stracotto, povero di vitamine, hanno molte difficoltà a digiunare a lungo. Uno di loro in capo al quarto giorno, già agonizzava… e il digiuno dovette essere interrotto, per essere seguito da un lungo periodo di convalescenza.
Vi sono persone che assumono tisane lassative tutti i giorni, cassia, altri dei sonniferi tutti i giorni, tranquillanti, ecc. Le loro riserve sono deboli. Prima di considerare di digiunare, bisogna interrompere questi veleni per un tempo sufficiente a colmare quelle carenze.
Chi ha preso il cortisone per anni, deve sapere che è un ormone artificiale che finisce per atrofizzare l’ormone naturale dell’organismo e portare a gravi carenze. Essi devono in via preliminare diminuire progressivamente questo medicinale e non considerare di digiunare prima di averlo interrotto completamente.
E’ lo stesso per tutti i medicinali.

NESSUNA ELIMINAZIONE SENZA RISERVE SUFFICIENTI
Mosséri aveva notato che chi fa un digiuno più lungo di 20 giorni, non elimina quasi niente dopo questo periodo. Il suo alito non è più fetido, le sue urine sono chiare, il gusto della sua bocca è buono e il suo peso praticamente non diminuisce più.
Poi dal momento che questo digiunatore interrompe il digiuno, la diminuzione di peso riprende, le urine diventano molto scure e fetide.
La rottura del digiuno si faceva con quantità minime di succo e le energie non erano deviate dall’eliminazione verso la digestione, appena significativa di questo succo.
Fu allora che Mosséri ebbe l’idea di dare ai digiunatori, verso la fine della loro cura, cioè verso il ventesimo giorno, delle foglie di lattuga nonché un dito di succo nell’acqua di bevanda, ma era decisamente insufficiente per rilanciare l’eliminazione.


CAPITOLO 5 - LE TRE FASI DEL DIGIUNO


LE TRE FASI DEL DIGIUNO
Durante il digiuno è normale perdere peso, a partire dai tessuti meno vitali, quali il grasso, i rifiuti, le tossine, ecc. Non si perdono i nervi, né il cervello. Di fatto, i tessuti cattivi sono sacrificati per nutrire i tessuti vitali e per permettere di proseguire tutte le funzioni dell’organismo.
Ma c’è sicuramente un limite: quando le riserve vitali del corpo sono esaurite (vitamine, enzimi, sali minerali, ecc.), non resta più niente al corpo che i tessuti vitali, gli organi che funzionano, il sangue.
E’ così che il digiuno deve essere diviso in tre fasi:

1) LA PRIMA FASE COSTRUTTIVA DELL’ELIMINAZIONE
Durante questa fase, le riserve sono abbondanti e permettono all’essere umano in buona salute di digiunare per settimane e perfino per mesi. I poco sani possiedono meno riserve dei sani, e non possono digiunare altrettanto.

Questa fase costruttiva del digiuno dura finché le riserve del corpo durano.
Le riserve devono essere divise in due tipi:
a) le riserve buone: zucchero, vitamine, sali minerali, oligo -elementi, enzimi, ecc.
b) le riserve cattive: scarti, tossine, tumori, pus, infezioni, e tutto ciò che il corpo deve eliminare.
Il corpo interrompe l’eliminazione per due ragioni:
- o le tossine sono interamente eliminate, ciò che è molto raro. Infatti, la maggior parte delle persone è talmente intossicata che le occorrono parecchie cure di digiuno per eliminare tutto. Tuttavia, quando si segue una dieta sana, igienista, lo stock di tossine è talmente debole che esso è eliminato in alcuni giorni, altrimenti in una settimana.
- o le riserve buone sono esaurite prima dell’eliminazione totale degli scarti accumulati da tanti anni. E’ il caso più frequente.
Durante questa fase costruttiva il corpo elimina gli scarti e le tossine. I tessuti cattivi sono smantellati e liquidati.
I sintomi principali durante questa fase sono:
- il cattivo gusto della bocca al risveglio,
- la perdita progressiva di peso,
- l’alito cattivo,
- l’urina carica e maleodorante,
- la mancanza d’appetito, talvolta la nausea,
- la lingua carica, la bocca secca, la sete, ecc.

2) LA SECONDA FASE DELL’ELIMINAZIONE RALLENTATA
Quando si prosegue il digiuno oltre la prima fase, le carenze cominciano a manifestarsi, ciò che porta l’eliminazione a ristagnare, al peso di restare stazionario e al rallentamento di tutte le funzioni.
Il corpo cerca, con parecchie trasmutazioni biologiche, di riciclare gli elementi presenti per fabbricare elementi mancanti. Vi riesce perfettamente all’inizio. Allora, l’eliminazione e il peso che avevano stagnato per tre giorni, riprendono bellamente, ma al secondo o terzo ristagno del peso, le trasmutazioni non riescono più ed è la terza fase che si instaura.

3) LA TERZA FASE PERICOLOSA DELL’INANIZIONE
Là il corpo manca di tutto: vitamine, sali minerali, oligo -elementi, enzimi, ecc. Non può più assicurare le funzioni vitali dell’organismo. Per sopravvivere comincia a trarre dai tessuti vitali, dagli organi vitali, sicché sopraggiungono i cambiamenti patologici di degenerazione.
In breve, i cambiamenti tissulari che hanno luogo durante la prima fase del digiuno sono perfettamente fisiologici e benefici, ma quelli che avvengono dopo l’esaurimento delle riserve sono definitivamente patologici.
Tra i sintomi che indicano l’inizio dell’inanizione:
1) l’incapacità di camminare o perfino di tenersi in piedi, però bisogna diffidare, poiché le persone che digiunano senza esserne convinte, senza aver letto un libro sulla questione sono persuase di non poter resistere. E’ un fatto puramente psicologico. Una donna fu meravigliata dopo due settimane di digiuno di avere le forze per camminare e per leggere.
2) La sensibilità degli occhi alla luce, poi arriva progressivamente la cecità. Anzitutto questi pazienti preferiscono portare occhiali neri all’interno della casa e, in seguito, essi non possono più leggere una lettera né leggere un libro.
3) La paura di digiunare può provocare uno sgomento mortale.
4) Dopo una stabilizzazione di peso assai prolungata.
5) I soggetti troppo emaciati possono raggiungere questa fase in capo ad alcuni giorni, soprattutto se digiunano senza scaldino ai piedi, ma queste persone scheletriche non dovrebbero mai digiunare, poiché ad esse basta mangiare di meno del solito per accelerare la disintossicazione.

Ecco dunque una tabella che indica grosso modo il peso limite, ma che non può servire per fissare in anticipo la lunghezza di un digiuno, né il peso limite vero in un caso particolare.
Altezza----Peso--------Soggetto------Limite
------------normale---muscoloso---pericoloso
1,85 m----75 kg----------85 kg--------45 kg
1,80 m----70 kg----------80 kg--------42 kg
1,75 m----65 kg----------75 kg--------39 kg
1,70 m----60 kg----------70 kg--------36 kg
1,65 m----55 kg----------65 kg--------33 kg
1,60 m----50 kg----------60 kg--------30 kg
1,55 m----45 kg----------55 kg--------27 kg
1,50 m----40 kg----------50 kg--------24 kg

Si vede in questa tabella che il peso normale corrisponde al numero dei centimetri dell’altezza, quando la persona è muscolosa. Bisogna tuttavia detrarre dieci chili per le persone non muscolose. Il limite pericoloso è stato calcolato prendendo il 60% del peso normale in una persona non muscolosa. Per una persona molto muscolosa bisogna conservare 10 chili in una colonna che io non ho fatto.
Il peso normale è molto approssimativo, poiché bisogna tener conto della grossezza delle ossa, della testa della gabbia toracica, ecc.
Ma si può anche avere un peso normale e non avere che pochissime riserve vitali ed essenziali, se si prendono medicinali regolarmente.
Ad ogni modo, se si interrompe il digiuno integrale alla fine della prima fase costruttiva, senza entrare nella seconda e soprattutto nella terza fase e se si sorvegliano i sintomi patologici detti sopra, - allora non si rischia di arrivare all’inanizione pericolosa.
Per i soggetti affetti da difficoltà digestive, e che sono magri, è prudente non spingere il digiuno troppo avanti, poiché riprendere peso sarà molto lungo, occorreranno da sei a dodici mesi.
In generale le riserve si esauriscono prima della disintossicazione totale e si avrà bisogno di parecchi digiuni ripetuti a tre o sei mesi di intervallo.
Si può digiunare a qualsiasi età. Mosséri ha sorvegliato dei bambini e perfino dei vecchi di 80 anni, durante il loro digiuno, piuttosto corto. La prudenza è di regola. Al minimo allarme, è meglio passare al semi -digiuno. I vecchi impiegano quattro volte più tempo a rimettersi rispetto ai giovani.
Si può certamente riprendere tutto il peso perduto in pochissimo tempo, semplicemente rimpinzandosi, ma ciò non è mai bene poiché si rischia di avere i piedi gonfi come quelli di un elefante e si rischia di disfare tutti i benefici attesi. E’ difficile farlo a casa propria, poiché si è facilmente presi dalla bulimia.
La ripresa in forza delle attività ritarda sicuramente il recupero del peso e la riconquista della vitalità. Bisogna prevedere un periodo di riposo a casa propria, un periodo di recupero e di pazienza.


CAPITOLO 6 - LA FAME TUTTI I GIORNI


LA FAME TUTTI I GIORNI
Qui si tratta della fame che si prova prima di mangiare è uno dei segni di una buona salute, è il segno che il corpo è disposto ad accettare il cibo e a digerirlo. Quando non si ha fame è indizio che non è ancora venuto il momento di mangiare, o altrimenti che si è intossicati.
Ma c’è la vera fame e la falsa fame.
La falsa fame è un desiderio che non è autentico per il cibo, con una lingua carica, un alito fetido, una febbricola, un mal di testa, degli indolenzimenti e delle membra dolorose.
Se ci si sente male, deboli e questi sintomi scompaiono mangiando, non è una vera fame, ma un’assuefazione, come quella del tabacco. Questi segni sono la migliore prova che si ha bisogno di digiuno e di migliori abitudini alimentari.
La vera fame non si accompagna mai a sintomi sgradevoli - né dolori, né malesseri, né debolezza - veri o simulati, né crampi di stomaco. Non si sente la vera fame nello stomaco e non si sente di averne uno. Essere coscienti dei propri organi è un segno sicuro di malattia."
Ora la vera fame non è affatto una sensazione sgradevole al limite della sofferenza. Questi sintomi rassomigliano in modo strano a quelli provati da coloro che sono dediti all’uso della droga e a cui è negata. Sono i sintomi della disintossicazione, piuttosto che quelli della vera fame. Più si è intossicati, più questi sintomi sono marcati.
Il mezzo infallibile per distinguere la vera fame dalla falsa fame è di aspettare un’ora. La vera fame diventa sempre più acuta, mentre la falsa fame scompare a poco a poco.

SINTOMI DELLA FALSA FAME
I sintomi della falsa fame sono i seguenti, l’uno o l’altro se non parecchi alla volta.
- mal di testa, rutti, malessere, bocca pastosa, amara o secca, morsi di stomaco, spasmi di stomaco, gola contratta, mente confusa, testa pesante, stanchezza, ecc.

SINTOMI DELLA VERA FAME
Bocca gradevole, pulita, gola distesa, mente lucida, ottimista, euforica, benessere, acquolina in bocca, assenza di qualsiasi sintomo sgradevole, una sensazione diffusa nella bocca, nella gola e nello stomaco che si inarca come per aspirare.
E’ un peccato mangiare prima di avere veramente fame.
Lo stomaco si ritrova adesso contratto e non disteso dal pasto precedente. Allora si può mangiare ciò si desidera mangiare, tra gli alimenti naturali, per calmare la fame e non per riempirsi lo stomaco. Con questa quantità frugale, si dovrebbe normalmente raggiungere la sazietà.
Al contrario, se si mangiasse senza fame, lo stomaco sarebbe ancora disteso dal pasto precedente e si avrebbe tendenza a mangiare molto di più. Inoltre gli alimenti non procurerebbero tutto il piacere che si attende e allora si cercherà il piacere attraverso la bulimia!
E’ raccomandabile mangiare una sola specie di frutta. La varietà porta alla ghiottoneria.
Il rispetto della fame è il fattore più importante nel campo della salute, poiché esso regge perfettamente la nutrizione che è alla base di tutta l’esistenza.

LA FAME E IL DIGIUNO
Si pensa correntemente che le persone che digiunano hanno fame tutto il tempo.
Quelli che digiunano non hanno fame. Hanno perfino delle nausee, la bocca cattiva, l’alito fetido, la lingua secca, una sete talvolta intensa, … niente che somigli alla vera fame.
E’ vero che all’inizio di un digiuno si possono avere ancora delle contrazioni ritmiche alle ore dei pasti, per abitudine, per un giorno o due, raramente di più. Poi la fame scompare per lungo tempo. Allora il corpo si rivolge verso le abbondanti riserve. E’ il caso di quelli che sono molto intossicati e malandati.
La vera fame persisterebbe e si accentuerebbe se non la si soddisfacesse, però qualora la si ignorasse qualche po’, essa cesserebbe di manifestarsi e il corpo si volgerebbe verso le sue riserve.
Secondo Mosséri, bisogna utilizzare la stabilizzazione del peso come metodo oggettivo e concreto per decidere l’interruzione del digiuno.

BISOGNA ATTENDERE LA FAME PER INTERROMPERE IL DIGIUNO?
Secondo Mosséri, bisogna interrompere il digiuno quando si manifestano segni di inanizione, anche se il peso non fosse sceso al limite minimo.
Altre volte si manifestano dei vomiti tutti i giorni. Se sopraggiungevano dopo il 20° giorno, Mosséri interrompeva il digiuno per non avere complicazioni (confusione mentale). A volte il malato vomita qualsiasi succo di frutto e di verdure. In questo caso Mosséri dava un brodo vegetale, che veniva accettato bene.
Digiunare senza una sorveglianza qualificata è un’impresa pericolosa e mortale in questo caso.
Non bisogna mai immaginarsi che un medico possa sorvegliare un digiuno correttamente. Non ha esperienza in tale campo.
E’ preferibile interrompere il digiuno dal termine della prima fase e passare al semi -digiuno che rilancia l’eliminazione stazionaria.


CAPITOLO 7 - LE CARENZE


LE CARENZE

LE CARENZE DURANTE IL DIGIUNO
Si afferma che il digiuno può instaurare delle carenze nell’organismo, allora certi clinici in Germania iniettano ai loro pazienti vitamine artificiali oppure servono loro dei succhi di frutta o degli ortaggi crudi per evitare queste carenze.

Ma non vale la pena di pensarci fin dall’inizio, quando il corpo trabocca di riserve, poiché, in generale il corpo possiede delle riserve di vitamine e di sali minerali che possono durare settimane.
Quando queste riserve cominciano a esaurirsi a poco a poco, sarà indicato dal ristagno del peso, poiché il peso perduto è bruciato e serve all’eliminazione degli scarti, con l’aiuto di vitamine e di altre riserve essenziali.
Così, il peso comincia a stagnare per 3 o 4 giorni dopo 2/3 settimane di digiuno. poi il corpo si arrangia per fabbricare gli elementi mancanti riciclando gli elementi presenti.
Allora, l’eliminazione riprende come pure la caduta del peso. E dopo parecchi giorni, è una seconda stabilizzazione del peso che si annuncia e allora si passa alla seconda fase del digiuno, quella delle carenze e bisogna instaurare il semi -digiuno per permettere al corpo di proseguire l’eliminazione.

LE CARENZE PRIMA DEL DIGIUNO
Il signor B. soffriva di un’anemia grave e cronica e i medici - dopo avergli iniettato invano il ferro coi medicinali - lo avevano dichiarato incurabile. Gli consigliarono di andare a vivere in campagna, in mancanza di ciò i suoi giorni erano contati, ma ciò non migliorò la sua anemia. Poi andò da un naturopata che gli prescrisse estratto di carciofo, ricco di ferro, ugualmente senza risultato.
Infine andò da Mosséri per iniziare un digiuno sorvegliato di 40 giorni. Per 40 giorni, non bevve che acqua pura. La sua anemia avrebbe dovuto aggravarsi. Al contrario, dopo il digiuno l’analisi del sangue rivelò un numero di globuli rossi del tutto normale!
Cinque anni sono passati da allora e ciascun anno egli ricomincia le sue analisi del sangue per ritrovare un numero sempre normale di globuli rossi. Non soltanto il digiuno di 40 giorni non ha aggravato la sua carenza in ferro, ma essa si è trovata colmata.
Evidentemente, egli aveva ferro nelle sue riserve, proveniente dagli alimenti che egli aveva digerito e assorbito, ma che non aveva assimilato.
Non dimentichiamo che l’intossicazione del corpo impedisce l’assimilazione degli elementi utili e necessari. Se il digiuno troppo lungo produce delle carenze niente affatto provvisorie, la disintossicazione permette in fin dei conti di colmarle.
Non occorre ricercare gli alimenti biologici più ricchi in vitamine, in sali minerali, ecc.ma un potere digestivo e un potere di assimilazione forti per ricavare beneficio dagli alimenti meno ricchi, a condizione che essi siano crudi o quasi.
La moda attuale negli ambienti naturopatici, sono le carenze di magnesio che si cerca di evitare o colmare, ma è esattamente lo stesso problema delle carenze di ferro o di calcio.

LE CARENZE DOPO UN LUNGO DIGIUNO
Un digiuno lungo produce certamente delle carenze, ma esse sono del tutto normali e provvisorie.
Se si vogliono fare delle analisi, ciò che Mosséri sconsigliava sempre, bisogna attendere parecchi mesi dopo un digiuno.


CAPITOLO 8 - I MEDICINALI E IL DIGIUNO


I MEDICINALI E IL DIGIUNO

LE COMPLICAZIONI POSSIBILI
Chi inizia un digiuno subito dopo avere interrotto dei medicinali deve attendersi delle complicazioni.
Mosséri ha avuto tanti fastidi di tutte le specie in certi malati (depressione, crisi mentale acuta, pianti, urla, ecc.) che rifiutava chi vuole interrompere i medicinali presso la casa di digiuno, per digiunare subito dopo.
Alcuni digiunatori hanno sanguinato durante il digiuno: avevano preso degli anticoagulanti, precedentemente.
Mosséri aveva avuto due emorragie fatali in soggetti sofferenti di ulcera del duodeno.
Secondo lui, oggi si abusa di due cose molto nocive, per i tessuti del canale alimentare. sono i raggi X e il radio, poi l’aspirina. Infatti si usano sempre più i raggi X come mezzo di diagnosi, il che deteriora i tessuti gastrici e intestinali che si disaggregano agevolmente e ciò impedisce la cicatrizzazione.
E’ lo stesso per l’aspirina e tutti i medicinali a base di salicilati, quali Alka Seltzer, Bufferin, Anacin, ecc. Un certo numero di medici, tra quelli che hanno tendenze psicosomatiche, prescrivono tranquillanti (il Librium, il Valium, il Mogadon, ecc.) in luogo dell’aspirina per gli ulcerosi, ma si può essere certi che ciò porterà a danni nervosi e all’intossicazione, come avviene per i drogati.
Shelton pensava che bisogna essere prudenti con gli epilettici e tutti i nevrotici che hanno subito per mesi e anni gli elettrochoc e che hanno preso medicinali calmanti (e coloro che hanno preso l’LSD), non andando oltre i 15 giorni di digiuno poiché tali malati potrebbero sviluppare crisi da poche ore a tre settimane. Mosséri esigeva da tutti quelli che assumevano medicinali che li abbandonassero progressivamente a casa loro.
Raccontava nel suo libro due casi (qui non riportati) di crisi violente, poi risolte positivamente nella sua casa di cura.

I LASSATIVI PER ANNI
Gli intestini che erano stati forzati a lavorare, senza riposo, per tutti questi anni, cominciarono a riposarsi durante il digiuno.
Alla fine del digiuno e del semi -digiuno, si potrebbe avere un certo ritardo ad evacuare. Ciò può durare fino a tre settimane. Non bisogna inquietarsene né spaventarsi. Le razioni devono restare moderate e non bisogna aumentarle finché le prime feci non sono uscite. Se si forza sul cibo, gli intestini si ingombrano e provocano qualsiasi genere di malesseri addominali.
I costipati hanno una battaglia da vincere. E’ di lasciare, dopo il digiuno, i loro intestini funzionare da soli, senza aiuto, senza lassativi. I clisteri e le supposte di glicerina possono aiutare psicologicamente, nient’altro. Con molta pazienza essi vinceranno questa battaglia. Ma se tornano ai loro lassativi sono perduti!
I soggetti che hanno preso tutti i giorni per anni dei medicinali per i loro intestini, (lassativi, chimici o sotto forma di tisane, medicinali contro le amebe, ecc.) hanno spesso delle complicazioni molto dolorose al momento di interrompere il digiuno.
La mucosa dei loro intestini, raschiata e privata per anni di qualsiasi flora intestinale finisce per deteriorarsi e non più compiere le sue funzioni di stoccaggio delle feci. Allora queste si incollano alle pareti secche del colon e si forma un tappo secco molto duro difficile da sloggiare. I premiti sono molto dolorosi e possono durare da giorni a settimane e perfino per mesi se non si risolvono rapidamente. Essi si presentano ogni dieci minuti e spossano completamente il soggetto. Bisogna staccare questi tappi incollati con l’aiuto di un dito che indossa un guanto chirurgico.
Non è necessario andare tutti i giorni di corpo, quando ci si nutre moderatamente. Il corpo può recuperare il ritardo.
I costipati hanno sempre ottenuto, sotto la sorveglianza di Mosséri, dei risultati spettacolari col digiuno.

L’INSULINA
I diabetici che hanno preso, per lunghi anni, insulina o un altro sostituto, non possono interromperli bruscamente, pur nutrendosi, poiché il loro pancreas si è atrofizzato. Ma se essi li hanno presi solo per qualche mese, fino a uno o due anni, allora possono interromperli modificando simultaneamente la loro alimentazione.
Quanto ai diabetici che vogliono digiunare, possono interrompere tali medicinali ma dovranno riprenderne (molto meno) quando riprenderanno a mangiare. Devono essi stessi fare analisi tutti i giorni, per assicurarsi di non superare la dose d’insulina.
Bisogna studiare questo argomento sul libro L’anti medicina di Mosséri.

L’ASPIRINA
Bisogna assolutamente interrompere e subito, tutti i rimedi contro il mal di testa, perfino se essi raddoppiano d’intensità e diventano intollerabili. Essi non dureranno tuttavia troppo a lungo, può darsi alcuni giorni tutt’al più. Bere molta acqua per rigettare nelle urine le tossine che disturbano il sistema nervoso e che si trovano nel sangue.
L’aspirina è un veleno che produce le emorragie e le ulcere, essa allevia i mal di testa, ma apparentemente, poiché restano soggiacenti.
Esistono molti altri sostituti dell’aspirina, che bisogna pure interrompere.

GLI ANTIBIOTICI
Gli antibiotici sono medicinali che interrompono l’eliminazione naturale dell’infezione. Allora questa resta nel corpo e finisce col produrre un’intossicazione generale che il corpo cercherà di rigettare con febbri, bronchiti, malattie della pelle, ecc. i mal di reni sono frequenti in seguito.
A forza di aiutare il corpo contro l’infezione, le difese naturali finiscono per crollare e portare all’AIDS.
Bisogna interrompere tutti gli antibiotici e cambiare dieta. Dopo una preparazione più o meno lunga, si potrà considerare una cura di digiuno.
Più antibiotici si sono presi, più la preparazione deve essere lunga: da parecchie settimane a parecchi mesi.
Il digiuno elimina l’infezione e i virus scompaiono da soli.
I virus e i microbi non sono la causa dell’infezione, ma la loro conseguenza.
In caso di ferita, bisogna assicurare il drenaggio quotidiano della ferita. Iniziare il digiuno immediatamente, senza antibiotici. Nessuna infezione si svilupperà, poiché essa sarà eliminata dalle urine scure, dall’alito fetido, ecc.
In caso di febbre, e qualunque sia il suo innalzamento, avviare subito il digiuno senza antibiotici, a letto, al caldo. Non lasciare il letto. Una febbre elevata non è mai pericolosa (il corpo non si suicida), se si rispettano le necessità fondamentali della vita, se si lascia che il corpo agisca a modo suo, senza ostacolarlo con prodotti chimici o altri mezzi contro natura.
La febbre è il mezzo che la natura istituisce per eliminare gli scarti tossici. La natura conosce i suoi limiti e non li supererà mai.
La natura ha i suoi meccanismi che impediscono alla febbre di passare i suoi limiti di sicurezza. Il pericolo sarebbe piuttosto l’ingerenza esterna. Studiare questo argomento nel libro "Il gulag dell’AIDS" di Mosséri.

LE OPERAZIONI PRIMA DEL DIGIUNO
Quelli che hanno subito un’operazione, secondo Shelton, potrebbero avere degli inconvenienti. Mosséri permetteva loro di digiunare m con molto prudenza e a patto che la loro salute non sia troppo rovinata. In questo caso, Mosséri limitava molto l’alimentazione, ad esempio a solo due mele il giorno e non ha mai avuto problemi.
Secondo Shelton, una signora che aveva subito un’operazione con la quale i suoi seni erano stati riempiti con una sostanza plastica, per renderli più belli avrebbe potuto avere una reazione di rigetto, ma poi la donna rinunciò.
I polmoni e i reni sono degli organi di epurazione, sono degli emuntori, che devono essere in buono stato affinché si possa intraprendere un lungo digiuno.
Infine il digiuno affretta la cicatrizzazione delle ferite.

I MEDICINALI DURANTE IL DIGIUNO
Durante il digiuno, i medicinali hanno un effetto più pronunciato che se si mangiasse.
Io ho avuto degli insonni che prendevano sonniferi, di nascosto, durante il loro digiuno. La loro cura fu uno scacco totale, e non potettero liberarsi della loro insonnia.
Per contro, quelli che non hanno mai imbrogliato, quelli che hanno potuto sopportare parecchie notti d’insonnia durante la loro prima settimana di digiuno, si sono visti ricompensare e hanno ritrovato poco a poco, e perfino talvolta in un solo colpo, il sonno da lungo tempo atteso.
Bisogna sapere che i medicinali diminuiscono considerevolmente il potere digestivo e non si può più digerire niente. Anche il cioccolato, le noci diverse, ecc., diminuiscono il potere digestivo. Non si può più digerire nulla i giorni seguenti, si dimagrisce, ci si indebolisce, si ha sempre fame...

GLI SCIOPERANTI DELLA FAME
Si è sentita alla radio e si legge sui giornali la storia di un certo Roland Agret che digiuna da 40 giorni, per chiedere la revisione del suo processo.
Secondo i dettagli di questi bollettini di informazione, egli non pesava più che 51 chili, beveva caffè, prendeva una pappa al cioccolato, delle fleboclisi che non rifiutava sempre, non mangiava niente, ma accettava i "medicinali necessari al mantenimento della sua lucidità", secondo quello che si diceva… avrebbe così perso 33 chili in 40 giorni.
Non si possono perdere 33 chili in 40 giorni di digiuno, tutt’al più 20 chili, ma se fosse vero si dovrebbe attribuirlo ai medicinali, che il corpo si esaurisce ad eliminare, al consumo di caffè durante il digiuno che intossica il corpo e che pure deve essere eliminato, a prezzo di considerevoli perdite di energia, alla tensione mentale, al sovraffaticamento nervoso, alla stanchezza e all’agitazione che sono la legge di uno scioperante della fame, tutto il tempo attorniato da giornalisti, da parenti inquieti, da poliziotti snervanti, da medici ignoranti e che non hanno alcuna esperienza in materia, quali che siano i loro titoli, da giudici e avvocati spaventati.

SI POSSONO CESSARE BRUSCAMENTE I MEDICINALI PRIMA DEL DIGIUNO?
Tutti i medicinali sono dei veleni che bisogna cessare prima di iniziare a digiunare. Durante il digiuno il corpo è molto sensibile e i medicinali gli sono più nocivi di quando si mangia.
I medicinali, il caffè, il tabacco, le purghe hanno un effetto devastatore durante il digiuno, effetto più nocivo che se (NON?) si digiunasse.
Le persone che prendono i medicinali tutti i giorni, regolarmente da anni, devono ridurli progressivamente, fino a poterli interrompere totalmente, prima di iniziare un digiuno. Se, invece, li interrompono appena prima di iniziare un digiuno dovranno attendersi tutti i tipi di noie.

MEDICINALI DA CESSARE PRIMA DEL DIGIUNO
SUBITO.................PROGRESSIVAMENTE
Lassativi................Tranquillanti
Anticoagulanti….....Ormoni (salvo la pillola)
Sonniferi Aspirine...Insulina
Antibiotici…...….....Cortisone
Rimedi:
-....del cuore,
-....dei reni,
-....contro la bronchite,
-....contro l’anemia,
-....contro il cancro,
-....contro l’AIDS,
-....per la pelle,
-....per gli occhi,
-....per l’udito,
-....per il sangue,
-....per i nervi, lo stomaco, gl’intestini,
-....la respirazione,
-....le vitamine artificiali,
-....la pillola contraccettiva.

Si vede dunque che si possono cessare bruscamente i medicinali, con rare eccezioni. Non si guadagna nulla ad avvelenarsi, anche se si riducono progressivamente le dosi.
Perché si teme tanto di cessare improvvisamente i medicinali? Si temono semplicemente le reazioni violente dell’organismo, ma si ignora che tali reazioni sono dei sintomi di eliminazione.
Per esempio, il fumatore che interrompe di fumare si sente male, nervoso, irritabile, poiché l’eliminazione del tabacco produce tutti questi sintomi. Deve bere molta acqua per attenuarli.
Chi smette di bere il caffè si sente abbattuto, stanco. Sente un’emicrania sorda, una mente confusa, idee tetre, pessimiste, depressione, ma non sono che sintomi di eliminazione. Si possono attenuare bevendo molta acqua.

L’ADATTAMENTO AI VELENI
Vediamo un poco ciò che si produce quando si è preso per anni un medicinale o una droga qualsiasi.
Consultiamo le leggi N.° 10/11 nel mio libro "Le leggi della Natura Vivente":
LEGGE N.° 10 o LEGGE DELL’ADATTAMENTO MALBIONOMICO o TOLLERANZA PATOLOGICA
ENUNCIATO: Il comportamento dell’organismo vivente verso gli stimoli esterni è un comportamento istintivo, il cui motivo è l’istinto di conservazione. Questo comportamento si adatta a tutte le influenze che non può distruggere, controllare o evitare.
LEGGE N.° 11 o LEGGE SUI MEZZI DELL’ADATTAMENTO MALBIONOMICO o TOLLERANZA PATOLOGICA
ENUNCIATO: L’adattamento a qualsiasi influenza nociva è un adattamento malsano, che si compie sempre, nel corpo, con dei cambiamenti che si allontanano dall’ideale e finiscono con la degenerazione.
Ad esempio chi beve abitualmente del tè, finisce con l’avere una mucosa dello stomaco tannata come il cuoio. E’ il mezzo della natura per proteggersi contro il tè e di impedire, finché è possibile, il suo assorbimento.
Si conosce l’esempio di chi si abitua all’arsenico, al tabacco, alla droga, ecc. Questo adattamento si compie sempre con dei cambiamenti tissulari che si allontanano dall’ideale, come il cancro dei polmoni, l’ulcera dello stomaco, il crollo delle difese immunitarie, ecc.
Da quando si cessano i medicinali e le droghe, il corpo non ha più bisogno dei mezzi di difesa che egli ha istituito per proteggersene e si mette a dislocarli a poco a poco. D’altra parte questa eliminazione si produce con delle reazioni spesso violente dell’organismo, - violente ma benefiche. La violenza delle reazioni dipende dalla vitalità del soggetto. Più si ha vitalità e più si reagisce fortemente.

L’ALCOL
Tutti sono d’accordo nel pensare che l’alcol può essere interrotto immediatamente con profitto. Esistono anche dei centri di disintossicazione in cui gli alcolisti sono diretti, spesso a forza, ad interrompere l’alcol e a perderne l’abitudine. Quando un alcolista cessa di bere, tutta la sua famiglia ne è sollevata. L’alcol, era la disgrazia, ma nessuno di loro si è curato di andare da Mosséri.

IL TABACCO E LE DROGHE
Shelton faceva cessare immediatamente le droghe e il tabacco per i suoi digiunatori con successo e senza problemi. Mosséri non ha mai avuto drogati che desiderassero interrompere la droga digiunando. Viceversa ha avuto dei fumatori che non ebbero alcuna difficoltà a smettere il tabacco improvvisamente prima di digiunare. La voglia spariva dall’inizio. Io permetto a quelli che hanno delle difficoltà all’inizio, di fumare raramente, fuori dalla casa. Non insisteva, poiché essi lo comprendevano e in alcuni giorni essi smettevano.
Un drogato che cessa di prendere la sua droga comincia a sentire subito i sintomi sgradevoli dell’eliminazione. E’ in qualche modo una depressione nervosa penosa, angoscia, paura, ansietà, lacrime, fegato attivo e doloroso, lingua carica, cattiva, mal di testa, idee pessimiste, urina carica, ecc.
Bisogna sostenere moralmente queste persone durante questi periodi e farli pazientare. La crisi passa in alcune ore, un eccesso d’acqua può attenuare molto le sofferenze trascinando i veleni, il tabacco le droghe, nelle urine cariche.
Queste crisi sopraggiungono soprattutto dopo mezzanotte. Esse si allentano nel pomeriggio.

GLI ANTICOAGULANTI
Dal momento in cui si comincia a fare la preparazione in vista di un semi -digiuno bisogna cessare totalmente gli anticoagulanti.
D’altra parte, il corpo può sciogliere un coagulo meglio degli anticoagulanti. Questi medicinali pericolosi non sono necessari, in alcun caso. La loro interruzione deve coincidere con un cambiamento radicale di dieta, se non un semi -digiuno.
E’ forse opportuno evitare un digiuno integrale, per non sovraffaticare il cuore con un’eliminazione intensa. Un semi -digiuno sarà sufficiente per cominciare. Mosséri ha avuto un uomo anziano che prendeva gli anticoagulanti. Dal primo giorno e prima di cominciare a digiunare, cominciò a sanguinare dal naso senza interruzione.
E’ sicuro che il digiuno disintossica il sangue e lo rende di conseguenza meno vischioso e più leggero. Il rischio di fare un coagulo pericoloso diminuisce considerevolmente durante e dopo un digiuno.
La preparazione che precede il digiuno, è la migliore prevenzione. Possono curarsi da soli, a casa loro, assumendosene la responsabilità.

I RICOSTITUENTI CARDIACI
Non si guadagna nulla prendendo, anche in dosi minuscole, dei ricostituenti del cuore. Bisogna interromperli d’un colpo, e sopportare gli inconvenienti che si possono provare: disturbi digestivi, vomiti, debolezza, polso irregolare, ecc. Tutti questi disturbi sono provvisori e rappresentano un’eliminazione. Le emozioni e le contrarietà sono da bandire.
La nonna di Mosséri aveva una debolezza cardiaca, le fu prescritto un ricostituente cardiaco: coramina, digitalina, o un altro veleno del genere, In capo a uno o due giorni, il cuore si esaurì ed ella morì. Sarebbe stato piuttosto necessario economizzarle, riducendo il consumo di energie in tutti i campi: digestivo (digiuno), muscolare (riposo a letto), posizione orizzontale, sensoriale (calma, silenzio), emotivo (serenità), termico (assicurare un calore normale e moderato), - sessuale (evitare i consumi da questo lato).
La debolezza e la prostrazione incontrate quando si sospendono bruscamente gli stimolanti sono dei segni di recupero e di rilassamento, senza pericolo. Il danno sarebbe piuttosto nell’attività e la forza apparente che esaurisce le ultime riserve, prima del crollo mortale.
Il cuore è un muscolo che lavora senza pausa. Col digiuno esso rallenta un poco il suo ritmo per riposarsi. Però il digiuno fa sentire deboli i malati di cuore, ed essi ne hanno paura, poiché non capiscono che questa debolezza è provvisoria ed è la migliore garanzia contro il sovraffaticamento e una nuova crisi.

I SONNIFERI
I sonniferi devono essere interrotti d’un solo colpo. Non c’è alcun pericolo ad interromperli bruscamente. Più si ritarda questa interruzione più si allontana il sonno normale, che ritorna in meno di 8 giorni di digiuno.
Mosséri ha visto sempre guarire gli insonni col digiuno. salvo quelli che imbrogliano e prendono i sonniferi.
Malgrado che non si dorma i primi giorni, ci si alza al mattino riposati.
Il sonno che i sonniferi provocano è piuttosto uno stupore, un torpore. I nervi sono storditi, come da un colpo di manganello.

I TRANQUILLANTI
Al contrario dei sonniferi, i tranquillanti vanno interrotti progressivamente, tre mesi prima di iniziare a digiunare.
L’interruzione brusca può causare delle crisi violente che richiedono la camicia di forza.


CAPITOLO 9 - IL DIGIUNO NON E’ UN RIMEDIO


IL DIGIUNO NON E’ UN RIMEDIO
E’ un’igiene

Il digiuno non deve essere considerato come un rimedio, ma come un riposo fisiologico.
L’unico rimedio degno di questo nome è la soppressione della causa e non c’è posto per alcun altro rimedio.
I rimedi non esistono altrimenti si potrebbero sopprimere gli effetti senza sopprimere la causa.
Il ristabilimento si ottiene dopo un periodo di recupero e di eliminazione favoriti dal digiuno.
Le medesime cause hanno sempre i medesimi effetti, a parità di altre cose. Finché la causa sussiste, l’effetto sussiste. Per sopprimere un effetto (malattia) bisogna sopprimere le cause.
Non occorre cercare di curare la malattia, poiché è la malattia che guarisce il malato! Sarà sufficiente pazientare, di sopprimere la causa e la malattia terminerà. Il digiuno può aiutare, niente di più.
Da che cosa la malattia guarisce il malato? Lo guarisce dalle sue cattive abitudini e dai suoi vizi. Se egli modifica le sue abitudini, non avrà più bisogno di questa malattia ed essa se ne andrà come è venuta.
I sintomi della malattia, anche se prendono la forma di crisi nervosa, di depressione, di febbre, sono sintomi di eliminazione. Più si elimina e meglio è, a condizione di non riapprovvigionare il corpo di scarti, col mantenimento di abitudini malsane, caffè, vino, formaggi fermentati, tabacco, carne, pesce, ecc.
Il corpo compie meraviglie di ristabilimento, nelle condizioni di astinenza, che non può compiere in condizioni di riempimento.

BISOGNA CERCARE UN RIMEDIO?
Bisogna allontanare dalla nostra mente l’idea che esista un rimedio da qualche parte, e che ci sarà sufficiente cercarlo. Il ristabilimento è un processo biologico, non è un’arte.
E’ un processo dell’organismo vivente come la respirazione, la digestione, la circolazione sanguigna, l’escrezione, la proliferazione cellulare o l’attività nervosa. E’ un processo incessante, altrettanto costante quanto la rotazione della Terra intorno al suo asse. L’uomo non può copiarlo, né imitarlo, né sostituire questo processo. Tutte le medicine, chimiche o naturali, sono fraudolente.

IL DIGIUNO NON E’ TERAPEUTICO
Il digiuno non è una misura terapeutica.
Il digiuno è un periodo di riposo fisiologico, un periodo di attività molto ridotta, durante il quale può fare ciò che non può fare in un periodo di attività o di pienezza.
Bisogna guarire la malattia sopprimendone la causa, poi digiunare per aiutare il corpo a ristabilirsi.


CAPITOLO 10 - L’ENERGIA NERVOSA, L’ELIMINAZIONE E IL DIGIUNO


L’ENERGIA NERVOSA, L’ELIMINAZIONE E IL DIGIUNO

SI PUO’ ELIMINARE ATTIVANDOSI?

L’organismo non può eliminare che con l’energia nervosa. Ora, l’eliminazione degli scarti necessita, anch’essa, di energia nervosa. Come nella vita corrente, questa energia è consumata in tutti i campi muscolare, digestivo, nervoso, mentale, sessuale, ecc. la tossiemia si accumula per mancanza di eliminazione adeguata.
Ecco perché bisogna ridurre il consumo di energia un poco dappertutto affinché essa sia utilizzata di più nella via dell’eliminazione. Il digiuno è un riposo fisiologico.
Di conseguenza, chi digiuna ma continua la sua occupazione quotidiana, senza restare a letto fallisce il suo scopo ed elimina assai poco. Bisogna restare a letto quasi tutto il tempo come all’ospedale.
Il riposo fisiologico comprende anche quello del sistema digestivo, del cuore, della circolazione, del sistema nervoso e ghiandolare, respiratorio, muscolare e delle attività mentali. Durante questo riposo, gli organi del corpo possono riparare le loro strutture e riguadagnare la loro forza muscolare.
Tutti gli organi si riposano durante il digiuno salvo quelli dell’eliminazione che lavorano doppiamente. Si osserva, infatti, che l’alito diventa fetido, il gusto della bocca cattivo, l’urina torbida. I reni rigettano molte tossine, come i polmoni attraverso la respirazione.

IL TUBO DIGESTIVO DIVENTA UNA PATTUMIERA
Il canale digestivo è spesso requisito per svolgere dei compiti di eliminazione supplementare. Infatti, si incontrano in parecchi digiunatori sputi continui e abbondanti. Sono i tessuti della bocca che scaricano delle secrezioni putride, a volte come una fontana. Anche i tessuti del naso e della gola sono talvolta coinvolti in questo processo di eliminazione, il quale dura parecchi giorni prima di cessare.
Una bocca fetida indica anche un tubo digestivo fetido. Ciò è dovuto alle escrezioni che vi sono scaricate durante il digiuno.
Siccome anche la saliva è fetida durante la più grande parte del digiuno, è probabile che anche le ghiandole salivari aiutino nel lavoro di eliminazione.
Succede anche di vedere delle urine di colore marrone, cariche di sabbia, di pus e di sangue, durante il digiuno e soprattutto durante il semi -digiuno che lo segue.

L’ELIMINAZIONE DURANTE IL DIGIUNO
L’eliminazione durante il digiuno procede per tre canali principali:
1) attraverso le urine,
2) attraverso i polmoni e la respirazione che brucia una parte degli scarti,
3) attraverso il tubo digestivo su una decina di metri circa, nel quale il corpo scarica i suoi scarti come in una pattumiera (alito fetido).
Si sarebbe tentati, come fanno parecchi medici e naturopati, di procedere allo svuotamento regolare di tutto il tubo digestivo con delle purghe, ma esse raschiano le mucose sensibili degli intestini e ledono i loro delicati tessuti per la vita. I pazienti che le hanno subite ne restano affetti per sempre. D’altra parte, le purghe non fanno che evacuare delle materie già eliminate dalle cellule. Infatti, l’eliminazione avviene a livello delle cellule che rigettano i loro scarti nel sangue o negli intestini.

PER UNA GIOIA ESUBERANTE
Il digiuno è una grande preparazione per una vita rinnovata, più abbondante, più significativa e più sensata. E’ il primo passo necessario per coloro che vogliono riprovare la gioia esuberante nella vita, che i nostri primi antenati avevano conosciuto anticamente.
Per riguadagnare tale condizione, bisogna che noi puliamo il corpo e lo sbarazziamo dei detriti che si sono accumulati attraverso una vita malsana.
Il digiuno è uno dei mezzi di purificazione organica per ristabilire il vigore e l’integrità spontanea originale.


CAPITOLO 11 - QUANTO TEMPO DIGIUNARE, DOVE E QUANDO? QUANTO TEMPO DIGIUNARE?


QUANTO TEMPO DIGIUNARE, DOVE E QUANDO? QUANTO TEMPO DIGIUNARE?
Dopo aver consultato tutti gli specialisti, dopo aver seguito tutti i trattamenti medici e naturopatici, dopo aver perso anni ed anni nel voler provare tutto, i malati vanno, in ultima risorsa, a vedere un igienista e gli fissano un ultimatum di guarirli in 15 giorni di digiuno, quando hanno impiegato 15 anni di vita malsana per sviluppare le loro malattie.
Oppure domandano quanto tempo occorrerà per guarire: ciò dipenderà dalla tossiemia, dallo stato di salute o di malattia talmente variabile da una persona all’altra, dalle loro reazioni spesso opposte.
La lunghezza della cura dipende invariabilmente dall’eliminazione, cioè dal gusto della bocca, dell’alito, del colore delle urine, quello della lingua soprattutto. Finché la rimane colorata, finché il sapore della bocca rimane infetto al risveglio, la cura deve essere proseguita, a condizione di disporre del tempo necessario.
Non si può eliminare in due settimane una tossiemia che ha impiegato 20 anni ad accumularsi.
Se se ne ha tutto il tempo, sarebbe stupido accorciare la cura prima della disintossicazione totale del organismo, la quale si manifesta con una lingua divenuta rosa, un sapore gradevole al risveglio, ecc.
I naturopati senza esperienza raccomandano un digiuno corto e si oppongono ad una cura lunga, ma così alcune persone non raggiungeranno mai una buona salute, né la guarigione dai loro mali, neanche con una serie di digiuni corti.
Un giovanotto di 25 anni soffriva di artrosi cervicale tenace, con dei dolori permanenti alla nuca e altrove nel corpo. Fece parecchi digiuni corti durante un anno, totalizzando 56 giorni, ma senza risultato. Invece, con un digiuno di 30 giorni di digiuno all’acqua seguito da 30 giorni di semi -digiuno la sua artrosi fu totalmente eliminata, come pure tutti i dolori.
Tuttavia l’igienista dirà solo raramente a un digiunatore che egli ha bisogno di un digiuno lungo, ma piuttosto che sarà guidato dagli sviluppi giorno per giorno.
Non sempre si può fissare il giorno in cui si può rompere il digiuno poiché quel giorno potrebbe il corpo fare una forte crisi, e allora non bisognerebbe interrompere il digiuno.

DOVE BISOGNA DIGIUNARE?
L’animale che digiuna si ritira in un angolo tranquillo, lontano da qualsiasi agitazione. I ritiri religiosi servono spesso uno scopo identico, ma su un altro piano.
Per l’essere umano il luogo migliore è una stanza tranquilla, tra altri digiunatori, lontano dalle tentazioni e sotto una sorveglianza qualificata, in compagnia di altri digiunatori.
A casa propria vi sono le tentazioni, l’ostilità dell’ambiente, il rischio di finire all’ospedale, proprio il luogo che si vuole evitare, o anche più in alto! L’esperienza del digiuno non viene dalla lettura di un libro, soprattutto quando si è malandati. Essa è acquisita dal professionista in parecchi anni, quando sorveglia centinaia di digiunatori, di qualsiasi età e di salute differente. Il digiuno non è un self -service. Per condurre bene una cura di digiuno, occorre l’assistenza di uno specialista, poiché perfino uno specialista può ingannarsi, a maggior ragione un profano che in materia ha solo delle conoscenze libresche.

PER LE PERSONE SANE.
Le persone in buona salute possono digiunare da sole, a casa propria, senza sorveglianza particolare.
Per sapere se si è in buona salute, si digiunerà alcuni giorni:
1) se non si sente niente di particolare, niente nausee, niente palpitazioni, niente lingua carica, niente cattivo gusto al risveglio, niente vertigini, niente sete intensa, niente nervosismo, niente mal di testa, niente rutti, ecc. è perché si è sani, L’atleta in perfetta salute può digiunare 25 giorni come se saltasse un solo pasto, senza essere minimamente indisposto.
2) ma se si prova l’uno o l’altro di tali sintomi è perché si è intossicati e malandati.
Ecco lo specchio della vera salute. Il digiuno svela il vero stato della salute. E’ un test più valido degli esami di laboratorio, delle analisi.

QUANDO DIGIUNARE?
Non c’è stagione speciale per digiunare. Col tempo la tossiemia si accumula ed è preferibile digiunare non appena è possibile, senza attendere che serve solo a intossicarsi di più a meno di seguire una dieta stretta di frutta e verdura senza nient’altro in aggiunta.


CAPITOLO 12 - L’INCREDIBILE DIGIUNO DI OSHAWA O COME NON DIGIUNARE


L’INCREDIBILE DIGIUNO DI OSHAWA O COME NON DIGIUNARE

Quelli che digiunano senza una sorveglianza qualificata, - salvo quelli che sono in buona salute - possono commettere un numero di errori incredibili, che possono portare al fallimento.
Per un malandato, ancora più per un malato grave, digiunare senza una sorveglianza qualificata rivela dell’incoscienza e del dilettantismo. Ce se ne rende conto subito quando l’esperienza fallisce, come avviene il più spesso.
Infine bisogna essere un superuomo per non cedere alle tentazioni dopo il digiuno. In quel momento non si riflette che con lo stomaco!
Si tratta di un "digiuno" di 60 giorni, intrapreso dal celebre G. Oshawa, iniziatore della macrobiotica.
Nel corso di questo lungo viaggio, mancò poco che morisse due volte, in occasione del suo soggiorno in Africa: la prima a causa di una malattia misteriosa, durante la traversata dell’Africa centrale, la seconda volta a causa delle ulcere.
Un’ulcera non si produce dall’oggi al domani. E’ piuttosto il risultato di un cattivo regime, seguito a lungo, e che finisce per ledere la mucosa stomacale, cioè i condimenti come il pepe, la mostarda, il sale in eccesso, gli alimenti azotati acidificanti (carne, pesce, uova, noci).
C’era anche questa malattia qualificata "misteriosa".
Ebbe una forte febbre, ma andò soffrendo terribilmente mentre attraversava 2.500 km nella giungla in vettura, istruiva molti malati e dava conferenze."
Il dottor Shanna, in India, ebbe una forte febbre, ma continuò a viaggiare, a dare conferenze…finché ne morì. Non soltanto il riposo è fondamentale durante la febbre ma anche durante il digiuno. Ecco dunque un errore che tanti digiunatori commettono.
In breve, ecco, ancora degli estratti presi dal giornale di sua moglie.
Oshawa ebbe una forte febbre e non potette mangiare nulla, cambiò casa, accettò un invito a 50 km. Ritornò in serata mortalmente stanco. L’indomani rese visita a un francese nella jungla, ma soffrendo al punto di svenire o quasi. La moglie gli fece inghiottire una cucchiaiata di gomasio, una di loto, a forza."
Che follia dare qualcosa a forza a un febbricitante, invece di tenerlo a letto! Inoltre il gomasio è salatissimo perché un malato possa sopportarlo. Ritornarono a Dar es Salam, a dispetto della sofferenza di Oshawa con una marcia forzata di 120 miglia. Poi resero visita a M.X. Di nuovo invitati da M.X., sulla strada dovettero tornare indietro poiché il dolore e il tremore non cessavano… alle 14 si manifestò una crisi violenta. Oshawa bevve un bicchiere di whisky e allora apparve un dolore al cuore. Tutta la notte furono delle convulsioni. Poi Oshawa prese una tazza di kouzou e la sua bocca fu spaventosamente disseccata.
Bisogna essere veramente incoscienti o ignoranti per mantenere una tale attività durante una febbre, per bere inoltre del whisky e infine per mangiare una tazza molto salata, che dissecca la sua bocca.
In città prese una tazza di caffè e una torta… la sera egli soffrì enormemente e il suo polso salì a 125."
Una torta dopo un digiuno di 54 giorni!!
Notare che ogni volta che egli fa una stupidaggine, i sintomi si aggravano: il cuore, il polso, la febbre, i dolori, ecc.
Non si rendono conto che un digiunatore deve rompere il digiuno con degli alimenti più sani? più naturali?
Il dolore al cuore ritornò nella notte, come i tremori, i piedi si gonfiarono, il suo stato si aggravava…ma egli continuava le sue attività. Comparirono delle nausee, vomitava spesso.
Si vede che questo "digiuno" di 54 giorni non fu veramente un digiuno, poiché egli prendeva una tazza di questo, una tazza di quello, whisky, caffè, ecc. e poi il cinema! Improvvisamente, cominciò ad avere di nuovo l’appetito. Mangiò un buon piattino di pesce che egli consumava spesso. Era il 54° giorno, ricominciò a soffrire un poco…"
Certo che deve soffrire di nuovo. Non è col pesce che si interrompe un digiuno! Egli morì dopo questo "digiuno", evidentemente.


CAPITOLO 13 - LA SORVEGLIANZA MEDICA


LA SORVEGLIANZA MEDICA
Quando un digiunatore reclama una sorveglianza medica classica, fa mostra di un’ingenuità senza limiti.
Infatti, il digiuno non è insegnato in facoltà di medicina. Durante i primi 3 anni si insegnano le scienze di base, molto valide: biologia, anatomia, fisiologia. In seguito si insegna la terapeutica, cioè come sopprimere i sintomi. Così i medici diventano soppressori dei sintomi. Un medico che non ha mai appreso che cos’è un digiuno non può sorvegliare un paziente che digiuna, neanche se si qualifica naturopata. Non ha alcuna esperienza in questa materia.
Salvo eccezioni, i medici che studiano il digiuno, sono sempre tentati di mescolare medicina chimica e medicina naturale. Il dottor Bartholet dava ai suoi pazienti una violenta purga ogni 3 giorni. Il dottor S. faceva bere la loro urina! E il dottor X somministra loro delle auto -trasfusioni di sangue!
Inoltre è del tutto normale che la pressione arteriosa si abbassi considerevolmente durante un digiuno lungo. Ora se un medico classico prende questa pressione in un digiunatore al 25° giorno di digiuno, se ne inquieterà e trasmetterà la sua inquietudine al paziente.

I MEDICI SONO SOPPRESSORI DI SINTOMI.
Un medico vorrà sopprimere tutti i sintomi che sopraggiungono durante un digiuno. Ma questi sintomi non sono che dei sintomi d’eliminazione! Ad esempio, il digiunatore ha un violento mal di testa a causa delle tossine che ha nel sangue e che i reni in seguito espelleranno.
Il medico sarà tentato di combattere questi mal di testa con dei rimedi chimici, altrimenti naturali. L’igienista dirà al digiunatore, va bene, bevete un poco più di acqua per attenuare queste emicranie.
Il digiunatore che urina sangue elimina, attraverso i reni, delle tossine molto acidificanti, che irritano la vescica. E’ un’eliminazione che il medico avrà tendenza a combattere con dei rimedi chimici, altrimenti naturali. Viceversa l’igienista dirà al digiunatore di bere molta acqua per lavare i reni.
Il digiunatore che ha una cistite e che sente dei bruciori urinando, produce un’urina molto acidificante e bruciante. E’ un’eccellente eliminazione ma il medico avrà tendenza a combatterla con l’aiuto di medicinali, o di rimedi naturali se è un naturopata. Viceversa, l’igienista gli dirà di bere molta acqua.
Il digiunatore prova una grande debolezza durante il digiuno perché sta ritirando tutta la sua energia per destinarla all’eliminazione. Il medico sarà tentato di stimolare il soggetto con dei rimedi chimici o altri o delle autotrasfusioni di sangue ma ciò stimola tutte le funzioni sono stimolate, il che ritarda l’eliminazione. Questo metodo è utilizzato per drogare gli atleti di alte competizioni.
I digiunatori che hanno una febbre eliminano scarti che il corpo brucia ad alta temperatura. il medico sarà tentato di combattere la febbre con rimedi chimici o naturali antibiotici, ecc. il che arresterà l’eliminazione.
Lo stesso vale quando il digiunatore che prova nervosismo o insonnia, vomita o ha delle vertigini, palpitazioni, il respiro difficile, una violenta crisi di calcoli, o una violenta crisi mentale di follia, o una paralisi provvisoria, o una confusione mentale provvisoria, o qualsiasi altra crisi preoccupante, tale digiunatore fa un’eliminazione. Le tossine disturbano il suo sistema nervoso per un certo tempo. Il medico sarà allora tentato di arrestare queste crisi con medicinali potenti, se non di inviare il digiunatore all’ospedale, con tutti i rischi che ciò comporta.
Sono troppo numerosi - per elencarli tutti - i casi in cui la presenza di un medico in una casa di digiuno è pericolosa
In Germania parecchi medici omeopatici dirigono delle case di digiuno. Utilizzano il digiuno come mezzo per combattere i sintomi di eliminazione. Essi non lasciano che i processi naturali seguano il loro corso. Utilizzano di volta in volta i massaggi, l’omeopatia, l’argilla, l’idroterapia, l’ozono, gli oligo -elementi, le tisane, le punture e i cachet.
Tutti questi mezzi innaturali esauriscono l’energia del digiunatore e ritardano l’eliminazione (poiché l’eliminazione necessita di energia).
Un organismo in buona salute non ha bisogno di massaggi, né di tisane, né di pillole omeopatiche. I fattori che non sono necessari alla salute e alla vita, non sono utili né per le persone sane né per i malati.

I TEST DURANTE IL DIGIUNO
Durante il digiuno, questi medici riformisti ricorrono ad un gran numero di test di laboratorio: sangue, urina, ecc. Ciò impressiona i pazienti. Tutti questi test non sono necessari.
Tutte queste analisi e la paura dello squilibrio minerale sono realmente stupide.

BISOGNA SENTIRE IL PARERE DEL MEDICO CURANTE PRIMA DI DIGIUNARE?
Ella non aveva 30 anni e soffriva di numerosi noduli. Diagnosi medica: cancro della linfa.
Per un certo tempo, ella seguì un trattamento medico, malgrado che non le si desse alcuna speranza.
Poi decise di interrompere per provare il digiuno, ma prima di venire a digiunare sotto la mia sorveglianza, ella stimò corretto di avvisare il suo medico della sua decisione.
Il medico si oppose e le consigliò di non digiunare, sotto pena di gravi rischi, affermandole che il suo stato non permetteva una tale privazione. Insomma il digiuno non può essere sopportato che dalle persone sane!


CAPITOLO 14 - LE CURE DI FRUTTA, LE DIETE E GLI STADI


LE CURE DI FRUTTA, LE DIETE E GLI STADI
Le cure di frutti e le diete sono molto utili per le persone che mangiano come tutti. Ciò allevia il loro stomaco, permette di eliminare un poco della loro tossiemia e fa loro molto bene.
L’utilità di queste cure risiede nella diminuzione della quantità di cibo assorbito durante la giornata. Non è l’alimento particolare che è benefico ma la riduzione alimentare effettuata per mezzo di questa scappatoia. Questa riduzione riposa tutti gli organi, e più la cura è severa, più è utile.
Chi fa la cura uvale durante la stagione dell’uva, consuma 1 o 2 chili il giorno e nient’altro.
Altri preferiscono la cura di ciliegie o di arance.
Sono raccomandate anche le cure di banane per dimagrire, ma le feci diventano voluminose, poiché le banane, fossero anche molto mature, sono indigeste. Ecco perché si dimagrisce. Mosséri non raccomandava mai questa cura, poiché un alimento che non è digerito finisce con l’ingombrare il corpo e stancarlo.
Infine per chi segue un regime igienista queste diete e queste cure non sono necessarie. In caso di bisogno niente vale quanto il digiuno. fosse pure il salto di un solo pasto.

GLI ALIMENTI NON HANNO PROPRIETA’ DI ELIMINAZIONE
Nessun alimento ha, in sé, proprietà di eliminazione. Gli alimenti non aiutano ad eliminare, non più del succo o dell’acqua.
Sono stati fatti numerosi tentativi per trovare dei sostituti soddisfacenti al digiuno ma nessuno ha dato risultati altrettanto efficaci come il digiuno, neanche se non sono che dei succhi di frutta o di ortaggi.
E’ piuttosto ritardare il lavoro che il corpo compie in maniera così efficace, quando non è appesantito dalle sostanze nutritive.
E’ sicurissimo che è importante sapere quali sono i migliori alimenti, come combinarli, prepararli, ma non è meno importante sapere in quale momento non occorre mangiare!
Le uve non hanno virtù in sé stesse. Esse riposano semplicemente la digestione, poiché richiedono meno sforzi digestivi dei pasti correnti.
Qualsiasi frutto od ortaggio, consumato in piccole quantità, riposa la digestione e permette all’eliminazione di accentuarsi. E se non si mangia affatto, è ancora meglio, poiché è il riposo totale di tutta la digestione.

LE CARENZE
Non avendo studiato la questione delle carenze a fondo, i naturopati temono che il digiuno le accentui. E’ così che essi sono arrivati a raccomandare il digiuno, ma prendendo dei succhi, delle vitamine e degli oligoelementi.
Ora, il digiuno non provoca le carenze durante la prima fase del digiuno. Questa fase può durare in generale 3 settimane. Poi, la stagnazione del peso indica l’inizio delle carenze. E’ in questo momento che bisogna dare al paziente frutta e crudità, progressivamente. Allora, si può vedere in alcuni giorni la lingua colorarsi di nero, marrone, mostarda, giallo, o verde, ecc. Ciò prova bene che l’eliminazione è stata rilanciata, mentre si era quasi totalmente fermata.
Una cura di digiuno, giudiziosamente controllata, rimedia all’anemia. Il numero dei globuli rossi ridiventa normale, mentre nessun medicinale o alimento ricco in ferro, nessun estratto di piante naturali avevano potuto guarirla. Che è successo?
Il potere di assimilazione si è talmente migliorato, che il malato riesce a trarre beneficio dalle riserve di ferro che egli possiede in stock, come da quelle che trova in ciò che mangia. E’ una questione di assimilazione. La tossiemia impedisce una buona assimilazione, come l’avvelenamento impedisce la digestione. Il digiuno elimina la tossiemia. Un organismo purificato assimila bene. Un organismo incrostato, intossicato e avvelenato, non assimila niente. L’anemia non proviene da una carenza in ferro del regime, ma da un cattivo potere di assimilazione.
Studi e numerose esperienze mediche hanno mostrato senza ombra di dubbio l’esistenza di malattie causate dalle carenze, carenze alimentari, carenze di vitamine, di minerali, di aminoacidi, ecc. Questi studi hanno mostrato che esistono due cause fondamentali nell’evoluzione delle malattie da carenza:
1) un regime carente di certi elementi essenziali della nutrizione,
2) lo scacco dell’organismo che non arriva ad assimilare gli elementi nutritivi presenti nel regime consumato.
Il primo caso è una carenza primaria. Il secondo una carenza secondaria.
Ora, sono soprattutto le carenze secondarie che si incontrano nei nostri paesi. Ma si è perso di vista tutto ciò e si cerca vanamente di rimediare a questo stato rimpinzando i malati di vitamine, di sali minerali e di proteine.
E’ così che si prescrive l’olio di fegato di merluzzo, lievito alimentare, pillole di vitamine, di concentrati di minerali e di alimenti proteici concentrati e un mucchio di altre sostanze a uomini e donne che soffrono non di un regime carente ma di un’assimilazione difettosa che non permette loro di trarre beneficio dagli elementi presenti nella loro alimentazione.
Ma se essi non arrivano ad assimilare gli alimenti consumati, come li aiuterà a farlo la superalimentazione?
A loro non occorre più cibo, ma un più grande potere di assimilazione. La sovralimentazione non procura un miglior potere di assimilazione. Il riposo dell’apparato digerente, quello di tutto il meccanismo della nutrizione, permetteranno al corpo di utilizzare gli alimenti ingeriti.
Ma se a causa di un imbottigliamento nutritivo o di un’assimilazione paralizzata, il corpo non può appropriarsi degli alimenti portatori di vitamine, il digiuno gli permetterà di trarne profitto pienamente. Procurate al corpo, col riposo, la forza di lavorare e il lavoro sarà fatto agevolmente.

SI PUO’ DIGIUNARE PER STADI?
Le cure di frutta e le diete hanno un grande svantaggio sul digiuno. è che essi mantengono la fame, mentre col digiuno la fame scompare fin dall’inizio. Ecco la mia risposta a quelli che hanno immaginato degli "stadi alimentari" che precedono il digiuno. questi stadi mantengono la fame, il che rende molto difficile seguirli, mentre col digiuno la fame scompare e facilita la cura.
Sicurissimo che bisogna, prima di digiunare, un periodo in cui si smettono i veleni, gli alimenti malsani, ma nessun bisogno di seguire una dieta troppo severa.
A tutti quelli che utilizzano i succhi di frutta al posto del digiuno, il dottor Tilden consigliava, dal 1927, di abbandonare questa pratica, poiché qualsiasi cibo solido o liquido ostacola l’eliminazione e il funzionamento efficace degli organi di escrezione."
Infatti, l’escrezione aumenta quando l’alimentazione è ridotta, ma essa aumenta al massimo quando non si prende alcun alimento.
I frutti sono alimenti molto nutritivi. Un "digiuno fruttariano" non può essere chiamato "digiuno".

UN’ESPERIENZA COMPARATIVA CON LA FEBBRE: COL DIGIUNO E IL SEMI -DIGIUNO.
Dall’inizio dell’esperienza americana nel campo del digiuno, si è scoperto che i pasti minuscoli, secondo l’espressione del dottor Page, non procurano i medesimi risultati del digiuno totale.
In un articolo pubblicato nel 1850, il dottor Kittredge di Boston, U.S.A., riferiva le sue esperienze col digiuno: a due riprese quando era malato un giorno consumava una leggera pappa passata e il giorno successivo digiunava. Invariabilmente si sentiva meglio quando digiunava.
E’ evidente che con una febbre anche leggera la minima particella di cibo o di liquido diverso dall’acqua, aggrava lo stato del malato. Solo il digiuno totale può far cadere rapidamente la febbre.
Secondo Shelton, dal momento in cui essa cade non bisogna soprattutto interrompere il digiuno subito, ma attendere ancora due giorni, altrimenti la febbre ritorna. Tuttavia Mosséri aveva scoperto che consumando, invece della frutta, un brodo caldo di verdure, la febbre non torna neanche se lo si prende subito appena la febbre scende a 36,5°.
Il consumo di una qualsiasi cosa è nocivo anche nei casi di infiammazione.
E’ evidente che nei casi di malattie acute, febbri, infiammazioni, dolori violenti, ecc. il digiuno totale è il solo rimedio degno di questo nome.
Macfadden raccomandava il digiuno nei casi acuti e il semi -digiuno nei casi cronici.
E’ molto imprudente, secondo Densmore dare ai febbricitanti dei succhi di frutta. Infatti, essi contengono zuccheri e acidi che aggraveranno il loro stato.

UTILITA’ DELLE DIETE E DEL SEMI -DIGIUNO
Ecco tutti i casi in cui le diete e il semi -digiuno sono utili:
1) tutti i principianti che mangiano come tutti possono fare una cura di frutti, una dieta o un semi -digiuno con profitto,
2) quando si è terminata la prima fase del digiuno e l’eliminazione e il peso ristagnano per 3 - 4 giorni, a due o tre riprese, allora il semi -digiuno rilancia l’eliminazione e previene le carenze. La lingua si colore di nero, di giallo, di marrone, o verde, ecc.
3) i digiunatori che hanno difficoltà a bere l’acqua, mentre durante le crisi devono bere molto, sotto pena di aggravamento, questi digiunatori possono prendere acqua tinta con un poco di succo.
4) il semi -digiuno è indicato ai cardiaci, ai tubercolotici, ecc.
5) ai vecchi
6) quelli che temono di digiunare possono cominciare col semi -digiuno, aspettando che l’esempio degli altri li induca al digiuno completo.
Il semi -digiuno consiste nel consumare ogni giorno 500 gr. di frutta e 500 grammi di crudità, scaglionate, pelate, a partire dal mezzogiorno. Le quantità, più o meno, secondo l’altezza.


CAPITOLO 15 - IL DIGIUNO MATTUTINO SECONDO IL DOTTOR DEWEY


IL DIGIUNO MATTUTINO SECONDO IL DOTTOR DEWEY
Si tratta di non mangiare nulla la mattina, al risveglio. Infatti non si ha fame al risveglio, salvo può darsi dopo un poco.
Al risveglio nella maggioranza, la bocca è secca, talvolta cattiva, pastosa. Bisogna attendere che la bocca ridiventi dolce e piena di saliva da sé stessa.
Una cattiva abitudine alzandosi consiste nell’assumere un liquido caldo, il cui obiettivo evidente è di lavarsi la bocca e di dilatare la gola. Ora la gola contratta al risveglio significa "stop" a tutto.
L’abitudine di mangiare tre volte il giorno è moderna, quantunque non sia osservata da tutti. I bambini lasciati al loro istinto non mangerebbero nulla la mattina.
Numerose persone non mangiano nulla la mattina e stanno meglio.

PRESSO LE NAZIONI DELL’ANTICHITA’
Le nazioni dell’antichità non mangiavano il mattino. Per esempio, i Greci, i Persiani e i Romani mangiavano una volta il giorno, la sera. Ora, essi avevano dei corpi da atleti e una salute robusta. Le loro armate erano le più forti. Essi potevano marciare per settimane, portando dei fardelli molto pesanti e rompendo il digiuno con uno o due fichi.
La loro decadenza fu in buona parte causata dalle loro orge alimentari, alle quali si erano dati dopo aver soggiogato altri popoli.
Le Sacre Scritture Ebraiche mettevano in guardia le nazioni che mangiavano il mattino.

L’ELIMINAZIONE AVVIENE SOPRATTUTTO LA NOTTE
L’eliminazione avviene soprattutto la notte. Al risveglio, essa non è ancora terminata. La mente è confusa, torbida in alcune persone.
Se si mangia alzandosi un buon pasto, questo accaparra tanta energia per la sua digestione, che non si sarà in forma per il lavoro della giornata, sia esso fisico o mentale.

COME IL DOTTOR DEWEY FECE QUESTA SCOPERTA
La del dottor Dewey, era così alterata che un crollo sembrava imminente. Un giorno, per fortuna, incontrò un vecchio amico, che si mise a parlare colazioni estremamente leggere che erano in uso in tutti i grandi centri europei che aveva visitato.
Poi un mattino, provava una spossatezza generale, risultato del consumo di forze causata da una quantità di cibo consumato il giorno prima, nel pasto serale, senza un reale bisogno.
Si astenne dal mangiare quel mattino, e questo gli procurò, per quella mattinata, un tale benessere corporale, un buon umore e un’energia mentale e fisica, che non aveva avuto più dal tempo felice della sua giovinezza. Da allora rinunciò immediatamente a qualsiasi pasto il mattino. Gli effetti furono così benefici su tutte le sue facoltà che i suoi amici non tardarono ad accorgersene.
Allora si mise a consigliare la medesima cosa alle altre persone del suo ambiente e anch’essi ne ottennero vistosi benefici, come il miglioramento delle malattie croniche o locali, quali i catarri bronchiali o nasali, malattie cutanee, emorroidi o altre affezioni ribelli.

LA STORIA DEI TRE CONTADINI
Questo sistema dei due pasti è valido anche per i lavoratori manuali, che dispongono così di una più grande forza nella mattinata, e di un aumento della loro capacità di lavoro.
Molto recentemente, in una calda mattinata, tre contadini se ne andarono ai campi, per vagliare l’avena, che è uno dei più faticosi lavori agricoli. Due di loro avevano lo stomaco ben ripieno di alimenti nutrienti.
Per lunghe ore, essi lavorarono penosamente, traspiravano a profusione e bevendo acqua a litri, a causa del riscaldamento risultante dalla digestione e dalla decomposizione dei loro alimenti.
Ma il terzo, che aveva lo stomaco vuoto, disponeva di tutte le sue forze per maneggiare il crivello e non dovette bere neanche un solo bicchiere d’acqua. Fu con la più grande facilità che egli tenne testa ai suoi due compagni di lavoro, e quando venne mezzogiorno, egli era lontano dall’essere altrettanto stanco come loro.
Un altro contadino aveva sofferto molto di dispepsia. Dopo la soppressione del pasto del mattino, constatò un grande miglioramento della sua salute e delle sue forze che in seguito non fece più che un pasto al giorno, da cui trasse un benessere, ma anche un aumento di peso!

LA LUCIDITA’
Parecchi anni fa, prosegue il dottor Dewey, un contadino che non era specialmente malato, aveva preso l’abitudine di mangiare tre volte il giorno, ad una tavola ben guarnita con in più, una piccola colazione nel mezzo della giornata. Soppresse la prima colazione e la colazione. Ne fu largamente ricompensato e dichiarò di essere sfuggito a dei grossi raffreddori e a dei disordini minori, affermando che la sua mattinata è la migliore parte della sua giornata, tanto per il duro lavoro che per la lucidità mentale. Inoltre, guadagnò dieci chili.
Ciò giova a uomini e di donne, gli uni di costituzione delicata, gli altri di struttura solida e di temperamento bilioso, operai, mercanti, dottori, predicatori. Individui che erano stati malati per parecchi anni e il cui organismo sembrava rovinato, e altri che non erano mai stati malati veramente, tutti attestavano che la loro salute era migliorata del cento per cento dopo la soppressione della colazione.
Per ciò che concerne i risultati che questo regime apporta in generale, ecco quelli che Dewey aveva notato nella sua esperienza personale:
1) non sentiva più la più piccola emicrania dopo la soppressione della prima colazione, mentre in precedenza ne aveva sofferto quasi tutti i giorni.
2) aveva perso una parte della sua obesità e continuava a dimagrire ancora.
3) la struttura della sua pelle era migliorata, il suo colorito e i suoi occhi erano più chiari. Il gonfiore facciale e le tendenze apoplettiche erano scomparse.
4) non aveva più provato flatulenza e gonfiori dopo i pasti.
5) aveva il passo più leggero e le braccia più elastiche. Una passeggiata a passo svelto gli era diventata un piacere che lui ricercava.
6) si metteva a studiare o teneva un sermone a stomaco vuoto. Si sentiva meglio sotto tutti gli aspetti.

LA STORIA DEL PADRE RAMBO

Il reverendo Padre Rambo, missionario nelle Indie, non era più che l’ombra di quello che era stato, in seguito a ulcerazioni intestinali, dopo una tifoide mal curata. Da sette mesi aveva delle feci sanguinolente tutti i giorni, un appetito vorace e consumava pasti abbondanti senza che lo stomaco si rivoltasse.
Sette medici, di cui parecchi molto titolati, lo curarono in successione. Il primo che egli consultò negli Stati Uniti ridusse i sette pasti a sei solamente. Tutti e sette tentarono di guarire le sue ulcere coi medicinali.
Durante la prima settimana, egli perse 5 chili, con quel regime dei 6 pasti. Ma dopo aver letto il libro del dottor Dewey, si sottopose alle sue cure. In meno di due settimane quest’uomo, che moriva di inanizione con i suoi sei pasti al giorno, e che non aveva più che la pelle sulle ossa, fu sbarazzato di tutti i sintomi di malattia e provò un desiderio moderato di alimenti nutritivi.
Gli furono sufficienti meno di due settimane perché tutte le parti ulcerate si ricoprissero di una nuova membrana.
Tuttavia per tre settimane intere Dewey gli diede solo alimenti liquidi che non contenevano scarti che potessero irritare la nuova tunica delicata che tappezzava l’intestino. Per qualche tempo ancora, dopo la terza settimana, non prese che un solo pasto leggero il giorno. Un secondo pasto gli fu permesso quando parve che potesse prenderlo senza rischi.
In poco più di tre mesi riguadagnò 21 chili di carne sana, ferma, vigorosa. Un anno e mezzo dopo il suo ritorno in India scrisse al dottore che lui, sua moglie e i suoi quattro figli seguivano tutti il regime dei due pasti il giorno, come d’altronde una classe di 160 giovani indigeni senza mai ammalarsi.
Ovviamente il digiuno mattutino non è l’unica misura d’igiene alimentare. E’ solo un fattore tra tanti altri.
Inoltre, bisogna riposarsi un poco prima del pasto, per prendere un poco di forza e digerire meglio il pasto.
Più si è deboli e sofferenti, più ci si dovrebbe riposare e cessare qualsiasi lavoro dal momento in cui la stanchezza si fa sentire in modo marcato prima di mangiare.
La fame del mattino non è niente che una malattia che cova e sono quelli che la risentono di più che avrebbero più ragioni per digiunare per migliorare la loro salute.
Quelli che dicono che la prima colazione è il miglior pasto e che asseriscono di essere incapaci di fare la minima cosa prima di aver mangiato, sono assolutamente simili a quelli che hanno bisogno dello stimolante alcolico prima di poter lavorare.
Alcuni malati che hanno adottato il sistema dei due pasti non hanno ottenuto i risultati scontati. Il loro stato era troppo cronico, perché i risultati fossero così rapidi. E’ sbagliato pensare che la debolezza richieda più cibo. In verità questa debolezza è lo specchio dell’incapacità di digerire. I malati cronici il cui corpo, la mente, come pure lo stomaco, sono sovraffaticati, faranno progressi molto lenti, scoraggianti, sulla via della salute e pertanto bisogna perseverare per ottenere questo risultato.
Anche i bambini, durante la loro crescita rapida, possono fare a meno di mangiare il mattino, senza il minimo inconveniente e se ne trovano meglio sotto tutti gli aspetti.

BISOGNEREBBE SOPPRIMERE ANCHE LA CENA
La soppressione della prima colazione deve essere preceduta da quella della cena il giorno prima, affinché la mente sia lucida l’indomani.
Mosséri ha sentito parlare di questo metodo per la prima volta da un adepto belga, Maurtot, che esso aveva alleggerito dalle crisi d’asma. Ma Robert Maurtot sopprimeva chiaramente il pasto prima di dormire e la cena. Mangiava solo la mattina e a mezzogiorno.
Mosséri precisava che il pasto del mattino è chiamato in Francia la prima colazione mentre in Belgio è la colazione, Poi il pasto di mezzogiorno è chiamato in Francia colazione, mentre in Belgio è chiamato pranzo. Infine il pasto della sera è chiamato pranzo in Francia e cena in Belgio. Dunque per riassumere:
- - - - - - - - - - - In Francia:.... ....In Belgio e in Svizzera:
Mattina.........Prima colazione…..........Colazione
Mezzogiorno…...Colazione...................Pranzo
Sera…………......…..Pranzo......................Cena
Notte………….……....Cena

Mosséri trovava che è più facile saltare gli spuntini della notte prima di dormire se ci si astiene dall’entrare in cucina per rigovernare, riporre o lavare i piatti. Queste corvée saranno rimesse all’indomani.
Se si mangia prima di dormire, tardi la notte, il corpo è rilassato e le digestioni saranno troppo lente. Al risveglio, esse non saranno finite e si sentiranno dei rotti, la mente confusa e mancanza di brio.

CHI HA VERAMENTE FAME LA MATTINA PUO’ MANGIARE
Parecchie persone possono avere veramente fame la mattino dal momento del risveglio, o poco dopo. Esse devono mangiare se sentono la fame con la bocca dolce, non cattiva, né amara, né secca.
Per sapere se è una vera fame, bisogna attendere una mezz’ora. Se la fame scompare allora non è una vera fame. Ma se aumenta allora è una vera fame e bisogna mangiare.
Queste persone soffrono di denutrizione. Quando esse avranno soppresso le cause della loro denutrizione - caffè, tabacco, vino, spezie, alimenti artificiali, ecc. - allora la loro digestione migliorerà e la loro fame del mattino scomparirà.
Invece, dopo un digiuno, si ha fame il mattino. Allora bisogna mangiare fino alla scomparsa di questa fame.


CAPITOLO 16 - LA CHIAREZZA MENTALE QUANDO SI SALTA UN PASTO


LA CHIAREZZA MENTALE QUANDO SI SALTA UN PASTO
Un giorno si deve subire un esame, un altro si deve sostenere un colloquio col proprio padrone, un altro c’è la visita del controllore fiscale o l’incontro di un avversario, o una sventura che ci cade sulla testa. La tensione nervosa è allora considerevole. In queste circostanze, nessuna digestione è possibile ed è meglio saltare il pasto.
Infatti, se si mangia in tali momenti di tensione, il pasto sarà mal digerito e gli alimenti fermenteranno. Nessuna lucidità, nessuna chiarezza di mente è possibile con la nausea. La concentrazione diventa impossibile e le idee confuse. Sarà meglio seguire l’istinto, quello di saltare il pasto - poiché la fame scompare in quel momento - piuttosto che ricorrere al caffè o alle sigarette - affinché le energie mentali si concentrino totalmente e trovare le soluzioni ai problemi che si pongono.

LA LUCIDITA’ DI MENTE
Se avete del dispiacere, dei grattacapi, delle preoccupazioni, emozioni forti, odio, gelosia, rancore, o anche un grande amore, la fame scompare e voi avrete vantaggio a rispettare questo istinto per saltare il pasto. Nelle circostanze suddette, i succhi digestivi sono inibiti, la bocca diventa secca, la digestione è impossibile. La minima particella di cibo o di bevanda avvelenano il corpo, soprattutto il caffè, l’alcol, il tabacco.
Se siete in conflitto per prendere una decisione importante, tra diverse situazioni che vi mettono a terra, la fame scompare. Saltate il pasto e la vostra mente sarà più chiara, più serena, più lucida.
Se avete una competizione o un grande sforzo fisico da fornire o se dovete prendere la vostra automobile per un lungo percorso, saltate il pasto e sarete in miglior forma per compierlo. Non fate come quei corridori ciclisti o quei nuotatori che si vede bere del latte o altre bevande, durante la loro corsa, sulla loro bicicletta, o nell’acqua della piscina. Perché una bevanda o un pasto possa fornire delle forze, occorrono ore prima che essi siano assorbiti e assimilati, salvo lo zucchero che entra rapidamente nel sangue.
Per mangiare con profitto bisogna avere fame, essere sereni, calmi, felici, distesi, tranquilli.
Che si guadagna a far passare gli alimenti attraverso il tubo digestivo, se poi non li si assimila?
Questo errore è commesso dalle scuole naturopatiche che insistono troppo sulla qualità degli alimenti biologici e non abbastanza sulle condizioni di una buona digestione. Non basta mangiare alimenti biologici, bisogna assicurarsi della loro digestione.
Tanti fattori possono favorire o ostacolare la nostra digestione. Per esempio, il caffè, il cioccolato, le spezie, l’abuso di sostanze azotate, gli alimenti incompatibili, avvelenano abbastanza il corpo, da diminuire il suo potere digestivo per qualche tempo.
Altre sostanze da evitare sono i fattori di sapidità, gli esaltatori del gusto, il glutammato di sodio, così chiamato, che si mette nei pop -corn, nei biscotti -aperitivi, nelle minestre in polvere. Mosséri saltava invano i pasti: il suo potere digestivo non si ristabilì che quando soppresse queste sostanze, mentre prima dava la colpa agli alimenti.
Nei negozi di diete si vendono delle polveri per fare una minestra, senza prodotti chimici, come pure dei pop -corn o dei biscotti -aperitivi senza glutammato.
In breve, saltare un pasto non può aiutare che se non ci si avvelena in altri modi.

LO PSICHICO
Infatti, inibendo le funzioni della vita - le secrezioni ed escrezioni - i complessi psichici cronici costruiscono la malattia cronica.
Allora, o noi ci sbarazziamo delle nostre malattie immaginarie o cessiamo di impietosirci su noi stessi e smettiamo i nostri gemiti interiori, o impariamo a controllare la nostra alimentazione.
Ora, la chiarezza di mente in una tale situazione non può essere garantita che se il sangue non è tutto concentrato nello stomaco. Infatti, quando lo stomaco è pieno di alimenti pesanti, il sangue vi si concentra per la digestione e nessuna attività mentale seria è possibile.
Se dovete guidare la vostra automobile per una lunga distanza, i vostri riflessi saranno più sicuri se saltate il pasto. Con lo stomaco, c’è un rischio d’incidente, poiché i centri nervosi non sono irrigati convenientemente, poiché il sangue è attratto verso lo stomaco.
Qualora si avesse una vera fame una o due mele possono calmarla, in attesa di poter mangiare di più con calma, senza precipitazione.


CAPITOLO 17 - IL DIGIUNO SETTIMANALE


IL DIGIUNO SETTIMANALE
Il digiuno può essere qualificato veramente un processo fisiologico, o biologico, col quale gli organismi viventi fanno fronte ai casi urgenti della vita, per aiutarli a risolverli felicemente.
Questi casi urgenti sono costituiti anzitutto dalle malattie, ma v’è tutta una gamma di situazioni intermedie, né salute né veramente malattia, che richiedono una soluzione. Ed è qui che il digiuno può essere molto prezioso come misura d’urgenza, come mezzo di azione immediata.
Un’eccellente abitudine, rapidamente adottata senza difficoltà, è di digiunare un giorno fisso per settimana. Non si mangia niente durante la giornata, poi la sera si interrompe con dei frutti.
Alcuni preferiscono cominciare a mezzogiorno questo digiuno, per interromperlo l’indomani a mezzogiorno, cioè a cavallo di due giorni.
Si può bere acqua o niente affatto. E’ preferibile scegliere il giorno in cui si è molto occupati, per non pensare al cibo. Una volta passata l’ora del pasto non ci si pensa più.
Tutto è nella testa, bisogna controllare le proprie idee. Questa routine è molto facile da adottare, poiché l’uomo è una creatura di regole e di abitudini fisse.
Tuttavia il programma di rimpinzarsi oggi, per digiunare l’indomani è un cattivo programma. Se volete vivere in questo modo disordinato, avrete bisogno di digiunare spesso.
La vita non dovrebbe essere una serie interminabile di pasti composti di alimenti artificiali, conditi, speziati, seguiti da digiuni. Coloro che mangiano alimenti naturali, senza condimenti, e che attendono la fame per mangiare, non avranno bisogno di digiunare spesso per purificarsi.

IL DIGIUNO ANNUALE COSTITUISCE LE MIGLIORI VACANZE.
Le migliori vacanze non sono quelle che si passano al mare, in montagna o in viaggio organizzato all’estero, da cui si ritorna più stanchi di prima.
Le migliori vacanze sono quelle che si passano a digiunare, a letto, per recuperare le energie perdute, in un anno di lavoro e fatica. Col digiuno il recupero di energie è totale, sotto certe condizioni, certamente. Inoltre il digiuno è superiore al semplice riposo fisico, poiché non c’è che il digiuno che obblighi a restare a letto per riposarsi.
A prima vista, il digiuno come mezzo di recupero, sembra un’idea insensata, ma l’esperienza rivela che è molto utile in questo campo. Ciò lo rende, sotto certe condizioni, utile come parte di un programma di preparazione in vista di un’attività nuova.
Perché attendere di ammalarsi per prevenire il male?


CAPITOLO 18 - RINGIOVANIRE, DIMAGRIRE, INGRASSARE COL DIGIUNO


RINGIOVANIRE, DIMAGRIRE, INGRASSARE COL DIGIUNO
Le persone che si sono sottoposte a qualche settimana di digiuno sono poi apparse ringiovanite di 10 anni o più, e le carni che pendevano, al ventre o sotto le braccia erano state riassorbite o erano scomparse.
La lingua pulita, gli occhi brillanti, la pelle chiara e la sparizione delle rughe intorno agli occhi, tutti questi cambiamenti non sono superficiali, ma proprio lo specchio di cambiamenti profondi effettuati nell’intero organismo. Infatti, le conseguenze del digiuno non sono superficiali ma toccano il più profondo dell’essere.
Tuttavia, il ringiovanimento dell’organismo è possibile se non si è troppo vecchi, né troppo magri. Gli uomini che hanno perso la loro virilità la ritrovano dopo un digiuno.

OBESITA’
Un metodo americano per dimagrire consiste nel cucire la bocca, giusto abbastanza, per non far passare che una cannuccia, allo scopo di succhiare i liquidi soltanto.
Un altro metodo consiste nell’operare per tagliare il grasso del ventre. Ma troppe persone muoiono poco dopo.
Spesso si prescrivono medicinali per tagliare la fame, ma questi veleni finiscono col ledere la salute e demolire tutti gli organi ad uno ad uno.
La dieta medica per dimagrire è una dieta ad alto tenore proteico. Gli alimenti azotati (carne, pesce, formaggi, leguminose, noci varie, uova) fanno dimagrire poiché avvelenano l’organismo. Dopo alcuni anni di una tale dieta, sono i reni e il fegato che sono malati.
L’obesità è sempre causata da un eccesso di cibo, ma con una predisposizione particolare. E’ vero che alcuni magri mangiano più di alcuni obesi, ma i primi non digeriscono niente, mentre gli altri accumulano il grasso e le tossine che trattengono l’acqua.
Per dimagrire bisogna eliminare le tossine e i medicinali che trattengono l’acqua. Bisogna anche digerire il grasso accumulato. Ora è attraverso il digiuno che questi processi sono particolarmente impegnati.
Tuttavia non bisogna immaginare che si può dimagrire di 30 chili digiunando 60 giorni d’un solo colpo. Il corpo non ha in riserva abbastanza vitamine, sali minerali, enzimi per digerire il grasso accumulato. Bisogna procedere per tappe successive: una cura di digiuno ogni tre mesi, per esempio. Con una dieta igienista tra i periodi di digiuno.
In generale i grossi vogliono dimagrire, ma senza privarsi di niente. Ecco perché non arrivano a dimagrire.
L’esperienza del dottor Shelton per portare i grossi a dimagrire è stata uno scacco quasi totale. Mosséri, cionondimeno, crede di aver trovato la chiave del problema. Se desiderano unicamente dimagrire senza interessarsi alla e alla dieta, non riusciranno nella loro impresa. Bisogna assolutamente che si interessino alla dietetica e alla salute generale, per appassionarsi ad una dieta sana, igienista, e per non accumulare più grassi e tossine.
La condizione essenziale consiste dunque a interessarsi per mezzo della lettura a tutto ciò che tocca la salute naturale.
Alcune persone obese gli chiedono una dieta alimentare, dicendo che la seguiranno alla lettera, senza dover studiare tutta la dietetica. Ma ciò non è possibile, poiché le tentazioni sono così forti che non ci si può attenere ad un regime speciale se non si sono studiate tutte le ragioni scientifiche che vi si ricollegano.
Non è opportuno che l’obeso si pesi tutti i giorni: ciò alimenterebbe l’impazienza.
Tuttavia l’esperto ha bisogno di sapere il peso quotidiano dei suoi pazienti, per notare i periodi di stabilizzazione, a 200 grammi circa il giorno. Poiché è dopo la seconda stabilizzazione (tre giorni ciascuna, quindi quattro pesate consecutive), che bisogna passare alla seconda fase, quella del semi -digiuno. E’ inutile spingere il semi -digiuno al di là di questa seconda stabilizzazione (a meno che un paziente non abbia digiunato che 12/14 giorni, ciò che è insufficiente), poiché le riserve sono in via di esaurimento e il dimagrimento diventa insignificante.

INGRASSARE
Il digiuno è un mezzo efficace per dimagrire, ma per ingrassare è proprio la stessa strada che bisogna seguire.
Infatti, le cause della magrezza sono numerose
1) cattive digestioni
2) eccesso di alimenti azotati (carne, pesce, noci varie, uova, leguminose). Questi alimenti fanno dimagrire perché avvelenano l’organismo e diminuiscono il suo potere digestivo.
3) I medicinali intossicano il corpo e diminuiscono il suo potere digestivo. Il signor A. aveva 36 anni, altezza 1,70 m, peso 50 chili. Il suo peso normale doveva essere 60 chili cioè dieci chili in meno del suo numero di centimetri. Digiunò 30 giorni e il suo peso crollò a 36 chili. Poteva appena camminare nella sua camera.
Riprese progressivamente l’alimentazione e in capo ad alcuni mesi il suo peso salì a 60 chili, poi a 70 chili! Era un po’ troppo.
In generale i magri mangiano decisamente troppo, ma digeriscono male. Ciò che essi mangiano non procura loro beneficio poiché essi sono intossicati. Ora, giustamente il digiuno li disintossica e permette al loro organismo di digerire meglio, di assorbire meglio e di assimilare meglio il cibo.
In seguito esercizi coi pesi e i bilancieri aiuteranno a mantenere il peso guadagnato e a stabilizzare gli aumenti. Ma bisogna evitare le veglie, il sovraffaticamento, il caffè e gli alimenti malsani.
Per le persone scheletriche il digiuno è da sconsigliare. Una dieta igienista sarà sufficiente per ora. Bisognerà anche conservare il riso bianco tutti i giorni. Le crudità saranno prese in succo. Bisognerà pazientare a lungo, anche parecchi mesi per intravvedere un miglioramento.


CAPITOLO 19 - LA DIPENDENZA DAI TRANQUILLANTI, DAL CAFFE’, DALL’ALCOL. DAL TABACCO E DALLA DROGA


LA DIPENDENZA DAI TRANQUILLANTI, DAL CAFFE’, DALL’ALCOL. DAL TABACCO E DALLA DROGA
La depressione nervosa è un sintomo di intossicazione. Quando il corpo elimina nel sangue le sue tossine, quando le cellule riversano nella corrente sanguigna i loro rifiuti e attendendo che i reni possano espellerli nelle urine, queste tossine irritano i centri nervosi e provocano una depressione nervosa. Allora l’assunzione di una nuova dose di tranquillante interrompe l’eliminazione e ci si sente meglio.
Quando un uomo smette di fumare, il suo corpo comincia ad eliminare la nicotina dal sangue. E nell’attesa che i reni possano espellere questa nicotina nelle urine, i centri nervosi sono perturbati e si sente una depressione, un mal di testa, un disordine nervoso, sgradevole, un tremore. E’ una crisi di eliminazione che bisogna sopportare pazientemente e che sparirà se si sa aspettare, invece di interrompere questa crisi salutare con una nuova sigaretta. Se si beve molta acqua, ciò aiuta ad eliminare nell’urina le tossine.

C’E’ DROGA E DROGA
Il tabacco è una droga, come il caffè è una droga.
I tranquillanti, l’alcol, il caffè, il tabacco sono droghe che il corpo cerca di eliminare quando non se ne prende. Ma se se ne riprende, l’eliminazione si interrompe. Il sollievo provvisorio che essi procurano deriva dall’interruzione dell’eliminazione.
La sensibilità somatica si smussa, altrettanto bene della sensibilità psichica attraverso l’assunzione dei sedativi e dei tranquillanti. Allora la pulizia urgentemente reclamata non è intrapresa. Con ciascuna ripetizione della dose si costruisce l’abitudine e l’assuefazione.
Viceversa l’eliminazione della droga, procura la rinascita della sensibilità. E’ allora che si diviene coscienti del proprio stato. Il medico li qualifica "sintomi di ritiro", ma si tratta piuttosto di sintomi di eliminazione.
L’assuefazione alle droghe proviene dalla ricerca di un sollievo quando ci si sente male, deboli, disturbati e sofferenti, giusto a causa di quelle medesime droghe. Queste noie non significano un bisogno reale, esse non sono una richiesta autentica per drogarsi di nuovo. Non esiste un bisogno di droga, ma si prova una richiesta subcosciente per un sollievo.

COME ROMPERE IL CIRCOLO VIZIOSO?
Pochissimi drogati riescono a smettere le droghe, tollerando le crisi di astinenza Altri vi riescono con la sostituzione di una droga con un’altra oppure riducendo progressivamente le dosi.
Negli altri casi i drogati hanno bisogno di essere aiutati e sostenuti nei loro sforzi da un esperto di loro fiducia e che abbia influenza e personalità.
Essi hanno bisogno anche di un ambiente particolare, come quello che si trova in tutte le case igieniste. Per di più il digiuno è il mezzo più efficace per abbandonare per sempre queste cattive abitudini. Infatti, in capo ad alcuni giorni di digiuno, la voglia per questi veleni scompare. Col digiuno, non si apprezza più il tabacco, né il caffè, poiché essi hanno tendenza a causare la nausea.
Disgraziatamente non è così facile staccarsi dai tranquillanti. Mosséri ha conosciuto persone che erano riuscite a sopprimerli. Ma molti altri ne hanno passato di tutti i colori.
Attualmente io chiedo a quelli che vogliono venire a digiunare sotto la mia sorveglianza, di interrompere i tranquillanti e i sonniferi prima della cura. Ha avuto troppe noie con le crisi nervose, i pianti, le grida, il panico, per sopportare tanti disturbi. La sua casa non era una prigione per drogati.

LA CAUSA
"La sola causa, se non la principale, dell’assuefazione alle droghe è la cattiva educazione. E’ anche possibile, e questo è sicuramente vero, che i soggetti più atti a soccombere a queste droghe sono i nervosi, ma è un fatto che all’inizio l’uso delle droghe proviene da una cattiva educazione.
" Infatti se tutta la popolazione non fosse stata educata male fin dall’infanzia, essa non si sarebbe rivolta alle droghe, come sostegno" quando circostanze inusuali prostrano il sistema nervoso.
Il dolore, l’insonnia, le emozioni profonde e durevoli, ecc. portano quelli il cui sistema nervoso è instabile a rivolgersi verso il genere di palliativi suscettibili di procurare loro il sollievo desiderato.
Ora di tutta questa cattiva e falsa educazione e di tutti i mali che inevitabilmente ne derivano, noi siamo debitori al corpo medico e a nessun altro.
Se è vero che il pubblico reclama sempre un sollievo istantaneo, i medici dovrebbero essere le guide, i saggi, e non dare alle persone ciò che esse reclamano e che farà loro del male in seguito.
I fabbricanti di droghe sono talmente avidi di benefici, da essere pronti a distruggere i cervelli di tutti i giovani per accrescere i loro dividendi.
Per lottare contro le droghe, per combattere contro i tranquillanti, il caffè, l’alcol, il tabacco, bisogna utilizzare uno dei metodi seguenti:
- il digiuno.
- la riduzione progressiva delle dosi.
- La soppressione brutale degli eccitanti, dei narcotici, del caffè, del tè, dell’alcol.
- Un’alimentazione sana e igienista.
- la cultura fisica con pesi E bilancieri in palestra O a casa propria.
- Alcuni sono stati aiutati adottando una filosofia orientale come lo yoga, la macrobiotica, aderendo ad una setta vegetariana (Krishma, gli Avventisti), da cui bisogna sfrondare le concezioni anti igieniche e antifisiologiche. La ricerca dell’evasione è
Il digiuno è molto efficace per spezzare l’assuefazione molto rapidamente, ma le crisi di eliminazione che l’organismo genera sono insopportabili. Inoltre, le case igieniste non sono attrezzate per ricevere tali pazienti poiché non hanno camicie di forza, infermieri specializzati e muscolosi che si diano il cambio in tre squadre, giorno e notte. E non hanno delle stanze con imbottiture in cui si possano lasciare i pazienti a dibattersi soli per qualche tempo. (Viene spontaneo domandarsi se quelle crisi non potrebbero essere rese più tollerabili ricorrendo a un semi -digiuno, piuttosto che al digiuno oppure facendo una lunga preparazione con la dieta igienista).

LA STORIA DI DOMINIQUE
Una giovane belga di nome Dominique soffriva di depressione nervosa con angosce; e assumeva sonniferi e tranquillanti. Le era stato consigliato di consultare uno psicanalista. Mosséri le disse che non le sarebbe giovato e che sarebbe potuta guarire con l’igienismo, poiché le sue crisi derivavano da uno stato di intossicazione e le raccomandò di smettere subito il ricorso ai medicinali.
Le spiegò che la maggior parte delle persone si alzano la mattina con la mente confusa e la testa pesante. Ciò proviene dall’eliminazione (catabolismo) notturna che non è ancora terminata. Il sangue è impuro, l’urina è carica.
Ora è sufficiente attendere un’ora o due perché questa eliminazione termini e le idee ritornino chiare. Ma nel suo caso c’era troppo arretrato e l’eliminazione non terminava. ma continuava tutta la giornata giorno dopo giorno.
Per interrompere questa eliminazione notturna le persone il mattino prendevano il caffè. Lei prendeva i tranquillanti.
Ma le tossine nel sangue restavano sempre lì. Esse non venivano eliminate. Il corpo avrebbe provato di nuovo ad eliminarle quando ne avesse avuto la forza, la notte soprattutto quando le batterie erano ricaricate. E durante questa eliminazione lei aveva angosce e depressioni.
Quando non si ha niente da eliminare o non si elimina (con l’aiuto del caffè, dei tranquillanti, ecc.) ci si sente bene. Ciò:
1) è bene quando il corpo è pulito e non ha granché da eliminare.
2) E’ male quando il corpo ha uno stock di tossine e gli si impedisce di eliminare, deviando le sue energie verso altri compiti.
Quando si eliminano molte tossine, ci si sente a disagio. Infatti, quando il sangue è carico di un’abbondanza di tossine, queste disturbano il sistema nervoso.
In breve la cura di digiuno consiste nell’eliminare le tossine accumulate e nel purificare il sangue per normalizzare la situazione psicologica.
In seguito bisognerà evitare tutto ciò che sporca il sangue e gli umori, tutto ciò che imbratta l’ambiente interno, cioè i medicinali, i vaccini, il caffè, l’alcol, il tabacco, il cioccolato, gli alimenti che non sono specifici alla nostra specie, le fritture, i formaggi fermentati o stagionati, il lardo, le spezie, gli aromatici.
Le depressioni nervose e tutti i loro sintomi rappresentano un’eliminazione, solamente, quest’eliminazione non termina mai poiché la si arresta coi medicinali che deviano le energie verso altri compiti. Si mantiene questa eliminazione mantenendo le sue cause già citate (tabacco, caffè, alimenti nocivi, ecc.).
Domenica andò la settimana successiva per eseguire una cura di digiuno. Fin dai primi giorni ella fu presa da nausee e da vomiti che durarono due o tre giorni e che furono attenuati con succo di limone in un litro d’acqua ciascun giorno.
Dal momento in cui i vomiti si attenuarono, il succo di limone fu soppresso e ella bevve solo acqua pura.
Al 18° giorno, il dolore si attenuò ma un grosso gonfiore apparve tra l’orecchio e il collo. Erano gli orecchioni che ritornavano ed ella li aveva avuti verso l’età di tre anni.
Il dolore che ella aveva provato sotto l’orecchio rappresentava una chiamata di sangue, che le ghiandole in questo luogo richiedono. Una volta che il sangue era venuto in massa, il dolore si smorzava e un enorme gonfiore si era formato. La funzione di questa ghiandola gonfia era di purificare il sangue. In capo a quattro giorni la purificazione era terminata e il gonfiore scomparve completamente.
Tuttavia i vomiti continuarono, giorno e notte, ogni ora. Era una prova molto penosa, visto che ella non poteva dormire la notte.
A questo punto occorreva interrompere i vomiti, per non provocare una confusione mentale, dovuta alla concentrazione del sangue nell’addome e al suo ritiro dal cervello.
I vomiti scomparvero a poco a poco, in capo ad alcuni giorni e si continuò con un semi -digiuno, che comprendeva il succo di frutto di 200 grammi in un litro d’acqua. Inoltre le dava qualche foglia di lattuga, la sera. In seguito fu aumentata considerevolmente la quantità di frutta e di crudità durante il semi -digiuno (un chilo in tutto, metà e metà).
Ecco i sintomi che ella manifestava in quel momento.
- nervosismo………………………urine rare e maleodoranti
- gusto cattivo…………………...sensazione di tensione
- lingua carica…………………….gola chiusa
- sensibilità alla luce………….sete e secchezza della bocca
- tensione continua……………assenza dI fame
- sputi continui……………………congestione della testa
- bruciori dI stomaco
Tutti questi sintomi scomparvero ad uno ad uno. Il corpo fu completamente purificato e lo stesso la mente. Il ristabilimento fu completo.

LO SVEZZAMENTO DAI DEPRESSIVI
Coloro che assumono regolarmente calmanti, tranquillanti e sonniferi finiscono col guastare la loro salute. Il loro sistema nervoso diventa dipendente da quelle droghe al medesimo titolo dei drogati. Non possono più farne a meno, senza cadere in una depressione che li rende insopportabili per il loro ambiente.
Disgraziatamente, i tranquillanti sono molto pratici poiché essi interrompono la depressione e l’ambiente ha pace. Ma non per molto tempo.
Infatti, col tempo il drogato diventa sempre più insensibile e reclama dosi più forti e più varie. E la sua salute lo fa soffrire di più fino al giorno in cui non ne può più.
Evidentemente ciò aggiusta l’ambiente a somministrare i calmanti, ma alla lunga questi malati finiscono col morire per una malattia cardiaca, per una paralisi o un’altra malattia grave.
Al contrario, con un modo di vivere sano, questi drogati non avranno più bisogno di cercare questi rimedi nocivi, poiché essi non avranno più depressione.
Ma lo svezzamento da questi veleni presenta dei problemi: quelli dello svezzamento. Come svezzare i malati dai loro veleni? L’ideale è di interrompere brutalmente le droghe e di soffrire. Le crisi provate sono crisi di eliminazione. Quando esse terminano è finita ma pochissimi hanno il coraggio di seguire questa via. Le case di digiuno non hanno camere imbottite, non possono ricorrere alle camicie di forza e non dispongono di parecchie squadre di infermieri specializzati e muscolosi e lavorare su quattro squadre che si diano il cambio giorno e notte.
I neurologi talvolta consigliano, a fior di labbra, a quelli che vogliono essere svezzati di usare dosi minime quando il soggetto sta bene. Ma pochissimi arrivano a spezzare questa assuefazione, poiché essi non cercano di disfarsi di questi prodotti chimici dannosi e finiscono col prenderne l’abitudine. Essi optano per la facilità e l’ambiente per la tranquillità.
Abitualmente, l’eliminazione si produce la notte quando il corpo è a riposo e dispone di tutte le sue energie. E’ così che le depressioni si manifestano la notte. Notare che in quel momento l’urina è torbida, l’alito fetido, l’appetito assente, talvolta c’è nausea. Il medicinale devia le energie da questo lavoro di eliminazione e l’arresta in tal modo. Non è un beneficio, è il contrario.
D’altra parte quando l’eliminazione è forte, le cellule riversano nel sangue le tossine. Il sangue diventa talmente acido che i nervi reagiscono di soprassalto.
Quando i depressi digiunano interrompendo tutte le droghe, una crisi violenta è scatenata in poco tempo. Si è allora tentati di calmarli con la loro droga abituale. Bisogna ritardare il più possibile quest’assunzione di medicina, finché la crisi è sopportabile, poi somministrare un quarto della dose abituale. Per alcuni è possibile sopportare la crisi e ciò è molto meglio. In seguito si attenderà la prossima crisi. Mai dare il calmante regolarmente.
Quando il peso del malato si stabilizza per tre giorni consecutivi (ciò corrisponde a quattro pesate, per 200 grammi ciascuna) bisogna passare alla dieta di eliminazione, suddivisa su tutto il pomeriggio. Cominciare con i frutti, 500 grammi in tutto e la sera 500 grammi di crudità in tutto, scaglionati, ogni ora.

LA STORIA DI JACQUELINE
Giacomina ha preso i sonniferi e i tranquillanti per venti anni. La sua salute ne è stata rovinata sotto tutti gli aspetti. I medicinali non le facevano più alcun effetto. Ne prendeva varie specie per volta, caffè, vitamina C in quantità, ecc.
Il terzo giorno di digiuno, ella bussò alla porta di Mosséri in piena notte reclamando un calmante. Lui le diede allora quattro pillole, invece delle nove che prendeva ogni giorno. Il suo sonno fu pesante per dodici ore: la dose era dunque troppo forte.
Il digiuno proseguì e alla crisi seguente, due giorni dopo, lui le diedi soltanto due pillole. In seguito una pillola sola.
Durante una di queste crisi, siccome io attendevo il più possibile affinché essa diventasse forte e insopportabile prima di darle il suo calmante, ella si gettò sul telefono per chiamare suo marito, volendo rientrare e ricoverarsi all’ospedale. Io glielo impedii e le diedi rapidamente una pillola del suo tranquillante abituale. Ella si calmò nel giro di un’ora e dormì.
Il suo peso restava stabile, quando ella prendeva delle pillole. Ma quando poteva sopportare le crisi, il suo peso cadeva.
Le crisi di depressione sono crisi di eliminazione. Tutti i sintomi lo attestano: dolori al fegato, bocca cattiva, urine scure, sete intensa, ecc.
Ella lo risvegliava la notte per parlare con me a voce alta, senza interruzione, gemeva, voleva che si ascoltassero i suoi brontolii, i suoi pianti. Era l’inferno per lui, perciò le
Una volta aveva tentato di suicidarsi, dopo due soggiorni in un ospedale psichiatrico, per attirare l’attenzione del marito e richiamarlo all’ordine.
Durante queste crisi ella si commiserava e si lamentava tutto il tempo.
In capo a venticinque giorni, ella tornò a casa senza aver interrotto completamente le sue pillole, di cui non prendeva che una il giorno.
Dopo sei mesi, le interruppe completamente, a casa sua.
Ma ciò non era la cosa più dura da fare. Restava la seconda parte del programma, cioè la dieta igienista. Ella non la seguì un solo giorno. Suo marito non la incoraggiava e ricadde nel ciclo infernale. Se avesse seguito la dieta igienista non avrebbe più avuto la depressione. Quando il modo di vita è sano non si ha depressione.


CAPITOLO 20 - LE AFFEZIONI ACUTE


LE AFFEZIONI ACUTE
Febbre, dolori, ecc.

COME CURARE LA FEBBRE
Quando si ha la febbre, bisogna astenersi dal mangiare. Bere molta acqua.
La malattia acuta è un’eliminazione forzata dell’organismo, un’azione rimediante. Il corpo brucia i suoi scarti e perciò scatena una serie di processi naturali, comprendenti una certa temperatura, come in un forno.
Si verificano delle esagerazioni delle funzioni regolari della vita come la tosse, lo sternuto, il dolore, l’infiammazione, la diarrea e la diuresi, come anche il vomito, sono evidentemente degli sforzi di resistenza, di espulsione e di riparazione.
La prostrazione dei muscoli, delle facoltà mentali e del sistema digestivo è una delle principali caratteristiche della malattia acuta e probabilmente serve a lasciare più energie all’azione rimediante del corpo.
L’avversione verso gli alimenti è caratteristica, di modo che se nonostante ciò si mangiasse, si rischierebbe di vomitare subito. E se non si vomita, gli alimenti non sono digeriti e restano nel tubo digerente provocando l’irritazione e dei malesseri, fino alla loro espulsione sotto forma di diarrea.
Queste affermazioni sono confermate dai fatti e dagli esperimenti.
Le prime osservazioni dirette mai fatte sulla digestione umana furono quelle del Dr. William Beaumont tra il 1825 e il 1833, anno in cui egli pubblicò il suo famoso libro Esperimenti e osservazioni sul Succo Gastrico e la fisiologia della Digestione.
Egli constatò che quando il suo soggetto di esperimenti aveva la febbre, il succo gastrico non era secreto o quasi, di modo che gli alimenti non servivano che a irritare lo stomaco e, di conseguenza, tutto l’organismo. Beaumont notò che gli alimenti restavano nello stomaco, in caso di malattia, da 6 a 40 ore, senza cambiamenti, salvo la fermentazione e la putrefazione. Queste conclusioni di Beaumont sono state verificate ripetutamente dai fisiologi.
A sua volta il professor Anton Carlson, dell’Università di Chicago, confermò le conclusioni secondo le quali le secrezioni gastriche sono assenti in caso di febbre, di infiammazione, di dolori, di dolori intensi e di disordini intestinali. Altrettanto, anche le contrazioni ritmiche dello stomaco, che si chiamavano a torto "le contrazioni della fame" sono assenti nelle medesime circostanze. L’assenza di secrezioni e quella delle contrazioni stomacali nel raffreddore, nella gastrite, la febbre, la tonsillite, ecc. coincide con la mancanza d’appetito e l’assenza di gusto se si mangia.
Sarebbe folle insistere a nutrirsi quando gli alimenti non possono essere digeriti. Se gli alimenti non sono espulsi dai vomiti o dalla diarrea, essi resteranno nel tubo digerente e provocheranno abbondanza d’irritazione e malesseri.
Non si trae alcun piacere né beneficio da un’alimentazione forzata, - niente che dolore e degradazione supplementare dei processi nutritivi. L’astinenza alimentare, ecco ciò che il corpo reclama, anche se un’alimentazione forzata sembra necessaria.

IL BAMBINO FEBBRICITANTE
Si osserverà una differenza enorme tra il bambino che è spinto a mangiare con tutti i mezzi e quello che è lasciato digiunare. Quest’ultimo sta meglio dell’altro e dorme la maggior parte del tempo. Quello che mangia geme tutto il tempo, piange, talvolta grida a causa dei suoi malesseri e della sua agonia. La perdita della voglia di mangiare è uno dei primi sintomi della malattia acuta, febbre tifoide, vaiolo, febbre scarlattina, difterite, ecc.

LA PERDITA DI PESO NEL MALATO CHE MANGIA
D’altronde quando si nutre un malato, egli perde altrettanto peso che se non mangiasse.
Questa è una prova determinante che l’alimento consumato non è assimilato.
Nella malattia acuta, non si ha fame, la lingua è molto carica, l’alito cattivo, il gusto della bocca sgradevole, con l’assenza di secrezioni digestive stomacali, la bocca secca, spesso l’infiammazione della bocca con molto muco che vi si riversa, l’assenza di fame. Molto spesso quando si mangia in queste condizioni, gli alimenti sono vomitati immediatamente. In tutti i casi, l’invalido si sente peggio e la sua malattia è prolungata.
D’altro lato, l’alimentazione potrebbe nel caso di malattia inibire questo lavoro necessario, è certo che aumenta i malesseri del malato, aggrava i suoi sintomi e spesso esaurisce le sue forze al punto di causare la morte per alcuni casi, che l’astinenza avrebbe salvato.

BISOGNA NUTRIRE I FEBBRICITANTI?
L’idea corrente è che bisogna nutrirsi per fortificarsi, soprattutto se si è malati o febbricitanti.
Se un uomo è malato, tutto gli sembrerà amaro al gusto, il minimo rumore lo stranirà come un’agonia e la sua mente sarà confusa. La sua lingua sarà forse coperta di una pellicola gialla o marrone, il suo addome sensibile, un poco di febbre, talvolta vomiti di bile o di muco.
Secondo la teoria corrente, quest’uomo deve essere alimentato al fine di fortificarlo. In realtà, l’alimentazione aumenterà i malesseri, la febbre e il gonfiore, ma egli deve essere nutrito!
In assenza di qualsiasi fame normale e di qualsiasi potere digestivo, gli alimenti ingeriti si putrefanno e avvelenano l’individuo, fino ad ucciderlo.
Parlando uno della difterite, un altro dell’influenza, un altro ancora della scarlattina, vari igienisti affermano che la guarigione avviene in quasi tutti i casi se essi non sono impediti da alimenti e medicinali.

GLI ANIMALI DIGIUNANO
Gli animali digiunano quando sono gravemente feriti o hanno malattie acute. La testimonianza di tutti coloro che hanno digiunato in seguito ad una frattura conferma l’assenza di dolore e il benessere fin dall’inizio, mentre la cicatrizzazione si persegue più velocemente che se si mangiasse.
In tutti i casi di malessere, l’alimentazione aumenta tali malesseri, mentre il digiuno li diminuisce. Ora, il benessere e l’assenza di dolore che derivano dal digiuno possono essere classificati come i suoi principali risultati.
Un’alimentazione continua quando non si sta bene, nella febbre o nel dolore, costruisce la malattia cronica.
L’idea di alcuni anni fa, secondo la quale i malati dovrebbero avere una dieta ricca di calorie e concentrata in proteine è errata. Né le calorie, né le proteine saranno digerite e assimilate. Il digiuno è la sola procedura logica."

COME INTERROMPERE IL DIGIUNO DOPO UNA FEBBRE?
Shelton raccomandava di proseguire il digiuno due o tre giorni dopo che la febbre era cessata e poi di interrompere con un succo di frutta. Se si interrompe prima la febbre ritorna.
In realtà i malati non hanno la pazienza di proseguire ancora il digiuno per alcuni giorni e ridiventano febbricitanti!
Ecco perché Mosséri raccomanda ai febbricitanti di non tagliare il digiuno con dei frutti o i loro succhi, a causa dello zucchero e degli acidi, che fanno ritornare la febbre ma di prendere un brodo caldo di ortaggi, tre o quattro volte il giorno, quando la temperatura scende a 36 -36,5 C per uno o due giorni. Il terzo giorno si può consumare una minestra di ortaggi, al posto del brodo. Il quarto giorno, si possono reintrodurre i frutti.

OCCORRE UNA DIAGNOSI?
E’ un errore frequente di chiamare il medico per avere una diagnosi medica, anche se non si conta di seguire le prescrizioni e le ricette.
Affibbiare un nome alla malattia, non può servire che a sbigottire e a spaventare. Le analisi e i test non sono di alcuna utilità e fanno più male che bene. Essi costituiscono un mezzo di pressione, cosiddetta scientifica, per portare i malati a seguire il trattamento medico.
L’importante è di cercare le cause e non di dare un nome a un gruppo di sintomi. Ora, la diagnosi non ha per scopo di cercare la causa. Neanche le analisi possono indicare la causa. Tutte le diagnosi, tutte le analisi e tutti i test non conducono che a un solo obiettivo: palliare i sintomi. Il loro solo scopo è il trattamento sintomatico.
Infine, se si ha bisogno di un certificato medico per giustificare un’interruzione del lavoro, allora si chiamerà di preferenza un medico omeopatico, ma precisandogli che siete contrari agli antibiotici.

LA STORIA DI UN BAMBINO FEBBRICITANTE
Un professore francese scrisse a Mosséri dalla Tunisia affermando che suo figlio aveva una febbre da tempo e i medici non erano riusciti a fare una diagnosi e che lui aveva preso appuntamento con due professori. Mosséri gli consigliò di annullare l’appuntamento con loro e di mettere a digiuno il figlio o altrimenti di dargli solo brodi caldi di ortaggi. Due settimane dopo il bambino era guarito, ma il padre era curioso di sapere che cosa aveva avuto il figlio. Mosséri gli rispose che la diagnosi serve solo a spaventare la gente e a indurla a un trattamento medico sintomatico, non a trovare la causa della malattia.

COME DIGIUNARE?
Il digiuno deve essere fatto riposando a letto, bevendo solo acqua, con una orsa calda ai piedi.
Se non si riposa o si bevono dei succhi di frutta la febbre non passa poiché essi contengono molti zuccheri acidi.

LA FEBBRE FORTE
Alcuni sono spaventati quando la febbre supera i 40°C. Essi temono che una febbre forte sia un pericolo per la vita. In realtà, più la febbre è elevata, più la vitalità è grande.
Il vero pericolo consiste nel contrariare la febbre, nel combatterla, nel volerla abbassare a qualsiasi prezzo, nell’uscire per lavorare, nel freddo, nello stancarsi.
Occorre solo badare ai bisogni elementari del malato: calore, acqua da bere a volontà, tranquillità. Gli incidenti sono sempre provocati dai medicinali e dall’alimentazione. (N.d.T.: credo che occorra, però, assicurarsi che il malato possa smaltire il calore, cioè che vi sia all’occorrenza ventilazione se la temperatura dell’aria è molto alta).

COME AIUTARE LA NATURA?
Tutti i trattamenti e tutti i rimedi sono inutili e nocivi. La natura ha bisogno solo di aiuto passivo: riposo, calma, acqua, restare a letto. Tutto il resto ostacolerà la sua azione salutare.

LE ECCEZIONI
Mosséri ha avuto due o tre casi particolari in cui la febbre era presente. Col digiuno era diminuita, senza sparire totalmente. Il soggetto si sentiva bene e guarì con un brodo caldo di verdura.
Una giovane donna di 37 anni soffriva di una febbre irregolare accompagnata da un dolore alla milza e da un gonfiore di quest’organo, accompagnati da una prostrazione totale. In capo a 7 giorni di digiuno ella morì. Malgrado due anni di regime vegetariano rigoroso il cancro della milza non poté essere eliminato. La febbre irregolare è un sintomo nefasto, come il dolore e il gonfiore nell’addome. Lo scoppio di un ascesso mortale comanda un’operazione urgente. Il digiuno e l’operazione non salveranno che alcuni casi, non tutti.


CAPITOLO 21 - LE MALATTIE CRONICHE


LE MALATTIE CRONICHE

LA TOSSIEMIA
Nelle malattie croniche, il digiuno favorisce l’eliminazione delle tossine che sono state accumulate per anni. Non è il digiuno che elimina o che guarisce. Il digiuno permette al corpo di eliminare e di ristabilirsi da sé.
Si diventa malati coi propri errori, con le proprie follie e abitudini antigieniche che snervano l’organismo e non gli dànno il tempo di ricaricarsi.
Allora, la tossiemia e la malattia diventano inevitabili.
La tossiemia è uno stato anormale del sangue e dei tessuti, proveniente da una vita malsana che produce l’enervazione. Gli igienisti del passato consideravano la tossiemia come un accumulo eccessivo di scarti metabolici proveniente dall’enervazione, ma gli igienisti contemporanei sostengono l’idea che esistono due forme di inquinamento organico interno.

LE DUE TOSSIEMIE
1) l’inquinamento organico endogeno,
2) l’inquinamento organico esogeno.
L’inquinamento organico endogeno rappresenta gli scarti normali del metabolismo, cioè i sottoprodotti cellulari chimici, provenienti dalle attività quotidiane delle cellule, che devono essere eliminati, altrimenti danneggiano i tessuti.
L’inquinamento organico esogeno proviene dalle sostanze tossiche che sono assunte dall’esterno, consapevolmente o inconsapevolmente. Esempi: l’aria che si respira, l’acqua che si beve, gli alimenti che si mangiano possono contenere dei veleni. L’indigestione, la sovralimentazione, le cattive mescolanze, l’alcol, il cioccolato, il caffè, il tabacco, ecc. rappresentano anch’essi degli esempi. Si comprendono facilmente i veleni esogeni, ma quelli endogeni non sono riconosciuti dalla medicina, poiché sono prodotti correnti del metabolismo e perché - così avviene nel caso del biossido di carbonio - l’organismo ha il mezzo di camuffarlo combinandolo con altri minerali, fino al momento in cui avrà la possibilità di eliminarlo.

L’ACIDITA’
Quando il corpo contiene più sali minerali acidi che sali minerali basici, i tessuti sono derubati delle loro riserve basiche per neutralizzare l’acidità. Ne deriva una funzione alterata e la malattia.
L’equilibrio tra gli acidi e le basi nel sangue e nei tessuti è sempre molto delicato e il corpo per mantenerlo si vede tutto il tempo obbligato, per così dire, a derubare Paolo per pagare Pietro. Gli eccessi e le carenze sono così mascherate, di modo che la tossiemia non è più percepita a dispetto di tutte le analisi di laboratorio.

NESSUNA ANALISI ESISTE PER LA TOSSIEMIA
Un’altra ragione per la quale la tossiemia non è percepita dai fisiologi, è che tutte le cosiddette norme chimiche e funzionali del corpo sono state stabilite su organismi in cattiva salute. I test dovrebbero essere praticati solamente su dei soggetti sani, di soggetti superiori in tutto, per determinare il potenziale di salute più elevato.
Comunque, la tossiemia si può riconoscere attraverso la stanchezza, il languore, la malinconia, la mancanza di vigore. Queste sintomi indicano anzitutto l’enervazione, in seguito, quando sono più avanzati, la tossiemia.
I test di laboratorio e le diagnosi non possono misurare queste sensazioni soggettive. Ecco perché la medicina nega la loro esistenza. Quando vi lamentate da un medico di una mancanza di tono o di altri sintomi, costui fa un esame, poi ordina delle analisi complete di laboratorio e dei raggi X. Ma come d’abitudine queste analisi e questi esami non svelano niente di grave, egli vi dirà:
Non avete niente. Le vostre malattie sono immaginarie. Dimenticatele. Uscite e divertitevi.
Ecco il consiglio dato a dei soggetti molto tossiemici. Che si sentivano male, che non avevano neanche la forza di divertirsi.
Finché si ha molta energia nervosa, e finché il sistema circolatorio e gli organi d’eliminazione sono in buono stato di funzionamento, tutti i veleni endogeni ed esogeni sono eliminati tutti i giorni attraverso i polmoni, i reni, il colon e il fegato. I tessuti sono così preservati dalle tossine. Questo stato di salute si accompagna a un benessere e a una sensazione di felicità.

FIN DALLA NASCITA
I bimbi nascono con un debolissimo grado di tolleranza verso i veleni. Quantunque la madre fumi, prenda del tè, del caffè, dell’alcol, cioccolato e altri veleni, e benché la placenta non formi che una barriera leggera e i veleni affliggano il feto, il nuovo organismo arriva a liberarsi dalle tossine, poiché i suoi tessuti giovani possiedono una vitalità rinnovata.
Disgraziatamente, i bimbi nascono in un mondo antibiologico che li assoggetta ad un ambiente malsano e che li inizia a tutte le altre abitudini devitalizzanti. Il modo di vita corrente produce presto in essi uno stato di tossiemia e il bambino si ammala del suo primo raffreddore o di qualsiasi altra crisi di eliminazione.
Dopo l’assalto continuo dei veleni esogeni ed endogeni, il bambino impara a tollerare sempre più le materie tossiche. Sviluppa meno raffreddori e influenze.
Allora, quando queste materie tossiche si accumulano oltre la tolleranza, si scatena una crisi di eliminazione sotto una forma o sotto un’altra.

I GUASTI IRREVERSIBILI
Ciò non vuol dire che nessun male accompagni questo fardello di materie tossiche nel corpo. Vivere tutto il tempo in uno stato tossico, è essere avvelenati cronicamente. I tessuti dovunque nel corpo sono danneggiati, e talvolta in maniera irreversibile.

UN BASSO LIVELLO DI TOLLERANZA
Il solo mezzo di ristabilire un livello basso di tolleranza verso le tossine, è di modificare lo stile di vita e di assicurarsi abbastanza riposo e sonno per recuperare l’energia nervosa, di modo che gli organi possano funzionare di nuovo al livello fisiologico più alto.
Ecco perché quelli che vivono molto igienicamente reagiscono molto rapidamente quando fanno la minima deviazione. Essi hanno conservato il loro livello di tolleranza molto basso e il loro corpo elimina energicamente tutti i veleni prima che essi danneggino i tessuti.
L’igienista non può cavarsela come i suoi compagni che vivono come tutti. Quando si comporta in maniera antibiologica, il suo corpo glielo ricorda subito. E’ un corpo sano che suona prontamente l’allarme.
Viceversa, quando i sensi sono smussati dall’enervazione e dalla tossiemia, essi non reagiscono prontamente e lasciano pensare che sono in migliore salute e che se la cavino meglio di un igienista, il quale a sua volta non comprende e si domanda perché egli si sente così male mentre fa tanti sforzi sulla buona strada.

I TESSUTI CICATRIZIALI E FIBROSI
Quando la tossiemia cronica irrita costantemente i tessuti, si instaura uno stato di infiammazione cronica.
Vi è sicuramente successo talvolta di tagliarvi un dito e di vedere come l’infiammazione ha contribuito alla cicatrizzazione. La ferita si ricopre di un nuovo tipo di tessuto chiamato tessuto cicatriziale. Dopo la cicatrizzazione, questo tessuto è bianco, sprovvisto di vasi, di peli e di ghiandole sebacee. E’ un tessuto non funzionale che serve soltanto a riunire la pelle funzionale, come un punto di cucitura a zigzag o un’imbastitura che tiene un vestito strappato. Questa imbastitura va bene? Va bene, ma non così bene come il materiale originale - non ha la stessa qualità. Il tessuto cicatriziale è sempre di qualità inferiore a quella del tessuto funzionale.
L’infiammazione cronica è causata dalla tossiemia cronica e provoca la distruzione delle cellule funzionali normali di un organo, per sostituirle con tessuti fibrosi. Disgraziatamente, nessun dolore accompagna l’infiammazione cronica, poiché la maggior parte degli organi interni sono sprovvisti di nervi sensitivi.
Ne segue che l’infiammazione cronica, a differenza dell’infiammazione acuta, può esistere senza che se ne sia coscienti. E’ una grande sciagura poiché una distruzione patologica considerevole può realizzarsi mentre voi pensate di essere in buona salute!

IL DETERIORAMENTO DEGLI ORGANI
L’infiammazione degli organi può esistere in parecchie parti del corpo, allo stesso tempo. La sua sede non è scoperta che quando un certo numero di cellule di un organo sono distrutte provocando l’alterazione funzionale, accompagnata da segni obiettivi di malattia.
A tale stadio, un deterioramento patologico considerevole degli organi e dei tessuti si è impercettibilmente prodotto. Allora i cambiamenti strutturali che si allontanano dalla normalità sopraggiungono in tutte le parti del corpo.

I SEGNI PREMONITORI
Come sapere dove si è? La natura ci avverte con numerosi segni di allarme.
-....la stanchezza,
-....l’irritazione,
-....e tante altre piccole miserie che noi soffochiamo col caffè, il tè, le pillole e gli stimolanti.
E’ così che il male continua in modo quasi insospettato.
Abitualmente, le cellule del corpo si usurano e muoiono molto lentamente e sono rimpiazzate da strutture cellulari normali.
Ma quando l’infiammazione cronica, che proviene dalla tossiemia cronica, non è curata, le cellule si usurano più velocemente e l’infiammazione cronica provoca un processo conosciuto sotto il nome di fibrosi. E’ un tessuto simile al tessuto cicatriziale. I tessuti fibrosi si moltiplicano così al posto dei tessuti normali funzionali.
Quando un irritante di debole intensità, secondo il fisiologo Boyd, agisce sui tessuti, ne risulta un’infiammazione cronica, contrariamente al processo rapido e acuto che caratterizza l’infiammazione acuta.
La reazione dei tessuti è del tutto differente da quella dell’infiammazione acuta. La si qualifica spesso prolifera. Le sole cellule che proliferano sono i fibroblasti.
In un organo come il fegato o i reni, un irritante violento produrrà un’infiammazione acuta che distruggerà le cellule parenchimatose altamente specializzate, come i tessuti connettivi più modesti, al contrario un irritante debole ucciderà le cellule speciali e non farà che stimolare i tessuti fibrosi per proliferare (fibrosi).

UN ESEMPIO: L’ARTERIOSCLEROSI
Le tossine che circolano nel sangue sono irritanti di debole intensità che stimolano la fibrosi. E’ così che si sviluppa l’arteriosclerosi, che colpisce a poco a poco tutte le arterie del corpo, senza che l’individuo se ne renda conto. Le cellule normali delle pareti arteriose sono rimpiazzate con un tessuto duro e fibroso. Altri tessuti sono distrutti nel corpo alla medesima maniera. Infatti, questi tessuti fibrosi possono svilupparsi nel cuore, nel fegato, nei reni, nella milza e in qualsiasi altro posto nel corpo in cui la tossiemia causa un’infiammazione cronica. Si perdono così delle cellule funzionali normali, che sono sostituite da tessuti cicatriziali. Questo sviluppo di tessuti cicatriziali si svolge perché si è lasciato correre per anni e anni uno stato di tossiemia cronica.
Esiste uno stile di vita per prevenire lo sviluppo della tossiemia. E quelli che lo sanno attraverso la lettura dei libri igienisti non hanno scuse nel permettere la distruzione disastrosa dei loro tessuti. vita, l’organismo ne soffre e le cellule sono danneggiate.
Si possono citare esempi diversi dall’arteriosclerosi, come la cirrosi, la tubercolosi, i tumori, il cancro, i polipi, ecc.

L’ENERVAZIONE
L’enervazione precede sempre la tossiemia. Non si può avere tossiemia finché i nostri organi funzionano normalmente. Ma quando si comincia a vivere in modo tale, che si perde più energia nervosa di quanta se ne recuperi durante i periodi di riposo e di sonno, si produce uno stato di enervazione.
La natura si restaura unicamente col riposo e col sonno. La vita moderna è così trascinante, vi sono così tante cose da vedere e da fare che si dimentica di riposarsi e di dormire abbastanza, privando così il corpo dei processi restauratori della natura.
E si commette un errore ancora più grave quando si ha qualche cosa da fare e si ricorre ad uno stimolante per reggere alla stanchezza. Quando sono impiegati gli stimolanti al posto del riposo, il recupero dell’energia nervosa non potrà rimediare al consumo. Il recupero di questo esaurimento temporaneo o parziale richiederà uno o due giorni di riposo supplementare e di sonno ma se si continua lo spreco dell’energia, potrà occorrere più di un anno più di un anno per ricaricarsene.
Per mantenere una buona salute, il corpo reclama la luce naturale, l’aria, il calore, l’esercizio, il riposo e il sonno, l’equilibrio emotivo e la dieta appropriata. Ma questi fattori devono essere provvisti tanto in qualità che in quantità appropriate, cioè in combinazioni e in proporzioni convenienti, le une in rapporto alle altre.
Mentre il medico dosa i veleni secondo ciascuna malattia, l’igienista dosa l’alimentazione secondo i bisogni, dosa il riposo, dosa l’esercizio secondo la forza, dosa il sonno secondo lo stato, dosa i bagni di sole secondo la capacità che l’organismo ha di trarne beneficio.
Non si può ricaricare attivamente l’energia nervosa perduta. Il solo mezzo per cavarsela dagli abissi dell’enervazione, è la passività.
Talvolta occorre più di un anno di riposo e di sonno supplementari, prima che un invalido possa ricaricare le sue energie nervose.

LA TOSSIEMIA
Come l’alcol, che è un sottoprodotto dell’attività batterica, diventa sufficientemente concentrato, uccide i batteri che l’hanno prodotto.
Anche le cellule muoiono quando i loro rifiuti diventano troppo concentrati. Ciò fa parte del processo di invecchiamento.
Gli igienisti possono prolungare la loro vita vivendo secondo le leggi biologiche. Così evitano pure di avere dei corpi deboli, paralizzati e miserabili e di non provare più piacere nella vita.

SPRIZZANTI GIOIA E SALUTE
E’ un piacere immenso osservare gli individui dopo il loro digiuno, quando sono liberati dal loro fardello tossico e sono felici nel loro intimo. Sprizzano gioia senza interruzione.
La loro depressione scompare per fare posto alla felicità e al benessere.

LA STIMOLAZIONE
Ciò che distingue l’igienismo dalle altre scuole naturopatiche o mediche, è soprattutto la nozione centrale dell’energia nervosa alla base di tutti i ragionamenti che toccano la salute.
La medicina utilizza gli stimolanti e i ricostituenti chimici, mentre i naturopati ricorrono agli stimolanti e ai tonici cosiddetti naturali. Essi ignorano che la stimolazione è, in verità, una perdita d’energia.

LA STORIA DI CIRILLO SULLA SUA MOTO
C’era una volta una bella moto, nera e brillante che si soprannominava Giaguaro, poiché essa scattava come un giaguaro. Apparteneva a Cirillo, che l’aveva acquistata per sbalordire i suoi giovani amici ed amiche. Tutti i sabati e domeniche, egli partiva per fare un giro, raggiante di felicità sulla sua moto.
Un giorno lavò il suo Giaguaro e se ne andò, pieno d’orgoglio, sulla sua moto che ronzava e il cui motore potente scoppiettava con furore. Egli correva di qua e di là, saltava le dune e i monticelli, faceva salti e soprassalti.
Poi improvvisamente il Giaguaro cominciò a tossire, cessò di ruggire e infine si fermò. La benzina mancava e il superbo Giaguaro dava l’impressione di un povero gatto, anziché di una tigre potente.
Cionondimeno, l’ago della riserva aveva avvertito il giovane prodigo, che il livello si abbassava, man mano che proseguiva la sua gita. Ma egli era talmente inebriato dalla velocità, inebriato dal piacere, che non prestò attenzione a quell’ago della riserva di benzina.
Gli organismi somigliano un poco a quella moto, nel senso che hanno bisogno di energia per correre, lavorare, agitarsi, digerire, camminare, leggere, esercitarsi, ecc. Ma le riserve possono anche esaurirsi.
Ora, esattamente come la benzina, quest’energia nervosa è limitata.
Fortunatamente, noi abbiamo un segnale che ci può avvisare che questa energia è bassa. Esattamente come noi dobbiamo apprendere la gestione di una moto o di un’automobile, dobbiamo apprendere il funzionamento del nostro corpo.

LA STANCHEZZA E’ IL NOSTRO INDICATORE DI LIVELLO DELLA BENZINA
E’ una sventura che si rompa il termometro, o si guasti l’indicatore di livello dell’energia vitale con gli stimolanti.
Infatti, il caffè, il tè, il vino, anche in piccola quantità, le bevande di cola e gli altri eccitanti moderni ci impediscono di conoscere il livello della dispersione di energia. E’ soltanto quando siamo completamente scarichi, che siamo completamente spossati, che ci rendiamo conto finalmente conto che i nostri pneumatici sono scoppiati e che le nostre riserve sono terminate.
Se noi evitiamo tutti questi stimolanti, la natura ci avviserà quando essa è stanca. La stanchezza è il nostro indicatore di livello della benzina.
Il sintomo della stanchezza rappresenta la maniera con cui il corpo ci avverte che ha bisogno di riposo, per ricaricare l’energia nervosa. Questa è la forza che sostiene tutte le sue azioni.
La stanchezza non è un segnale che bisogna prendere un’altra tazza di caffè, che bisogna mangiare di più o prendere del miele, cose zuccherate o qualsiasi stimolante favorito. La stanchezza ci comanda il riposo. è il riposo che ricarica le batterie e ci permette di riprendere le nostre attività nella vita. tutto ciò ormai vale anche per i giovani.
Per avere molta energia, tutti, giovani e vecchi, devono scoprire come conservarla e come prevenire l’enervazione, apprendendo quali ne sono le cause.

L’ENERVAZIONE E LE SUE CAUSE
In generale, l’enervazione significa esaurimento dell’energia nervosa. Essa è causata da parecchi fattori:
-....le sostanze malsane
-....gli eccessi
-....le carenze
-....gli stati emotivi e le abitudini emotive
-....i veleni abituali.

LA MODERAZIONE IN TUTTO?
Molti affermano che essi bevono vino senza abuso, caffè senza eccesso, mettono poco sale e pepe sugli alimenti, mangiano poca carne, pochi salumi, non abusano di camembert. Queste parole che sembrano imbevute di saggezza racchiudono nondimeno un inganno e una menzogna. Si inganna sé stessi o si ingannano gli altri.
Infatti l’abuso e la moderazione concernono le sostanze sane della vita, non quelle nocive come l’oppio, il tabacco, il caffè, il vino, gli alimenti malsani, i medicinali. Che non sono necessarie, ma una fonte di pericolo. La minima quantità di queste sostanze tossiche è un abuso.
La moderazione concerne le cose sane, morali e positive della vita, come non si può essere moderati nella menzogna, nel furto, nell’odio, nella gelosia.

GLI ECCESSI E IL SOVRAFFATICAMENTO
Una vita intensa non è compatibile con una vita lunga.
Ciò significa che non si può sprecare la propria energia quando si è giovani, senza ritrovarsi un giorno totalmente spossati.
Infatti, l’energia nervosa non è inesauribile. Quando non se ne ha più, la macchina del nostro corpo si ferma, gli organi rallentano il loro lavoro e funzionano a un regime fisiologico più basso, secondo le forze disponibili.
Se nella vostra giovinezza sprecate la vostra energia con un’attività costante, con le ore piccole, con le sostanze malsane, sarete talmente intossicati, che non vi basteranno pochi giorni di riposo per ristabilirvi. Occorreranno spesso mesi per recuperare e disintossicarsi.
Si può spendere troppa energia nervosa consumando sostanze malsane, ma anche abusando di cose sane.
Si può abusare agevolmente del cibo, del lavoro, del sole, delle sensazioni, ecc. Si abusa spesso dei bagni di mare come dei bagni nella vasca o nella doccia. Si subiscono a volte degli stati emotivi negativi molto enervanti che sviluppano la tossiemia.
Bisogna imparare a fornire al nostro corpo le quantità giuste e senza eccessi di cui ha bisogno normalmente, secondo le capacità individuali di ciascuno. Per alcuni è difficile moderarsi e allora occorre ricorrere a un professionista per smascherare le abitudini cattive.
Infine l’abuso degli alimenti concentrati è uno dei peggiori possibili. Esso spreca un’energia enorme per alimenti che non sono, in generale, specifici all’essere umano.
Lo stomaco, il pancreas, gli intestini e il fegato devono accrescere il loro lavoro per secernere abbastanza enzimi digestivi. Tutto il sistema digerente, più gli organi associati, sono tassati dalla sovralimentazione.
Come conseguenza di questa sovralimentazione, il sistema è imbottigliato con le troppe materie prime alimentari. Mangiare un pasto giusto dopo l’altro, con degli spuntini frequenti tra i pasti, impedisce una buona digestione. Gli alimenti fermentano e si putrefanno nel canale alimentare e avvelenano il corpo. Tutto il corpo deve lavorare giorno e notte per tentare di assimilare gli alimenti consumati, e si finisce per spossarsi.
Una cura di digiuno sorvegliata permette il ristabilimento della maggior parte delle malattie croniche, altrimenti due cure ad alcuni mesi d’intervallo. Una dieta igienista rigorosa deve essere seguita tra le due cure.


CAPITOLO 22 - EVOLUZIONE DELLA MALATTIA


EVOLUZIONE DELLA MALATTIA

LE ABITUDINI ANTIFISIOLOGICHE
(in ordine d’importanza)
a)....non rispetto del primato della fame acuta, ciò che comporta la bulimia, visto che lo stomaco è ancora disteso e per compensazione si è portati ad abbandonarsi alla sazietà patologica.
b)....Gli alimenti non specifici alla razza umana (carni, pesci, pane, cereali, latticini, zucchero raffinato, pimento, ecc.). Gli alimenti specifici alla razza umana sono i frutti, gli ortaggi e le radici.
c)....I vari veleni: caffè, vino, cioccolato, medicine, prodotti chimici di qualsiasi specie, conservanti, fattori di sapidità detti esaltatori del gusto (glutammato di sodio), coloranti, tè, alcol, tisane, pepe, condimenti, spezie, aromi, condimenti forti, sale, ecc.
d)....Il sovraffaticamento fisico o mentale.
e)....Le tensioni nervose provocate dalle emozioni negative o l’eccesso di emozioni positive.
Esempi: la paura, l’ansietà, il rancore, il segreto, l’odio, la collera, la gelosia, la sovreccitazione mentale per gioia eccessiva, l’ipnosi collettiva davanti ad un predicatore dominatore, un oratore politico potente e dotato di un potere ipnotico sicuro, ecc.
f)....La fretta e la precipitazione
g)....Le carenze affettive e la solitudine
h)....La cottura all’olio o al burro e le fritture provocano l’aumento allarmante dei globuli bianchi nel sangue durante la digestione (leucocitosi), il che non si produce con gli alimenti crudi. La cottura a bassa temperatura, senza grassi è accettabile.
i)....Le cattive mescolanze. Esempio: farinacei/acido.
j)....La ricerca di un equilibrio emotivo illusorio in uno stato di calore permanente, in cui le attività sessuali sono deviate dal loro scopo costituzionale che è la propagazione della specie, e che deriva direttamente dal consumo degli alimenti azotati, troppo concentrati in proteine.
k)....L’eccesso di sole, di vento, di bagni, di freddo, di calore, di sensazioni, le veglie. Bisogna rispettare il ritmo della natura: la notte è fatta per dormire, il giorno per essere attivi.
l)....La pigrizia, la noia, la mancanza di sole, d’aria pura, ecc.

2 - L’ENERVAZIONE
Le abitudini anti fisiologiche appena elencate esauriscono l’energia nervosa dell’organismo con dei consumi straordinari. Ora, questa energia nervosa è necessaria per il funzionamento di tutti gli organi, dei sensi, delle cellule, dei muscoli, e per la fabbricazione dei succhi preziosi della digestione, per la funzione sessuale, e infine per l’eliminazione al livello cellulare dei rifiuti metabolici, poi la loro espulsione attraverso gli emuntori (fegato, reni, polmoni, intestini).

3 - PERDITA DELLE SECREZIONI DIGESTIVE E RIPRODUTTIVE
Il bolo alimentare non digerito, totalmente o in parte, passa l’indomani nelle feci, che diventano abbondanti, maleodoranti e poco formate, invece di essere inodori, poco abbondanti e ben formate. Il bolo alimentare che passa nelle feci trascina con sé i succhi digestivi che non si presume debbano essere perduti ma riassorbiti. Questa perdita secca obbliga l’organismo al raddoppio di sforzi per compensarla e finisce per esaurirlo.

4 - DIMINUZIONE DELL’ELIMINAZIONE CELLULARE
L’eliminazione necessita dell’energia nervosa. Ma quando l’energia nervosa è esaurita dai consumi eccessivi, l’eliminazione si allenta, i rifiuti si accumulano nel sangue e nei tessuti: è la tossiemia.

5 - LA TOSSIEMIA ENDOGENA ED ESOGENA
Si tratta della ritenzione delle tossine cellulari normalmente prodotte dal metabolismo, aggiunte alle tossine di origine esterna, come i prodotti chimici, i medicinali, il caffè, i veleni, i prodotti della fermentazione e della putrefazione degli alimenti non digeriti.

6 - CRISI DI ELIMINAZIONE, ACUTA O CRONICA
Quando il corpo è troppo incrostato dalla tossiemia, ha una crisi di eliminazione acuta o cronica (febbre, raffreddore, asma, artrosi, malattie della pelle, ecc.)

7 - DISTRUZIONE PROGRESSIVA DEGLI ORGANI E DEI TESSUTI
E’ stato visto precedentemente che i tessuti del corpo diventano di genere fibroso quando la tossiemia lo invade. Col tempo, se non si agisce per invertire questo stato morboso, si entra nello stadio irreversibile o incurabile.


CAPITOLO 23 - IL RITORNO ALLA SALUTE


IL RITORNO ALLA SALUTE
L’evoluzione della malattia che si è studiata nel capitolo precedente non è a senso unico, irreversibile e fatale, come insegna la medicina. Si può arrestare questa evoluzione patologica, e perfino farle tornare indietro completamente.
Tuttavia, il ritorno progressivo alla salute non è possibile che per i casi che non hanno raggiunto l’ultimo stadio della distruzione tissulare.
Sarà sufficiente procedere all’inversione progressiva dell’evoluzione patologica attraverso le tappe seguenti:
1 - SOPPRESSONE DI TUTTE LE ABITUDINI ANTIFISIOLOGICHE E MALSANE, menzionate già e per ordine d’importanza
2 - RECUPERO DELL’ENERGIA COL RIPOSO FISIOLOGICO TOTALE (Digiuno, riposo a letto)
Bisogna lasciare al corpo il tempo di recuperare le sue energie perdute, ricaricare le sue batterie, eliminare il suo fardello di tossine accumulate, e questo può durare giorni, mesi o anni, per i casi più gravi.
3 - IL RISTABILIMENTO PROGRESSIVO
Durante questo periodo bisogna fornire all’organismo tutti i fattori d’igiene necessari alla vita e allontanare tutti quelli che non le sono necessari. Dosare secondo le capacità d’utilizzazione diminuite del soggetto e secondo il suo potere di utilizzazione, giorno per giorno. Pertanto, diminuire il cibo e l’esercizio e aumentare il riposo.

4 - GLI STADI IRREVERSIBILI
La maggioranza di questi casi irreversibili (vero cancro, vera tubercolosi, diabete insulinodipendente, ecc.) possono, nella migliore delle ipotesi, essere stabilizzati, seguendo il medesimo processo, sotto la sorveglianza stretta di un igienista esperto. Essi possono aspirare a condurre una vita attiva e vivere abbastanza a lungo, se arrivano a correggere il loro stile di vita e la loro alimentazione.


CAPITOLO 24 - I RIMEDI NATURALI DURANTE IL DIGIUNO O COME AIUTARE LA NATURA


I RIMEDI NATURALI DURANTE IL DIGIUNO O COME AIUTARE LA NATURA

I PRODOTTI NATURALI
Il grande pubblico è portato verso ciò che è naturale, poiché è consapevole che con la civiltà si è allontanato dalla natura e che ciò si produce a suo danno. Allora si appassiona a tutti i prodotti che essa ci dà, senza alcuna discriminazione.
Bisogna, però, fare distinzione tra i prodotti della natura, poiché non sono tutti destinati all’uomo.
E’ così che certi vermi si nutrono e si sviluppano mangiando delle foglie di tè, mentre l’uomo non potrebbe consumarne senza che esse lo avvelenino. Il tè e il tabacco sono veleni per l’uomo come la belladonna e l’hashish.
Ora, tutte queste sostanze sono naturali, ma non possono essere metabolizzate ed è per questo che sono qualificate veleni, per definizione.
Affinché una sostanza sia conveniente per l’uomo non basta che sia naturale, quantunque sia una condizione preliminare. Bisogna in più che essa sia normale alla specie, cioè specifica, quindi che gli convenga per la sua costituzione.

L’ARGILLA E LE CURE TERMALI
Non è sorprendente che l’artritismo, il reumatismo e la nevralgia siano tra le malattie alleviate dai bagni di argilla. Infatti, il calore dell’argilla, come quello delle sorgenti termali calde, procura un sollievo temporaneo dei dolori. Ma questo genere di cure deve essere ripetuto a intervalli regolari.
E’ necessario ricordare che una compressa di argilla o una cura termale o un cataplasma di fango, non sopprimono la causa.
Un tale sistema di cura è qualificato "naturale", ma non resta meno vero che queste "guarigioni naturali" non sono permanenti, poiché i medesimi pazienti frequentano queste stazioni termali ogni anno.
Quando una persona deve trattarsi mentre vive in maniera malsana e astenendosi dagli affari del mondo, ella non può sentire che la sua salute è ristabilita.

CHE COSA CERCA LA MEDICINA
La medicina cerca, non di guarire i malati, - essa se ne è doluta da molto tempo, - ma di dar loro sollievo, affinché essi possano continuare a vivere come prima, cioè in modo malsano. Ed è proprio questo che il popolo vuole.
Due questioni devono essere poste quando si è in presenza di una cosiddetta soluzione per le sofferenze dei malati.
1) - Essa rimedia realmente allo stato che sta dietro i sintomi allarmanti?
2) - Il lavoro rimediante è temporaneo o permanente?
La risposta corretta a queste due domande determinerà ciò che è reale da ciò che è illusorio in qualsiasi misura dichiarata rimediante.
Se il beneficio apparente non è che superficiale e temporaneo, la misura non procurerà alcun vantaggio autentico. Considerando la lunga esperienza dell’umanità con quelle misure e i loro effetti invariabilmente nocivi noi possiamo considerarle come cattive.
E’ propriamente là che esistono le differenze tra la medicina ufficiale e la medicina naturale da una parte e le misure igieniste dall’altra parte. Prima di considerare il carattere permanente o no che deriva dai risultati di queste misure diverse, è essenziale trarre una linea tra i mezzi naturali per curare il corpo e quelli che sono alla moda per curare la malattia.
Viviamo in un secolo in cui è abituale qualificare naturali tutti i metodi e tutti i sistemi di trattamento che non usano i medicinali. I bagni di sabbia, un cataplasma d’argilla, una bevanda di acqua minerale, una compressa di ghiaccio, la chiropratica, i massaggi, l’elettricità e perfino le piante velenose, sono chiamate "cure naturali".
Certamente l’argilla è naturale, le acque minerali sono naturali, le piante velenose sono naturali - ma non è vero che tali cose siano dei rimedi. E non è nemmeno vero che tali cose abbiano un rapporto naturale o normale col corpo.
L’idea corrente è che la malattia consista in certi malesseri e sintomi sgradevoli - dolori, debolezza, ecc. Di conseguenza quasi tutte le misure impiegate per guarire il malato, lo sono in vista del sollievo dei sintomi. - Shelton.
La medicina è in certo modo una demagogia. Il dolore è partito, dunque si è guariti. Ci si sente più forti e stimolati, dunque tutto va bene! Non ci si preoccupa di sapere il risultato finale e le conseguenze future sulla salute.
Infatti, palliare un dolore non significa guarire qualcosa. Impedire al corpo di produrre il dolore rendendo insensibili i nervi con un tocco di agopuntura, con delle sedute di chiropratica o dei medicinali analgesici non guarisce nulla. Il dolore ha quasi sempre uno scopo utile di eliminazione. E’ un richiamo di sangue per purificare il corpo e per rigenerarlo.
Se si può procurare sollievo al malato, anche temporaneamente, il trattamento è considerato valido.
Prendiamo come esempio una preparazione vegetale popolare: il caffè. Si può utilizzarlo per alleviare il mal di testa, ma è ben noto che questo sollievo è fittizio e momentaneo. Ora il caffè è naturale, ma non è un rimedio valido per i mal di testa.
Possiamo prendere anche un’altra pianta popolare: il tabacco. E’ correntemente usato come sedativo e come tranquillante. Quando il fumatore si sente a disagio, nervoso, emotivo e teso, prende una sigaretta che gli procura una narcosi che la nicotina genera. E’ un sollievo narcotico, dunque illusorio e di breve durata. Certo che egli può prendere sempre un’altra sigaretta e così di seguito.
E’ altrettanto facile assuefarsi agli aggiustamenti della chiropratica come diventare un assuefatto del caffè o del tabacco.
Infatti, la stimolazione (irritazione) occasionata da una spinta della chiropratica su un punto particolare della spina dorsale, il leggero trauma causato dalla forte pressione, non causano un benessere permanente più di una semplice tazza di caffè.
La nostra posizione di fronte a queste misure, anche se esse sembrano "naturali" è la seguente: ciascuna malattia ha una causa. Togliete questa causa e la malattia cesserà. Se la soppressione della causa è permanente, il ristabilimento è permanente. Ne segue che se i sintomi ritornano, è che la causa non è stata eliminata. Il trattamento non ha fatto altro che sopprimere temporaneamente i sintomi.
Noi vogliamo dire per ristabilimento autentico, la cessazione dei sintomi e la pulizia dello stato patologico sottostante che deriva dall’eliminazione della causa. Una tale cessazione dei sintomi durerà altrettanto a lungo finché le cause non saranno reintrodotte.

GUARIGIONE O RISTABILIMENTO?
L’eliminazione della causa non ristabilirà il malato. Essa interromperà solo la produzione degli effetti. Essa permetterà al corpo di ristabilire l’integrità delle strutture e l’efficacia delle funzioni con le sue proprie forze e processi intrinseci. E’ questo il ristabilimento, ma non è una guarigione! E’ un ristabilimento naturale.
Il ristabilimento è un processo biologico che non si compie con l’aiuto dei rimedi, ma coi processi della vita.
Se un paziente che fuma un pacchetto di sigarette il giorno, smette di fumare, ciò cessa solamente la produzione della bronchite, ma solo col passare del tempo il malato si ristabilirà con i processi della vita che puliranno i postumi passati del tabacco.
Ne segue veramente che il ristabilimento è un processo biologico, fisiologico, che non si compie con l’aiuto dei rimedi, ma attraverso i processi della vita.
L’idea è che il ristabilimento è un processo che si fa lentamente, come la cicatrizzazione di una ferita.

AIUTARE LA NATURA
Il digiuno è utilizzato dalla maggior parte dei naturopati, ma essi gli aggiungono un gran numero di misure che si ritiene aiutino la natura: tisane, argilla, abluzioni, idroterapia, chiropratica, agopuntura, massaggi, ozono, autotrasfusione, urina da bere, ecc.
Essi affermano che queste misure aiutano l’eliminazione, accorciano il periodo del digiuno e affrettano la guarigione, ma secondo gli igienisti ciò falso, anzi ritarda la guarigione poiché spreca le energie dell’organismo
Eliminare non vuol dire andare al bagno. L’eliminazione avviene soprattutto al livello di ogni cellula. Infatti, essa quando trova una particella alimentare, la ingloba, la digerisce, l’assorbe e l’assimila. Dopo questa elaborazione, rigetta gli scarti nel sangue. Ecco l’eliminazione.
In seguito, quando il sangue si carica di questi rifiuti, i reni li filtrano per rigettarli nella vescica, come urina. Un’altra parte di questi rifiuti trova la sua strada verso i polmoni che li ossidano attraverso la respirazione. Infine, un’ultima parte è riversata negli intestini, in attesa di essere evacuata con le feci.
L’eliminazione a livello delle cellule si fa con l’aiuto dell’energia nervosa.
Noi possiamo aiutare questa eliminazione assicurando un’abbondante produzione di energia nervosa. Ora l’energia nervosa noi non possiamo fornirla o procurarla o acquistarla in una fiala. Tutto ciò che possiamo fare per ricaricare le nostre batterie è economizzare il suo consumo attraverso il riposo e il sonno, quindi restando a letto, come all’ospedale.


CAPITOLO 25 - IL POTERE CURATIVO, LA NOZIONE DI RIMEDIO E IL DIGIUNO


IL POTERE CURATIVO, LA NOZIONE DI RIMEDIO E IL DIGIUNO

C’ERANO UNA VOLTA CENTO RAFFREDDATI
C’erano una volta cento individui raffreddati.
Il primo decise di prendere un’aspirina, poiché credeva ancora nella medicina, il secondo, non amando d’istinto i medicinali, ingurgitò del tè addizionato al cognac, secondo una vecchia ricetta di sua nonna; il terzo che non credeva che nelle piante, rosmarino, borragine, bardana prese una tisana e ne respirò i vapori profumati, fino a soffocarsene, il quarto, culturista fanatico e inveterato, si mise sotto una doccia fredda, il mattino di buon’ora, il quinto, per spirito di contraddizione, altrimenti come gli si raccomandava, fece un bagno caldo, addizionato di piante aromatiche, il sesto adepto di Rika Zara&iiml;, marinò il suo posteriore nell’acqua fredda di un bidet, e mentre gonfiava la guancia, lo chiamò "abluzione" o idroterapia, il settimo che non giurava che per le guarigioni spirituali, andò per guarire, a ricevere il fluido magnetico di un guaritore, lui stesso raffreddato, l’ottavo che credeva nelle dosi infinitesimali, lasciò cadere, nella sua bocca aperta delle minuscole pillole omeopatiche, il nono che aveva letto sui giornali la scoperta di un vaccino miracoloso, ma sicuramente fraudolento, come sempre, per guarire dal suo raffreddore, si affrettò ad andare dal suo medico, prima che le scorte si esaurissero, il decimo, che aveva tendenze esotiche, andò a farsi solleticare il fondo del naso con gli aghi di un agopuntore cinese, l’undicesimo aveva le tasche piene di tubetti e di unguenti, con i quali spalmava ogni tanto il suo naso ostruito, il dodicesimo preferì farsi palpeggiare la trentatreesima vertebra, pur sapendo che non ve ne sono che trentadue, da un chiropratico diplomato.
Quanto al centesimo, egli non fece nulla per guarire il suo raffreddore. Lasciò fare la natura, ma intelligentemente, non adoperò alcun rimedio e riposò il suo corpo e il suo stomaco, saltando qualche pasto.
Risultato sorprendente e incredibile al primo colpo tutte le persone raffreddate, senza eccezione, si erano rimesse, in capo a qualche tempo! Tutte si erano sbarazzate del loro raffreddore, tutte si ristabilirono perfettamente.
Perfino l’ultima persona che non aveva fatto ricorso ad alcun rimedio - e che logicamente non avrebbe dovuto guarire - era guarita anche lei.
E’ l’aspirina che mi ha guarita, dichiarò la prima persona.
E’ il tè, corretto al cognac che mi ha guarita, disse la seconda. E’ la tisana che mi ha ristabilita, disse la terza.
E’ la doccia fredda che mi ha guarita, disse la quarta, fate come me.
E’ il bagno caldo che mi ha guarita, disse la quinta, - fate come me, ecc…
Tutti i raffreddati erano guariti con metodi differenti, talvolta perfino contrari, ma ciascuno pensava che era stato il SUO metodo che l’aveva guarito. E tutti potevano provarlo, anche quello che non aveva usato alcun rimedio.
La medicina stessa ha stabilito delle statistiche per provare che tale o tale medicinale era efficace
Ecco come si può provare che tutti i rimedi, fossero essi contraddittori, fossero pure opposti, fossero chimici o naturali, guariscono il raffreddore: l’aspirina, l’acqua fredda, l’acqua calda, le tisane, il cognac, il tè, ecc. E si possono anche stabilire delle statistiche che provano l’efficacia di tale o tal’altro rimedio. Statistiche che non hanno valore, si è ben visto. Ecco come si ingannano gli studenti alla facoltà di medicina.
Il colmo di tutto, il bouquet per così dire, è che la persona raffreddata che non aveva usato alcun rimedio, era guarita anche lei! Ecco perché non bisogna accettare le prove, né le testimonianze, né le statistiche, poiché esse non provano nulla.
Tutto ciò che provano, è che la natura continua imperturbabilmente il suo lavoro, per eliminare il raffreddore, come tutte le altre tossine delle malattie, finché il soggetto è guarito, a dispetto degli ostacoli con cui la si prostra, per così dire aiutarla,
In conclusione tutti i rimedi, che essi siano naturali o chimici, non servono a niente, salvo a ostacolare la Natura nel fare il suo lavoro di eliminazione. I malati che guariscono, lo fanno a dispetto di questi cosiddetti rimedi, mentre guariscono molto più in fretta quando non impiegano alcun rimedio, ma obbediscono alla Natura.
Il raffreddore, come tutte le malattie più gravi, è un sintomo di eliminazione. Ora l’eliminazione si esegue tramite l’energia nervosa. Tutti i rimedi sprecano questa energia nervosa, e ritardano di conseguenza l’eliminazione. Bisogna piuttosto incoraggiarla col riposo e il digiuno.

I RIMEDI NON ESISTONO
La storia dei cento raffreddati che si è appena letta e gustata, io lo spero bene, mostra che i rimedi non esistono. Questa storia immaginata di sana pianta, ha impressionato molti lettori e fatto riflettere molti altri.
1) L’esistenza di qualsiasi rimedio annullerebbe la legge di causa - effetto. Ora, questa legge non può essere annullata a piacimento degli uomini. Non si può sopprimere un effetto che sopprimendo la sua causa. Niente può rendere sobrio l’ubriaco, finché continua a bere alcol.
Non si possono sospendere le leggi della natura, la cosa non è concepibile. Nessun rimedio può sfidare le leggi invincibili della natura.
La natura non ha previsto che si possano violare le sue leggi, pur sfuggendo alle sue conseguenze, per mezzo di un artificio, di un trucco, che sia un veleno chimico, un medicinale o una tisana naturale.
La natura, scrisse un antico igienista, non ha creato rimedi ma punizioni. (Dr. Trall)
Non c’è che la soppressione della causa che possa abolire l’effetto. Nessun rimedio può farlo. Nessuna pianta può abolire la causa. Nessun trattamento. E’ d’altronde assurdo voler combattere un sintomo.
2) La sola causa che gli igienisti possono accettare è un modo di vita malsano. Invece, la medicina dice che bisogna combattere la causa della malattia ma pensa che i microbi e i virus sono questa causa.
Quando un chiropratico dice che le lussazioni vertebrali causano i dolori, ignora le vere cause.
Quando parlano di carenze, di pigrizia delle ghiandole o di terreno, ignorano le vere cause.
3) La malattia è un’azione salutare di disintossicazione. Perfino le depressioni nervose, le crisi mentali, la febbre, la tosse, ecc. lo sono. Non è ragionevole voler guarire questa disintossicazione con un rimedio.
4) Non dicano che vogliono aiutare la disintossicazione. I processi vitali del nostro organismo sono e resteranno un mistero insondabile. Sono sicuri che aiutando la natura, non la ostacolano? No, noi non possiamo aiutare i processi di cui non comprendiamo il funzionamento.
Tutti i metodi che si reputano aiutare il lavoro della natura snervano l’organismo al punto di sopprimere l’eliminazione. Questa soppressione dell’eliminazione si traduce in una sensazione di benessere e con la scomparsa dei malesseri provocati dalla disintossicazione. Ecco perché si prende questa soppressione per una guarigione, mentre l’organismo attende di riprendere le sue forze sprecate per ricominciare la disintossicazione.

IL SOLO POTERE CURATIVO CONOSCIUTO
Le forze e i processi curativi della vita si compiono in una maniera perfettamente ordinata, e in conformità totale con le leggi della natura. Sono:
1 - I processi di riproduzione.
2 - Il lavoro di crescita e sviluppo.
3 - La riparazione e il riapprovvigionamento delle parti usurate o strappate.
4 - Il recupero dell’energia di un corpo spossato.
5 - L’escrezione degli scarti.
6 - La riparazione dei danni subiti dall’organismo e che risultano da un incidente o da una violenza qualsiasi.
7 - Il ristabilimento e la restaurazione di un corpo malato.
Tutto ciò si aggiunge al fatto che il ristabilimento si effettua attraverso l’applicazione ordinata e conforme alle leggi delle medesime forze e dei medesimi processi che diedero nascita all’organismo, che lo condussero a crescere e a svilupparsi, a espellere i rifiuti nocivi, a cicatrizzare le sue ferite e a risaldare le ossa spezzate.

L’ERRORE FATALE DELLA MEDICINA, CHIMICA O NATURALE
L’errore fatale di tutte le scuole mediche, chimiche o naturali, consiste nel voler sostituire i loro violenti metodi al potere curativo che risiede nell’organismo vivente. Esse hanno tentato di usurpare le prerogative di autoguarigione dell’organismo. I loro metodi e i loro sistemi furono innumerevoli, ma la loro scomparsa progressiva testimonia del loro scacco.
Non c’è logica uguale a quella dei fatti, per dimostrare la follia consistente nel voler creare delle contro -maniere (bagno di sabbia o di argilla, corrente elettrica, massaggio, operazione qualsiasi) che si ritiene supplire alla maniera propria d’agire della natura. Tuttavia, quelle possiedono il vantaggio negativo di essere meno nocive dei medicinali, ed è tutto ciò che si può dire a loro favore.

MA DOVE STA QUESTO POTERE CURATIVO?
I mezzi e i processi con i quali i malati si ristabiliscono, quando si ristabiliscono veramente, e qualunque sia il nome dato alla loro malattia o al trattamento impiegato, sono dei processi strettamente biologici. Essi non sono suscettibili di essere iniziati o aiutati dai praticanti della medicina chimica o naturale.
In breve il potere di guarigione non si trova in una fiala di medicinale, né in una tisana. Esso è innato ai corpi viventi. Esso è personale e non può essere trasmesso da una persona (guaritore, ecc.) a un’altra.

IL DIGIUNO NON GUARISCE NIENTE
Attenzione: il digiuno non guarisce niente, né alcuno. Se lo si utilizza per guarire si commette un errore, poiché si possono allora fare molti errori nel metodo seguito.
Infatti, il digiuno è senza effetto nei casi seguenti:
1) quando le riserve sono esaurite
2) quando la vitalità è troppo bassa
3) quando si è superata la soglia irreversibile
4) quando le condizioni materiali e psicologiche sono ostili.
Il digiuno economizza le energie vitali, permette al potere guaritore del corpo di dispiegarsi al massimo del suo potenziale!


CAPITOLO 26 - LE TISANE DURANTE IL DIGIUNO


LE TISANE DURANTE IL DIGIUNO
Un costume abbastanza diffuso vuole che i digiunatori prendano delle tisane durante il digiuno, (tisane a volte zuccherate, talvolta col miele), per dormire meglio, per eliminare meglio, per estinguere la sete, per combattere i mal di testa, le vertigini, il gusto cattivo della bocca, quindi per combattere i sintomi. Ma i sintomi sono i processi della natura per eliminare. Non bisogna combatterli, a pena di frenare quest’eliminazione.
D’altra parte, chi prende tisane allo scopo di fornire al corpo vitamine e sali minerali, fornisce al tempo stesso dei veleni, poiché tutte le tisane utilizzate ne contengono. E poi se si vuole nutrire il corpo durante il digiuno, non è più un digiuno!
Alcuni, poi, temono carenze durante il digiuno, ma le riserve dell’organismo sono abbastanza vaste perché una carenza non si instauri prima di alquanto tempo. Perfino le carenze apparenti saranno colmate in seguito poiché il digiuno migliora il potere di assimilazione.

LE MODALITA’ NATUROPATICHE
In un articolo pubblicato sul numero 6 del volume 28 della sua rivista Hygienic Review, il dottor Shelton discute a proposito dei diversi metodi naturopatici, quali l’omeopatia, l’osteopatia, la chiropratica, le tisane, l’agopuntura, la radioestesia, la macrobiotica, ecc.
Chi ha adottato l’una o l’altra di queste modalità sembra accordare un’importanza alle cause, ma è falso: ci viene suggerito di fare esperimenti, senza preoccuparsi delle cause. Il criterio al quale siamo invitati è quello del risultato ottenuto. Ma su quale criterio occorre basarsi per stimare o scoprire ciò che ha veramente contribuito al risultato?
Dimenticano totalmente il potere autocurativo dell’organismo vivente, per portare a credito delle misure impiegate, neutre o nocive, i risultati ottenuti.
I rimedi naturali sono consigliati al posto dei medicinali, ma essi arrestano l’eliminazione, come i medicinali. Il male commesso è lo stesso, dal momento che la tisana produce il suo effetto. I prodotti naturali talvolta contengono veleni peggiori dei prodotti chimici.

LE TISANE TRATTANO I SINTOMI?
Ora pare evidente che l’uso delle tisane si pratica spesso per sopprimere i sintomi. Esempio: le tisane lassative, le tisane sonnifere, ecc. Del resto, non si è mai presa una tisana di senna per colmare una carenza, ma unicamente per purgare gli intestini, e la tisana di camomilla unicamente per intontire i nervi.
D’altra parte, supponendo che un individuo abbia una carenza di ferro, non servirebbe a niente dargli una tisana ricca di ferro, se l’assimilazione è povera. Ma se il potere di assimilazione è forte, si può trarre il ferro non dalle tisane, ma dagli alimenti ordinari che ne contengono sufficientemente Un digiuno corto, beninteso. Non è lo stesso quando il digiuno è prolungato, ciò si comprende.
In un articolo pubblicato recentemente in una rivista naturopatica, si raccomanda l’impiego della papaya in applicazione locale nei casi di ulcera dello stomaco, dell’utero, ecc. Ora, per quanto si possa spingere lontano l’immaginazione, non si può considerare questo uso della papaya per applicazione esterna come ciò che è un uso nutritivo.
Nella medesima rivista, si parla della Lobelia inflata (tabacco indiano) per una grande varietà di stati sintomatici. Un tale uso delle tisane non può essere considerato come ciò che colma le carenze. Ne abbiamo dato qui sopra due esempi con la senna e la camomilla. -Shelton.
Per quanto riguarda l’efedrina, riscontrata nella pelle del rospo, di cui parla Miss Schumann, è una sostanza molto tossica utilizzata in medicina in una grande varietà di trattamenti sintomatici. E dal momento che ella ne parla, ciò vuol dire che ella accetta il metodo medico di trattare i sintomi sopprimendoli con l’aiuto di sostanze tossiche. Infine questo modo di trattare i sintomi non ha niente di accettabile e d’altronde non ha alcun rapporto con le carenze.
La pratica delle tisane medicinali non è una pratica nutritiva, ma una pratica medicamentosa che usa solo sostanze tossiche.
Notiamo i tre argomenti di base contro le infusioni:
a)....Non si impiegano che le piante tossiche come piante medicinali. Non si fa una tisana con la lattuga o il finocchio, ma una tisana di camomilla o di menta.
b)....Si impiegano le tisane e le infusioni per combattere i sintomi, esattamente come si impiegano i medicinali in medicina.
c)....Le tisane medicinali non sono correntemente impiegate per colmare le carenze, che non possono essere colmate in questa curiosa maniera.

ASTROLOGIA, ERBALISMO
Nel numero di novembre -dicembre 1971 dell’American Naturopath, l’articolo di fondo tratta dell’uso medicinale del plantano, definito come appartenente all’ordine naturale delle plantaginacee. Ci dicono che le sue radici, le sue foglie e i suoi fiori sono usate a scopo medicinale.
Vi si dice che il plantano è comandato da Venere e guarisce la testa, per antipatia verso Marte, poiché la malattia non è marziale ma esso la guarisce. Il succo è utilizzato per le croste, la zona, l’impetigine, ecc.
Siamo così introdotti in una curiosa collezione di astrologia, di erbalismo e di mitologia.
D’altronde, è certo che Culpepper e i suoi contemporanei, quelli che l’hanno preceduto o seguito, non avevano idea che l’erboristeria fosse della dietetica. Infatti, essi non prescrivevano le loro piante medicinali, le loro polveri, le loro tisane e le loro infusioni per colmare delle carenze. Si può affermare altrettanto bene che i naturopati contemporanei non impiegano il plantano come materiale nutritivo. L’articolo che noi discutiamo si dilunga sull’azione terapeutica di questa droga.
Culpepper afferma che il plantano è un rinfrescante, un diuretico, un disostruente, un diffusivo, uno stimolante, un alterante, e in qualche modo un astringente, è impiegato per l’infiammazione cutanea, le ulcere maligne, le febbri intermittenti, ecc. poi come vulnerario, e infine per via esterna come stimolante delle ferite. per i sanguinamenti polmonari e stomacali, per la tubercolosi e la dissenteria. Le foglie fresche sono applicate intere o tritate, sotto forma di cataplasma.

L’USO SINTOMATICO
I termini rinfrescante, diuretico, disostruente, diffusivo, stimolante, rilassante, alterante e astringente, si riferiscono alle pretese proprietà medicinali del medicamento e non hanno alcun rapporto con le qualità nutritive della pianta. Queste proprietà medicinali, in verità, non si riferiscono a una qualità qualsiasi della pianta, ma all’azione del corpo quando entra in contatto con alcuni suoi tessuti.
Per esempio, un diuretico non è una sostanza che agisce sui reni, ma una sostanza che è espulsa dai reni. Si è presa l’azione dei reni per quella del medicinale.

IL PLANTANO
L’articolo afferma che gli europei che vivono in provincia, lo chiamano "pianta della guarigione", poiché essi credono fermamente nelle sue virtù curative e che guarirà la rabbia dei cani.
Negli Stati Uniti, questa pianta è chiamata "erba del serpente", poiché si crede nella sua efficacia per i morsi velenosi. Checché ne sia, mangiare del plantano come antidoto contro il veleno del ragno non rappresenta un uso nutritivo di questa pianta.
Si menziona una pomata fatta da una vecchia donna in Inghilterra (Exeter) e che era molto richiesta fino alla sua morte. Essa era fatta di sambuco, di angelica e di prezzemolo, tagliati e spezzettati, poi inzuppati nel burro chiarificato e che si considerava molto utile nelle bruciature e nelle irritazioni."
Ma le pomate si applicano per via esterna, e nessuno le considera degli alimenti.
Un decotto è l’acqua nella quale una droga vegetale è stata bollita e che contiene dunque i costituenti o i principi solubili nell’acqua bollente. Per preparare un decotto, il fine è di estrarre "il principio attivo" della pianta. Non lo si fa per procurare nutrimento al ricevitore, ma per la convenienza a drogarlo.
L’articolo in questione prosegue con questa frase che suggerisce il carattere tossico del plantano: le foglie secche e in polvere prese in bevanda distruggono i vermi. Ora per distruggere i vermi un vermifugo deve essere avvelenante.

IN CONCLUSIONE
Tutte le piante medicinali che servono a fare delle infusioni e delle tisane sono utilizzate per combattere i sintomi: costipazione, insonnia, nervosismo, tosse, indigestione, dolore, irritazione della pelle, ecc.
Però, bisogna sistemare le cause per avere un effetto durevole. La soppressione dei sintomi non può che aggravare il malato. Egli diventerà più stitico, più nervoso, più insonne, ecc.
Tutte le piante medicinali sono dei medicinali di cui bisogna diffidare al grado più elevato. Tutte contengono delle sostanze tossiche.
Coloro che digiunano non dovrebbero bere che acqua pura.
Lo zucchero e il miele sono molto nutrienti e se se ne prende non si deve dire che si digiuna.


CAPITOLO 27 - RIASSORBIMENTO DEI TUMORI DURANTE IL DIGIUNO


RIASSORBIMENTO DEI TUMORI DURANTE IL DIGIUNO

IL METABOLISMO
Durante il digiuno, tutte le attività vitali - metabolismo, respirazione, polso, circolazione - sono, in generale, rallentate come avviene nell’ibernazione.
Dopo il digiuno, il metabolismo diviene più attivo di prima. Infatti, si è osservato a più riprese che l’individuo guadagna peso dopo il digiuno, con una quantità di cibo minore che prima di digiunare.
Anche la crescita è favorita dal digiuno e compensa di molto il rallentamento osservato durante il digiuno.
Spesso i magri che digiunano prendono molto peso nel prosieguo, più di quanto ne abbiano perso, poiché si prende peso secondo come si assimila e non secondo come si mangia.

L’AUTOLISI
L’autolisi è l’autodigestione delle cellule e dei tessuti con l’aiuto di enzimi intracellulari. Questo fenomeno è conosciuto dai fisiologi da molto tempo, ma è stato il dottor Shelton ad aver per primo e lui solo sottolineato la sua importanza nei processi costruttivi degli organismi viventi.
E’ attraverso questo processo che il corpo riassorbe i bottoni, i foruncoli, i gonfiori, ecc. Quando il pus non è espulso all’esterno, il corpo lo riassorbe dall’interno.
Il processo dell’autolisi è utilizzato dalla natura per digerire la coda della rana nella sua metamorfosi. Infatti, la coda sparisce a poco a poco. I fisiologi lo sanno, ma la medicina non si è mai degnata di trarre profitto da queste conoscenze, poiché essa si interessa solo di ciò che può procurare profitti alle industrie farmaceutiche e alla classe medica.
Si sono scoperte delle piccole tasche all’interno della cellula che contengono piccole gocce di un succo digestivo potente, capace di digerire, non solamente i materiali alimentari che giungono alla cellula, ma anche la maggior parte degli stessi costituenti della cellula stessa. Si è dato a questo corpuscolo il nome di lisosoma. Esso funziona come sistema digestivo della cellula.
Durante il digiuno il fenomeno dell’autolisi entra in azione e digerisce per primi i materiali inutili: il grasso, le escrescenze morbose, poi gli altri tessuti nel prosieguo. E’ così che i tumori sono riassorbiti mentre il sistema nervoso non è toccato.


CAPITOLO 28 - BRANI SCELTI


BRANI SCELTI

LA PREPARAZIONE DEL DIGIUNO
Una certa preparazione è indispensabile prima di imbarcarsi in una cura di digiuno all’evidente scopo di evitare le crisi. Infatti, durante il digiuno si possono avere delle crisi molto penose, che vanno dai mal di testa, alle vertigini anche stando coricati, ai vomiti ripetuti e incessanti giorno e notte, fino al delirio, alla confusione mentale in cui non ci si ricorda più di nulla, né del giorno, né del nome dei figli, ecc.
Questa preparazione avrà due parti.
1) interrompere i medicinali, bruscamente o progressivamente. Coloro che non interrompono i medicinali qualche tempo prima del digiuno rischiano di avere le crisi più violente.
2) per una o parecchie settimane prima seguire una dieta di preparazione, molto prossima alla dieta igienista normale, a casa propria con cura. Qualsiasi negligenza avrà come conseguenza delle sofferenze inutili durante il digiuno, e anche alla ripresa dell’alimentazione. Infatti si rischia di avere un tappo incollato all’ano, giusto al momento di riprendere la nutrizione. I problemi posti da questo tappo possono essere drammatici (rileggere il paragrafo I lassativi per anni del capitolo 8).

LA PREPARAZIONE PER STADI
In cosa dovrebbe consistere una buona preparazione? Alcuni fanno fare ai loro pazienti una preparazione per stadi successivi, eseguiti nella casa di cura. Questi stadi comportano una settimana o più con una dieta di crudità, poi quando il peso si stabilizza, si passa al secondo stadio.
Il secondo stadio non comporta nient’altro che dei succhi di frutta ed ortaggi crudi. Quando il peso si stabilizza ancora una volta, si comincia il digiuno.
La stabilizzazione del peso significa che il corpo si è adattato al cibo. E’ un adattamento nutritivo.
Questa preparazione per stadi ha parecchi difetti:
- conserva la fame mentre il digiuno la interrompe rapidamente in 24 ore o in alcuni giorni,
- fa perdere tempo al paziente che potrebbe farla a casa,
- è troppo severa e si avvicina troppo al digiuno totale.
Così quando un paziente non dispone che di quattro settimane, non avrà abbastanza tempo per digiunare, poiché bisogna infine prevedere parecchi giorni di alimentazione normale per riprendere abbastanza forze e poter partire.

GLI EX -MALATI MENTALI O NERVOSI
Si tratta di ex -malati che hanno smesso di prendere medicine da molto tempo, ma che ne avevano prese in passato.
Questa categoria di malati rischia di avere delle crisi violente di disintossicazione dai primi giorni di digiuno. E’ dunque necessaria una lunga preparazione: da 1 a 2 mesi.

LA PURGA
E’ preferibile eseguire una preparazione prima di digiunare che prendere una purga, foss’anche vegetale. In capo ad una settimana di questa preparazione, gli intestini non contengono più che i resti di alimenti sani, i quali possono essere stoccati per parecchie settimane di digiuno.

PROIBITO
Pepe, aceto, spezie, aromatici, frittura, senape, caffè, tè, cioccolata, vino, birra, spinaci, ostriche, noci diverse, funghi, lievito, formaggi fermentati o anche cotti, medicinali, analisi, test, raggi, pane, cereali, bianco d’uovo, sale, carne, pesce, bevande.

LA PREPARAZIONE
IL GIORNO: Attendere la fame acuta, poi mangiare parecchi frutti a più riprese.
Facoltativo: dessert, avocado, yogurt, noce di cocco.

ALLE 6/7 del pomeriggio:
Ortaggi
Crudità varie
Condimenti: vedere più avanti.

LA SERA: Consumare uno dei 2 pasti seguenti.
1) Patate o castagne (500 gr/un chilo).
Groviera grattugiata per i principianti.
Insalata verde naturale come contorno.
2) Ortaggi vari cotti (600/1500 gr.), un rosso d’uovo crudo o sodo.

DESSERT: 30/60 minuti dopo il pasto serale.
Datteri, fichi, uva secca, albicocche secche, prugne secche, banane cotte o secche, panna sterilizzata o fresca facoltativa (un cucchiaio da minestra), yogurt senza zucchero o latte cagliato. Mettere in ammollo i frutti secchi 12 ore per facilitarne la digestione.

CONDIMENTI:
Olio vergine, burro a freddo, maionese (senza senape né aceto), limone, pomodoro, prezzemolo, 4/5 olive nere, cipolle sminuzzate e lasciate all’aria 24 ore, altrimenti tritate e aggiunte in seguito alla maionese, yogurt senza zucchero, latte cagliato.

COTTURA DELLE BANANE
Sbucciare e immergere in pochissima acqua bollente 10 banane arcimature la cui buccia cominci ad annerire e il cui interno prenda il colore del miele. Abbassare il fuoco al minimo e non coprire. Smuovere e cuocere ancora 10 minuti. Lasciar raffreddare ancora 4 ore e mettere nel frigo.
Si possono anche seccare le banane dopo averle sbucciate e poste su un piatto vicino ad una fonte di calore su un radiatore o meglio ancora al sole per 2 giorni, altrimenti in un forno per 15/30 minuti per 6/15 banane. Sono anche vendute secche nei negozi.

LA MEZZA COTTURA
Mettere nella pentola anzitutto gli ortaggi più coriacei. Versare 2/3 bicchieri d’acqua fredda, coprire appena, mettere a pieno fuoco, 10/15 minuti.
Si può bere l’acqua di cottura, se ne resta, prima di mangiare.

LEGUMI CORIACEI
Porro, sedano a coste, carciofi, foglie esterne del cavolo, del cavolfiore, barbabietole, castagne.

ORTAGGI TENERI
Zucchine, fave verdi con i loro baccelli, cavoli, cavolfiori. torsoli di cavolfiori sbucciati, cipolle, aglio, bietole, peperone, carote, sedano rapa, patate, topinambur tagliati a fette, rutabaga, piccola zucca arancione dal sapore di castagna, zucca al muscadet, zucca comune.

CASSERUOLA
In ghisa nera, non smaltata. Non sbucciare gli ortaggi biologici, ma sbucciare gli altri. Non tagliare in pezzettini ma in due o tre fette fini soltanto. Non riscaldare gli alimenti.

LA FAME
Dai primi segni della fame aspettare una mezz’ora per confermarla, altrimenti saltare il pasto della sera.

LE CRISI VIOLENTE DURANTE IL DIGIUNO
La preparazione farà evitare le crisi, talvolta molto violente, al digiunatore.
Se eseguita scrupolosamente farà perdere circa tre chili la prima settimana.
Tale preparazione rappresenta, né più né meno, la dieta igienista ideale normale, che si potrà seguire tutta la vita. Era la dieta dell’uomo primitivo che non aveva orologio, né cucina, né cuoca, né sala da pranzo, né libro di ricette. Egli coglieva il frutto e lo mangiava sotto l’albero.

LA CONDOTTA DURANTE IL DIGIUNO

IL RILASSAMENTO NATURALE
Qualcuno che ha fatto un digiuno continuando a svolgere le sue attività quotidiane. Quando si digiuna così per 15 giorni è come se si digiunasse a mala pena per 5. In effetti i risultati che si ottengono, quando si digiuna lavorando, sono poco soddisfacenti. L’eliminazione si svolge lentamente, perché il corpo può utilizzare allo scopo solo una parte dell’energia disponibile, visto che la restante parte è impiegata nelle attività quotidiane. D’altronde molti pensano, a torto, che bisogna mantenersi in attività altrimenti ci si indebolisce. Possiamo mantenere il ritmo di pressoché tutte le attività quotidiane, in particolare gli obesi possono farlo, ma in questo caso il digiuno diviene poco produttivo, perché il corpo dispone soltanto dell’energia che risparmia durante l’impegno digestivo. Se, al contrario, queste persone stessero a riposo, il loro organismo disporrebbe di un’energia doppia: quella impiegata nel digerire e quella impiegata nelle attività. In questo modo l’eliminazione e la rigenerazione cellulare si svolgerebbero a ritmo accelerato e con i migliori risultati.
In medicina dicono che, se stai a letto, svilupperai una flebite. E’ un colossale errore. Mosséri ha sorvegliato nella sua casa di cura, per ben 40 anni, 4.000 digiunatori e nessuno di essi ha mai sviluppato una flebite. A dire il vero questa malattia è determinata dalle trasfusioni e dalle flebo che praticano ai malati negli ospedali.
Riposare durante il digiuno non indebolisce affatto. Il corpo dirige semplicemente le energie verso l’eliminazione e la riparazione. Le energie rimangono nascoste ed intatte, convogliate verso altri canali. Queste energie vengono provvisoriamente sottratte agli organi della digestione, agli organi della riproduzione, ai muscoli in forma semplicemente temporanea. Non si diviene affatto invalidi.
Infatti, un meccanico d’auto digiunò da Mosséri per 33giorni e avendo letto Shelton, che raccomandava il riposo totale a letto, non lo abbandonò nemmeno un giorno. Quando abbandonò il digiuno, camminò lentamente, ma senza alcuna difficoltà! Non ebbe neppure un accenno di flebite.
C’è tuttavia un’eccezione: quella degli obesi che godono di buona salute o quasi. Essi possono camminare un po’.
La maggior parte dei digiunatori ha bisogno di dormire solo poche ore dopo la mezzanotte, ma poi dormono durante il giorno. Al contrario quelli che hanno a lungo sofferto d’insonnia dormono di più durante il digiuno.
Dai primi giorni di digiuno, si sente una certa stanchezza, ma si tratta piuttosto di rilassamento, che fa seguito alla soppressione degli stimolanti (caffè, vino, tabacco, carne, formaggio, ecc.).
Questo è il vero rilassamento naturale che si distingue dal falso rilassamento artificiale insegnato dallo yoga e da altre discipline. Con questi metodi si combatte il sintomo senza sopprimerne la causa (gli stimolanti citati) e non si ottiene alcun risultato durevole.

LO SCALDINO METALLICO E LA COPERTA ELETTRICA
Durante il digiuno bisogna mantenere i piedi caldi, anche se la testa resta fredda. E’ inutile mantenere la finestra spalancata tutta la notte. Una piccola fessura sarà sufficiente per aerare la camera. Secondo Mosséri il calore è più importante dell’aria.
Si può utilizzare una coperta riscaldante, utile soprattutto per riscaldare il letto quando ci si alza un poco la sera magari accendendola allora. Si metterà questa coperta sopra il materasso con sopra una coperta normale poi il lenzuolo.
Esistono degli scaldini di ferro che possono essere riempiti di acqua, poi messi direttamente sul fuoco dopo aver tolto loro il tappo. Non appena l’acqua bolle si rimette il tappo, si avvolge lo scaldino in un tessuto e lo si posiziona ai piedi. Esso resterà molto caldo per 24 ore. Non mettere mai lo scaldino caldo su un organo qualsiasi del corpo, altrimenti l’afflusso di sangue può provocare un ascesso pericoloso.
Quando il digiunatore è obbligato a lottare contro il freddo o il caldo, perde molta energia, non può dormire o rilassarsi. Per i malati gravi, molto emaciati il freddo sarebbe mortale.

SI PUO’ MORIRE SENZ’ACQUA
Alcuni autori naturopatici raccomandano, per alcuni giorni "il digiuno secco", come si direbbe "il whisky secco". Allora i lettori zelanti, lo proseguono di più di alcuni giorni e rischiano la loro vita.
Mosséri aveva sorvegliato 4.000 digiunatori per 40 anni ed aveva notato che la maggior parte beveva troppo poco alla fine di un digiuno lungo (più di 20 giorni) e raccomandava di bere almeno 2 -3 bicchieri il giorno, soprattutto il mattino presto, quando l’eliminazione è più forte, acqua fredda o calda, come si preferisce.
Verso la fine del digiuno, il paziente trova che l’acqua ha sapore cattivo e chiede di cambiarlo. Ma è il sapore cattivo della sua bocca che egli sente, non quello dell’acqua.
Coloro che trascurano di bere, soffrono talvolta di sintomi di avvelenamento (mal di testa, mal di reni, depressione nervosa, insonnia, urine troppo cariche, cistite, ecc.). Così, quando un digiunatore si lamentava di questi sintomi, gli chiedeva di bere parecchi bicchieri d’acqua di seguito e i dolori se ne andavano rapidamente.
L’acqua non è un alimento, è semplicemente un veicolo che il corpo utilizza per trasportare gli scarti eliminati dalle cellule verso gli emuntori che sono i reni, i polmoni, gli intestini.
Infine alcuni digiunatori non arrivavano nemmeno a bere un bicchiere d’acqua il giorno. In quel momento bisognava aggiungere succo di limone nell’acqua per costringerli a bere almeno un litro d’acqua il giorno, a piccoli sorsi.

L’URINA DA BERE?
Un medico svizzero raccomandava ai digiunatori di bere la loro stessa urina. Sicuramente l’urina contiene ancora alcune sostanze nutritive, ma non è una ragione sufficiente per raccomandarla ai digiunatori, poiché essa è uno scarto del metabolismo.


L’AUTOTRASFUSIONE
Un altro medico svizzero dava ai suoi digiunatori autotrasfusioni di sangue.
E’ un metodo di doping usato dagli atleti. Questa stimolazione affatica tutti gli organi, mentre il digiunatore ha bisogno di riposo.

LO ZUCCHERO E IL MIELE
Alcuni medici in Germania e in Svizzera ai loro digiunatori danno miele e zucchero per combattere l’acetone. Ma l’acetone è un’eliminazione che non bisogna combattere.

LE TISANE
Gli igienisti respingono tutte le tisane sia durante il digiuno che in seguito. Sono impiegate come medicine. Gli igienisti si oppongono a qualsiasi idea di rimedio.
Si usano le tisane di tiglio e di camomilla per dormire, ossia si lotta contro i sintomi, esattamente come con i medicinali chimici, invece di lottare contro le cause.
Gli stessi mal di testa non devono essere combattuti, poiché sono sintomi di eliminazione utili e bisogna accoglierli con gioia!
Le tisane non aiutano il corpo ad eliminare. Al contrario esse ostacolano l’eliminazione, poiché il corpo deve espellere tutte queste tisane e usa a questo scopo la sua energia nervosa. Ora, l’escrezione che avviene a livello delle cellule ha bisogno di energia abbondante che le scarseggia quando è deviata verso l’eliminazione delle tisane.
Stesso discorso per le tisane sono espettoranti.
Le tisane sono in verità dei medicinali.

L’ARGILLA E IL MAGNESIO
Il calcare dell’acqua da bere è inerte e non ha azione chimica. E’ espulso negli intestini e poi nelle feci, senza entrare nel sangue. Al contrario l’aspirina o qualsiasi altro medicinale entrano nel sangue e fanno delle devastazioni con le loro reazioni chimiche.
Lo stesso è per l’argilla e il magnesio che sono inerti e non hanno alcuna azione chimica. Nessuno ha fatto critiche contro queste due sostanze come sono state fatte contro il calcare dell’acqua.
Quanto al magnesio, è un prodotto chimico, un medicinale. Non è una sostanza biologica. Il nostro corpo ha bisogno di magnesio ma in forma biologica, vegetale e non minerale. Esiste in natura un ciclo: il vegetale si nutre del minerale e l’uomo si nutre del vegetale. Il magnesio in forma di polvere è una sciocchezza, un ritorno ai medicinali e alla farmacia classica, fosse pure anodina.

I MASSAGGI E GLI ALTRI TRATTAMENTI
I non -igienisti che impiegano il digiuno, ricorrono frequentemente a diversi trattamenti durante la cura, nonché a delle misure di forcing, massaggi, manipolazioni, aggiustamenti vertebrali, elettricità, bagni caldi e freddi, idroterapia, clisteri, applicazioni per stimolare il fegato, i reni, ecc. tutto ciò rappresenta tanto delle scimmiotterie che è meglio evitare.
Infatti, gli stimolanti spossano l’organismo. Tutte queste misure snervano l’organismo e ritardano il ristabilimento, proporzionalmente al loro impiego. E’ l’antitesi del riposo e del rilassamento.

I SINTOMI E LE CRISI DURANTE IL DIGIUNO

LE VERTIGINI
I sintomi più frequenti in un digiunatore sono le vertigini che egli prova quando si alza bruscamente dal letto. Il sangue è concentrato nell’addome e il corpo non ha il tempo di inviarne nel cervello, allora si rischia di svenire alcuni secondi. Ciò non è grave, ma si rischia di cadere su un oggetto tagliente e di ferirsi.
Per evitarlo, sedere un poco sul bordo del letto prima di alzarsi dolcemente. Evitare anche lo stare in piedi a lungo. Fare la toilette il pomeriggio, poiché in quel momento si è meno stanchi.
Il caso di vertigini più grave che ha avuto Mosséri è quello di una ragazza di 20 anni. Le vertigini in lei durarono cinque giorni, pur stando coricata, tutta la mattinata.

LA FEBBRE
Di quando in quando un digiunatore mi dice che si sente febbricitante, senza prendersi la temperatura. Ma ciò non dura che qualche ora, al massimo una giornata. E’ un’eliminazione dinamica. Non bisogna fare nulla per combattere la febbre, se non bere dell’acqua in più.
Un digiunatore si era astenuto dal bere tutta una notte, mentre aveva molta sete. La sua temperatura salì a 39°C ed egli ebbe inoltre la ritenzione d’urina. Essendo andato all’ospedale per farsi sondare la vescica, fu costretto a subire i trattamenti medici e morì in capo a sette giorni.

I MAL DI TESTA
I mal di testa durante il digiuno possono durare da alcune ore a parecchi giorni. Non cercate di alleviarli, poiché sono sintomi di eliminazione preziosa. Si può tutt’al più bere molta acqua per lavare il sangue e procurare sollievo ai reni.
Una signora aveva sofferto tutta la vita di mal di testa tenaci e digiunò sotto la sorveglianza di un medico naturopatico per 20 giorni che le somministrava delle pillole, purghe, ecc. contro il mal di testa. Il risultato della cura fu nullo.
Un anno dopo digiunò per 20 giorni sotto la sorveglianza di Mosséri, sopportando i mal di testa, senza purghe né pillole, limitandosi a bere più acqua, e guarì.

LE COLICHE
Le coliche sono dolori nel ventre, dovute in generale a dei gas provenienti dagli scarti in fermentazione negli intestini. E’ sufficiente dormire sul ventre o di fare massaggi dolci al ventre, se non un clistere. Si possono prevenire facendo la preparazione al digiuno.
I dolori di queste coliche sono a volte molto vivi. Alcuni massaggi nel punto in questione bastano talvolta a spostare la tasca di gas e le coliche cessano. Altrimenti bisogna che il digiunatore vada al bagno per sollecitare un’evacuazione, attendendo pazientemente.
Le coliche durante il digiuno derivano dai gas non possono mai essere degli attacchi di appendicite.

LA DEBOLEZZA
La debolezza è del tutto normale durante il digiuno. Il paziente che digiuna può, tuttavia, muoversi nella casa, andare al bagno. Ma se non ha la forza di camminare, allora si tratta di prostrazione e il digiuno deve essere interrotto subito.

L’INSONNIA, LA SENSIBILITA’ AL RUMORE, IL NERVOSISMO
La maggior parte dei digiunatori dorme poco la notte. Le loro notti sono molto lunghe e non passano, ma poi recuperano un poco dormendo durante la mattinata. I giovani e gli insonni dormono bene.
La causa di questa insonnia forse è una carenza di vitamine del gruppo B. Quando si passa a semi -digiuno, il sonno ritorna a poco a poco.

SANGUINAMENTI DELLE GENGIVE, SPUTI, ALITO CATTIVO
L’alito cattivo è il segno di un’eliminazione benefica. Talvolta il gusto della bocca è pastoso, talvolta amaro, a volte la bocca è secca, Alcuni sputano tutta la giornata. E’ un’eliminazione attraverso le ghiandole salivari. In alcuni avviene sanguinamento delle gengive.

LE PALPITAZIONI, IL POLSO IRREGOLARE, LA BARRA SUL PETTO
Molti digiunatori sentono delle palpitazioni a momenti, il cuore batte più forte del solito. Bisogna restare a letto. Che il cuore batta forte o piano non ha importanza, dal momento che è regolare. Può così salire a 120 battiti al minuto, o a 45 soltanto. Ma un polso irregolare è un segno cattivo che ordina il passaggio al semi -digiuno.
Anche la barra sul petto è un segno di malessere nei cardiaci che comanda il passaggio al semi -digiuno.

I VOMITI DI BILE
Questo genere di vomiti si verifica quando il fegato è stanco, sovraffaticato. cioè in parecchie persone che si reputano sane.
Se questi vomiti sopraggiungono nelle prime due settimane di digiuno, bisogna lasciarli correre e sopportare. E’ senza dubbio un’eliminazione, se non un eccesso di bile che il fegato non riesce a frenare.
Ma se i vomiti si producono dopo il 15° giorno, bisogna passare al semi -digiuno senza aspettare, altrimenti si rischia di produrre la confusione mentale nel digiunatore.
Se si fa la preparazione prima del digiuno, si attenuano o si evitano questi vomiti.

IL DELIRIO, LE ALLUCINAZIONI, GLI ATTACCHI DI FOLLIA, GLI SVENIMENTI E IL COMA
I pazienti che hanno abusato di tranquillanti, di tabacco, di sedativi e di sonniferi, per lunghissimi anni, possono avere durante il digiuno degli attacchi di delirio e di allucinazioni. Essi non riconoscono più nessuno e non sanno quello che dicono.
Una lunga preparazione, ivi compresa la soppressione progressiva di tutti i veleni enumerati, potrà attenuare o evitare tutti questi attacchi sgradevoli.
In caso di svenimento, bisogna lasciare il soggetto steso per terra con le membra ben allungate. In capo ad alcuni minuti egli si risveglierà senza perfino sospettare di nulla. Non bisogna rialzare subito il paziente e nemmeno sollevargli la testa.
La posizione orizzontale stanca l’organismo meno della posizione verticale. Quando la natura requisisce le sue energie per un lavoro di eliminazione urgente, essa mette il soggetto per terra (svenimento) per economizzare le forze.
In questo momento bisogna forzare l’ingestione di acqua per attenuare gli attacchi. Se al malato ripugna di bere, aggiungere nell’acqua succo di limone o d’arancia.
Gli attacchi più forti si presentano in coloro che non fanno alcuna preparazione per parecchi prima di digiunare. I malati in crisi possono gettarsi dalla finestra, tagliarsi le vene o urlare molto fortemente per ore e ore e allarmare i vicini che rischiano di chiamare l’ambulanza o la polizia.

LE URINE CARICHE DI SABBIA, TINTE DI SANGUE E GLI ATTACCHI DI CALCOLI
Può capitare che dopo due o tre settimane di digiuno le urine siano cariche di sabbia, di melma e tinte di sangue. Quando la vescichetta è piena di piccoli calcoli o di un solo grosso calcolo, essi finiscono per disintegrarsi per effetto del digiuno e sono evacuati dalle urine (calcoli renali) o dagli intestini (calcoli epatici).

LA TETANIA, LE CONVULSIONI E GLI SPASMI
Coloro che sono soggetti agli attacchi di tetania, di convulsioni e di spasmi, sono suscettibili di averne durante il digiuno. Passare al semi -digiuno.

LA SENSIBILITA’ ALLA LUCE DEL GIORNO
Gli occhi sono gli organi più delicati del corpo e qualsiasi sintomo che li tocca durante il digiuno deve essere preso in conto.
Se la luce del giorno abbaglia il digiunatore nella sua stanza, al punto che egli preferisce portare gli occhiali da sole all’interno della casa, è un segno di carenza che ordina di passare al semi -digiuno. Ai digiunatori di Mosséri è successo generalmente in capo a 50 giorni di digiuno.

LE MESTRUAZIONI
Una donna in perfetta salute non ha regole, come le femmine selvatiche nella natura.
Ma siccome la maggioranza delle femmine non è in buona salute, esse devono eliminare tutti i mesi, con l’aiuto delle mestruazioni.
Quando si intraprende una cura di digiuno, le regole si presentano 15 giorni prima, poiché il corpo ha più energie per eliminare.

LA PARALISI DURANTE IL DIGIUNO
Più di centomila digiunatori sono stati sorvegliati dagli igienisti professionisti dall’inizio del ventesimo secolo. Mosséri affermava che nessun caso di paralisi sopraggiunta durante il digiuno era stato mai riferito, ma lui ne aveva avuto due, uno dopo l’altro. Due casi unici senza dubbio nella storia del digiuno. Essi si erano prodotti in due uomini abbastanza anziani dal quinto giorno di digiuno. La paralisi non era durata che cinque ore. Era un’emiplegia. Il digiuno fu interrotto nel primo caso con un brodo caldo di ortaggi, ma proseguito per il secondo senza inconvenienti. Nel primo caso, la lingua fu toccata, viso scarlatto, occhi fuori dall’orbita, polso impazzito. La crisi era violenta.
Il digiunatore non poteva più alzarsi e camminare. L’anno seguente cominciò un secondo digiuno e sviluppò un attacco simile, meno grave. Occorreva una lunga preparazione per evitare un tale attacco tragico.
Questi attacchi di paralisi sono lo specchio fedele dello stato di salute lamentevole del soggetto e lasciano predire l’avvenire, se queste persone non aderiscono strettamente alla dieta igienista e non evitano le preoccupazioni, i dispiaceri, gli inquinamenti, i veleni medici.

LA DIFFICOLTA’ DI RESPIRARE
Se il digiunatore è o era un asmatico, egli avrà sicuramente degli attacchi d’asma durante il digiuno. La preparazione attenuerà questi attacchi. Un paziente soffrì di questi attacchi per una settimana. Interruppe i medicinali ma conservò le inalazioni durante le crisi. Alla fine degli attacchi e durante il resto della cura cessò le inalazioni. La sua asma scomparve totalmente.
Gli attacchi d’asma durante il digiuno sono molto penosi, poiché l’aria manca. Vanno sopportati alla meno peggio, ma se la difficoltà a respirare è accompagnata da polso irregolare, ansante, da una prostrazione, è un segno premonitore della morte.
La difficoltà di respirare provocata dalla ritenzione d’urina, invece, non è pericolosa.


GLI ACCIDENTI CARDIACI SCATENATI DI RIMBALZO DURANTE UNA CRISI DI ELIMINAZIONE
Quando si sorvegliano delle persone anziane che digiunano, si incontrano talvolta delle debolezze fisiche latenti che possono minacciare la vita del paziente.
Dai primi segni di tale debolezza bisogna passare al semi -digiuno.
L’esperienza di Mosséri con i vecchi non era molto estesa a causa dei rischi inerenti, tuttavia aveva fatto digiunare persone di ottant’anni per 7 giorni di digiuno integrale o per 20 giorni di semi -digiuno con buoni risultati. Con digiuni lunghi, invece, occorrono mesi per recuperare le forze.

I DOLORI AI RENI O AI POLMONI
Essendo i polmoni e i reni degli emuntori, una forte eliminazione può prostrarli se non sono abbastanza forti, col risultato di causare un’infiammazione o una congestione sanguigna locali in questi due organi vitali. L’urina può caricarsi di sangue. In questo momento bisogna forzare l’ingestione di acqua: almeno due litri di acqua. Se necessario aggiungere succo di limone o di arancia nei due litri.
Se i dolori intensi continuano in capo a qualche giorno, allora bisogna passare al semi -digiuno, pur continuando a bere molto.

LA FEBBRE ALTA E IRREGOLARE CON UN FORTE DOLORE AL VENTRE
Una febbre alta e irregolare durante il digiuno, o indipendentemente dal digiuno, accompagnata da un dolore sordo al ventre, nel dorso, con gonfiore, indica lo scoppio di un ascesso interno mortale. La febbre sale e scende senza ragione apparente.
Bisogna operare sui due piedi, per salvare almeno alcuni casi.

IN QUALE MOMENTO SI PUO’ PASSARE ALLA SECONDA FASE DEL DIGIUNO (IL SEMI -DIGIUNO)?

NON BISOGNA MAI INTERROMPERE DI NETTO IL DIGIUNO!
A chi domandava quando bisogna interrompere il digiuno, Mosséri rispondeva categoricamente che non bisogna mai interrompere il digiuno - altrimenti sarebbe un errore che porta alla bulimia, ai piedi d’elefante e ad altri inconvenienti - ma passare alla fase seguente che è il semi -digiuno.

LA PROSTRAZIONE, LA BRUTTA CERA E LO STATO GENERALE
Bisogna passare al semi -digiuno quando il digiunatore non ha più la forza di andare da solo al bagno, di alzarsi e di camminare nella sua camera, la cera cadaverica, gli occhi troppo infossati, lo sguardo stravolto.

CASI GRAVI CHE RICHIEDONO DI PASSARE SUBITO
ALLA SECONDA FASE DEL DIGIUNO (IL SEMI -DIGIUNO)

....il polso irregolare
....la barra sul petto
....la sensibilità alla luce
....i vomiti dopo 15 giorni di digiuno
....il timore di incidenti cardiaci di rimbalzo

LE RISERVE SQUILIBRATE
Gli individui hanno riserve che si possono classificare in tre grandi categorie:
1) le riserve ordinarie: zucchero, glicogeno, grassi, proteine.
2) le riserve essenziali straordinarie: vitamine, enzimi, oligoelementi, sali minerali.
3) le tossine, i veleni e i vari scarti.
Solo gli individui in perfetta salute hanno più riserve essenziali che tossine. In loro, dopo un digiuno, i sintomi seguenti si manifestano simultaneamente: lingua pulita e rosa, fame, gusto gradevole della bocca al risveglio, urine chiare.

NELLE PERSONE MALANDATE CHE FORMANO LA MAGGIORANZA AI NOSTRI GIORNI, IL DIGIUNO PRODUCE I SINTOMI SEGUENTI:
- lingua carica,
- gusto della bocca sgradevole al risveglio,
- urine cariche, al risveglio,
- assenza di fame reale,
- la stabilizzazione del peso (perdita di peso rallentata).

LA STABILIZZAZIONE DEL PESO
Secondo Mosséri, quando ci si pesa tutti i giorni durante il digiuno, succederà verso il 10° giorno che la perdita del peso si rallenti (a 200 grammi il giorno) o si stabilizzi per 3 giorni consecutivi.
In seguito la perdita riprende di nuovo, per arrivare a un secondo stadio di rallentamento verso il 20° giorno del digiuno.
Questi stadi di rallentamento della perdita di peso si spiegano con l’esaurimento delle riserve essenziali. Per una o due volte l’organismo riesce a trasformare gli elementi chimici esistenti in quelli mancanti, trasformando ad esempio il potassio in calcio. Poi bisogna passare al secondo stadio, quello del semi -digiuno.

SECONDA FASE
IL SEMI -DIGIUNO E LA LINGUA COLORATA

UNA PRODIGIOSA SCOPERTA
Nel 1986, Mosséri fece una scoperta prodigiosa nel campo del digiuno che lo costrinse a rivedere il metodo sheltoniano.
Col semi -digiuno il 90% dei pazienti sviluppa una lingua colorata e il 10% restante la sviluppa in occasione di una seconda cura.
Allora bisogna proseguire questo semi -digiuno finché la lingua era colorata.
(Bisogna guardare la lingua alla luce del sole e senza aver prima mangiato nulla).
I pazienti sono pesati una volta alla settimana e la perdita di peso varia tra una libra e un chilo la settimana, mentre col metodo di Shelton si prosegue il digiuno con la sola acqua, l’eliminazione è ridottissima, si perde tempo inutilmente e si corrono rischi.
Una lingua nera denota che l’eliminazione si produce dal fondo delle cellule per espellere medicinali presi 10 anni, 20 anni prima.
Quando si vede la lingua diventare nera, o marrone o gialla, si fanno tacere i detrattori.

LA LEGGE N.8 bis
E’ così che Mosséri aveva formulato la legge n.8 bis sull’INSUFFICIENZA DELLE RISERVE PER UN’ELIMINAZIONE CELLULARE PROFONDA DURANTE IL DIGIUNO.

LA LINGUA E’ LO SPECCHIO DEGLI INTESTINI
Il colore della lingua, il suo aspetto, il suo gusto, sono lo specchio degli intestini su tutta la loro lunghezza, cioè 10 metri circa.

DENOMINAZIONE
Tale semi -digiuno è in realtà una dieta di eliminazione, poiché si mangia un chilo il giorno, metà frutta e metà crudità, ma Mosséri decise di chiamarla semi -digiuno, per evitare che il paziente credesse di poter mangiare di tutto e in qualsiasi quantità.

A PROPOSITO DI UNA PRODIGIOSA SCOPERTA
Quando si interrompe l’alimentazione, l’eliminazione comincia a manifestarsi con una lingua carica di muco bianco, alito fetido, cattivo gusto in bocca, perdita di peso, e altri sintomi, secondo gli individui:
-....il peso si stabilizza durante uno stadio che dura circa tre giorni, mentre all’inizio si perdeva da 500 grammi a un chilo il giorno. La perdita di peso significa una forte eliminazione di tossine e di acqua di ritenzione, la quale è urinata. Quando l’eliminazione si indebolisce, si urina poco. Questa stabilizzazione del peso è il sintomo principale che ordina il passaggio al semi -digiuno.
-....la sete scompare e si ha difficoltà a bere l’acqua. Poiché altrimenti, l’eliminazione delle tossine avrebbe provocato un bisogno di bere per diluire ed espellere i veleni attraverso l’urina.
-....la lingua si carica sempre meno e il gusto della bocca diventa meno cattivo.
-....anche altri sintomi, secondo ciascun individuo, possono rivelare un rallentamento dell’eliminazione.
E’ dunque nel momento in cui si osservano tutti questi sintomi di rallentamento che bisogna rilanciare l’eliminazione, fornendo al corpo le vitamine e i sali minerali sotto forma di alimenti naturali crudi, cioè:
- 500 grammi di frutti crudi, distribuiti su tutto il pomeriggio;
- 500 grammi di crudità e insalate verdi, la sera, altrimenti la digestione richiederebbe troppe energie e ne avrebbe di meno l’eliminazione.
Il paziente deve bere molta acqua tra mezzanotte e mezzogiorno, poiché è allora che l’eliminazione è molto forte. Se non riesce a bere almeno un litro d’acqua il giorno deve profumare l’acqua con succo di limone.
Mosséri preferiva dare delle mele che agiscono come una scopa degli intestini.
Dal momento in cui si passa al semi -digiuno, bisogna sorvegliare la lingua tutte le mattine prima di mangiare qualsiasi cosa, e soprattutto non pulirla. Essa può colorarsi di un solo colore nel giro di parecchie ore o di giorni. Nero, senape, verde, marrone o giallo.
Si proseguirà così il semi -digiuno fino alla pulizia totale della lingua, diventata rosa, e fino alla scomparsa di tutti i sintomi di eliminazione (sete, cattivo gusto della bocca al risveglio, alito cattivo, sputi, ecc.), sia che la fame ritorni o no.
Col digiuno all’acqua, l’eliminazione resta superficiale e serve a spazzare il terreno. Ma se si fa seguire questo digiuno integrale da un semi -digiuno, la si rilancia. E se si comincia con un semi -digiuno, gli scarti e la tossiemia impediscono un’eliminazione in profondità. Succede lo stesso se non si resta a letto.
J. C. Thomson aveva ragione ad opporsi ai digiuni lunghi, poiché il corpo non ha più la forza di manifestare sintomi, né di eliminare, da cui una guarigione apparente. Tuttavia, egli non aveva pensato che si poteva rilanciare l’eliminazione dopo un digiuno corto o medio e ottenere una lingua colorata.

LE TRE FASI DEL DIGIUNO:
Il digiuno può essere diviso in tre fasi
1) la fase dell’eliminazione superficiale in cui la lingua è bianca, ma che porta a buoni risultati per la salute generale e alla guarigione delle malattie acute e funzionali;
2) la fase della sopravvivenza in cui cominciano le carenze, il peso si stabilizza, la lingua si pulisce e l’eliminazione va in affanno.
E’ una perdita di tempo continuare su questa strada, è preferibile evitare di entrare in questa fase e rimpiazzarla con la fase del semi -digiuno che colma le carenze, permette al peso di continuare a ridursi, alla lingua di colorarsi e all’eliminazione di essere rilanciata in forze.
Se si prosegue questo semi -digiuno fino alla pulizia totale della lingua, allora si arriva a dei risultati ancora migliori per la salute generale e alla guarigione dei disturbi e delle malattie croniche, vecchie, impossibili da guarire diversamente (eczema, asma, bronchite cronica, zona, affezioni degli occhi, epatite, ecc.).
3) Se si prosegue il digiuno all’acqua durante tutta la fase precedente della sopravvivenza, allora si finisce con l’entrare nella fase dell’inanizione e della morte. I sintomi sono quelli della sensibilità alla luce, la prostrazione, la magrezza scheletrica, l’impossibilità di reggersi in piedi, ecc. Il corpo manca di tutto e saccheggia gli organi nobili del corpo. (occhi, nervi, udito) per sopravvivere. Se la lingua si colora di nero, anche gli intestini sono neri. E per pulirli occorre un alimento cellulosico come le mele, durante il semi -digiuno.
Il profano che digiuna non può interpretare i sintomi. perciò deve essere sorvegliato da un igienista competente, non da un medico, fosse pure un simpatizzante del digiuno, il quale non ha esperienza in questo campo.


DURATA DELLE RISERVE VITALI
Uno può pesare 90 chili di lardo e di tossine alla fine di un lungo digiuno e morire d’inanizione. Non bisogna lasciarsi ingannare dal peso.
D’altra parte, le riserve immagazzinate nel corpo non possono durare che un tempo determinato, non per sempre.
Secondo i biologi, il corpo immagazzina le vitamine, se ne ha troppe, per un periodo determinato ma variabile secondo le vitamine.
La seguente piccola tabella mostra il periodo di immagazzinaggio delle vitamine. Esistono sicuramente altri periodi di immagazzinaggio concernenti gli enzimi, gli oligo -elementi e i sali minerali.

DURATA DI IMMAGAZZINAGGIO
DELLE VITAMINE NEL CORPO UMANO
Vitamina B12 da 3 a 5 anni
Vitamina A da 1 a 2 anni
Vitamina B9 detta acido folico parecchi mesi
Vitamina C, B2 e B6 parecchie settimane
Vitamina B1 alcuni giorni

Ciò detto, il corpo che manca di vitamina B1 per esempio, può fare delle trasmutazioni biologiche nella flora intestinale, per fabbricare questa vitamina a partire da altri elementi presenti. E’ ciò che permette ai digiunatori di astenersi dal mangiare per due o tre settimane senza problemi.
Ma queste trasmutazioni hanno i loro limiti.
Ne deriva che un digiuno di 40 giorni produrrà certamente delle carenze. Ora, siccome l’eliminazione reclama una certa quantità di vitamine, il corpo conserva quelle che gli restano per il funzionamento degli organi, cioè per sopravvivere. L’eliminazione si rallenta totalmente.
Notare che lo stock delle vitamine immagazzinate non è lo stesso in tutti gli individui, per questo bisogna sorvegliare i sintomi di eliminazione (stagnazione del peso, ecc.) prima di passare al semi -digiuno.
Inoltre, la vitamina C, che può essere stoccata per parecchie settimane, non ha lo stesso valore di una vitamina fresca. Così si perde tempo digiunando più di 20 -25 giorni.

PROPORZIONI DEI COLORITI RISCONTRATI
NELLA SECONDA FASE DEL DIGIUNO
Nero……………..5% - denota l’assunzione di tranquillanti, anestetici e calmanti.
Senape….…..… 50% denota l’abuso di proteine.
Giallo…….…….. 5% denota l’abuso di grassi (burro, olio, avocados).
Verde chiaro...1% - denota l’abuso di zucchero industriale.
Marrone……....30% denota il consumo di caffè.
Bianco………….. 10% - denota una difficoltà ad eliminare.

Quanto al colore, talvolta si tratta di una o due barre sulla lingua, talvolta di una semplice macchia sul fondo.

CIO’ CHE COMPORTA IL SEMI -DIGIUNO
Il semi -digiuno comporta da un chilo a un chilo e mezzo di cibo al giorno, così ripartito:
- 400/800 grammi di mele (rosicchiare una mezza mela o una mela l’ora ogni ora a partire da mezzogiorno. Le persone la cui altezza arriva fino a 1,70 ne prenderanno 400 grammi. Quelle che superano 1,70 ne prenderanno 800 grammi. A rigore qualsiasi frutto
- 500 grammi di crudità la sera a partire dal 3° giorno, presi in due volte, (pomodoro, cetriolo, carota, peperone rosso, sedano coste, lattuga, finocchio). Bere un litro d’acqua o più tra mezzanotte e mezzogiorno. In caso di difficoltà a bere, aggiungere

IL SEMI -DIGIUNO
PER LE STATURE PICCOLE………………..PER LE STATURE GRANDI
Mezzogiorno……........mezza mela…….…………..una mela
Ore 13……...………...mezza mela...……………....una mela
Ore 14………………..mezza mela……….………..una mela
Ore 15………………..mezza mela………………..una mela
Ore 16………………..mezza mela………………..una mela
Ore 17………………..mezza mela………………..una mela
Ore 18………………..mezza mela………………..una mela
Ore 19………………..mezza mela………………..una mela
Ore 20……………….200 gr. di crudità…….……..300 gr. di crudità
Ore 21……………….200 gr. di crudità…..………300 gr. di crudità

IN CASO DI COMPLICAZIONI GRAVI
In caso di complicazioni gravi come il singhiozzo persistente, i vomiti, l’impossibilità di inghiottire qualsiasi cosa, né solida né liquida ecc. bisogna dare del brodo caldo di ortaggi per uno o due giorni. Bisogna rifiutare di dare del brodo al paziente che non ha sintomi inquietanti.
Non dare questo brodo più di due giorni poiché la mancanza di vitamine in questo cibo cotto può produrre delle carenze. Proseguito durante una settimana, il brodo può provocare delle noie molto gravi, poiché il corpo ha esaurito col digiuno le sue riserve essenziali, e il brodo ne estrae ancora di più dal corpo.
A volte occorre accontentare il digiunatore. Così a Mosséri toccò di dover dare del pane e del formaggio, 2/3 fette il giorno o il sale su tutti gli alimenti.


CAPITOLO 29 - ERA UN CORRIDORE MARATONETA E CRUDIVORO


ERA UN CORRIDORE MARATONETA E CRUDIVORO
Avventure fantastiche vissute alla ricerca di una salute naturale

Un uomo, spinto a correre da quando era ragazzo, racconta la sua storia.
Sua madre era una naturista, ma lui le disse che preferiva vivere qualche anno di meno, ma mangiare come gli altri.
In seguito, però, decise di cambiare la sua alimentazione, scegliendo di mangiare frutti, crudità e noci varie.
1) In tal modo era diventato più cosciente del funzionamento autocurativo del suo corpo.
2) Poteva correre più facilmente senza i problemi digestivi passati.
3) Si sentiva più in armonia coi bisogni del suo corpo. Notava che il corpo si cicatrizzava più rapidamente. Per esempio, le distorsioni delle caviglie guariranno in alcuni giorni mentre mettevano una settimana per rimettersi quando mangiava come tutti carne, pollame, latticini, cereali, alimenti fabbricati, un poco di frutti e delle crudità.
Infine beveva molto meno durante le corse, poiché ricavava l’acqua di cui aveva bisogno dai frutti e dalle crudità e traspirava assai poco.

LA SUA FILOSOFIA
La sua filosofia al riguardo della digestione era che è meglio correre agevolmente che avere dei problemi digestivi.
Prima, aveva molti gas e crampi di stomaco. Mangiando tutto crudo e in buone combinazioni i suoi gas erano scomparsi come pure i crampi di stomaco. Trovava importante rispettare le combinazioni alimentari., ma anche di mangiare quantità moderate.

UN PASTO CONVENZIONALE
Quattro anni dopo, provò a mangiare un pasto come tutti, composto di pane integrale, minestra di pisellini spezzati, con un’insalata natura, a mezzogiorno e sera.
L’indomani si sentiva debole e malato. Allora decise di farla finita con tali alimenti e correva con gioia e soddisfazione. Lavorava in banca ma nel tempo libero amava correre. Aveva già partecipato a 15 maratone e faceva parte del gruppo igienista RSNH.


CAPITOLO 30 - NOI ABBIAMO L’AIDS


Una donna di Haiti raccontava di essere sieropositiva, come il suo compagno Réjean, che inoltre aveva perso 7 chili dopo una diarrea persistente. In precedenza, lui aveva sofferto molto di ulcere, di scabbia, di eczema o di psoriasi al viso, di bronchite, di tosse. L’influenza che egli ha avuto recentemente fu curata con gli antibiotici per un mese intero. Il suo compagno era come tutti. Mangiava carne 4 volte il giorno, sotto una forma o sotto un’altra. Beveva alcol e fumava. Per un anno, non aveva dormito che tre ore o quattro ore per notte. Due anni prima, era legato ad una prostituta haitiana,
Lei, aveva scoperto per fortuna il libro IL GULAG DELL’AIDS di Mosséri e avevano deciso di affidarsi all’igienismo per guarire.
Intanto, il suo compagno era in uno stato di profonda depressione, non dormiva più, non si interessava a niente, se non è ai segni di malattia che il suo corpo gli trasmetteva. Soffriva di pruriti, di pizzicori, di eruzioni che somigliavano a punture di zanzare e che apparivano e scomparivano su diversi punti del suo corpo. Aveva una piccola diarrea dal mese di novembre e le sue feci spesso erano inconsistenti. Non aveva febbre, aveva smesso di fumare e di bere alcol. Aveva dei gangli gonfi all’inguine e al collo. Il centro della sua lingua era molto rosso. Ciò denotava l’ulcera e i bruciori di stomaco di cui soffriva di quando in quando.
La donna aveva sofferto in passato di sinusite, di cistite, di poliuria, di depressione nervosa, stanchezza, esaurimento. Non aveva la gioia di vivere. Prendeva tranquillanti e altri medicinali per trattare tutte queste malattie. Aveva pruriti, punti dolorosi tra le scapole, la gola contratta e il respiro corto. Le tonsille furono tolte durante la giovinezza. Aveva anche delle cisti sul collo dell’utero che furono bruciate. Le sue regole erano distanziate da due a tre mesi, abbondanti e dolorose con dei grumi di sangue. Provava dolore alla schiena dietro la testa, come una sorta di nevralgia o un’irritazione al palato da parecchi anni. Soffriva da molto tempo di un’afta intorno alle labbra che mi bruciavano.
Temevano il digiuno, ma rifiutarono i frutti preferendo cominciare subito il digiuno.
Nella prima settimana, Réjean sentiva la gola gonfia e irritata. Il suo viso era coperto di psoriasi rossa che egli aveva l’abitudine di sopprimere precedentemente con una lozione al cortisone, in 24 ore.
Quanto a lei, aveva dei bottoni su tutto il corpo e si grattava spesso. Aveva anche le afte intorno alla bocca, che le bruciavano.
Primo risultato del digiuno: al 12° giorno del digiuno le punture di vespa sono scomparse. Infatti Réjean all’arrivo aveva parecchi bottoni del genere punture di vespa, su tutto il suo corpo.
A lei gli ematomi che aveva da vent’anni sulle mie gambe sono scomparsi. Lo stesso per l’irritazione alla gola che aveva da un mese.
Al 14° giorno noi siamo passati al semi -digiuno. Al 20° giorno della cura, la psoriasi che devastava il volto di Réjean era scomparsa all’80% e il suo mal di gola al 50%. La pelle del suo viso si era schiarita.
Réjean sentiva una forte fame, e Mosséri gli aumentò i frutti a 700 grammi e le patate a un chilo il giorno. Interruppe il semi -digiuno e gli servì il menù normale.
Réjean sentiva ancora un punto doloroso alla schiena. Era un’infiammazione acuta proveniente dalla bronchite cronica, diventata acuta, che poi sarebbe sparita in una o due settimane. La sua causa era il tabacco.



Del medesimo autore:


IL DIGIUNO, MIGLIOR RIMEDIO DELLA NATURA

SOMMARIO:
CAPITOLO 1 - LA PREPARAZIONE DEL DIGIUNO: LA PREPARAZIONE PER STADI - IL RILASSAMENTO - PER QUELLI CHE TEMONO IL DIGIUNO - IL POLIZIOTTO POLTRONE E SCIATTO - I VECCHI MALATI MENTALI O NERVOSI - LA PREPARAZIONE - LA PURGA.
CAPITOLO 2 - LA CONDOTTA DURANTE IL DIGIUNO LO SCALDINO E LA COPERTA ELETTRICA - L’ATTIVITA’ FISICA - SENZ’ACQUA SI PUO’ MORIRE - IL BAGNO DI SOLE SENZA ABBRONZATURA - LE DOCCE, LE ABLUZIONI INTIME, I BAGNI DI VAPORE - I BAGNI DI ALGHE MARINE - BERE L’URINA? - L’AUTOTRASFUSIONE - LO ZUCCHERO E IL MIELE - LE TISANE - L’ARGILLA E IL MAGNESIO - I MASSAGGI E GLI ALTRI TRATTAMENTI.
CAPITOLO 3 - LA STIMOLAZIONE E L’ELIMINAZIONE: METODI DI STIMOLAZIONE - DANNI DELLA STIMOLAZIONE - COME FAR FALLIRE L’ELIMINAZIONE
CAPITOLO 4 - LE PURGHE E I CLISTERI DURANTE IL DIGIUNO
CAPITOLO 5 - I SINTOMI E LE CRISI DURANTE IL DIGIUNO: LE VERTIGINI - LA FEBBRE - I MAL DI TESTA - LE COLICHE - LA DEBOLEZZA - L’INSONNIA - LA SENSIBILITA’ AL RUMORE - IL NERVOSISMO - SANGUINAMENTI DELLE GENGIVE - SPUTI - ALITO CATTIVO - PALPITAZIONI - IL POLSO IRREGOLARE - LA BARRA SUL PETTO - I VOMITI DI BILE - IL DELIRIO - LE ALLUCINAZIONI - LO SVENIMENTO - IL COMA - LE CRISI DI FOLLIA - LE URINE CARICHE DI SABBIA, TINTE DI SANGUE E LE CRISI DI CALCOLI - LA TETANIA - LE CONVULSIONI - GLI SPASMI - LA SENSIBILITA’ ALLA LUCE DEL GIORNO - LE MESTRAUZIONI - LA PARALISI DURANTE IL DIGIUNO - LA DIFFICOLTA’ DI RESPIRARE - GLI INCIDENTI CARDIACI SCATENATI PER RIMBALZO DURANTE LE CRISI DI ELIMINAZIONE - I DOLORI A I RENI O AI POLMONI - LA FEBBRE ALTA E IRREGOLARE CON UN FORTE DOLORE AL VENTRE
CAPITOLO 6 - LA PESATA QUOTIDIANA
CAPITOLO 7 - IN QUALE MOMENTO SI PUO’ PASSARE ALLA SECONDA FASE DEL DIGIUNO? NON SI DEVE MAI INTERROMPERE UN DIGIUNO! - LA VERA FAME - LA PROSTRAZIONE -LA BRUTTA CERA E LO STATO GENERALE - IL POLSO IRREGOLARE - LA BARRA SUL PETTO, LA SENSIBILITA’ ALLA LUCE, I VOMITI DOPO 15 GIORNI, LA TETANIA, LA PAURA DI INCIDENTI CARDIACI DA RIMBALZO - LE RISERVE SQUILIBRATE - LA STABILIZZAZIONE DEL PESO.
CAPITOLO 8 - SECONDA FASE: IL SEMI DIGIUNO E LA LINGUA COLORATA
UNA SCOPERTA PRODIGIOSA - LA LEGGE N.° 8 BIS - UN ESPERIMENTO COL TARASSACO - LA LINGUA E’ LO SPECCHIO DEGLI INTESTINI - LE TRE FASI DEL DIGIUNO - DURATA DELLE RISERVE VITALI - COME HO DETERTMINATO LA RAZIONE DEL SEMI -DIGIUNO - LA CONFERMA DEL PH - PROPORZIONI DEI COLORI INCONTRATI - COSA COMPORTA IL SEMI -DIGIUNO - IN CASO DI COMPLICAZIONI GRAVI.
CAPITOLO 9 - LA PRIMA EVACUAZIONE DOPO IL DIGIUNO: COME SAPERE SE IL TAPPO E’ INCOLLATO (PREMITI) O NON INCOLLATO - IL GUANTO IN CAUCCIU’
CAPITOLO 10 - IL MENU’ DOPO LA CURA: SI PUO’ FARE BALDORIA DOPO IL DIGIUNO? - GLI ALIMENTI RICCHI E CONCENTRATI, IL LIEVITO - LE PROTEINE DOPO IL DIGIUNO - LA VERA FAME E LA FALSA FAME - IL SISTEMA DEWEY DEI DUE PASTI - IL SISTEMA CORNARO - IL SISTEMA THOMSON - QUALE MENU’ DOPO LA CURA - I MINI PASTI - LE TENTAZIONI - UN ATLETA - QUALI ALIMENTI MANGIARE DOPO IL DIGIUNO? - I PIEDI DI ELEFANTE - LE ANALISI - QUANDO UNA SECONDA CURA? LA SEMI COTTURA - IL MENU’ DOPO LA CURA - UNA STORIA TRISTE
CAPITOLO 11 - COMPORTAMENTO DOPO IL DIGIUNO: BISOGNA CAMBIARE LO STILE DI VITA - V’E’ UNA DIFFERENZA ENORME - COS’E’ LA GUARIGIONE - I SEDATIVI - BISOGNA RICERCARE IL SOLLIEVO? - IL POTERE DI RIGENERAZIONE - IL DIGIUNO NON E’ CHE LA META’ DEL CAMMINO - IL DIGIUNO NON E’ IL SOLO MEZZO - L’EREDITA’ - LE MALATTIE INCURABILI - IL TEMPO GUARISCE TUTTO? - LA PAZIENZA - I SOSTITUTI - SI POSSONO EVITARE TUTTI GLI ERRORI?
CAPITOLO 12 - CHI NON DEVE DIGIUNARE: GLI SCHELETRICI - I MALATI CARDIACI - LE DONNE INCINTE
CAPITOLO 13 - I CASI DELL’ULTIMA ORA:
LE COMPLICAZIONI MORTALI - I MORTI NEGLI OSPEDALI - MORTO PER STUPIDITA’
CAPITOLO 14 - L’IGIENISMO: UN SISTEMA RIVOLUZIONARIO - LA PEGGIORE DELLE SUPERSTIZIONI: L’IDEA DI RIMEDIO - LE INDUSTRIE COLPEVOLI. Appendice: ALLA RICERCA DELLA SALUTE NATURALE
AVVENTURE FANTASTICHE VISSUTE
CAPITOLO 15 - HO MESSO 3 ANNI PER RITROVARE: IL PESO, IL COLORITO E LA VITALITA’
CAPITOLO 151 - NON HO PIU’ PAURA DEL CANCRO: LA COLITE - I MIEI RENI GUARITI
CAPITOLO 16 - LA ZONA E LA PERIARTRITE
CAPITOLO 17 - LA MIA FEBBRE E LA MIA FARINGITE
CAPITOLO 18 - LA MIA SCLEROSI A PLACCHE: VISIONE DOPPIA - I MAL DI TESTA - ESAMI INUTILI
CAPITOLO 19 - HO GUARITO IL MIO GLAUCOMA IN 3 GIORNI!
CAPITOLO 20 - NESSUN BISOGNO DI ESTROGENI: AVEVO UN’INFEZIONE UTERINA - I CONTRACCETTIVI - COME RICONOSCERE UN COAGULO
CAPITOLO 21 - IL MIO TUMORE AL GANGLIO DEL COLLO
CAPITOLO 22 - IL MIO BAMBINO AVEVA LA FEBBRE: L’ERRORE DI CHIEDERE UNA DIAGNOSI - C’E’ PERICOLO A LASCIAR SALIRE LA FEBBRE? - L’INTELLIGENZA SOMATICA
CAPITOLO 23 - AVEVO UNA DEPRESSIONE TERRIBILE E DIECI ALTRE MALATTIE (REUMATISMO, SCIATICA, ARTRITISMO, OBESITA’, RITENZIONE D’ACQUA, FIBROMA, RENI E VESCICA MALATI, TIROIDE, CUORE, ULCERA, ALLERGIE, INFLUENZE, ECC.) - SANGUE NELLE URINE E TIROIDE AFFETTA.


CONTROCOPERTINA:
L’autore studia in questo libro originale e rivoluzionario la questione del digiuno.
Noi vediamo spesso cani e gatti malati digiunare in un angolo tranquillo. Perché ubbidiscono a questo istinto curioso?
Quanto tempo si può sussistere digiunando? Quanti giorni si può digiunare senza rischi per la salute?
Praticato dai primi uomini, dall’inizio dell’umanità, il digiuno fu in seguito utilizzato dai Greci nei loro templi sacri, per guarire le malattie incurabili.
E’ vero che il digiuno può guarire malati colpiti da affezioni gravi? Come è possibile?
Perché il Corano, libro sacro dei mussulmani, ordina ai fedeli: "Digiunate e guarirete"?
Questo libro vi aprirà orizzonti nuovi ai quali non avreste mai pensato.



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