Vitamina E

, 04/03/17

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Vitamina E
    

Vitamina E

      L’alfa -tocoferolo è la parte più attiva biologicamente della vitamina E.
      Funzioni: la vitamina E accelera l’apertura della circolazione collaterale intorno a vene occluse o pericolosamente ristrette, riduce il fabbisogno di ossigeno da parte dei tessuti.
      Ha azione antiossidante. Ciò impedisce la perossidazione dei grassi polinsaturi e previene i radicali liberi che si formano da quelli. Aumenta grandemente il rendimento degli atleti. Ciò aiuta a prevenire l’anemia emolitica.
      L’American Medical Association e la FDA oltre ad alcuni ricercatori universitari hanno ridicolizzato i vantati benefici della vitamina E, ma può darsi ciò sia dovuto al fatto che l’hanno esperimentata a dosi troppo ridotte, poiché essa occorre ad alte dosi per prevenire o guarire gli attacchi cardiaci (x es. 800 - 1600 UI), oppure perché occorrono anche altre sostanze, come il selenio, che agiscono sinergicamente con la vit. E. Così il selenio insieme alla vitamina E fa aumentare la produzione di anticorpi più di quanto si ottiene con la sola E o il solo selenio (p358). Però bisogna ricordare che il selenio a dosi elevate è molto tossico.
      La vitamina E riduce il rischio di cancro, aumenta la durata media della vita.
      Riduce la formazione di coaguli del sangue che provengono a volte dalla somministrazione di oli polinsaturi.
      Protegge dai danni dell’ozono (il quale proviene dai purificatori d’aria, dalla circolazione automobilistica, impianti industriali e produce danni al cuore, alla vista, irrita le mucose, edema polmonare e riduce l’attività dei fagociti ) e dell’ossido di azoto, che favoriscono il cancro.
      Protegge dai disturbi della menopausa ed è di aiuto anche nelle vene varicose.
      Guarigioni rapide in pochi giorni nella nefrite acuta, nella tromboflebite acuta e nelle febbri reumatiche acute.
      Aumenta l’attenzione e la capacità di apprendere.
      E’ il “tranquillante della natura”, anche nei cavalli.
      è importante combinare l’esercizio alla somministrazione di vit. E perché esso fa dilatare i minuscoli vasi sanguigni e arrivare la sostanza nutritiva ai tessuti. è opportuno aggiungere alla vit. E anche il germe di grano poiché in esso v’è un fattore ancora sconosciuto che sembra aumentare l’energia e la resistenza (p411). L’aggiunta quotidiana ottimale di vit. E fu dai 100 ai 150 mg. per un allenamento da 90 a 120 minuti. Per 3 - 4 - ore occorrono 250 - 300 mg.

      Carenza: Secondo gli sperimentatori e alcuni medici:
      - abbisognano di dosi supplementari di vitamina e i neonati prematuri (specialmente con anemia emolitica) e i soggetti con difettoso assorbimento dei grassi.
      - la claudicazione intermittente (crampi alle gambe durante la deambulazione) con megadosi.
      - le ferite che stentano a guarire. Vista guarire in due settimane un’incisione che stentava a rimarginarsi dopo l’operazione;
      - avvizzimento della pelle; (coloro che usano spesso gli oli polinsaturi sembrano molto più vecchi di altri);
      In un esperimento si diede una dose di vit. E 10 volte superiore a quella normalmente nei tessuti umani e il risultato fu che le cellule si riprodussero 120 volte invece delle 50 usuali prima di morire, quantunque si fosse cominciato a somministrare vit. E quando le cellule erano già giunte a due terzi della loro vita (p397).
      - guarigione di un ottantenne dopo il secondo attacco cardiaco in seguito a somministrazione di vit. C ed E;
      - ustioni, in grandi dosi.
      - sparite verruche ed altri “miracoli”(p360).
      - La vitamina E regola il livello dell’ubiquinone (o coenzima Q), un enzima che è carente in distrofia muscolare, cancro, cardiopatie, periodontite.
      - la vitamina e riduce la concentrazione delle prostaglandine infiammatorie. Esse sono il tramite degli ormoni con le membrane cellulari.
      - La vitamina E è importante per prevenire la sterilità, ma una volta che si è verificata un’alterazione dei grassi nei tessuti degli organi riproduttivi a causa della perossidasi la vit. E non può ripararli.
      (Le olefine nel sangue possono indicare la carenza di vitamina E meglio della misurazione della stessa vitamina).
      - angina pectoris: guarigione di un malato di che, però, prendeva anche olio di germi di grano. Occorre però che la cura duri varie settimane e la dose di vit. E non sia troppo ridotta.
      - porpora emorragica (filtrazione del sangue vascolare in vari tessuti del corpo), procurata con estrogeni, guarita o prevenuta con vitamina E a dosi massicce (200 - 300 UI al giorno). Tiroide ed estrogeno sono antagoniste. Tiroide e vit. E riducono l’estro.
      Un uomo con porpora emorragica e insufficienza cardiaca per il quale il medico proponeva l’asportazione della milza, fu guarito con la vit. E dalla porpora ed evitò anche il collasso cardiaco.
      - ipertensione con fibrillazione auricolare permanente. Una donna, peggiorata nonostante il riposo e la digitale, con estremo gonfiore delle gambe e respiro roco, con la terapia a base di vitamina E cominciò a migliorare lentamente, finché un giorno iniziò ad urinare abbondantemente e in 48 ore perse otto litri di liquido, con conseguente scomparsa sia delle difficoltà respiratorie che del gonfiore alle gambe. Dopo una settimana di vitamina E zappava il giardino e visse altri nove anni morendo per malattia diversa da quelle del cuore.
      - l’insufficienza cardiaca: un uomo sopravvissuto ad un attacco cardiaco cominciò ad averla e le sue condizioni divennero molto gravi, edema periferico, respiro corto. Inefficace un diuretico a base di mercurio. Allora gli fu somministrata vitamina E: dopo tre settimane non presentava più alcun sintomo ed era tornato al lavoro. Le dosi utilizzate erano state 100 volte superiori a quelle usate in precedenza (p368) e si era proceduto con cautela, cioè senza privarlo delle medicine precedenti.
      (È consigliato di procedere con cautela riguardo alla dose di vitamina E finché non si sarà accertata la loro innocuità).
      Il ferro inorganico neutralizza la vitamina E: perciò i due sperimentatori aggiungevano ferro bivalente a cibi già poveri di vitamina E per renderli ulteriormente poveri di essa).
      - le malattie cardiache reumatiche croniche reagiscono molto bene alla cura a base di vitamina E ma occorre un dosaggio assai minore (da 90 a 150 UI al giorno) mentre per le malattie delle coronarie occorrono da 800 a 1600 UI al giorno. Nei casi di ipertensione grave, prima va curata l’ipertensione e solo dopo si inizia la cura con la vitamina E.
      - la nefrite acuta, la tromboflebite acuta e nelle febbri reumatiche: spesso si ha una guarigione completa nel giro di pochi giorni, ma in altri casi la vit. E spesso agisce con molta lentezza anche quando alla fine si rivela di grande aiuto.
      - le ulcere varicose, la cancrena diabetica, le angine, le febbri reumatiche acute: con megadosi di vitamina E si ottennero grandi risultati.
      Chi è ancora in grado di lavorare non ha bisogno di interventi urgenti al cuore: può guarire con la vitamina E (p374). Boyd ha dimostrato che con la vitamina E i tessuti prima soggetti a causa dell’arteriosclerosi a diminuito apporto sanguigno avevano un marcato miglioramento dopo la terapia a base di vitamina E (376).
      - Nel caso di un diabetico le cui gambe non ricevono più sufficiente irrorazione sanguigna al punto che l’alluce muore occorre amputare la gamba sopra il ginocchio. Virtualmente l’uso di 800 - 1600 UI di vit. E permette di salvare la gamba: le cellule già morte all’inizio del trattamento cadono e quelle adiacenti sopravvivono (p371 - 381).
      Inoltre vi è anche un maggiore afflusso di sangue.
      - I coaguli di recente formazione vengono dissolti, senza il pericolo che il coagulo si stacchi e si diriga verso il cuore e i polmoni.
      - La vitamina E ripristina la normale permeabilità capillare, ciò consente alle difese organiche di agire efficacemente (ad esempio nelle febbri reumatiche e nella nefrite acuta) e di fare buone cicatrici (p379).
      Inoltre la vitamina E accelera l’apertura della circolazione collaterale intorno a vene occluse o pericolosamente ristrette.
      - la polimiosite: (infiammazione di vari muscoli): si ebbe beneficio con la vitamina E dopo il fallimento di tre immunosoppressori (p379 a 2/3).
      - lo pseudoxanthoma elasticum, rara malattia della pelle. Si ebbe la scomparsa quasi totale dei disturbi cutanei e visivi di una donna la cura con vitamina E.
      - il rischio di cancro al seno: i perossidi lipidici si trovano in misura maggiore nel seno delle donne che presentano un più alto rischio di cancro localizzato in tale organo. Le donne cinesi - che sono relativamente esenti dal cancro al seno - hanno una quantità di perossidi lipidici sette volte inferiore rispetto alle donne caucasiche. Tali perossidi si formano in carenza di vitamina E (ILCDV p385 - 386).
      È quindi pericoloso ciò che fanno i medici, quando per abbassare il livello del colesterolo consigliano di usare i grassi polinsaturi e la margarina, senza prescrivere contemporaneamente buone dosi di vitamina E.
      - una distrofia muscolare alimentare che insorge in alcune specie animali Quando gli grassi insaturi non sono adeguatamente protetti dagli antiossidanti.
      - un attacco cardiaco mortale improvviso specialmente in condizione di stress. (p388 - 389), la degenerazione del miocardio acuta e letale a causa della perdita di antiossidanti.
      È pericoloso friggere i cibi in olio o margarina o estrarli ad alta temperatura. Ciò vale soprattutto con gli oli più insaturi, che contengono molto acido linoleico che ha sette volte più tossicità dell’acido oleico.
      La margarina è 21 volte più soggetta a formare perossidi a differenza del burro il quale contiene solo tracce di acido linoleico e quattro grammi di acido oleico per cucchiaio e contiene vitamina E che impedisce la formazione di perossidi. L’olio di mais, che è molto raccomandato dai medici, contiene 7 gr. di acido linoleico e 4 di ac. oleico e la sua vitamina E è stata distrutta dal processo industriale di estrazione.
      È stato constatato nei conigli che gli acidi grassi liberi incrementano la formazione di lesioni aterosclerotiche nelle pareti delle arterie (p390 - 391). In un esperimento su animali, quelli che erano nutriti con polinsaturi riscaldati (olio di granoturco) crescevano di meno, soffrivano di diarrea, avevano un pelame ruvido, si ammalarono tutti di tumore e solo uno sopravvisse a 40 mesi. Tra quelli che erano nutriti con burro riscaldato nessuno si ammalò di tumore e tutti sopravvivevano alla fine dell’esperimento (p391).
      Al più gli oli ricchi di polinsaturi si possono usare crudi e purché siano estratti a freddo e non siano stati raffinati, né deodorati, ecc. (p391).
      La raffinazione priva la farina di gran parte degli antiossidanti contenuti nel germe del grano e aumenta l’incidenza dell’infarto (p392).
      - aumento dell’incidenza degli incidenti coronarici, malgrado che i medici abbiano raccomandato di non usare uova, panna e burro e altri cibi ad alto contenuto di colesterolo. Si ritiene che i polinsaturi, pur difendendo dall’aterosclerosi, a meno di essere accompagnati da un adeguata presenza di vitamina E causino danni al cuore.

     

Fonti

      La FDA afferma che la vitamina E è molto diffusa in natura ma:
      - secondo uno studioso il 96% della vitamina E contenuta nelle verdure va perduta nei processi industriali o sta nelle parti che vengono scartate (le foglie esterne del cavolfiore, o nelle parti eliminate dei cereali raffinati (p382).
      - Conviene immergere gli ortaggi in acqua bollente per poco tempo invece di tenerveli a lungo. I piselli freschi contengono 0,55 mg di tocoferolo, quelli congelati 0,25 mg. e quelli inscatolati solo 0,02 mg, cioè il 4% di quelli freschi.
      - Molti oli vegetali consumano molta più vitamina E di quella che forniscono poiché contengono troppi acidi grassi polinsaturi (PUFA) che hanno bisogno di essere protetti dalla perossidazione per non formare radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento e forse anche del cancro.
      Il rapporto E:PUFA cioè di mg di vit. E (più precisamente si parla di d -alfa -tocoferolo) e il numero di grammi di acidi polinsaturi è desiderabile sia superiore a 0,60. (p386). Solo l’olio di cotone supererebbe tale livello, raggiungendo 0,65.

      - l’ozono – ed anche l’ossigeno – causa seri danni ai globuli rossi se non c’è vitamina E, indebolendone le membrane cellulari. Dall’integrità di tali membrane dipende il corretto svolgimento delle funzioni cellulari.
      Un esperimento ha confermato che con la protezione della vitamina E si formano assai meno cellule danneggiate durante l’esposizione dei globuli rossi alla luce e all’ossigeno. I ricercatori ritennero che la quantità ideale sia tra 400 e 600 UI al giorno (p403). (Tra l’altro si forma meno idroperossido di colesterolo).

     

Fabbisogno:

      Con la vitamina E risultò che - a differenza di quanto avviene con la vitamina C o D -, la dose di mantenimento è uguale a quella di miglioramento. è maggiore se si usano estrogeni o grassi insaturi.
      Un milligrammo corrisponde a circa 1,50 UI (p381).
      Il fabbisogno di vit. E cresce notevolmente con l’età (un ricercatore consiglia un’integrazione di 100 UI il giorno per gli anziani (p398) e con l’attività. consigliabile la cautela con le alte dosi in caso di pressione alta: occorre un ’accurata supervisioni.
      Il dottor Harman suggeriva la somministrazione di 300 - 500 UI la settimana a scopo di ridurre l’incidenza del cancro (p427).



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