Arteriosclerosi

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Arteriosclerosi, Arterite, Artrite deformante, Artrite reumatoide, Artritismo, Artritismo reumatico acuto, Artrosi

     

Arteriosclerosi

      L’arteriosclerosi è una condizione patologica delle arterie in cui alla formazione di ateromi, necrosi e calcificazione della tunica media, si accompagna l’infiammazione della tunica interna.
      Secondo Shelton è costituita dal deposito di grassi e sali minerali sulle pareti delle arterie ed è causata dall’enervazione che perverte il metabolismo e l’utilizzazione normale delle sostanze alimentari naturali. Allora queste sono depositate da qualche parte affinché danneggino di meno il metabolismo e l’omeostasi; si finisce così con l’aterosclerosi e l’arteriosclerosi.
      L’arteriosclerosi può verificarsi nel cuore (sclerosi miocardica), nelle arterie (aneurisma), nel cervello (rammollimento, apoplessia), nella spina dorsale (paralisi), o nei reni (nefrite cronica), ecc. (Ig45p10).
      É favorita soprattutto dal consumo di carne, grasso, sale, zucchero, latticini, prodotti chimici (Ig45p20).
      Il deposito del colesterolo sulle pareti delle arterie può essere causato anche dall’asportazione della tiroide o dai farmaci che inibiscono le sue secrezioni poiché queste favoriscono l’utilizzazione del colesterolo (Ig44p33).
      Sono gli organi più stressati i più soggetti all’arteriosclerosi (Ig45p9).
      Nel coniglio (erbivoro) si produce arteriosclerosi facendogli ingerire colesterolo, cosa che invece non avviene nel cane che è carnivoro (Ig44 p33 - 34).
      Le arterie normali sono elastiche come un tubo di gomma.
      In nove cadaveri su dieci assoggettati ad autopsia, esse apparivano indurite come la roccia e il diametro dell’aorta era ridotto a un quarto del normale.
      Solo trent’anni prima, tale rapporto era inverso (Ig45p20).
      Si può sperare di fermare il processo e magari anche di invertirlo, in misura variabile, con l’adozione della dieta igienista, vita sana, digiuno (Ig45p18).
      Il malato di arteriosclerosi deve rallentare i propri ritmi di vita per non andare incontro a emorragie, facilmente fatali per istantaneo arresto delle funzioni cerebrali con effetti paralizzanti e farà bene ad adottare l’alimentazione e lo stile di vita igienista (Ig45p9).
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      Secondo ricercatori della medicina, la carenza di vitamina C causa lesioni simili a quelle dell’arteriosclerosi ed esse guariscono con una cura di vitamina C. L’arteriosclerosi diminuisce l’afflusso di sangue nel cervello, cuore ed altri organi.
      Nelle persone con arteriosclerosi, l’uso di molta più vitamina C (1 grammo il giorno) fa aumentare il colesterolo nel sangue, probabilmente mobilizzando le placche arteriosclerotiche, mentre nelle persone con arterie sane il colesterolo viene abbassato (ILCDV p282). Altri, però, affermano che gli integratori di vitamina C favoriscono la formazione di depositi sulle arterie, perciò qualche igienista consiglia di consumare arance piuttosto che ricorrere agli integratori.




     

Arterite

      L’arterite è l’alterazione infiammatoria della tunica delle arterie e può essere acuta e cronica. Può portare al restringimento o all’occlusione delle arterie.
      Caso: Un uomo era stato colpito da infarto cardiaco e arterite. Secondo i medici, aveva bisogno dell’amputazione di una gamba e tuttavia non aveva probabilità di vivere a lungo. Invece, guarì in tre mesi, senza medicine né amputazione, col riposo totale e una dieta in cui si alternavano pasti di frutta ad altri di verdura cruda o cotta (LA 1° p93 - 98).




     

Artrite deformante

      L’artrite deformante è detta anche osteoartrite cronica o reumatismo artritico (LA 1° p35).
      L’artrite è l’infiammazione di un’articolazione. Secondo la medicina ufficiale, può essere dovuta a cause esterne come un trauma oppure, più spesso, a cause interne cioè a infezioni, a stati infiammatori.
      Nella fase acuta presenta dolori alle giunture, febbre a circa 39°, polso molto rapido, gonfiore, tendenza all’anchilosi, atrofia muscolare, contratture, dislocazioni parziali, talvolta anemia, traspirazione abbondante a mani e piedi, pigmentazione irregolare e nodosità.
      Secondo gli igienisti:
      - se l’artrite deformante è troppo avanzata potranno scomparire solo i dolori ma non le deformità, altrimenti guarisce totalmente.
      - La cura è la medesima prevista per l’=> Artritismo: riposo, stile sano di vita, digiuno per 15/20 giorni, poi semidigiuno (succo d’arancia in un litro d’acqua, 200 grammi di frutta, 15 foglie di lattuga al giorno), poi alimentazione alcalinizzante, abbandono dei cereali e del pane: sostituirli con le patate.
      - Mosséri dà un’altra raccomandazione: è sbagliato esercitare le giunture rigide e anchilosate per renderle più sciolte, poiché ciò le danneggerebbe. Tale fenomeno - cioè la rigidità e l’anchilosi - è provocato temporaneamente dalla natura per eliminare meglio le tossine.
      - Anche i massaggi sono sconsigliati per la medesima ragione. Attendere che le giunture ritornino elastiche spontaneamente (LA 1° p35 - 45).
      Casi: Un malato di artrite deformante, dichiarato incurabile dai medici, guarì con 3 settimane di digiuno (L4SDLM p90).
      Una dattilografa di 43 anni soffriva di dolori al collo, alla schiena superiore e alle dita che erano anche talmente rigide da non consentirle di battere a macchina.
      Mangiando solo frutta e verdura cruda per due settimane i suoi dolori si ridussero di molto (Ig42p20).




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Artrite reumatoide

      L’artrite reumatoide è una malattia cronica alle giunture con una crescita eccessiva delle cartilagini articolari e delle membrane sinoviali, molto dolorosa, anche se il gonfiore e l’infiammazione sono minori che nel reumatismo.
      Porta rapidamente all’invalidità totale o parziale.
      Secondo l’igienista Shelton:
      - Le seguenti malattie rappresenterebbero condizioni simili pur colpendo parti diverse del corpo: gotta (infiammazione delle dita dei piedi), reumatismi (muscoli), lombaggine (parte inferiore della schiena), pleurodinia (muscoli intercostali).
      - derivano tutte da indebolimento costituzionale, non dai germi, anche se seguono raffreddori, tonsilliti, ecc.
      - l’artrite reumatoide compare più facilmente nelle zone fredde e umide, ma la vera causa, a parte l’eventuale predisposizione costituzionale, è l’enervazione seguita dalla tossiemia.
      - si ha di solito una storia d’indigestioni, con fermentazioni intestinali per troppo cibo, troppo amido combinato a zuccheri, che gli artritici non sopportano, combinazioni alimentari sbagliate.
      - non si ottiene la vera guarigione con l’aspirina, l’ATCH, il cortisone, altri ormoni o medicinali, che invece causerebbero gravi danni, e nemmeno con i massaggi o altri trattamenti.
      - può essere eliminata tramite un periodo di riposo totale, anche fisiologico (cioè il digiuno; nei casi gravi occorrono vari digiuni) che, però deve essere seguito da un abbandono delle abitudini snervanti, da bagni di sole, esercizi fisici adatti dopo la fine dell’infiammazione, un’alimentazione adatta di frutta e verdura con quantità moderate di proteine e carboidrati, eliminando qualsiasi combinazione incompatibile e abbandonando i cibi denaturati o che contengono conservanti.
      - occorre la guida di un esperto igienista per ottenere i migliori risultati (ASN p19 - 33).
      Prima che la malattia possa guarire, occorre ristabilire il tasso di => Calcio tramite gli alimenti. Il calcio dei medicinali, invece, sarebbe dannoso (LSCC 2° p76).


      Tra le possibili cause di artrite reumatoide c’è un’alimentazione ricca di glutine (come sta scritto anche nella pagina regime-di-fazio di questo blog, che consiglio di visitare). Riporto qui da tale pagina quanto scritto in essa riguardo al glutine
      IL GLUTINE oltre a favorire il morbo celiaco, rende "sordo" il sistema immunitario e così favorisce l’ingresso di virus, batteri, cellule tumorali, inquinanti.
      Oggi sono reclamizzate le paste con farine scurite artificialmente e arricchite di glutine fino al triplo assicurando che non scuociono e non si attaccano alle pentole e che contengono il doppio o il triplo del glutine presente nel grano di una volta, quando rappresentava il 5-7% della farina, mentre oggi arriva al 17-18% e anche al 21%.
      È molto meglio usare farine di grano naturale, locale, lavorato in piccoli mulini piuttosto che il grano delle moderne coltivazioni industriali.
      Secondo l’esperienza della dottoressa Di Fazio, da un elevato consumo di glutine derivano anche malattie linfoproliferative, come leucemie, linfomi e mielomi.
      Inoltre, secondo ricerche americane un’infiammazione gastrointestinale in un soggetto celiaco (consapevole o no di esserlo) produce effetti negativi anche sul cervello producendo emicranie croniche, episodi di schizofrenia, attacchi di epilessia, ictus ischemico da coagulazione del sangue nel cervello, sclerosi laterale amiotrofica o SLA, morbo di Parkinson e di Alzheimer o anche malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide (p121-131).
      C’è chi teme che oggi un elevata percentuale della popolazione sia a vario livello affetta da intolleranza al glutine e che l’uso di prodotti di parecchi cereali insieme (orzo, grano e segale) peggiori la situazione.
      IL FARRO contiene meno glutine e la dottoressa lo consiglia a chi non ha patologie né tendenza familiare ad esse, magari in alternanza con paste fatte con grani autoctoni (tumminia siciliana o la Senatore Cappelli) coltivate e molate come un tempo.
     
      IL SEITAN è costituito dal glutine del grano, che è povero di lisina. è aggiunto dai vegetariani a un’alimentazione ricca di zuccheri, pertanto contribuisce a favorire ancora di più i tumori e la steatosi epatica.
      È poverissimo di vitamine, minerali (ad esempio il ferro).
     
      Anche il KAMUT, che non è una varietà di grano, ma il nome di una ditta americana, vende un prodotto che è magari più digeribile di altri ma è anch’esso più ricco di glutine del grano duro ed è meglio evitarlo.




     

Artritismo

      L’artritismo è la distruzione generale delle membrane collagene e sinoviali - che formano un cuscinetto nelle giunture - e la produzione al loro posto di depositi calcarei.
      Ve ne sono numerose forme. Le più comuni sono l’artritismo (o => Artrite) reumatoide e l’osteoartritismo o => Osteoartrite.
      In alcuni individui l’artritismo si sviluppa in forma acuta, con dolore e gonfiore in parecchie giunture, ingrossamento dei noduli della milza e della linfa, globuli bianchi elevati e febbre.
      In altri ci sono sintomi precursori quali stanchezza, debolezza, perdita di peso, insensibilità, formicolio delle mani e dei piedi.
      Lo sviluppo caratteristico più frequente è graduale e insidioso con una leggera rigidità il mattino che sparisce durante la giornata col movimento.
      Spesso i sintomi si presentano in maniera simmetrica.
      Secondo gli igienisti:
      - l’artritismo deriva da profonda enervazione per abitudini mentali e fisiche malsane che altera la digestione e l’assimilazione, stile di vita malsano, iperalimentazione, alimenti di origine animale.
      - Chi ha la diatesi reumatica sviluppa i sintomi dell’artritismo il quale si estende di giuntura in giuntura, causando forti dolori fino a rendere impossibile il movimento e a saldare le giunture (anchilosi).
      - Osservando ai raggi X il corpo dell’artritico si vedono depositi di sostanze biancastre tra le vertebre, nelle giunture delle ossa e dei tubi biancastri dove sono le arterie, che normalmente ai raggi X sono invisibili, e calcoli nei reni e nella cistifellea. Tutto questo calcio è sottratto alle ossa e ai denti.
      Quando il sangue è troppo acido a causa del consumo eccessivo di cibi acidificanti – carne, uova, pesce, latticini, cereali – e di uno scarso consumo di cibi alcalinizzanti – frutta fresca e verdura cruda) si formano sali di calcio che si depositano in tutto il corpo, anche nella mielina che circonda i nervi.
      Il risultato è che le ossa sono colpite dall’osteoporosi, i denti dalla carie, le arterie irrigidite si possono spezzare causando emorragia specialmente nel cervello; anche le valvole delle vene degli arti inferiori sono danneggiate e così si producono le vene varicose e il gonfiore ai piedi. Inoltre l’acido urico tende a fissarsi nelle articolazioni.
      - Anche le ghiandole come la prostata possono calcificarsi; lo stesso avviene per gli ossicini dell’orecchio medio e ne deriva la sordità.
      - La calcificazione delle guaine nervose finisce con la paralisi e l’atrofia di organi e muscoli o con la perdita del coordinamento e delle sensazioni. (Ig29p24 - 29).
      - La stessa medicina riconosce di avere dei medicinali capaci di alleviare i sintomi dell’artritismo ma non di guarirlo (Ig29p20).
      - guarire dal primo attacco di artritismo è facile quanto guarire da un raffreddore.
      I rimedi sono:
      - un periodo di riposo per recuperare la forza funzionale;
      - un digiuno piuttosto lungo per disintossicare l’organismo;
      - uno stile di vita sano per prevenire l’enervazione e la tossiemia;
      - l’esercizio fisico dopo la fine dell’infiammazione;
      - un menù adatto di frutta e verdura con quantità accettabili di proteine.
      Nei casi più avanzati occorrono svariati digiuni ma solo i casi più gravi sono senza speranza (Ig42p10 - 20).
      - Un’alimentazione alcalinizzante fa tornare nelle ossa e nei denti il calcio e i minerali alcalini e sciogliere i calcoli; le arterie ritornano elastiche e scompare l’ipertensione che ne è derivata e le giunture sono liberate dai depositi calcarei (ma l’eventuale anchilosi rimarrà).
      - La frutta essiccata – purché non trattata con zolfo o con i conservanti e non sbiancata – è molto buona se accompagnata con foglie verdi;
      - i semi germogliati sono alcalinizzanti;
      - evitare oli, spezie forti e condimenti, alcol, aceto, sale perché disturbano i processi digestivi;
      - usare provvisoriamente verdure cotte al vapore, se non si sopportano crude.
      - Magari aggiungere 25 - 40 grammi al giorno di noci varie per procurarsi altre sostanze azotate, anche se un poco acidificanti.
      - Verdure crude raccomandate: lattuga, pomodori, cetrioli, peperoni verdi, sedano, cavoli, cavolfiori, baccelli di fave verdi e piselli verdi (prima che si formino i semi).
      - Rispettare le combinazioni nell’alimentazione per non intralciare la digestione.
      Secondo un esperimento, latte e formaggio possono aggravare il problema. Secondo altri esperimenti, sei pazienti sono guariti totalmente dal dolore eliminando i grassi dalla loro dieta, 44 pazienti hanno visto diminuire i loro dolori abbandonando grano, mais e carne, altri sono guariti abbandonando uova, latte, lievito, zucchero e grano. Anche la riduzione degli alimenti rallenta lo sviluppo della malattia (Ig42p19).
      Al contrario il ricorso ai medicinali, secondo gli igienisti, rende più difficile la guarigione e può procurare nausea, ulcere di stomaco, mal di testa, eruzioni cutanee, riduzione dei globuli bianchi, acufeni, anemia, ritenzione di fluidi, ecc.(Ig42p18 - 19). Vedere anche => Sali d’oro.


     

Artritismo reumatico acuto

      Artritismo reumatico acuto: La crisi si sviluppa improvvisamente il dolore è intenso, mal di testa intenso, forte febbre, prostrazione ed estremo nervosismo, dolori intensi alle giunture che si gonfiano, arrossiscono e perdono una parte della mobilità. Eventualmente i dolori passano da una giuntura all’altra.
      Secondo gli igienisti:
      - con le cure mediche si può allungare il decorso della malattia e causare complicazioni (anche cardiache, oltre che digestive con i salicilati), e si tende sempre più alle ricadute;
      - invece con l’igienismo di solito la malattia dura 10 giorni, con meno dolori e prostrazione e quasi nessuna tendenza alla ricaduta (se si continua l’allontanamento delle cause, dopo l’eliminazione dell’enervazione e della tossiemia).
      - Tra le cause sono certamente gli alimenti malsani ma non bisogna dimenticare le altre cause della degradazione sistemica: sovraffaticamento, alcol, tabacco, caffè, tè, grasso, abuso di cibo, temperature estreme, orge sessuali e altri fattori, assenza di esercizi, di riposo e di sonno.
      - Tale malattia è comune soprattutto tra i pletorici.
      - Sono sconsigliabili gli antidolorifici ed anche i massaggi o il bere molto e i clisteri.
     
      Raccomandabili invece:
      - il riposo a letto in una camera luminosa e ben arieggiata, senza rumore, riposo e sonno a volontà, digiuno finché durano dolore, febbre e infiammazione.
      - Se si adopera il calore, abbandonarlo quando il dolore diminuisce.
      - Dopo la guarigione, alimentazione e stile di vita sani (Ig42p30 - 32).
      Casi: Un uomo di settantotto anni soffriva di costanti dolori in fondo alla schiena che s’irradiavano fino alle gambe; la sua spina dorsale degenerava di giorno in giorno ed egli era costretto a usare le stampelle.
      Ricevuta una dieta da una conoscente, escluse tutti i cibi industrializzati e gli alcolici, cominciò a usare solo succhi di carote, sedano, mele, verdura.
      Nei primi giorni i dolori aumentarono ed ebbe anche diarree, mal di testa e dolori quasi ovunque. Dopo due settimane i suoi dolori sparirono totalmente.
      Poi gli furono consigliati una dieta igienista e un bicchiere di succo di verdure ogni giorno. Dopo tre mesi poteva muoversi senza alcun handicap.
      Una donna con le dita annodate e paralizzate dall’artritismo, depressa, con vuoti di memoria, sempre esausta, guarì con otto giorni di digiuno seguiti da una dieta di frutta e verdura cruda (Ig42p10 - 20).
      Un uomo soffriva di dolori alle spalle in seguito ad un sovraffaticamento. Gli fu diagnosticata una tendinite e prescritta l’aspirina, ma non ne ricavò beneficio. Poi il dolore si estese di giuntura in giuntura, colpendo spalle, mani, piedi, ginocchia. Gli furono prescritti altri farmaci ma non procurarono miglioramento. Allora il malato si rivolse a un reumatologo che gli diagnosticò un artritismo reumatico e prescrisse altri medicinali che procurarono solo sollievo per qualche tempo. Dopo nove anni di delusioni il paziente si decise a provare una dieta speciale e il digiuno e ridusse i medicinali fino ad abbandonarli del tutto dopo dieci giorni. Gradualmente i suoi dolori scomparvero (Ig42p19 - 20).




     

Artrosi

      L’artrosi è una patologia articolare cronica, non infiammatoria, caratterizzata da un’alterazione della cartilagine articolare che provoca dolore nel movimento.
      Secondo l’igienista T.C. Fry, l’artrosi:
      - deriva dai cibi cotti e dall’acido urico che deruba le ossa di calcio per la neutralizzazione dell’acidità: i sali così formati in parte sono eliminati, in altra parte si fissano sulle cartilagini per la loro affinità con esse causandone la calcificazione e l’anchilosi;
      - si cura con uno o più digiuni alternati a dieta di cibi crudi. Occorre almeno un anno (CD1 5ª C, LH16p4).
      Caso: una ballerina soffriva di artrosi dell’anca che le procurava forti dolori.
      Seguendo i consigli di un maestro igienista (non specificati nella storia o piuttosto gli insegnamenti del libro La salute col cibo) guarì e a cinquantasette anni vinse una gara di danza (LA 2° p204).



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