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QUANTO COSTA LA MEDICINA ?
I residenti in Italia all’inizio del 2011
erano circa 60.600.000. Ne consegue una previsione di spesa per ogni residente
di quasi 1.900 euro l’anno e superiore a 5 euro il giorno. Perciò, se i
contribuenti italiani sono 41 milioni, ognuno di loro sborsa mediamente importi
ancora superiori (circa 2.800 euro), per la salute di ciascun residente. A
questa somma va poi aggiunto il costo delle cure che i cittadini pagano di
tasca propria.
Secondo gli igienisti, molti interventi
chirurgici potrebbero essere evitati, con beneficio anche per la salute del
malato; e varie terapie…vitalizie sarebbero superflue poiché con l’igiene
naturale i malati potrebbero guarire durevolmente, invece di aver bisogno per
il resto dei loro giorni delle “stampelle” fornite dalla medicina ufficiale con
le sue cure palliative. Inoltre anche gli esami clinici sono in larga misura
inutili.
Pertanto, con la medesima spesa, se si
aprissero le porte alle medicine alternative - in particolare all’igienismo –
si potrebbe procurare un’assistenza sanitaria assai migliore. Ad esempio:
- aumentare negli ospedali il rapporto tra
medici e altro personale rispetto al numero dei pazienti;
Vi sono
pazienti che muoiono tra atroci sofferenze per banali piaghe da decubito, ciò
che certamente non deriva da un’assistenza ottimale. Ve ne sono altri ai quali,
invece del pannolone, è applicato il catetere, comodo e sbrigativo per gli
infermieri ma possibile fonte di sofferenze per il malato.
- potenziare i servizi di diagnostica, - ammesso e
non concesso che tali esami siano utili - visto che oggi occorre attendere
parecchi mesi per un esame di laboratorio,
- fare molta più medicina preventiva e molta più
ricerca per riconoscere le malattie ai primi sintomi, curarle più tempestivamente
e con maggiori possibilità di guarigione rapida e completa;
- fare molta più assistenza domiciliare, ecc. e
dare aiuti meno esigui alle famiglie che assistono malati terminali;
- o altrimenti si potrebbe sottrarre assai meno
denaro dalle tasche dei cittadini, mentre oggi si è costretti ad aumentare
sempre più la pressione fiscale per far quadrare il bilancio dello Stato.
D’altra parte, vanno considerate anche le spese - a
carico degli enti pubblici o delle famiglie - sostenute per chi diventa
invalido a causa degli interventi chirurgici o del carattere solitamente
palliativo delle terapie della medicina ufficiale.
Infine, se già oggi la spesa sanitaria italiana
complessiva assorbe già il 6,5% del PIL, tre ricercatori della Bocconi
prevedono per il 2050 un raddoppiamento di tale percentuale a causa del
progressivo invecchiamento della popolazione.
E la lobby medico-farmaceutica gentilmente
ringrazia.
* *
*
La spesa farmaceutica
italiana supera i 14 miliardi di euro, per una popolazione che è pari ad un
centoventesimo di quella mondiale. Si può, quindi, stimare che a livello
mondiale essa potrebbe raggiungere i mille miliardi di euro l’anno.
In conseguenza di ciò, sacrificando anche
solo un centesimo di tale somma la lobby farmaceutica disporrebbe di oltre 10
miliardi di euro, coi quali confezionare almeno centomila mazzette di centomila
euro ciascuna, che sarebbero sufficienti - oltre che a stipendiare scienziati
fasulli che diano la veste di scienza alla pubblicità dei prodotti farmaceutici
- a far leccare i baffi:
a molti giornalisti, affinché esaltino la
medicina ufficiale e tacciano sulle medicine alternative, come l’igiene
naturale o l’omeopatia, o le discreditino,
e a tutti i partiti politici del mondo,
affinché approvino leggi poco assennate, come quelle sull’esercizio abusivo
della professione medica.
Probabilmente, ciò non
viene fatto nella pratica poiché qualcuno potrebbe pentirsi e parlare; e allora
si scoprirebbe tutto, ma si può comprendere l’enorme potere di corruzione e di
disinformazione di cui dispongono le Case farmaceutiche per promuovere il
ricorso ai farmaci,
a danno dei malati, che sono privati della
possibilità di guarire,
e dei contribuenti, costretti a spendere
molti miliardi di più per i Servizi Sanitari.
Magari, invece di comprare i giornalisti,
quelle potrebbero comprare i giornali e le Case editrici di enciclopedie -
soprattutto quelle mediche - e scegliere direttori pronti a dissuadere o a
licenziare i dipendenti che -
permettendosi di parlare bene delle medicine alternative - non facessero
gli interessi delle “Sette (?) Sorelle Farmaceutiche”.
Magari, da dietro le quinte potrebbero
anche:
- scegliere docenti conformisti per le
facoltà di medicina, o coloro che gestiscono gli Albi professionali - affinché
intimidiscano o radino i medici che pensano a guarire i malati invece che ad
aumentare il consumo dei medicinali (LH16p13)
- o ingraziarsi gli Accademici di medicina
o le associazioni mediche affinché col proprio prestigio persuadano i
parlamentari dei vari Paesi a riservare alla medicina ufficiale l’esclusiva
della cura dei malati (O p139) o corrompere le autorità accademiche come quelle
che proibirono di parlare dell’omeopatia nelle facoltà di medicina ad un
docente che ne aveva scoperto l’efficacia (O p159).
E così di seguito.
Peraltro, gli stessi
medici per i loro interessi combattono, a volte, contro le medicine
alternative.
Così, il
dottor Gastier, omeopatico, ottenne in un ospedale successi che ingelosirono i
medici della regione. Questi cercarono di calunniarlo e di farlo allontanare.
Ma gli amministratori esaminarono i registri dell’ospedale e attestarono che
dopo l’entrata in servizio di tale medico il numero dei decessi era
percentualmente diminuito, le spese farmaceutiche erano state quasi nulle e il
servizio si era alleggerito (O p143-144).
Ciò fa
pensare che l’Italia, tra qualche decennio, potrebbe risparmiare, virtualmente,
anche oltre 10 miliardi di euro l’anno in medicinali se aprisse le porte alle
altre scuole mediche, tra cui l’omeopatia e l’igienismo.
Si
potrebbero probabilmente risparmiare pure altre decine di miliardi rendendo
superflui anche tanti esami clinici, tanti interventi chirurgici e altre
terapie.
Ovviamente
questo ragionamento non piace ai signori della lobby medico-farmaceutica…
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