Menopausa

03/05/17

Indice delle voci di questa pagina:
Menopausa, Menorragia, Mestruazioni, Meteorismo, Metrite, Miastenia, Micosi, Miele, Mieloma, Minerali organici
    

Menopausa

      La menopausa è l’evento fisiologico che nella donna corrisponde al termine del ciclo mestruale e dell’età fertile e dell’attività ovarica: le ovaie non producono più follicoli ed estrogeni (ormoni femminili principali). Tale stato provoca una serie di mutamenti nella donna che riguardano gli aspetti trofici, metabolici, sessuali e psicologici, con una serie di manifestazioni (sintomi) che variano a seconda della persona e possono essere più o meno marcati, ma non tutti sono collegabili alla menopausa in sé, poiché influiscono altri fattori come il contesto familiare e sociale. Lo stesso fenomeno è stato osservato anche in altri primati e nei cetacei.
      Normalmente l’età in cui si riscontra la menopausa è fra i 45 e i 50 anni come media mondiale. Esistono aggravanti, fattori di rischio che interferiscono solitamente diminuendo l’età anagrafica di tale evento:
      Il fumo della donna, sia attivo sia passivo induce nella donna un’anticipazione dell’evento di qualche anno in proporzione alla quantità di assunzione e alla durata di assunzione delle sigarette, il tipo di alimentazione, che può essere ritenuta assolutamente non adatta per colpa delle condizioni economiche del soggetto, l’indice di massa corporea, se risulta inferiore a quello ideale, l’abuso di alcool, la bassa statura.
      La premenopausa è il tempo che precede l’ultima mestruazione. La postmenopausa è il tempo successivo all’ultima mestruazione. La perimenopausa, un periodo più esteso rispetto alla premenopausa, che si esaurisce dopo un anno all’atto della menopausa, ma alcuni studi affermano che la data iniziale di tale periodo sia intorno alla seconda metà della quarta decade. La menopausa precoce (prima dei 40 anni). La menopausa prematura tra 40 - 45 anni, la menopausa spontanea (fascia di età 46 - 55 anni) e la menopausa tardiva (fascia di età superiore a 56 anni), la menopausa artificiale se è la conseguenza diretta di un qualche intervento o dalla chemioterapia. L’isterectomia, soprattutto in giovani donne, non esaurisce la funziona ovarica ma di fatto vengono a cessare i cicli mestruali e in ogni caso le donne avranno bisogno di ulteriore supporto in età avanzata.
      La premenopausa è caratterizzata dai primi squilibri ormonali: i livelli plasmatici dell’inibina diminuiscono mentre l’ormone follicolo-stimolante (FSH) aumenta rispetto alla norma. Altri squilibri non compaiono: il ciclo e la quantità di estrogeni rimangono regolari fino ad un’età inferiore ai 40 anni.. I cicli diventano sempre di più anovulari, negli ultimi 30 mesi prima della menopausa,
      L’ipotesi più accreditata è quella che la causa risieda nell’ovaio stesso che utilizza dapprima i follicoli più resistenti, che nel corso degli anni devono essere sostituiti con nuovi follicoli che partono già danneggiati e questo comporterebbe la deplezione-atresia follicolare.
      Oltre all’ovvia alterazione del quadro mestruale, (polimenorrea, oligomenorrea, ipomenorrea e ipermenorrea) in questa fase vengono espressi i primi disturbi di tipo psicologico, ansia, irritabilità, nervosismo e disforia, diminuzione delle capacità di concentrazione e di memoria, aumento del peso, si può mostrare anche orticaria, le vampate di calore sono le più frequenti, improvvisi sbalzi di temperatura, con sudate improvvise e vampate di calore nel 65-75% dei casi, ma la percentuale cambia a seconda della zona, per via delle abitudini anche alimentari del luogo, nell’Indonesia ad esempio le donne che hanno tale disturbo si riducono dal 20 fino al 10%, (il fenomeno raramente supera i 6 minuti). L’arrossamento coinvolge la testa e le parti limitrofe (viso, collo e nuca), mentre successivamente vi è un calo di temperatura fino a una sensazione di freddo. La notte contribuiscono ad avere un sonno disturbato. Tale sintomo spesso persiste 1 -2 anni ma a volte anche per cinque anni dalla menopausa. è riscontrata un’azione favorevole degli isoflavoni e derivati della soia sulle vampate.
      Circa a metà delle donne soffre di depressione, ma ciò cmbia secondo l’etnia: le afroamericane risentano maggiormente di questa condizione psicologica. È discussa questa correlazione anche nel caso di donne che hanno subito isterectomia.
      Si possono avere difficoltà ad addromentarsi, disturbi del sonno, insonnia.
      Successivamente cominciano le modificazioni a livello cutaneo, l’epidermide e il derma si assottigliano, in quest’ultimo caso si nota una diminuzione del collagene nella donna. Tali variazioni provocano le varie atrofie, che non riguardano soltanto l’apparato genito-urinari (che possono causare tenesmo, disuria, pollachiuria, nicturia) ma anche la cute in genere, diventando meno elastica e disidradata, ciò causa un aumento delle rughe e sensazioni di prurito, inoltre si manifestano artralgie a livello delle articolazioni distali (ginocchia, anca, colonna vertebrale), l’incidenza è del 50%.
      Molti studi hanno dimostrato che con i cambiamenti ormonali della menopausa il desiderio sessuale nelle donne diminuisce, anche se studi e interviste effettuate confermano che le donne rimangono ancora soddisfatte del loro rapporto con il partner anche successivamente allo stato di menopausa. Inoltre vi è anche un aumento nella difficoltà nel praticare l’attività sessuale (si mostra la dispareunia, il dolore vaginale quando si tenta una penetrazione), disorgasmia e bruciore dopo il rapporto sessuale, dolori muscolari, diminuzione della massa ossea all’origine dell’osteoporosi, calo di energia fisica, disturbi urinari, aumento della pressione arteriosa, aumento delle malattie cardiologiche, ipertriglicemia, diabete, ipertensione, dislipidemia oltre all’obesità, sono tutti fattori pericolosi per il lavoro del cuore e la loro manifestazione cumulativa porta a elevati rischi cardiologici. Inoltre si riducono i livelli di HDL e aumentano i valori dell’apolipoproteina B.
      Solo una minima parte delle donne si sottopone a terapie, ad esempio a somministrazione di estrogeni
      Il trattamento normale varia e mira alla cura dei sintomi soprattutto quando essi sono troppo invadenti.
      Per le vampate di calore, indossare indumenti a strato che in caso di improvviso sbalzo termico possono essere tolti facilmente; la somministrazione di cimicifuga racemosa (se per brevi periodi) è stata testata, come anche la proteina della soia e i suoi derivati, con esiti interessanti.
      Sono state provate anche cure alternative: l’agopuntura, provoca un notevole effetto placebo, mentre le erbe medicinali non hanno conseguito nessun risultato.
      Per l’obesità, occorre un cambiamento dello stile di vita, seguire una dieta più moderata.
      Per le artralgie, si raccomanda un trattamento che coinvolga la persona in attività fisica (come lo stretching o la cyclette).
      Per l’insonnia, effettuare esercizio fisico, massaggi ed evitare ogni forma di stress e terapia farmacologica col Progesterone.
      Per l’osteoporosi necessita la cessazione di vizi negativi come il consumo di alcool o sigarette, esercizio fisico, ma soprattutto una dieta basata sulla ricchezza di calcio 1000 mg al giorno (ma si può raggiungere se ritenuto necessario dosi anche di 1500 mg al giorno), al contempo deve essere povera di caffeina e cloruro di sodio. Come trattamento farmacologico in alternativa agli estrogeni, o se controindicati, vi sono vari farmaci, per i quali è raccomandato ricorrere al medico, anche perché aumentano il rischio di certe patologie.

      Secondo gli igienisti:
      - i disturbi attribuiti alla menopausa (vampate di calore, crisi di pianto, palpitazioni, sudore, insonnia, ipertensione o ipotensione, ecc.) sono in realtà dovuti a -> Tossiemia per enervazione, alimenti malsani e altro (anche perché è venuta a mancare quella valvola di scarico supplementare delle tossine, costituita dalle mestruazioni) e possono essere prevenuti con uno stile di vita igienista o – una volta in corso - eliminati digiunando abbastanza a lungo per disintossicarsi, e col riposo fisico e mentale. Poi bisogna eliminare le sovreccitazioni e le tensioni mentali e fisiche, concedersi molto riposo mentale e fisico. Procurarsi i fattori vitali come alimenti sani, aria pura, sole, esercizio fisico. Niente estratti ghiandolari, né stimolanti (caffè, sigarette, alcol, ecc.).
      - Le cure ormonali o con sedativi non risolvono durevolmente il problema e sono nocive (aumento del rischio di malattie cardiache, di demenza, di depressione e di cancro all’utero e al seno. Ciò è stato dimostrato negli esperimenti sugli animali e si constata un aumento di tali tumori anche nelle donne).
      - Inoltre i benefici sulla densità ossea sono annullati quando s’interrompe il ricorso agli ormoni (Ig20p15 - 22, LA 2° p91). Vedere anche -> Vaginite atrofica.
      - Gli ormoni sono efficaci solo temporaneamente - e in misura non rilevante - per limitare la perdita di massa ossea. Non appena sono interrotti, tale perdita avviene in modo accelerato tanto da rendere quasi inutile la cura ormonale, che andrebbe quindi continuata per tutta la vita al fine di ridurre il rischio di osteoporosi, accettando però i rischi di cancro che ciò comporta. D’altra parte secondo una ricercatrice, la terapia ormonale favorisce la formazione di coaguli sanguigni nelle ossa e, quindi, una minore circolazione di sangue che potrebbe favorire l’osteoporosi (LA 2° p92). Altri prodotti chimici per aumentare la densità ossea hanno dato risultati contrastanti o addirittura negativi (così il fluoro ha prodotto un raddoppiamento delle fratture dell’anca, oltre a vivi dolori negli arti inferiori (LA2° p93).
      Casi: una donna in menopausa aveva tratto molto vantaggio dalla cura ormonale poiché la sua vita sessuale era di nuovo possibile.
      Tuttavia, dopo un anno si accorse che tutte le altre funzioni corporee stavano cedendo e che la vita le stava sfuggendo. (è, cioè, sciocco far ringiovanire una parte del corpo mentre gli altri organi restano vecchi) (LA 2° p78).
      Un’altra donna era stata sottoposta a cure ormonali in seguito alla quasi completa scomparsa del ciclo mensile. Il risultato fu che cominciò a soffrire di mal di testa, ad avere gonfiori e nausee e a prendere dei chili di peso. Altri terapeuti le proposero altri rimedi e con essi la donna ebbe altri disturbi di salute (LA 2° p79).
      Un’altra donna ancora affermava di aver sofferto di terribili vertigini epatiche, che i medici avevano qualificato “di Ménière”, che erano guarite con una cura di digiuno seguita da uno stile di vita quasi igienista. In seguito era guarita da disturbi detti della menopausa (terribili emicranie e vampate di calore) già dopo cinque giorni con la dieta seguente:
      mattina: una mela.
      Solo frutta a mezzogiorno.
      Solo ortaggi crudi o semicotti la sera.
      Tale donna riteneva di essere anche intossicata dall’abbondante consumo di formaggio fresco di capra o della groviera grattugiata (LA 2° p98).
      Risp.: Non è la menopausa la causa della decalcificazione delle ossa, ma il consumo di cibi acidificanti – cereali, cioè pane, pasta, ecc., carne, pesce, uova, formaggi fermentati, ecc. (Ig52p35).


    

Menorragia

      Per menorragia in campo medico, si intende un’eccessiva perdita di sangue (80 ml invece di 40-50) in occasione delle mestruazioni ed è anche prolungata rispetto alla normale durata. Si differenzia dalla metrorragia, che è anch’essa una perdita di sangue dall’utero ma non in rapporto con il flusso mestruale. può essere associata a dolore ed anemia.

      Secondo l’igienismo:
      La menorragia è una perdita eccessiva di sangue che sfiora l’emorragia, e che si prolunga da sette o otto giorni a due settimane o addirittura una mestruazione è seguita da un’altra (Ig50p11).
      Il risultato di una tale perdita di sangue è spesso l’anemia.
      I dolori alla schiena, i mal di testa, l’acne soprattutto al viso e la debolezza sono sintomi frequenti.
      - la nevrosi sessuale, che proviene dalla stimolazione della funzione sessuale a causa della sovralimentazione, degli alimenti stimolanti malsani, dell’immaginazione erotica e della mancanza di esercizi, produce perdita di sangue per alleggerire gli organi intasati.
      - Se non c’è perdita di sangue, la ragazza rischia un fibroma oppure di diventare la vittima di qualche uomo (Ig50p13).
      - Niente vale il digiuno e il riposo (fisico, fisiologico, mentale) nei casi dovuti alle mestruazioni troppo abbondanti (Ig56p22).
      Risp.: ad una donna sofferente di perdita di sangue mestruale tutti i giorni, Mosséri consigliò digiuno a letto per alcuni giorni e la soppressione di tutti gli alimenti azotati, cioè carne, uova, pesce, formaggi, ostriche, ecc. (LA 2° p98).


    

Mestruazioni

      La mestruazione (usato più spesso al plurale, mestruazioni) è la perdita di sangue proveniente dalla cavità uterina in seguito allo sfaldamento dello strato superficiale dell’endometrio. Si verifica ciclicamente - in media ogni ventotto giorni - nelle donne fertili, e rappresenta l’inizio del ciclo mestruale.
      Nel caso non avvenga la fecondazione l’endometrio si sfalda a causa di una diminuzione dei livelli di estrogeni e progesterone e si ha la mestruazione, che ha durata media di 3 - 6 giorni. Se avviene la fecondazione, l’embrione produce precocemente un ormone chiamato gonadotropina corionica umana (HCG). Si prolunga la vita del corpo luteo che continua a secernere progesterone ed estrogeni; ciò porta all’assenza della mestruazione e al proseguimento della gravidanza.
      Si può verificare ipomenorrea in cui la perdita ematica è inferiore ai 20 millilitri oppure l’ipermenorrea in cui la perdita ematica è superiore agli 80 millilitri o anche la
      Nella dismenorrea si può verificare la tensione premestruale, rappresentata da una tensione psicologica.

      Secondo gli igienisti, le donne in ottima salute hanno mestruazioni ridottissime e rare. Il dottor Shelton affermava di aver visto la cessazione delle mestruazioni in coincidenza col recupero della salute a un elevato grado di vigore (Ig50p12).
      Caso: una giovane donna vivendo sanamente e mangiando poco era perfettamente sviluppata e invidiata dalle altre donne per la sua bellezza. Aveva mestruazioni ridottissime di un solo giorno soltanto una o due volte l’anno.
      Era una ballerina classica ma a 20 anni passò al ballo popolare e cominciò a fare tardi tutte le sere, a mangiare come tutti, a bere alcolici, a fumare, ecc.
      La sua salute peggiorò molto e allora cominciò ad avere mestruazioni di 4 o 5 giorni ogni quattro settimane.
      In seguito sviluppò un gozzo esoftalmico, polso rapido, ipertensione, sintomi nervosi, insonnia.
      Ciò mostra che le mestruazioni vanno di pari passo con la cattiva salute e rappresentano un’eliminazione di rifiuti metabolici (LA 2° p96).
      Mestruazioni vicarianti: sanguinamenti dal naso, stomaco, intestini, capezzoli o altri organi, durante il periodo mestruale, fosse pure senza flusso vaginale.
      Secondo Shelton non andrebbero chiamate mestruazioni vicarianti ma una perdita di sangue da tessuti indeboliti, a causa del rialzo della pressione.
      Sono il sintomo di un’alterazione costituzionale e quindi il vero rimedio è il ripristino della salute generale, abbandonando la sovralimentazione, gli alimenti troppo stimolanti, l’inattività, lo stile di vita malsano.
      Se vi sono pure anemia, catarri, indigestione o altre patologie occorrono anche il riposo, fisico e mentale, oltre al digiuno (Ig50p11 - 12).


    

Meteorismo

      Con il termine meteorismo viene indicato un disturbo gastrointestinale associato alla distensione addominale provocata da una eccessiva produzione e accumulo di gas nel tratto digestivo, usualmente nel tratto intestinale o nello stomaco, più raramente nella cavità addominale, che non viene evacuato, ad esempio attraverso la flatulenza, dando luogo a complicanze, una tra tutte il rigonfiamento dell’addome stesso.
      I gas entrano nell’organismo con la deglutizione, le reazioni biochimiche, la diffusione a partire dal sangue e dalla fermentazione batterica intestinale. I gas escono invece per assorbimento dalla parete intestinale, per escrezione respiratoria, per sintesi batterica e per evacuazione anale.
      Si può avere eccessiva produzione in conseguenza della ricchezza in fibre alimentari, (soprattutto pectina, poco la cellulosa),e della lentezza del transito (costipazione) o dell’espulsione del gas: se i muscoli anali non si rilassano per consentire l’espulsione del gas, si formano delle sacche gassose
      Il meteorismo è detto anche flatulenza.

      Secondo l’igienismo:
      - il meteorismo può provenire da aria ingerita, da anidride carbonica liberata dalla saliva, ma anche da fermentazione o putrefazione degli alimenti vegetali mal digeriti (gli alimenti animali producono veleni liquidi peggiori) o da incapacità di assorbimento.
      - I gas possono pure derivare dall’unione tra sostanze alcaline e acide o anche da combinazioni incompatibili.
      - Molto indigesta e fonte di fermentazioni e gas è la pappa costituita da cereali, zucchero e latte (ALRDUSP c47).
      - Occorre il digiuno fino alla scomparsa del disturbo, poi poca alimentazione con un solo tipo di frutta per pasto (magari mangiare solo i frutti che si preferiscono) e stile di vita sano (Ig41p39, Ig46p27).
      - Il colore della lingua riflette lo stato dell’apparato digerente (LA 2° p62).
      Caso: Una donna vegetariana da molto tempo soffriva di spasmi e meteorismo, foruncoli e gengive.
      Dopo che ebbe modificato la sua dieta seguendo gli insegnamenti dei libri di Mosséri (La salute col cibo; Il cibo ideale e le combinazioni semplificate) - tra cui la riduzione delle proteine a dieci grammi il giorno - ebbe un grande miglioramento e i suoi capelli ricrebbero (LA 2° p203).
     

Gas putridi:

      Risp.: ad un tale, affetto da gas putridi e nauseabondi, replica che i medicinali hanno distrutto il potere digestivo.
      Fare un giorno di digiuno la settimana, evitare i grassi poiché ritardano la digestione, fare quattro piccoli pasti il giorno, cioè:
      - Mattina: alcune arance o pompelmi o banane molto mature.
      - Mezzogiorno: insalata, crudità condite con succo di limone, senza olio.
      - Merenda: alcune mele o pere o uva.
      - Sera: verdure e patate cotte in acqua (Ig58p38).


    

Metrite

      Vedere -> Raffreddore da fieno e Salpingite.


    

Miastenia

      Secondo l medicina tradizionale, la miastenia gravis è una malattia neuromuscolare caratterizzata da debolezza muscolare fluttuante e affaticabilità.
      La miastenia è una malattia cronica caratterizzata dalla diminuzione dei recettori per l’acetilcolina a livello della giunzione neuromuscolari. Si manifesta con debolezza muscolare che si aggrava in seguito a movimenti ripetuti e nel corso della giornata. Può avere manifestazioni locali, come la diplopia e la ptosi della palpebra, ma anche essere generalizzata. Nei casi più gravi può portare a insufficienza respiratoria e alla morte.
      È una delle malattie autoimmuni meglio conosciute e gli antigeni e i meccanismi della malattia sono stati identificati con precisione.
      La debolezza muscolare è causata da anticorpi circolanti che bloccano i recettori colinergici postsinaptici o le proteine della giunzione neuromuscolare, inibendo l’effetto stimolante del neurotrasmettitore acetilcolina. Si stima che in Italia ci siano dai 15.000 ai 20.000 pazienti.
      Più frequentemente colpisce giovani donne adulte e persone anziane di entrambi i sessi.
      La miastenia non è direttamente ereditaria né contagiosa.
      La caratteristica della miastenia è una debolezza muscolare che aumenta durante i periodi di attività e migliora dopo un periodo di riposo.
      Nonostante la miastenia possa interessare ogni muscolo volontario, alcuni muscoli, come quelli che controllano l’occhio (strabismo ) e i movimenti delle palpebre (ptosi), l’espressione facciale, la masticazione, il parlare e la deglutizione sono spesso, anche se non sempre, coinvolti nella malattia.
      Il paziente si lamenta quindi di vederci doppio (diplopia) o ha un abbassamento di una o di entrambe le palpebre (ptosi palpebrale). In altri casi i primi segni possono essere la difficoltà nella deglutizione e la voce nasale che può diventare quasi incomprensibile.
      Una donna riusciva a parlare senza difficoltà ma, dopo un poco che parlava, perdeva temporaneamente la parola diventando muta come un pesce.
      I sintomi, che variano in tipo e severità, possono includere una ptosi palpebrale (caduta, abbassamento di una o di tutte e due le palpebre), diplopia (vederci doppio), dovuta alla debolezza dei muscoli che controllano i movimenti oculari, instabilità nella stazione eretta, debolezza (specie dopo sforzo minimo) nelle braccia, nelle mani, nelle dita, nelle gambe e nel collo, cambio dell’espressione facciale, disfagia (difficoltà nella deglutizione), fiato corto, e voce alterata, spesso nasale (rinolalia), dovuta alla debolezza dei muscoli faringei e della lingua. Possono comparire, per effetto secondario della debolezza muscolare, fascicolazioni, mioclono, crampi, tremore. La difficoltà nella deglutizione può provocare la caduta di cibo, bevande o saliva in grosse quantità che può esitare in una polmonite ab ingestis. Venendo spesso interessata la muscolatura esofagea con rischio di sviluppare un megaesofago acquisito, il segno clinico principale è il rigurgito.
      La miastenia gravis è una malattia autoimmunitaria nella quale vengono prodotti anticorpi diretti contro proteine (antigeni) del proprio corpo.
      Non esiste un patogeno conosciuto per la miastenia. Più del 25% dei pazienti hanno un timoma, un tumore (sia benigno che maligno, nella maggioranza benigno) del timo, o un ingrossamento della ghiandola.
      Come terapia si usano alcuni medicinali anticolinesterasici e immunosoppressori o con l’asportazione del timo. Nelle fasi acute si possono utilizzare sedute di plasmaferesi e gamma-globuline per via endovenosa.
      La maggior parte dei pazienti, se ben trattati, raggiunge una qualità di vita quasi normale senza problemi significativi.
      Molti casi di miastenia vanno in remissione:
      1. remissione farmacologica: i sintomi della malattia scompaiono ma il paziente deve continuare ad assumere farmaci.
      2. remissione completa: i sintomi scompaiono e il paziente può sospendere i farmaci.
      Senza terapia la debolezza può diventare permanente come nelle miopatie, fino a forme di atrofia muscolare, ma attualmente sono casi molto rari tranne che in alcuni isolati pazienti, tra coloro che presentano gli anticorpi anti-MUSK. (sintesi da it.wikipedia.org)

      Un igienista ha scritto:
      “Un paziente che soffre di miastenia grave ritrova la salute, non soffre più di atrofia muscolare e può sviluppare più muscoli e un eccellente controllo muscolare, quando pratica dei semplici cambiamenti dietetici, quando si esercita o fa dei bagni di sole, dopo l’eliminazione della sua tossiemia…” (Igpuri27p10).
      (Quest’affermazione fa pensare che è possibile trovare aiuto nell’igienismo anche per la miastenia, ricorrendo al digiuno seguito dalla -> Dieta essenziale igienista e da un sano STILE di vita).
      Miastenia gastrica -> Atonia dello stomaco .


    

Micosi

      In medicina il termine micosi indica la condizione in cui dei funghi patogeni superano la resistenza delle barriere del corpo umano o degli animali provocando infezioni.
      Si distinguono:
      micosi superficiali - limitate allo strato superficiale della pelle e dei capelli.
      micosi cutanee - estese all’interno dell’epidermide, come pure affezioni invasive ai capelli e alle unghie. A differenza delle micosi superficiali, può essere evocata la risposta immunitaria, con cambiamenti patologici negli strati profondi della cute.
      Gli organismi che causano queste malattie sono chiamati dermatofiti. Le patologie derivanti sono chiamate spesso tricofizie o tigna.
      Queste infezioni sono croniche e possono iniziare da tagli della pelle, che permettono ai funghi di penetrare. Sono micosi difficili da curare e possono richiedere interventi chirurgici.
      Sono infezioni di pazienti con deficienze immunitarie che altrimenti non sarebbero colpite. Esempi d’immuno-deficienza comprendono AIDS, l’alterazione (disbiosi) del microbiota umano a causa di antibiotici, terapia immunosoppressiva e cancro metastatizzato.
      La terapia consiste in farmaci, fotochemioterapia, interventi chirurgici.
      Per la prevenzione si consiglia di mantenere la pelle pulita e asciutta, come anche una buona igiene, aiuta a prevenire le micosi superficiali; siccome le infezioni micotiche sono contagiose, è importante lavarsi bene le mani dopo aver toccato altre persone o animali infettati. Il vestiario sportivo dovrebbe essere lavato bene dopo l’uso. L’indossare ciabatte andando in piscina o nelle docce pubbliche previene le infezioni (sintesi da it.wikipedia.org).

      Secondo l’igienismo, la micosi:
      - è una malattia caratterizzata dalla presenza di funghi microscopici nelle varie cavità dell’organismo: essi si nutrono di scarti metabolici, non eliminati a causa dell’enervazione e della conseguente tossiemia e depositati nelle cavità dell’organismo.
      - è favorita da antibiotici, corticoidi, droghe e chemioterapia assunti in precedenza (Ig24p32).
      -- il digiuno è il rimedio migliore.
      Bisogna nutrirsi in modo sano (ma evitando gli avocados) e aspettare che la natura ricostruisca la flora intestinale (Ig24p32).
      -- Le cure della medicina ufficiale uccidono i funghi ma non ne rimuovono Le cause (Ig36 p15) e Inoltre gli antimicotici danneggiano fegato e reni.
      Risp.(di T.C. Fry?): Mangiare frutta insieme a poche foglie di lattuga e a un gambo di sedano, diversi tipi di noci e un’insalata di broccoli, cavoli, lattuga, pomodori, ecc. aggiungendo succo di pompelmo (Ig32p29).


    

Miele

      Il miele è un alimento prodotto dalle api (ed in misura minore, da altri imenotteri) a partire dal nettare e dalla melata. Quest’ultima,ha un gusto molto dolce simile allo zucchero ed è prodotta da vari omotteri, fitomizi, i cui escrementi zuccherini sono la base alimentare per numerosi insetti.
      Per millenni il miele ha rappresentato l’unico alimento zuccherino concentrato disponibile.
      La medicina ayurvedica, già 3.000 anni fa, considerava il miele come purificante, afrodisiaco, dissetante, vermifugo, antitossico, regolatore, refrigerante, stomachico e cicatrizzante.
      Pitagora lo raccomandava come alimento per una vita lunga.
      Veniva utilizzato come dolcificante, per la produzione di idromele, di birra, come conservante alimentare e per preparare salse agrodolci.
      Nei secoli successivi, fu soppintato dallo zucchero raffinato industrialmente.
      Solo recentemente, in virtù delle riconosciute proprietà terapeutiche, il miele sta ritornando in voga.
      L’umidità favorisce la fermentazione, che pur alterando il miele, può essere utilizzata per produrre l’idromele. La temperatura invece influenza direttamente l’aroma e i principi nutritivi: mentre al di sotto dei 10 °C è trascurabile (anzi, per evitare la cristallizzazione si può conservare il miele a temperature al di sotto dello zero), due mesi a 30 °C degradano il miele come un anno e mezzo a 20 °C.
      Analogo discorso vale per la luce diretta, quindi è opportuno conservare il miele in recipienti scuri o al chiuso. Inoltre, essendo igroscopico, il miele tende ad assorbire l’umidità e gli odori dell’ambiente, quindi i contenitori dovrebbero essere a chiusura ermetica.
      Nonostante queste variabili il miele, se conservato in ambiente sigillato può durare praticamente per millenni, per esempio in una tomba egizia fu rinvenuto un barattolo di miele vecchio di 3300 anni ancora in buono stato di conservazione.
      Esistono molte varietà di mieli secondo i fiori utilizzti dai quali il nettare è stato raccolto. Ad esempio il miele di acacia ha consistenza liquida: rispetto agli altri mieli non tende a cristallizzare, se non dopo un paio d’anni; inoltre il suo sapore delicato lo rende ottimo per dolcificare bevande senza modificarne il sapore. Ha proprietà disintossicanti, corroboranti e regolarizzanti l’apparato digerente; è utilizzato in decotti contro le affezioni delle vie respiratorie ed emollienti per la pelle di viso e mani.
      Il miele di agrumi è un miele prodotto solo nelle regioni dove gli agrumi sono coltivati estesamente e ha proprietà spasmodiche e sedative.
      Il miele di castagno è prodotto in tutto il territorio nazionale, ha aroma intenso e sapore molto deciso, tendente all’amarognolo. Ha proprietà mucolitiche ed è regolatore dell’intestino; ricco in proteine, vitamine Be C, sali minerali (manganese, potassio, calcio, ferro), è maggiormente anti-infiammatorio e anti-batterico rispetto ai mieli di colore e gusto più delicati, è particolarmente utile contro i batteri Staffilococco aureo ed Escherichia coli nonché nei casi di Helicobacter pylori e Candida albicans (viene per questo indicato talora nel trattamento di ulcere), ha una capacità antiossidante estremamente elevata e aiuta a combattere gli effetti dei radicali liberi.
      Assieme al miele d’acacia è il miele con minor quantità di glucosio e come tale tende a non cristallizzare; questa caratteristica lo rende il migliore sostituto naturale allo zucchero (pur in modiche dosi) in diete ipoglicemiche.
      Il miele di ciliegio è un miele piuttosto raro dal sapore intenso e dal profumo delicato.
      Il miele di Corbezzolo ha la caratteristica di essere piacevolmente amarognolo e di avere una produzione estremamente limitata, è il più costoso, perché uno dei più rari e pregiati: il corbezzolo ha diffusione limitata e la sua fioritura autunnale non sempre consente alle api di raccoglierne il nettare, a causa delle basse temperature. Ha proprietà antiasmatiche, diuretiche, antisettiche, specie contro il mal di gola e la bronchite.
      Il miele di eucalipto è il miele balsamico per eccellenza, utile per le affezioni delle vie respiratorie.
"
      Il miele di rosmarino, oggi raro, è un miele di antica tradizione: gli antichi romani lo usavano per addolcire il vino e ne producevano perciò grandi quantità. Ha proprietà depurative e rivitalizzanti. I principali componenti del miele sono Glucosio, Fruttosio, Acqua, Polline. Gli zuccheri sono presenti in quantità variabile ma in media intorno al 70%-80%. Di questi, i monosaccaridi fruttosio e glucosio passano da circa il 70% nei mieli di melata fino ad avvicinarsi molto al 100% in alcuni mieli di nettare. Tranne pochi casi, il fruttosio è sempre lo zucchero più rappresentato nel miele, perché è già contenuto nel nettare. La presenza di fruttosio dona al miele un potere dolcificante superiore allo zucchero raffinato ma anche una fonte di energia che il nostro organismo può sfruttare più a lungo. Infatti, per essere utilizzato, deve essere prima trasformato in glucosio e, quindi, in glicogeno, il carburante dei nostri muscoli. Il miele è dunque consigliabile agli atleti prima di iniziare un’attività fisica, grazie anche all’apporto calorico di circa 300 Kilocalorie per 100 grammi.. Lo zucchero raffinato, rispetto al miele, contiene invece saccarosio, che è un disaccaride composto da glucosio e fruttosio, ed è privo di vitamine ed oligoelementi. Nel miele tutti gli zuccheri sono presenti e anche una discreta presenza di oligoelementi (quali rame, ferro, iodio, manganese, silicio, cromo, presenti soprattutto nei mieli più scuri), vitamine (A, E, K, C, complesso B), derivati dell’acido caffeico enzimi e sostanze battericide (acido formico) ed antibiotiche (germicidina): queste ultime categorie di sostanze permettono in particolare al miele di essere conservato a lungo, e ne giustificano l’utilizzo come disinfettante naturale. Sono presenti tracce di olii volatili, da cui dipendono le proprietà organolettiche. Nella medicina erboristica, il miele è suggerito per la cura del sistema emopoietico (grazie alla ricchezza di sali), del sistema cutaneo (favorisce la cicatrizzazione e l’idratazione), del sistema nervoso (migliorerebbe sonno e concentrazione), dell’apparato respiratorio (contro tosse e catarro, sciolto in latte o tè), dell’apparato circolatorio (si presuppone abbia un’azione ipotensiva), dell’apparato digerente (regolarizzerebbe l’attività escretoria dei succhi gastrici e della flora batterica, migliorerebbe l’assorbimento di calcio e magnesio, sarebbe leggermente lassativo fatta eccezione per quello di lavanda o castagno). Sebbene qualsiasi tipo di miele sia ritenuto utile per alleviare i disturbi sopracitati, dalla flora nettarifera, cui si aggiunge una più o meno lunga stagionatura, dipendono proprietà farmacologiche più specifiche: il miele d’acacia sarebbe disintossicante e antinfiammatorio delle vie respiratorie, quello di tiglio avrebbe proprietà sedative e sarebbe utile contro l’emicrania, il miele d’eucalipto sarebbe espettorante, vermifugo e antitosse, quello d’erica diuretico ed antianemico, quello di lavanda risulterebbe utile sulle bruciature per uso esterno, il miele di conifera sarebbe utile contro le affezioni respiratorie, il miele di biancospino verrebbe consigliato contro ansia ed insonnia, quello di castagno sarebbe utile contro la cattiva circolazione. Talvolta nell’allevamento delle api vengono utilizzati farmaci che possono contaminare il miele. In Europa, ai sensi del regolamento 2377/90, non sono previsti limiti residuali di antibiotici nei mieli e nella pappa reale che pertanto devono considerarsi vietati negli alveari in produzione. Sono invece ammessi in alcuni paesi (Italia esclusa) per la cura di alcune patologie quali la peste americana e la peste europea. In alcuni stati extraeuropei ne è consentito l’uso sistematico per la prevenzione delle medesime patologie. In particolare negli Stati Uniti è frequente l’uso di tetracicline e del sulfatiazolo. In altri stati, quali la Cina sono frequenti le contaminazioni con il cloramfenicolo, un antibiotico che può causare gravi effetti collaterali. La globalizzazione sta inoltre portando a frequenti episodi di contaminazione con cloramfenicolo dovuti alle triangolazioni del mercato.
"
      Talvolta nell’allevamento delle api vengono utilizzati farmaci che possono contaminare il miele.
      In Europa, ai sensi del regolamento 2377/90, non sono previsti limiti residuali di antibiotici nei mieli e nella pappa reale che pertanto devono considerarsi vietati negli alveari in produzione. Sono invece ammessi in alcuni paesi (Italia esclusa) per la cura di alcune patologie quali la peste americana e la peste europea.
      In alcuni stati extraeuropei ne è consentito l’uso sistematico per la prevenzione delle medesime patologie. In particolare negli Stati Uniti è frequente l’uso di tetracicline e del sulfatiazolo. In altri stati, quali la Cina sono frequenti le contaminazioni con il cloramfenicolo, un antibiotico che può causare gravi effetti collaterali.
      La globalizzazione sta inoltre portando a frequenti episodi di contaminazione con cloramfenicolo dovuti alle triangolazioni del mercato.

      Secondo gli igienisti:
      - è meglio lasciare il miele alle api: esso è indigesto e irritante (per questo motivo ha effetto lassativo) e talvolta pure velenoso. Inoltre contiene anche i pesticidi (Ig66p3).
      - Al più è tollerabile col pane tostato oppure con lattughe, sedano o altre verdure.
      - Contiene pochissimi minerali e vitamine (HS 2° p94).
      - Assolutamente sconsigliato alle persone nervose, sensibili o sofferenti di ulcera o catarro (LSCC 2° p38 – 39).
      - È più dannoso dello zucchero bianco.
      - È decalcificante (Ig46p37) e molto nocivo ai denti (ALRDUSP c55).
      - Mescolato ad alimenti amidacei o azotati assicura l’indigestione (formazione di gas).
      - La maggior parte degli apicoltori ruba alle api il loro miele e lo sostituisce con l’acqua zuccherata o con gli scarti delle fabbriche di dolciumi.
      Tutto ciò che è a buon mercato e dolce sostituisce il miele che è preso alle api. Così le api cadono malate.
      Inoltre, l’industria chimica ha cominciato a fornire dei " medicinali " per gli apicoltori esattamente come fornisce dei " medicinali " per gli uomini. Non abbiamo bisogno di miele, ma abbiamo bisogno delle api per impollinare i nostri raccolti.
      Questo è un altro disastro imminente? Inoltre al miele sono attribuite proprietà antibiotiche. Ciò per gli igienisti significa che esso va contro tutte le vite (Ig66p3).
      - Secondo uno studio effettuato ad Oregon State University alcuni mieli possono contenere delle sostanze cancerogene che le api estraggono da certi fiori. Altri mieli sono stati associati al botulismo, una forma fatale di avvelenamento alimentare (Ig66p7).
      Caso: Un paziente allo stadio terminale di cancro era riuscito a restare in vita con un menù tutto crudo. Questo paziente stava molto bene e poteva anche lavorare un poco.
      Tuttavia, visto che pesava poco, i suoi amici e i suoi genitori ben intenzionati gli consigliarono di consumare un poco di miele. Allora consumò del miele e morì (Ig66p4).


    

Mieloma

      Il mieloma multiplo (MM) è noto anche come malattia di Kahler-Bozzolo ed è una neoplasia sostenuta dalla proliferazione di un clone neoplastico di natura plasmacellulare, cellule appartenenti al sistema immunitario presenti soprattutto nel midollo osseo che hanno la funzione di produrre anticorpi.
      Si tratta per lo più di una patologia dell’anziano, dato che solo il 18% dei pazienti in media è più giovane di 50 anni alla diagnosi.
      Le cause del MM sembrano essere:
      le radiazioni ionizzanti (alta incidenza tra i sopravvissuti delle esplosioni atomiche e tra i radiologi);
      i pesticidi e insetticidi (alta incidenza tra i contadini)
      solventi a base di benzene.
      Tipico picco monoclonale delle gammaglobuline nell’elettroferesi delle sieroproteine in caso di mieloma multiplo, ipercalcemia, insufficienza renale, anemia, lesioni ossee), dolore osseo, normalmente localizzato lungo la colonna vertebrale, ma può tuttavia presentarsi in qualsiasi altra zona dello scheletro, una vera e propria frattura a causa del progressivo indebolimento dell’osso colpito.
      Astenia e debolezza generale, anche in questo caso prodotte dall’ipercalcemia, fino alla cefalea, a diverse forme di retinopatia, tutte frutto dell’eccessiva viscosità del sangue causata dalla produzione eccessiva di proteine di Bence Jones., neuropatia, anemia, causata dalla mancata produzione di cellule ematiche a favore delle cellule tumorali che si infiltrano nel midollo.
      Prima della comparsa dei moderni farmaci antineoplastici, vi erano pochissime soluzioni per fronteggiare la malattia:
      1. la radioterapia totale (total body),
      2. cortisonici come il desametasone col doppio scopo di frenare sia la proliferazione cellulare che gli eventi febbrili
      3. e l’uretano etilico, un anestetico generale dotato però di proprietà alchilanti.
      Il MM è attualmente ancora una malattia non guaribile ma certamente trattabile, che si può fronteggiare con diversi mezzi.
      Grazie all’introduzione dei nuovi farmaci, nei pazienti giovani si è assistito negli ultimi anni ad un progressivo allungamento della sopravvivenza mediana (che attualmente si attesta intorno ai 6-7 anni), mentre nei pazienti anziani la mediana di sopravvivenza non si è sostanzialmente modificata (attestandosi intorno ai 4 anni). La chemioterapia associata alla radioterapia palliativa può tamponare molta della fenomenologia decalcificante e dolorosa del paziente.
      Infine, per tamponare gli effetti immunosoppressori della chemioterapia (rischio di infezioni), può essere d’aiuto la somministrazione di gamma-globuline e l’uso dei fattori di crescita G-CSF e GM-CSF per aiutare la ripresa della componente granulocitaria.
      Alternative non farmacologiche comprendono il trapianto di midollo osseo allogenico ed il trapianto autologo.
      Utilizzo dei bifosfonati
      In circa l’80% dei pazienti affetti da mieloma multiplo ricorre Tali eventi scheletrici peggiorano la qualità di vita e riducono complessivamente la sopravvivenza dei pazienti. La prevenzione di SRE è pertanto un importante obiettivo della terapia di supporto nel mieloma multiplo.
      I bifosfonati si sono rilevati farmaci attivi ed efficaci nel ridurre il rischio della malattia ossea, con possibili fratture patologiche, compressioni midollari e radicolari con conseguente sintomatologia dolorosa.
      La terapia con bifosfonati può esporre a rischio di problematiche odontoiatriche come l’osteonecrosi mandibolare o mascellare, per cui un’eventuale bonifica dentaria deve possibilmente essere fatta prima dell’inizio dei bifosfonati. Durante la terapia, è utile un monitoraggio di eventuali problemi odontoiatrici (dolore, disagio mandibolare o mascellare). Il paziente deve eseguire adeguata igiene orale; eventuali interventi odontoiatrici, di qualsiasi natura, sono da effettuare dopo valutazione ematoncologica e odontoiatrica, solo in caso di reale necessità e sotto profilassi antibiotica.
      La valutazione della funzionalità renale deve essere costante con monitoraggio della creatininemia o, meglio, calcolo della creatinina clearance e, in caso di compromissione renale, il dosaggio del farmaco deve essere adeguato o la terapia sospesa (sintesi da it.wikipedia.org).

      Tra le possibili cause del mieloma c’è un’alimentazione ricca di glutine (come sta scritto anche nella pagina regime-di-fazio di questo blog, che consiglio comunque di visitare per imparare tante altre cose utili alla salute). Riporto qui quanto in essa ho scritto a proposito del glutine.
      IL GLUTINE oltre a favorire il morbo celiaco, rende "sordo" il sistema immunitario e così favorisce l’ingresso di virus, batteri, cellule tumorali, inquinanti.
      Oggi sono reclamizzate le paste con farine scurite artificialmente e arricchite di glutine fino al triplo assicurando che non scuociono e non si attaccano alle pentole e che contengono il doppio o il triplo del glutine presente nel grano di una volta, quando rappresentava il 5-7% della farina, mentre oggi arriva al 17-18% e anche al 21%.
      È molto meglio usare farine di grano naturale, locale, lavorato in piccoli mulini piuttosto che il grano delle moderne coltivazioni industriali.
      Secondo l’esperienza della dottoressa Di Fazio, da un elevato consumo di glutine derivano anche malattie linfoproliferative, come leucemie, linfomi e mielomi.
      Inoltre, secondo ricerche americane un’infiammazione gastrointestinale in un soggetto celiaco (consapevole o no di esserlo) produce effetti negativi anche sul cervello producendo emicranie croniche, episodi di schizofrenia, attacchi di epilessia, ictus ischemico da coagulazione del sangue nel cervello, sclerosi laterale amiotrofica o SLA, morbo di Parkinson e di Alzheimer o anche malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide (p121-131).
      C’è chi teme che oggi un elevata percentuale della popolazione sia a vario livello affetta da intolleranza al glutine e che l’uso di prodotti di parecchi cereali insieme (orzo, grano e segale) peggiori la situazione.
      IL FARRO contiene meno glutine e la dottoressa lo consiglia a chi non ha patologie né tendenza familiare ad esse, magari in alternanza con paste fatte con grani autoctoni (tumminia siciliana o la Senatore Cappelli) coltivate e molate come un tempo.

      IL SEITAN è costituito dal glutine del grano, che è povero di lisina. è aggiunto dai vegetariani a un’alimentazione ricca di zuccheri, pertanto contribuisce a favorire ancora di più i tumori e la steatosi epatica.
      È poverissimo di vitamine, minerali (ad esempio il ferro).

      Anche il KAMUT, che non è una varietà di grano, ma il nome di una ditta americana, vende un prodotto che è magari più digeribile di altri ma è anch’esso più ricco di glutine del grano duro ed è meglio evitarlo.


    

Minerali organici

      Secondo gli igienisti:
      - il corpo non può assimilare i minerali prodotti in laboratorio. gli animali nutriti con essi muoiono. occorrono gli alimenti.
      - La mancanza di minerali produce carenza di secrezioni, squilibrio ghiandolare, disfunzione, malattie e deterioramento.
      - Se sono presenti troppi minerali nella linfa, le cellule si restringono. Se invece ve ne sono troppi all’interno delle cellule, esse si gonfiano e scoppiano (Ig61p31).
      - I minerali organici del fosforo, potassio, sodio e ferro stanno nel fusto, nelle foglie e nei frutti dei vegetali. Il calcio sta soprattutto nelle foglie (LSCC 3° p70).



Nessun commento:

Posta un commento