L’ALIMENTAZIONE SANA
UN ESPERIMENTO
É stato fatto un esperimento con tre gruppi di
topi.
Quelli del primo gruppo, nutriti con ortaggi,
frutti, noci e grani interi, vivevano senza malattie, crescevano bene e non
diventavano grassi, erano gioiosi, gentili, affezionati e in armonia l’uno con
l’altro. Alla loro morte, in età avanzata, l’autopsia rivelò organi in perfetto
stato.
Altri topi erano nutriti con i cibi abituali
dell’americano medio insieme a vitamine e medicine per i loro disturbi. Essi
non solo erano soggetti alle stesse malattie degli americani e diventavano
grassi ma parecchi erano anche rissosi, ladri e assassini ed era necessario
tenerli separati affinché non si uccidessero a vicenda. Alla loro morte
l’autopsia rivelò che i loro organi erano degenerati.
Al terzo gruppo fu data la medesima dieta del
secondo fino alla mezza età e manifestò i medesimi mali e comportamenti. In
seguito fu assoggettato per un mese a digiuni strettissimi alternati alla dieta
data al primo gruppo. Non solo i topi si rimisero in buona salute ma tornarono
anche pacifici e gioiosi. Quando morirono, l’autopsia rivelò che i loro organi
erano sani come nel primo gruppo, mentre i topi che erano morti prima del
cambio di dieta avevano organi alterati (IDT p9-11).
Da tale esperimento si può concludere che:
-
le malattie
degenerative non sono causate dall’invecchiamento ma soprattutto
dall’alimentazione troppo comune in America e negli altri Paesi occidentali.
Quantunque non si notino danni immediati, le conseguenze nel lungo periodo
possono essere gravi;
-
la cattiva
alimentazione può influire fortemente anche sul comportamento, causare disturbi
mentali e atti antisociali;
-
come affermano gli
igienisti, col digiuno e la corretta alimentazione è possibile tornare in buona
salute, almeno se non sono intervenute alterazioni irreversibili;
-
gli organismi viventi
sono capaci di guarire anche dalle malattie degenerative, senza bisogno delle
diagnosi dei medici o dei laboratori di analisi e nemmeno delle “meravigliose
scoperte della scienza” farmaceutica;
-
al contrario le
medicine non riescono ad annullare i danni causati dall’alimentazione malsana;
-
se si seguisse la
scuola dell’igiene naturale si avrebbero notevoli vantaggi in termini di salute
e di pace nella società civile, di prevenzione delle malattie e di spesa sanitaria
oppure si potrebbe offrire un’assistenza sanitaria assai migliore con la
medesima spesa - che nel 2011 in Italia
era prevista pari a 1897 euro per residente - o utilizzare il personale in
eccedenza per fare ricerche scientifiche o epidemiologiche, educazione
sanitaria oppure riciclarlo con corsi retribuiti di addestramento per altri
settori della Pubblica Amministrazione in cui si lamentano carenze di
personale.
La diffusione dell’igienismo richiederebbe la
riconversione dell’agricoltura e dell’industria alimentare, ma sono esse che
devono adattarsi alle esigenze della salute dei cittadini anziché viceversa.
Infatti, l’uomo:
-
non è un carnivoro,
né un granivoro, né un erbivoro ma un frugivoro
(mangiatore di frutta). => Vegetalismo). Pertanto gli alimenti più adatti
per lui sono frutta e ortaggi.
É suggerito di mangiare anche un poco di semi
(zucca, girasole, sesamo, lino e altri) o => Semi germogliati.
In tali alimenti sono presenti abbondanti quantità
di vitamine e sali minerali che sono fondamentali per una buona assimilazione
dei cibi e per la salute.
É questa la Udieta essenziale igienistaU.
ALTRI SUGGERIMENTI PER
UN’ALIMENTAZIONE SANA
1) L’uomo ha bisogno soprattutto di zuccheri naturali, di vitamine e sali minerali
naturali contenuti nella frutta e negli ortaggi.
Gli alimenti di origine animale sono troppo ricchi
di proteine (oltre che di grassi e colesterolo) al pari dei legumi secchi e
delle noci varie. Inoltre lasciano acidità nel sangue.
A loro volta i
cereali sono poveri di alcuni aminoacidi (lisina e cistina), di minerali e
vitamine, specialmente quando sono raffinati e cotti. Anch’essi lasciano
acidità nel sangue. Inoltre il loro amido è piuttosto difficile da assimilare e
tende a formare catarri. => Vegetalismo.
2) Attendere la => Fame vera per mangiare. Essa non va confusa con l’appetito che è
dovuto alla vista o all’odore dei cibi conditi, speziati, ecc.: il vero
affamato gradisce anche una semplice crosta di pane o il cibo senza condimento;
l’appetito passa facilmente dopo un poco, invece la fame vera non passa finché
non si mangia e si sente nella gola, non nello stomaco. L’attesa della fame
acuta consente di saziarsi con poco, poiché essa fa contrarre lo stomaco (LSCC
6° p12). Mangiare quando si ha fame anziché a orari fissi.
3) É sbagliato mangiare se si è molto stanchi, depressi, impauriti, se si hanno dei dolori o dei
disturbi mentali perché in tali condizioni manca la secrezione dei succhi
gastrici. È meglio digiunare se si deve fare un lungo viaggio in automobile
(magari mangiare una mela o due) oppure affrontare dei problemi. Sbagliano gli
atleti che prendono il latte o altre bevande durante le gare, poiché in quel
momento non digeriscono (p120).
É raccomandabile riposare
dopo i pasti per digerire meglio (LSCC 3° p91). UNon
usare il cibo per rianimarsiU poiché esso fornisce
energia solo dopo essere stato digerito e assimilato, cioè il giorno dopo (LSCC
6° p12). Se, però, ci si sente venir meno, bisogna mangiare ma poco: vedere
=>Fame vera.
4) Essere frugali.
È stato fatto un esperimento con topi divisi in tre gruppi: al primo si dava
cibo a sazietà, al secondo fu somministrata metà razione del primo gruppo, al
terzo gruppo si dava cibo a sazietà ma con la metà delle proteine date al
primo. Il secondo gruppo è vissuto quasi il doppio del primo. Del terzo, dopo
820 giorni sopravviveva il 50% dei topi, mentre del primo gruppo ne sopravviveva
solo il 13%; ciò sembra dimostrare che anche il consumo di molte proteine è
nocivo alla salute.
La persona attiva fisicamente ha più bisogno di
carboidrati della persona che non lo è.
Invece chi fa un lavoro intellettuale non ha un
bisogno significativamente più elevato di proteine (LSCC 6° p26).
Gli igienisti affermano che molte persone deboli e
anche bambini malati sono fatti morire da familiari premurosi che li ingozzano
di cibo nell’illusione di aiutarli a guarire. In realtà chi non riesce a
digerire e assimilare poco cibo, non può riuscire a digerirne tanto.
É molto più facile moderare la quantità se si
mangia un solo cibo (o pochi) per volta (SRPLJ p48).
Coloro che giustificano la loro ingordigia dicendo
che hanno bisogno di mangiare molto per il loro lavoro faticoso, andranno
incontro a malattie di cuore, arteriosclerosi, diabete, nefrite, cancro, ecc.
(LSCC 6° p13).
Un nobile italiano vissuto nel 15° secolo,
invecchiato precocemente a quarant'anni e dato per spacciato dai medici,
ridusse il suo consumo di cibo a 600-700 grammi il giorno: guarì completamente e
visse 103 anni.
Pertanto Mosséri consigliava le seguenti razioni
(quella piccola è consigliata agli anziani, ai malati gravi e alle persone
minute od obese, la razione doppia è per i lavoratori sani che consumano molte
energie LSCC 3° p90).
Le cifre indicano i grammi al giorno
(per i datteri è indicato il numero).
URazione Patate
Insalata Frutta Datteri Crudità Verdura cotta
Piccola 100
50 200 3
100 200
Media 200
100 800 6
300 500
Grande 500
300 1500 12
500 800
Le verdure e le crudità sono un complemento: il
pasto di frutta è il principale (60%) della giornata (ALRDUSP c36), ma le
persone in cattiva salute devono mangiare ortaggi per il 70% e solo il 30%, o ancora meno, di
frutta (LSPLAC p123).
5) Molti igienisti raccomandavano solo due pasti il giorno, aggiungendo, se necessario,
una colazione con un solo tipo di frutta visto che la cronobiologia insegna che
il momento più propizio per mangiare va dalle 12 alle 20; quello per assimilare
dalle 20 alle 4 e quello per eliminare gli scarti metabolici dalle 4 alle 12.
Mosséri invece consigliava di fare piuttosto un maggiore numero di pasti piccoli, durante
il giorno con modeste quantità di frutta, senza orari fissi, quando si ha fame
acuta specialmente per i denutriti (ALRDUSP c4), anche per non cadere nella
bulimia; e a cena di mangiare ortaggi.
6) Masticare
il cibo accuratamente, soprattutto gli amidi, poiché solo così si potrà
digerire bene, assorbire al meglio gli alimenti e ridurre al minimo il cibo che
va in fermentazione e putrefazione, due fenomeni che causano malattie e
malesseri; inoltre un’accurata e lenta masticazione consente di avvertire per
tempo la diminuzione del sapore del cibo, la quale significa che è ora di smettere
di mangiare.
Il cibo deve essere tagliato solo lo stretto
indispensabile: la masticazione delle mele fa perdere il 50% della vitamina C,
mentre grattugiandole tutta la loro vitamina C va perduta (LSCC 5° p5).
7) È necessario che l’alimentazione sia largamente alcalinizzante, cioè lasci un residuo alcalino nel sangue,
altrimenti l’organismo - per neutralizzare l’acidità - può essere costretto ad
utilizzare il calcio delle ossa e dei denti, col risultato di favorire
l’insorgenza dell’osteoporosi, della carie, dell’artritismo e di altre
malattie.
Alimenti acidificanti sono la carne, il pesce, le
uova, i latticini, i cereali e i legumi secchi.
Sono invece alcalinizzanti gli ortaggi e quasi
tutta la frutta (salvo le prugne).
8) Riposare
dopo i pasti. Se non si può farlo, mangiare poco, ad esempio accontentarsi
di qualche frutto.
COMBINARE BENE GLI ALIMENTI
9) L’ideale sarebbe di mangiare un solo tipo di
cibo alla volta, poiché così lo stomaco produce il succo gastrico più adatto al
cibo da digerire.
Se si vogliono vari tipi di cibi, mangiare prima
quelli più acquosi; la frutta da mezz’ora a un’ora prima dei pasti.
In ogni caso combinare
bene gli alimenti.
È meglio evitare di mangiare nello stesso pasto
alimenti che richiedono succhi gastrici incompatibili.
Ad esempio è errato mangiare gli amidi (pane,
pasta, patate, riso e altri cereali) - i quali vogliono un ambiente alcalino -
insieme alle proteine, poiché queste richiedono un ambiente gastrico acido: non
possono essere digeriti contemporaneamente e la digestione diventa più lunga e
complessa; gli amidi escono dallo stomaco solo parzialmente digeriti e
alimentano la putrefazione intestinale con formazione di gas e malesseri.
Le corrette combinazioni degli alimenti hanno una
notevole importanza, specialmente per chi ha problemi di salute e soprattutto
digestivi.
Mosséri consigliava, a chi segue la dieta igienista:
- il GIORNO: di cominciare l’alimentazione della
giornata quando si è certi di avere veramente =>Fame mangiando alcuni frutti
freschi della medesima specie; poi attendere di nuovo la fame acuta e calmarla
con un’altra specie di frutti, scartando bucce e semi, quanto basta per calmare
la fame (uno - due chili in tutto);
facoltativamente: uno o due yogurt senza zucchero,
noce di cocco, frutta secca inzuppata (fichi, uva, prugne, ecc.), crema fresca,
datteri, banane cotte;
alle 18: insalata, un solo pomodoro, crudità
diverse, yogurt; uno o due avocado, 5 noci.
1) patate
+ cavoli di Bruxelles (o melanzane, peperone verde, cipolla) cotti 10-15 minuti
(da 600 gr. a 1.000). Insalata verde al naturale come accompagnamento. Facoltativa
la crema liquida.
2)
Ortaggi vari cotti 10-15 minuti (600-1.000 grammi ) + uno o
due rossi d’uovo cotti o crudi. Piccolo dessert: castagne cotte o in scatola.
Patate cotte alla besciamella (o gratinate in scatola).
3)
Un’insalatiera ripiena di verdure tagliate, di crudità tagliuzzate (carote,
sedano rapa o coste, peperone rosso), cetriolo, pomodoro a pezzi, olive nere,
uno yogurt, succo di limone.
Suggerimenti alternativi si trovano alla voce =>
Ricette.
Per chi intende continuare l’uso degli alimenti
tradizionali:
insieme alle proteine andrebbe meglio
la verdura non amidacea, cruda o cotta, è, invece, sconsigliabile mangiarle
insieme con amidi, acidi (questi inibiscono la secrezione della pepsina o la
distruggono quantunque la pepsina agisca solo in ambiente acido, ma dovuto
dall’acido cloridrico), zuccheri o grassi (LFCDA p40);
È quindi errato mangiare la carne insieme al succo
di ananas o di pompelmo o di pomodoro; oppure di sbattere l’uovo insieme al
succo d’arancia per formare il pepcocktail reclamizzato da alcuni
pseudo-dietologi (LFCDA p42).
- insieme
agli amidi va bene mangiare le verdure non amidacee cotte o crude (senza
pomodori); passabile la frutta dolce secca; Unon vanno
bene le proteineU, Ugli acidiU (panna fresca, aceto, agrumi, pomodori che contengono molti acidi)
perché distruggono la ptialina, Ugli zuccheriU, - neanche frutta, miele, sciroppi, gelati (LSCC 4° p12) -, Ualtri amidiU (altrimenti è digerito solo il più facile).
Shelton consiglia una grossa insalata sia con gli
amidi che con le proteine. L’insalata verde non amidacea potrebbe essere
costituita da lattuga, sedano, cetrioli, peperoni rossi e verdi dolci e altri
=> Ortaggi non amidacei includendo sempre la lattuga.
- insieme ai
grassi, vanno bene il latte fresco o lo yogurt, verdure crude o cotte o i
farinacei, tutta la frutta anche dolce o essiccata salvo angurie e meloni;
- insieme
allo yogurt vanno bene i grassi, la frutta semiacida e acida; passabile la
frutta dolce o secca;
- insieme
alle verdure non amidacee vanno bene gli amidi, oppure i grassi o le
proteine oppure le proteine cotte o crude o la frutta dolce essiccata;
- meglio prendere il latte da solo o al più con frutta acida;
- è consigliabile mangiare la frutta in un pasto a parte o parecchio prima dei pasti (tre quarti
d’ora per gli agrumi, mezz’ora prima per la frutta dolce o semiacida), affinché
non produca fermentazione e disturbi, anziché una migliore nutrizione.
Sbucciare la frutta salvo le ciliegie e qualche altra.
- sì ai vari tipi di noci con insalate e verdure varie; gli avocados solo con la frutta acida.
Non mangiare gli acidi con amidi e zuccheri poiché ritardano la digestione e favoriscono
la decomposizione dei cibi.
No agli alimenti zuccherati (marmellata, zucchero,
miele, dolci, gelati) neanche un’ora dopo gli alimenti amidacei, perché ne
disturbano la digestione (Ig31p32).
No alla frutta insieme alla verdura (garantisce la
stitichezza: Ig46p22).
No a due
farinacei contemporaneamente
altrimenti è digerito solo quello più semplice.
Gli amidi vanno consumati asciutti per favorire la
secrezione della saliva.
Per giudicare se una combinazione degli alimenti è
stata buona, osservare le feci del
giorno dopo: devono essere inodori, poco voluminose, di giusta consistenza,
non devono sporcare, ecc. (LSPLAC p42).
“Quelli che vogliono avere una digestione perfetta
dovrebbero evitare di mangiare l'anguria con altri alimenti, perfino con i
frutti perché anche quelli più solidi, come i datteri, le mele, le banane,
ecc., impediscono l’espulsione veloce dell'anguria dallo stomaco, il che porta
inevitabilmente ad una fermentazione” (Ig54p3).
É sciocco contestare le combinazioni alimentari
affermando che l’organismo ha bisogno sia di farinacei che di proteine poiché
ciò avviene nel metabolismo cellulare mentre gli igienisti parlano della digestione (LSPLAC p49). È sufficiente
mangiarli in pasti diversi.
COME PREPARARE GLI ALIMENTI
10) Mangiare cibi allo stato naturale, senza trasformazione in conserve o marmellate.
11) Mangiare preferibilmente cibi crudi e freschi poiché la cottura
distrugge buona parte delle vitamine e dei sali minerali o li fa disperdere
nell’acqua o nell’aria; eventualmente usare pochissima acqua e cuocere solo quanto
basta per intenerire un poco il cibo.
In un esperimento furono
dati cereali decorticati o cotti a degli uccelli: presto questi si ammalarono
di Uparaplegia o paralisiU e morirono (LADNPF p37).
Non tenere i cibi a bagno nell’acqua (LSCC 3°
p49-60).
Di solito è meglio togliere le bucce (per gli
antiparassitari e i trattamenti conservanti) e gettare sempre i semi della frutta.
Gli alimenti cotti sono acidificanti perché il
calore ossida i minerali alcalini.
Mosséri consigliava di mangiare cibi crudi
per l’80% e il restante 20% di cibi semicotti (JPR p18).
12) Rinunciare al sale e ai condimenti,
spezie forti, poiché tali sostanze Ucausano
problemi e rendono più difficile la digestioneU (le secrezioni che esse favoriscono sono un muco protettivo e non enzimi
digestivi): gli igienisti affermano che abbandonando tali sostanze si sarà in
grado dopo un certo tempo di sentire il sapore naturale dei cibi, superiore a
quello delle spezie.
I fattori esaltatori del gusto (glutammato
di sodio) sarebbero nocivi al fegato e diminuirebbero il potere digestivo
(SRPLJ p122).
Comunque, mangiando soprattutto frutta e
verdure che ci piacciono tali e quali sarà più facile rinunciare ai condimenti.
Mosséri
riteneva Uaccettabili i seguenti condimentiU: limone, yogurt non zuccherato, olio d’oliva extravergine, olive
nere, prezzemolo, formaggio fresco poco salato grattugiato, cipolle affettate
da due giorni, un cucchiaio di pesto (LSPLAC p124, Ig25p38).
13) Bere
solo => Acqua pura di sorgente
o l’acqua del rubinetto, dopo aver lasciato evaporare il cloro per due ore, sia
come acqua da bere che per cucinare.
Infatti, il cloro - immesso negli acquedotti
comunali nell’illusione di prevenire il tifo - favorirebbe varie malattie:
raffreddore, influenza, reumatismo acuto, acne, foruncoli, eruzioni della pelle
(LSCC 2° p51) e anche malattie cardiache (CD1 8ª C).
É stato constatato che le
bevande escono dallo stomaco entro dieci minuti, perciò non bere mangiando, ma Uun quarto d’ora primaU dei pasti, per
evitare che i succhi gastrici siano diluiti e portati via insieme alla bevanda Uoppure aspettare la fine della digestioneU nello stomaco (mezz’ora dopo un pasto di frutta; due ore dopo gli
amidi; quattro ore dopo il consumo di proteine).
Le acque saline sono irritanti e purganti.
Sarà ancora meglio mangiare frutta e verdura
succosa che ci fornirà anche acqua biologica e avremo bisogno di poca acqua.
I succhi di frutti e di verdure sono alimenti, non
bevande. L’eccessivo consumo di essi causa indigestione. Comunque è meglio
consumare direttamente la frutta e la verdura.
Infine il consumo di succhi di frutta o di verdure
tra i pasti porta a sovralimentarsi e ciò disturba il processo della digestione
(Ig.60p20).
14) Non
consumare cibi troppo caldi (perché causano sete e distruggono gli enzimi
digestivi) né troppo freddi (come il
gelato) perché causano sete e ritardano l’azione degli enzimi digestivi.
15) Cucinare
poco prima di mangiare poiché il cibo perde una parte del suo valore
nutritivo ogni volta che è riscaldato.
CONSIGLI
VARI
16) Tè,
caffè, cacao o limonata danneggiano digestione e reni e fanno crollare il sistema
nervoso (ASN p90).
17) Fare
gradualmente la transizione dalla vecchia alimentazione alla nuova, poiché
un cambiamento troppo rapido potrebbe portare a una violenta eliminazione di rifiuti
presenti nel corpo ossia ad una malattia acuta che scoraggerebbe il
principiante e lo indurrebbe a ricorrere a cure mediche dannose; ridurre il
consumo del pane e dei cereali e aumentare quello delle patate.
In seguito sostituire anche le patate con le carote
crude. Limitare carne, pollo, pesce a solo due volte la settimana, prima di
abolirli totalmente: cuocerli alla griglia o al forno, senza condimenti.
Preferire il formaggio
fresco agli altri tipi.
Dopo i sei anni sostituire lo yogurt senza zucchero al latte.
É bene mangiare
poco per agevolare l’adattamento al nuovo regime ed evitare così di
ammalarsi.
Giungere a mangiare un pasto di sole arance o di un solo tipo di altra frutta.
Man mano che si aumenta la frutta, diminuire il consumo di patate.
Magari abolire di colpo alcol, caffè, tè, tabacco
dopo un digiuno per riuscire più facilmente nell’intento.
In alternativa: inizialmente lasciare vino e birra
per la sola domenica, poi abolirli del tutto; sostituire caffè e tè
temporaneamente con quelli decaffeinati e deteinati, poi abolirli; analogamente
usare il cioccolato bianco solo la domenica per i bambini; poi abolirlo; quanto a zucchero, miele, melassa,
sale e spezie sarebbe meglio abolirli subito.
Alcuni igienisti consigliano la riduzione graduale
dicendo che alcuni pazienti che avevano abbandonato in un solo colpo il
tabacco, l’alcol, ecc. si sono ritrovati pieni di energie ma dopo un anno sono
crollati, ma altri igienisti rispondono che il loro crollo non fu dovuto
all’abbandono improvviso del tabacco o dell’alcol ma all’aver adottato un’altra
abitudine cattiva: l’eccesso di lavoro!
Col tempo le forze ritorneranno.
La nuova dieta causerà dimagrimento, almeno temporaneamente.
UColoro che sono già magriU potranno conservare nella loro dieta alimenti con poche fibre, cioè
mangiare ogni giorno un piatto di riso bianco o una porzione di pane bianco e
mangiare patate o banane cotte o secche e aggiungere tapioca alla zuppa di
verdure; inoltre prendano succhi di verdura piuttosto che le crudità ed evitino
i lavori faticosi, anche mentali (ALRDUSP c18).
18) Funghi e barbabietole vanno evitati perché sono
indigesti; mirtilli e rabarbaro perché contengono molto acido ossalico; l’aceto
contiene acido acetico che è più dannoso dell’alcol (LSCC 6° p10).
Limitare anche il consumo di cipolle, ravanelli, aglio.
Limitare l’olio sull’insalata e ridurre tutti i
grassi; aggiungere i grassi solo dopo la cottura; ma non alle proteine (LSCC 6°
p9).
19) Alimenti molto reclamizzati dai loro
fabbricanti, ma sconsigliati dagli
igienisti: cibi fermentati, sottaceti, frutta conservata con additivi,
zucchero e dolci, miele, cracker, analcolici, gelati, olio di fegato di
merluzzo, lievito, iodio (AIAB p226-230).
20) Non
esiste un menù ideale uguale per
tutti: mangiare secondo il proprio potere digestivo e i propri bisogni, poiché,
ad esempio, un menù di sola frutta cruda e di ortaggi crudi può produrre
nervosismo, agitazione, insonnia ai soggetti nervosi.
Comunque, non mangiare più di una volta al giorno,
sia la frutta, che gli ortaggi crudi, gli amidi e i protidi.
ERRORI COMUNI SULL’ALIMENTAZIONE
21) Errori
comuni riguardanti l’alimentazione:
- Ul’idea che gli alimenti abbiano proprietà curativeU. É l’organismo che guarisce sé stesso se viene rifornito di tutto ciò
che gli occorre, non i singoli alimenti; è importante anzitutto disintossicare
l’organismo attraverso riposo e digiuno, piuttosto che il valore nutritivo del
cibo: più si nutre il malato, più la malattia si aggrava.
Poi bisognerà tenere conto delle capacità digestive
e soprattutto delle condizioni della parte malata (LSCC 6° p27).
Durante la convalescenza
bisogna Uriprendere l’alimentazione a poco a pocoU, perché anche lo stomaco è debole, e preferendo frutta e verdure
(LSCC 6° p33): la quantità degli alimenti deve essere tanto più ridotta quanto
minore è la capacità digestiva; Uanalogamente per
l’esercizio fisico, i bagni di sole, eccU. (Ig46p6).
- Ula superstizione dei cibi nutrientiU, ricchi
di calorie (LSCC 6° p25): essi in realtà stimolano l’organismo e alla fine lo
fanno ammalare;
- se soffrono dopo aver
mangiato un certo alimento, le persone subito Upensano
che non lo tolleranoU. In realtà può facilmente trattarsi di cattiva
combinazione di alimenti: provare a mangiarlo da solo fino alla totale
scomparsa di ogni disturbo (LSCC 6° p32);
- l’idea che non basti tornare
a una buona alimentazione ma Uche occorrano i medicinaliU per le malattie causate da cattiva alimentazione;
- l’idea Uche nei mesi freddi o a chi fa lavori pesantiU occorrano cibi concentrati: è sufficiente mangiare frutta essiccata
oppure mangiare di più (ALRDUSP c8);
- che sia
necessario seguire una dieta equilibrata in cui siano presenti Uelevate quantità di proteine e di grassiU: gli altri primati usano quasi solo frutta e ortaggi - che sono poveri
di proteine e soprattutto di grassi - e vivono sanissimi (ALRDUSP c30).
L’alimentazione non è tutto per guarire o prevenire
le malattie.
Occorre anche:
- eliminare le sostanze nocive: tabacco, caffè, tè, zucchero, coca, cacao e
derivati, alcol, ecc.
Esse sono sostanze irritanti che aggiungono la loro
azione nociva a quella dei rifiuti metabolici che l’organismo non riesce a
eliminare. Hanno anche un secondo aspetto negativo, che è quello di spingerci
all’esaurimento delle nostre energie non lasciandoci accorgere tempestivamente
della stanchezza e del nostro bisogno di riposo (SRPLJ p170).
Anche i
medicinali sono generalmente da comprendere tra le sostanze nocive alla salute:
spesso sono essi la causa della malattia. L’organismo malato non ha bisogno di
sostanze tossiche, nonostante la convinzione generale che esse siano necessarie
alla guarigione. Anche l’organismo malato è capace di trarre profitto solo da
sostanze che sono benefiche anche alla persona sana (Ig55p13).
- l’esercizio fisico: fa
aumentare la circolazione e scaccia la linfa; quindi aumenta la nutrizione e la
depurazione.
Aumenta le
capacità di digerire e assimilare, e l’interferone nei globuli bianchi
(Ig55p39), rafforza i legamenti accorciati, rompe le aderenze, facilita
l’assorbimento degli essudati, interessa la temperatura corporea, rilascia i
muscoli contratti, accorcia i muscoli allungati, aumenta l’efficienza del
sistema nervoso e sviluppa le facoltà mentali.
Per aumentare
l’attività degli organi, occorre fare esercizi di resistenza dei muscoli
sovrapposti alla regione spinale interessata seguiti da un rilassamento totale.
L’esercizio
fisico è però Uproibito in caso di malattie acute, compensazione
cardiaca debole, digiuno, pressione alta per arterie indurite, infiammazione e
tubercolosi di un’articolazioneU.
(Bisogna comunque che l’organismo
sia già sulla strada della guarigione. Non si deve fare esercizio se la situazione
della malattia è stazionaria).
Vedere anche => Osteoartrite.
Si ottiene:
- una maggiore resistenza facendo esercizi di
resistenza;
- una maggiore forza facendo esercizi pesanti;
- una maggiore velocità facendo esercizi di
velocità.
- In genere, i movimenti dovrebbero essere seguiti
da altri nella direzione opposta.
- Concedersi uno o due giorni di riposo la
settimana.
- Se avviene una perdita di peso o di energia vuol
dire che l’esercizio è stato eccessivo o troppo frequente.
L’esercizio
va fatto Uin proporzione alle proprie forzeU, senza mai arrivare a essere esausti: se si
verificano tremori o svenimenti o difficoltà respiratoria o fatica prolungata
vuol dire che si è fatto troppo esercizio.
Comunque è durante il successivo riposo che si
producono il recupero e lo sviluppo, se ve n’è la forza vitale (IAIN p142-148).
Fare
l’esercizio Uall’apertoU (LMC p88-90).
Mezz’ora di esercizio vigoroso il giorno procura
una salute superiore (Ig31p23).
Un tale che lavorava in un ospedale rurale
raccontava di vedere molti pazienti di 80 – 90 anni pieni di vitalità. Erano
persone che lavoravano all’aperto (Ig33p11).
- fare => bagni di sole e d’aria.
La luce solare è importante per lo sviluppo delle
piante e degli animali. Ratti allevati all’ombra pur avendo avuto una dieta
migliore presentavano meno grasso di altri allevati al sole (IAIN p157).
I vestiti impediscono la circolazione dell’aria intorno
al corpo, di portare via il sudore e le escrezioni della pelle e di evitare il
cattivo odore che ne deriva: bisogna indossare meno vestiti possibile e di
colore bianco od almeno chiaro affinché lascino passare un’elevata quantità di
luce (IAIN p155).
Anche i bagni
di sole vanno fatti Uin proporzione alle energie nervose disponibiliU; ad esempio devono essere brevissimi (5 minuti),
inizialmente, per un tubercolotico;
- concedersi adeguato riposo e
sonno per consentire al fisico di recuperare le energie nervose
consumate con l’attività del giorno e necessarie alla prevenzione delle malattie
o alla guarigione.
UFare delle brevi pauseU: mettersi a tavola senza essersi per niente
riposati del lavoro provoca le pesantezze e le imperfezioni di digestione (barra
epigastrica, punto di lato, astenia). Invece, un breve riposo, preso in posizione
seduta, allungata, con rilassamento muscolare e nervoso totale per alcuni
minuti, produce una ricarica delle batterie nervose e permette poi di
intraprendere un nuovo sforzo con spigliatezza e profitto. Ecco perché è così
utile saper riposarsi cinque o dieci minuti prima e dopo il pasto, prima e dopo
le principali occupazioni che si alternano durante la stessa giornata. Così si
evita l’eccesso di stanchezza, si è meno nervosi e irritabili, si rende di più
e ci si addormenta più facilmente la notte (Ig64p35, Ig62p34).
È anche
importante Uridurre al minimo l’attività invernaleU, l'economia delle forze in inverno, per ubbidire
alla legge naturale di riposo invernale che permette gli slanci facili alla
primavera e i buoni rendimenti in estate (Ig64p37).
- evitare ogni sorta di eccessi;
- coltivare sentimenti positivi come coraggio, fede, amore, lavoro con spirito di
servizio; ed evitare quelli negativi come paura, preoccupazioni, rancore,
invidia, pettegolezzo, autocommiserazione, collera, ecc.
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