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AVVISO

Il libro

LA VERITA' SUL CANCRO 

di Ty Bollinger  

parla dei migliori metodi di prevenzione, diagnosi e cura dei tumori

Ne ho riportato una sintesi sulla pagina laveritasulcancro.html
di questo blog raggiungibile col link sottostante


Sintesi del libro

IL CIBO CHE CURA, IL CIBO CHE AMMALA

di Maria Rosa DI FAZIO

Si tratta di un ampliamento del precedente libro 
MANGIARE BENE PER SCONFIGGERE IL MALE

PARTE I – MANGIARE BENE PER SCONFIGGERE IL MALE

CAPITOLO 1 – NON AMMALIAMOCI DI LUOGHI COMUNI

CAPITOLO 2 – UN CERVELLO CHIAMATO INTESTINO

CAPITOLO 3 – VIETATO DIRE: “E ORA COSA MANGIO?”

CAPITOLO 4 – I MIEI “CAVALLI DI BATTAGLIA”

CAPITOLO 5 – EDUCHIAMO I BAMBINI A DIVENTARE ADULTI PIÙ SANI

CAPITOLO 6 – IL REGIME ALIMENTARE NON DIVENTI MAI “RELIGIONE”

CAPITOLO 7 – LA CARNE: POCHI “PRO” E TANTI “CONTRO”

CAPITOLO 8 – MADRE NATURA NON USA PHOTOSHOP

CAPITOLO 9 - IL GUSTO AMARO DELLO ZUCCHERO

CAPITOLO 10 – IL LATTE È BIANCO, NON “IMMACOLATO”

CAPITOLO 11 – NON È PIÙ FARINA DEL NOSTRO SACCO

CAPITOLO 12 – ALLORA, CHE COSA METTIAMO IN TAVOLA?

CAPITOLO 13 – SONO PRONTI, SONO COMODI

CAPITOLO 14 – UNA PIRAMIDE DA RICOSTRUIRE DALLE FONDAMENTA

CAPITOLO 15 – A PROPOSITO DI CIBI E GRUPPI SANGUIGNI

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PARTE SECONDA – PRIMA DI METTERCI AI FORNELLI

CAPITOLO 1 – LA SALUTE NEL CARRELLO

CAPITOLO 2 – SI DICE “VERDURA E FRUTTA”, NON “FRUTTA E VERDURA”

CAPITOLO 3 – FORMAGGI E SALUMI, IL” CANTO DELLE SIRENE”

CAPITOLO 4 – I PECCATI CARNALI? RENDIAMOLI VENIALI.

CAPITOLO 5 – SAPORE DI MARE

CAPITOLO 6 – NON ENTRATE IN QUEL CORRIDOIO!

CAPITOLO 7 – UNA SANA QUESTIONE DI ETICHETTA

CAPITOLO 8 – IN DISPENSA? OVVIO, GLI INDISPENSABILI

CAPITOLO 9 – CONSERVAZIONE E RIVOLUZIONE

CAPITOLO 10 - GLI ATTREZZI DEL MESTIERE, POCHI MA BUONI

CAPITOLO 11 – SANE, A VOLTE PICCANTI, MA BENEDETTE SPEZIE!

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PARTE III –LE RICETTE

UNA SPOLVERATA DI BUONSENSO E UN PIZZICO DI LIBERTA’

CAPITOLO 1 – PRIMA COLAZIONE SÌ, MA CHE SIA “DIVERSA”

CAPITOLO 2 – ANTIPASTI PER APRIRE IN BELLEZZA

CAPITOLO 3 –…E PER FAR DIVERTIRE LA BOCCA

CAPITOLO 4 – AVANTI I PRIMI!

CAPITOLO 5 - QUALCOSA DI “UNICO”

CAPITOLO 6 - -SECONDI A NESSUNO

CAPITOLO 7 – QUEI DOLCI “STRAPPI”

CAPITOLO 8 – PASSAMI IL PANE!

CURIOSITÀ E DRITTE

 

  

INTRODUZIONE

La dottoressa Maria Rosa Di Fazio – oncologa che lavora nel sistema sanitario di San Marino - ha scelto per sua missione di convincere quante più persone possibile che esiste un rapporto strettissimo tra ciò che mangiamo e la nostra salute e che le conseguenze di un’alimentazione sbagliata possono essere anche le patologie croniche, quelle autoimmuni (il 90%) e oncologiche (il 45%).

Ciò può portare anche a una morte tra sofferenze indicibili e impossibili da lenire.

È stupido e crudele affermare che non si può vivere da malati per morire sani. La dottoressa afferma che non è affatto necessario che l’alimentazione sia triste e desolante come il tipico menu ospedaliero e condanna anche i menu che sono passati negli ospedali e che sono nocivi perfino alle persone sane.

Gli editori raccomandano di non leggere questo libro saltando qua e là, ma a partire dall’inizio per capirlo bene.

 


 

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PARTE I – MANGIARE BENE PER SCONFIGGERE IL MALE

1-       Il primo luogo comune è che il tumore sia la malattia di un organo e allora l’individuo comune conclude che non c’entra niente col fumo o con altre cattive abitudini visto che muoiono di tumore al polmone anche persone che non hanno mai fumato. Il tumore è una malattia sistemica, di tutto l’organismo che poi si manifesta nell’organo più debole.

Secondo studi epidemiologici la genetica c’entra solo per il 12-15%.

Un altro fattore è l’inquinamento ambientale e anche quello elettromagnetico. Quest’ultimo sta causando una recrudescenza dei neurinomi del nervo acustico e dei tumori cerebrali nei bambini. Essi sono al secondo posto dopo le leucemie.

Pure i forti traumi psicologici, provocati dai grandi dolori sempre in agguato, possono causare la malattia. Tutte queste cause non dipendono dalla volontà del singolo ma tanti altri fattori sì.

Ad esempio, possiamo evitare di fare footing lungo i marciapiedi delle strade di città e di riempire i nostri polmoni di polveri sottili e di altri veleni. Peggio ancora se poi ci si ferma a fumare. Soprattutto possiamo evitare gli errori alimentari consistenti nel mangiare cibi artefatti, nel cucinarli male, nel mangiarli in ore sbagliate e in combinazioni cattive.

2-       La cattiva abitudine di consumare la frutta dopo i pasti, specialmente la sera e dopo altri carboidrati. In realtà la maggior parte delle crisi cardiache si verifica nelle ore notturne e, secondo l’autrice, in seguito al consumo di grosse quantità di carboidrati (pasta o pizza) seguite dalla frutta o da un dolce che fanno schizzare alle stelle la glicemia che causa una “bolla gastrica” e la sensazione di un attacco cardiaco in arrivo o una vera fibrillazione atriale. Peggio ancora se si aggiunge una birra o una bibita gassata.

Alcuni conducono una vita disordinata e tuttavia non hanno simili incidenti, ma ciò avviene perché essi hanno un sistema immunitario a prova di bomba e non deve autorizzare gli altri a comportarsi allo stesso modo. Dopo le 14 il nostro metabolismo a poco a poco si addormenta e non brucia più rapidamente ciò che ingeriamo.

3-       Un altro luogo comune è che la frutta faccia bene comunque e sempre a prescindere dall’ora, dal tipo e dalla quantità. In realtà la frutta contiene una quantità notevole di zucchero, il fruttosio, che è uno dei principali nemici della nostra salute. La frutta va consumata da sola e di un solo tipo alla volta, poiché ogni frutto ha un pH diverso.

Altri frutti sono acidificanti molto più di altri e non si deve eccedere nel loro consumo: si tratta di arance, mandarini, banane e ananas che per di più hanno un bel carico di poliammine, molecole indispensabili alla crescita dei giovani, ma possono essere rischiose per gli adulti poiché fanno crescere anche le cellule tumorali, non solo quelle sane.

Meglio lasciare il consumo dei frutti tropicali alle popolazioni di quei Paesi che sono da sempre “programmate” ad assimilarli.

Tra gli agrumi, il limone fa eccezione, poiché una volta entrato nell’organismo lo alcalinizza. Per questo, la dottoressa consiglia di bere il succo di mezzo limone in un bicchiere d’acqua a digiuno la mattina. Sarà ancora meglio, se l’acqua è tiepida o calda per chi soffre di stitichezza, che così potrà fare a meno di prendere lassativi.

Si sente raccomandare spesso il consumo di frutta e verdura come se fossero equivalenti. In realtà la dottoressa raccomanda di consumare una sola porzione di frutta e quattro porzioni di verdura, crude o cotte o in minestroni o in passati.

4-       Un altro luogo comune è che facciano bene i pasti distribuiti negli ospedali. L’autrice condanna il tipico menu delle cene ospedaliere, che è quanto di peggio si possa somministrare alle persone sane, figurarsi a un malato! Un po’ di pastina in brodo, un po’ di dado, tanta acqua fanno bene ai bilanci per il loro costo irrisorio, salvo quelle due cucchiaiate di formaggio grattugiato per dare sapore a quella sbobba, ma non aiuta i malati a guarire per le sostanze malsane che il dado contiene. La cena prosegue di norma con una porzione di stracchino o altro formaggio col suo carico di grassi, lattosio, caseina, fattori di crescita e ormoni incompatibili con quelli umani e con la sua caratteristica acidificante. In alternativa ai latticini si dà il prosciutto cotto, carne di maiale oltretutto lavorata e salata, mentre L’ECAC (European Code Against Cancer) raccomanda di non consumare carni conservate. Poi si completa con un purè di patate cotte col suo apporto massiccio di amidi, zuccheri e latte che invita il malato a passare la notte insonne e a un processo digestivo tormentato. Infine anche la purea di frutta o la macedonia di frutta mista, di norma conservata in uno sciroppetto zuccherato magari quello di fruttosio-glucosio economicissimo.

Il risultato di tutto ciò è la formazione di putrescina che favorisce la crescita tumorale.

Certamente sconsiglia i piattoni di pasta o di pizza a cena a chiunque.

5-       Non è opportuno il termine di diete, quasi sempre associate a bizzarre mode alimentari. La dottoressa consiglia ai suoi pazienti regimi alimentari tagliati sulle necessità di ciascun individuo e della sua anamnesi. Il peso in eccesso non è solo una questione estetica, può essere necessario farlo perdere per aiutare la guarigione o in vista di un intervento chirurgico. Non occorre usare la bilancia per gli ingredienti ma abbandonare del tutto certi alimenti. Dalla casistica dei malati si possono trarre delle indicazioni valide per tutti, senza bisogno di un regime personalizzato. È meglio spendere un po’ di più per prodotti fatti con materie prime sane che spendere molto di più in futuro per cure e medicine. Negli scaffali dei supermercati ci sono metri e metri di cibi inutili per la prima colazione, ad esempio il pancarré che viene fatto con farine iper-raffinate, latte e destrosio: sono alimenti del tutto da evitare, Da qualsiasi fornaio si possono trovare farine davvero integrali (ne esistono di false che sono costituite da farina 00 con l’aggiunta di un po’ di crusca che irrita l’intestino). Le industrie usano farine da spighe fatte essiccare anzitempo con i glifosati, trattate con i diserbanti e conservate con antiparassitari.

6-        Un altro pericoloso luogo comune è la mancanza di tempo per cucinare. Una fetta di pane casereccio con un filo di olio extravergine d’oliva era assai più sana delle zuccheratissime merendine di simil pan di spagna infarcito di simil crema o con una sorta di latte rappreso o di iper-salate patatine fritte dannose al fegato e alle coronarie. Anche i tumori per il 45% sono imputabili al regime alimentare, almeno come concausa.

7-           Alcuni obiettano che oggi si vive più a lungo, ma ciò è dovuto ai novantenni che sono cresciuti con una dieta più sana. Comunque, oggi viviamo con i farmaci anche da età giovanili per la pressione, gli antiacidi, i lassativi, gli antidepressivi, l’insulina, gli antibiotici e tanti altri. Oggi i giovani hanno, spesso contemporaneamente, anche varie malattie autoimmuni che per il 90% scaturiscono da un’alimentazione scorretta. Gli USA guidano le statistiche di tutte le patologie, obesità, Alzheimer, diabete, Parkinson, steatosi epatica e morbo di Chron, affezioni tiroidee, sindrome metabolica, morbo di Chron, malattie autoimmuni e forme di cancro, specialmente al colon e allo stomaco. La dottoressa Di Fazio trema al pensare a quante malattie avranno da anziani i giovani di oggi che già hanno patologie che una volta avevano i loro nonni.

Tanto i giovani che gli adulti andrebbero educati a nutrirsi bene, a riscoprire i cibi buoni e sani.

                                                              

Quando va nei supermercati a fare la spesa la dottoressa guarda nei carrelli degli altri clienti e vede robacce artificiali e grandi confezioni di bibite gassate ricche d zuccheri, peggio ancora quelle in versione diet, che fanno ammalare prima degli altri di diabete oltre che essere una clamorosa bufala il loro effetto dimagrante. Metterli, poi, in tavola per i bambini è un gesto criminale. Ogni bottiglietta contiene in media nove cucchiai di zucchero che si aggiunge a tutto quello che ingurgiteranno durante la giornata tra dolci, caramelle, pasta, pane, biscotti, merendine, patate fritte, pizzette. Ma i genitori sanno cos’è il diabete e a quali patologie - compresi i tumori, le malattie autoimmuni e quelle infiammatorie - esso spalanca le porte?

Inoltre i cibi sbagliati sono anche ricchi di grassi nocivi, ormoni, sostanze chimiche aggiunte, aminoacidi o proteine magari naturali ma che il nostro organismo non è programmato ad assimilare. Tra tali cibi vanno messi quasi tutti i prodotti da forno, dalle fette biscottate ai pancarrè, dalle pizze pronte alle brioche, dai biscotti ai fagottini impanati che una volta riscaldati diventano fondenti e filanti e ricoprono la flora intestinale rendendola incapace di proteggerci dalle infezioni batteriche.

Soprattutto certi prodotti da forno vanno eliminati in modo assoluto, poiché sono ricavati da farine bianche ottenute da spighe rese artificialmente più produttive e più ricche di glutine. A tal fine sono utilizzati i glifosati che sono accusati di essere cancerogeni e di aver fatto aumentare del 41% il linfoma non Hodgkin.

Il glutine asfalta il nostro sistema immunitario rendendolo sordo e cieco agli attacchi esterni e alle cellule tumorali.

Tuttavia la dottoressa Di Fazio proibisce del tutto certi cibi solo se la patologia tumorale è conclamata, altrimenti chiede al paziente di ridurre il consumo di certi alimenti, magari limitandoli a uno strappo ogni tanto, e di aumentare il consumo di altri.

Sperimentare sempre alimenti nuovi, purché sani - accertando per mezzo delle etichette con che cosa e come sono fatti - altrimenti sarà il nostro intestino ad accorgersene.

 

I cibi malsani sono molto aumentati di numero negli ultimi decenni. Poi con la pubblicità l’industria alimentare riesce sempre a farceli considerare buoni e giusti, ma lo sono soltanto per i suoi fatturati. Tuttavia sono, fortunatamente, numerosi anche i cibi buoni.

Non sono le uova la fabbrica del colesterolo ma i carboidrati e un po’ meno la frutta. Le uova sono un alimento sano e ricco di elementi indispensabili alla salute ma vengono colpevolizzate per poter vendere altre cose molto più costose.

Autorevoli colleghi avranno gioco facile a sostenere che quanto si è imparato dalla pratica clinica non ha “rilevanza scientifica”, in quanto non sancita da congressi internazionali. In realtà alcuni di tali atti sono ignorati perché contengono verità scomode o sono dimenticati a favore di altri che disturbano meno.

Alcuni anni fa la dottoressa si è trovata davanti a dei gruppi di giovani che erano stati sottoposti alla chemioterapia alla quale avevano risposto bene, ma dopo qualche mese i marcatori stavano lentamente ma inesorabilmente risalendo. Non essendo permesso di modificare i protocolli per adattarli alle persone, decise di ricorrere a dei regimi alimentari personalizzati secondo il tipo di tumore per affamare le loro cellule. Infatti alcuni di essi sono ormonosensibili (seno, ovaio, utero, prostata, tiroide) e banchettano col latte e i suoi derivati, mentre tutti i tumori banchettano con gli zuccheri. Dopo due mesi i marcatori erano rientrati tutti nei limiti e a distanza di anni quei soggetti, attenendosi a quelle linee guida, sono ancora vivi.

A maggior ragione si può pensare che sarebbero efficaci per mantenersi sani. La dottoressa le segue con tutta la sua famiglia. Il compito dei medici non è quello di occuparsi dei conti delle aziende ma della salute delle persone tenendo gli occhi aperti per avere presente il quadro generale del malato, non soltanto l’organo malato, stimolando quando è possibile i processi di autoguarigione dei quali troppo spesso ci si dimentica.

Anche l’ambiente sociale influisce: se i media diffondono un messaggio sbagliato in termini di stili di vita, col tempo esso diventa regola accettata. In questo modo è passato il messaggio che le droghe “leggere” non sono pericolose.

Inoltre, bisogna integrare le ”armi” a disposizione per sconfiggere il male.

Così l’oncologia integrata non esclude l’omeopatia, l’agopuntura, le tecniche di rilassamento, l’ozonoterapia, l’uso dei fitoterapici, la microimmunoterapia, lo shiatsu e altre ancora, compresa la corretta alimentazione.

La casistica del metodo Lagarde e delle infusioni soft con chemioterapici tradizionali, ma in dosi diverse e gli integratori purissimi e naturali, parla molto chiaro: sopravvivenze ventennali in soggetti metastatici che conducono una vita assolutamente normale. Le parole chiave sono due: integrazione e moderazione. La carne è sempre da evitare nei tumori dell’apparato digerente. Per tutti i tumori va evitata ogni fonte di zucchero, perfino la frutta. I pazienti si sorprendono, ma ecco due esempi:

·           la PET è un esame per accertare la presenza di un tumore. In essa si somministra lo zucchero e si vede dove ne viene assorbito di più. È lì che sta il tumore poiché le cellule tumorali consumano venti volte più zucchero delle cellule normali.

·           alcuni dei peggiori tumori metastatici si verificano nei vegani e ancor peggio nei fruttariani, per non parlare della pasta e del pane.

Questo però, non impedisce di dare 50 grammi di carne al paziente indebolito dai chemioterapici o con carenza di ferro. Analogo ragionamento per la frutta. Se ne parlerà più avanti.

I progressi della scienza nascono dall’esperienza ossia dagli errori commessi.

 

Qui si parla dei cibi da prediligere e da non far mancare mai sulla nostra tavola per prevenire le malattie e quelli da eliminare per sempre o quanto meno da ridurre in maniera decisiva. Si premette che

·           Siamo diversi l’uno dall’altro

·           Conseguentemente sono diverse anche le malattie che possono affliggerci

·           Le cure devono essere differenti e mai standard.

·           I regimi alimentari vanno presi come regole di vita e non come diete di uso temporaneo.

LE VERDURE

Quasi tutti gli ortaggi possono essere considerati verdure. Invece, le patate non vanno consumate in modo costante, per il loro elevato contenuto di amidi e di poliammine, che sono fattori di crescita.

A loro volta le carote hanno un elevato tasso glicemico. Non dimenticare i minestroni e i passati. In ogni caso non mangiare sempre le stesse verdure. Privilegiare le crocifere le quali agiscono sul metabolismo degli ormoni e, pertanto, prevengono le patologie ormonosensibili (seno, utero, ovaio, prostata, tiroide): rape, senape, rucola, cavolfiore, cavoli, verze, ravanelli.

Un altro grande beneficio delle verdure è quello di alcalinizzare l’organismo. L’acidità al contrario favorisce tutte le malattie. Non si parla qui del pH del sangue che dev’essere tra 7,35 e 7,45 ma dell’acidità del tessuto connettivo. Un esame molto utile ed economico è quello del pH delle urine. L’ideale sarebbe 7, ma se scende a 5 o a 5,5 bisogna correre ai ripari. Alle persone affette da tumori o da malattie autoimmuni la dottoressa toglie tutte le solanacee per la loro acidità e il carico di poliammine. Lo stesso vale per le arance, i mandarini e i mandaranci.

LE PROTEINE

Privilegiare il pesce dei nostri mari, meglio se di piccola taglia che non mangiano altri pesci e perché le eventuali tracce di mercurio sono minime, ma a proposito delle quantità maggiori di mercurio nei pesci di grossa taglia, nessuno parla delle otturazioni dentarie contenenti ancora più mercurio, neanche il Ministero della Salute. Oggi si fanno di ceramica o altro materiale e negli altri Paesi sono proibite da anni, quelle di mercurio. In persone morte di incidente e sofferenti di demenza senile o morbo di Alzheimer o di Parkinson l’autopsia ha rivelato la presenza di numerose otturazioni vecchia maniera.

Preferire il pesce azzurro che contiene i benefici grassi come gli omega3. Evitare il pesce - particolarmente il pangasio – proveniente dai Paesi orientali le cui acque sono piene di arsenico e altri metalli pesanti.

I LEGUMI

Il più sano accompagnamento a un piatto di pesce, specialmente alla sera, è un piatto di legumi. Consumare sempre i legumi, veri componenti della dieta mediterranea, anziché la pasta. Via libera a ceci e piselli, lenticchie e fagioli e anche alle fave, salvo a chi soffre di favismo. Sono tutti quanti delle miniere di proteine nobili e non hanno il potere acidificante della carne. Un piatto di pasta e fagioli, più fagioli che pasta, può essere un piatto ideale, però a pranzo poiché è meglio evitare i carboidrati la sera - che causerebbero picchi di insulina, cancerogena, e rendono acido il pH.

Cuocere i legumi a fondo fino a renderli tenerissimi, senza mescolarli con altre specie e magari frullarli, così non si avranno problemi a digerirli. Condirli con poco sale e un filo d’olio evo.

LA CARNE

Le proteine dei legumi sono molto più salubri di quelle animali. Detto questo, anche i vegani commettono errori. Comunque la dottoressa consiglia alle persone sane di limitare il consumo della carne – biologica e controllata - a ogni 10-15 giorni in porzioni da 80 grammi e mai grigliata. Il consumo di pesce tre-quattro volte la settimana. Quanto alle carni bianche preferire il tacchino bio al pollo, e nel caso si scegliesse il pollo, preferire la coscia al petto.

LE UOVA

Non sono esse la causa del colesterolo alto e del fegato grasso, ma i carboidrati, gli zuccheri e la frutta in eccesso. Le uova sono in natura l’unica fonte di albumina, la proteina più importante per il nostro organismo, un autentico toccasana per la ritenzione dei liquidi (edemi / versamenti dolorosi / gonfiori agli arti o all’addome). Mangiarne cinque o sei la settimana, biologiche o di allevamento a terra.

GLI ZUCCHERI

Vanno eliminati il più possibile perché fanno male, non solo ai diabetici o a coloro che hanno la glicemia alta, ma a tutti. Sarebbe sufficiente il fruttosio presente in un solo frutto per soddisfare il nostro bisogno per un giorno. Consumarlo solo al mattino da solo, mai a fine pasto, mai consumando insieme due tipi di frutta. La glicemia è bene che stia sotto a 90. Gli zuccheri causano acidità e quindi infiammazione che è l’anticamera delle patologie, anche di quelle tumorali.

LATTE E DERIVATI

Quanto meno ridurne al minimo il consumo anche se si è sani. Ciò vale anche per i suoi derivati, a cominciare dallo yogurt, i cui batteri hanno una vitalità inversamente proporzionale alle lunghe scadenze stampigliate sui suoi vasetti. I fermenti lattici veri e vitali si trovano soltanto nei probiotici in pastiglie o fialette. Sono raccomandabili solo questi, anche ai pazienti non oncologici per sostenere il microbiota intestinale e per difendersi dai virus di stagione.

Il microbiota intestinale interagisce col DNA svolgendo un ruolo unico per il mantenimento dell’equilibrio corporeo (omeostasi), per lo svolgimento dei processi digestivi e metabolici e per la regolazione del sistema immunitario.

Disgraziatamente la popolazione non sa nemmeno dell’esistenza del microbiota e si fa del male fin dal mattino col caffelatte zuccherato o col cappuccino con la schiuma fatta di caseina, succhi di frutta iper-dolcificati, biscotti e fette biscottate intrisi di grassi saturi e fatti con farine ”00”, merendine spugnose e farcite di orrori, altre schifezze dei distributori automatici, pizza surgelata, sacchetti di chips di patate, panzerotti industriali impanati e già fritti, sedicente pesce impanato, una generosa fetta di formaggio.

Il microbiota verrà messo fuori uso col consumo di tutte queste cose e lascerà passare i virus e le scorie che altrimenti avrebbe fatto eliminare per vie naturali. Se invece si cambiano le abitudini alimentari, l’influenza di stagione diventa un pallido ricordo e le malattie autoimmuni non si instaureranno.

Altre cause del silenziamento immunitario sono l’inquinamento, lo stress fisico ed emotivo, il fumo, l’alcol, l’abuso di farmaci, soprattutto di antibiotici, che spesso sono prescritti dagli stessi medici per una banale influenza e perfino per una tosse insistente, anche per settimane, quando basta una sola settimana per mandare il microbiota in disbiosi e poi occorrono almeno due anni per riportarlo in equilibrio (eubiosi) col supporto di una terapia mirata di probiotici.

Tornando al latte e ai suoi derivati, oltre al lattosio che è uno zucchero, essi contengono ormoni animali, fattori di crescita cellulare e soprattutto la caseina e lo yogurt che aggiunge acidificazione, coloranti, addensanti e altre aggiunte artificiali. Del calcio per l’osteoporosi si parlerà più avanti.

LE FARINE BIANCHE

Le farine bianche “00” vanno eliminate, anche perché sono arricchite di glutine con i moderni metodi di coltivazione, rispetto a quelle di una volta. tale glutine “asfalta” il sistema immunitario, lo disinnesca. Al tempo stesso altera la permeabilità intestinale lasciando passare nel sangue tutto quello che non ci dovrebbe passare.

 

Il portare in tavola le verdure due volte il giorno, anche se ai bambini non piacciono, è dare il buon esempio.

·           La dottoressa afferma che, al posto di costose e dispersive gite scolastiche, sarebbe meglio fare corretta educazione alimentare facendo entrare nelle scuole di ogni ordine e grado bravi medici col dono della comunicazione - e qualche bravo chef che abbia studiato tali cose – per spiegare ai bambini perché bisogna adottare un’alimentazione sana. A questo punto i bambini diventerebbero capaci di rimproverare i loro genitori che comprano cose scorrette.

·           È doveroso che spariscano dalle scuole distributori automatici di dolci, merendine e bibite zuccherate, limitando l’offerta all’acqua minerale e ai prodotti fatti con materie prime sane.

LA PIGRIZIA È NEMICA DELLA SALUTE

Le verdure, ovviamente, vanno lavate accuratamente come facevano le nostre nonne. C’è poco da fidarsi delle verdure già lavate in sacchetti di plastica poiché non si sa in quale modo e con quale acqua sono lavate e soprattutto cosa può formarsi dentro i sacchetti (muffe) di plastica. Caso mai preferire le verdure surgelate. Di fronte alla salute dei nostri figli, la pigrizia non è ammissibile. Il tempo si può trovare sempre, magari rinunciando a cose non essenziali, come la partita a carte, scambio di post sui social, la puntata della telenovela, o di qualsiasi altra trasmissione idiota.

PICCOLI CHEF CRESCONO (E MEGLIO)

Un trucco per convincere i bambini ad abbandonare le cattive abitudini alimentari è quello di coinvolgerli nella preparazione dei cibi sia pure tenendoli lontani dai fornelli, dal forno e dai coltelli. Si avrà così anche il vantaggio di riscoprire la socialità domestica ormai dimenticata per la televisione.

Oggi c’è una buona offerta di alimenti bio, da associazioni come Coldiretti e dalle cooperative, ove si trovano oltre alla verdura, frutta, uova, carni bovine e bianche. A proposito di buone abitudini si potrebbe andare nel weekend in cerca di fattorie dove fare il pieno di cose buone da conservare nel congelatore.

La dottoressa andò a visitare al domicilio un’anziana coppia senza figli assistiti da una badante. La moglie era diabetica, obesa, con ulcere agli arti inferiori che non si rimarginavano mai, il colesterolo e i trigliceridi fuori norma in modo spropositato, pressione alle stelle, ecc. Lui era bianco, immobile in poltrona, quasi cieco, con un tumore al colon secondo gli esami clinici.

La dottoressa andò in cucina a ispezionare il frigorifero e trovò solo cibi preconfezionati, precotti e pronti da riscaldare del peggior tipo, c’erano anche molti litri di bibite iper-zuccherate, cotolette già impanate, formaggi vari, buste di salumi e insaccati, gelati, budini pronti e frutta a volontà.

Allora fece ribaltare le abitudini alimentari di tale coppia. Il marito si sottopose in tempo all’asportazione del tumore. La moglie perse 15 chili in poche settimane, le sue ulcere si rimarginarono con l’aiuto dell’ozonoterapia. Entrambi ripresero ad uscire di casa regolarmente, abitudine che avevano perso da anni.

 

La dottoressa è onnivora perché dalla sua professione ha imparato che le fedi alimentari sono squilibrate, se non del tutto sbagliate. nella migliore delle ipotesi deludono, nella peggiore gli acciacchi leggeri si trasformano in malattie croniche.

I protocolli sono utili, ma col tempo la dottoressa ha constatato che non è il paziente a doversi adattare al protocollo, ma è il protocollo che deve essere adattato al paziente. Allo stesso modo devono essere tagliati su misura anche i regimi alimentari.

A chi obiettasse che un’oncologa dovrebbe pensare a guarire i malati di tumore, piuttosto che occuparsi di alimentazione lei risponde:

·           C’è un inscindibile nesso tra cibo e salute e lei lo conosce perché sta vicino ai malati anziché tutto il giorno in televisione.

·           Nei suoi congressi la SIO, società internazionale di oncologia integrata, ha stimato nel 45% il ruolo del cibo sbagliato come causa dei tumori.

·           La dottoressa si occupa pure di prevenire i tumori, cosa che è possibile anche con un corretto regime alimentare, senza con ciò dimenticare il ruolo negativo svolto dall’inquinamento ambientale e dai grandi traumi psicologici (familiari, sentimentali, in campo lavorativo, ecc.).

Esiste un nesso tra cibo e malattie non solo tumorali, ma anche croniche e autoimmuni è fuori discussione. Non si può dire a un malato oncologico:” mangi quello che vuole”, nemmeno quando è guarito, poiché proprio allora deve rigare dritto per non ammalarsi di nuovo.

A tal fine si deve tagliare su misura un menu, oltre che per mezzo di una visita accurata e di una scrupolosa lettura degli esami clinici, anche interrogando il malato sui suoi disturbi anche poco importanti ma ricorrenti e su quelli dei suoi familiari o se ha capito quale è il suo organo più delicato e soggetto a problemi. Mangiare cibi sani con misura, alternandoli e variandoli sempre, è la regola basilare per mantenersi in buona salute,

oltre che non fumare assolutamente (anche se si fumano poche sigarette al giorno col tempo i danni si accumulano)

e svolgere una ridotta attività fisica non competitiva (mezz’ora di camminata a passo deciso al giorno o rinunciare gradualmente all’ascensore o scendere un po’ prima dai mezzi pubblici e proseguire a piedi).

Sono stati carne, pasta e formaggi tutti i giorni nell’ultimo dopoguerra a far esplodere i tumori tra le classi benestanti.

Oggi si vive più a lungo, ma si convive con un’infinità di farmaci e sempre in età più giovane; e ciò è dovuto, oltre che all’inquinamento e allo stress, al mangiare e bere quasi tutti allo stesso modo, cioè autentiche schifezze.

A loro volta, i vegani fanno l’errore di mangiare molti carboidrati e il seitan

·         il quale è privo di aminoacidi essenziali, soprattutto di lisina, e contiene carboidrati ad alto indice glicemico e che si depositano nel fegato sotto forma di grasso,

·         inoltre è poverissimo di vitamine e di minerali come il ferro.

·         A loro volta i carboidrati favoriscono il diabete che è una malattia gravissima perché oltre a essere molto invalidante spalanca la porta a molte altre patologie, anche oncologiche (relativamente a queste ultime il rischio è dieci-venti volte, in confronto ai non diabetici.

Alla dottoressa capita sempre più di frequente di imbattersi in ragazzini obesi, diabetici, col colesterolo e i trigliceridi alle stelle e col fegato grasso, cosa che una volta succedeva a persone di oltre sessant’anni che si erano concesso tutto nella vita. È meglio che la glicemia stia sotto 90 ed è bene comprarsi gli apparecchietti per misurarla spesso.

·         I vegetariani compensano il mancato consumo di carne e pesce con un esagerato utilizzo di formaggi e latticini, nei quali rimangono pur sempre la caseina, gli ormoni animali e i fattori di crescita. Inoltre essi sono tanto più acidificanti quanto più sono stagionati.

Altri comprano gli estrattori di succhi da vegetali e frutta pensando di prevenire i tumori col metodo Gerson e hanno esami preoccupanti perché:

·                       Le verdure utilizzate non sono compatibili con i loro organismi (le persone sono differenti una dall’altra).

·                       Possono esagerare con le quantità di potassio e sodio che introducono nel loro organismo ed esporsi a maggiori rischi di aggressione tumorale.

·                       Aggiungendo molta frutta per ottenere un sapore gradevole innalzano la glicemia esponendosi a dei picchi che fanno intervenire l’insulina che è un pericoloso fattore di crescita.

 

La dottoressa Di Fazio proibisce del tutto la carne a chi ha un tumore allo stomaco, al colon o al retto, ma ne permette una piccola quantità e soltanto quattro volte il mese a chi sta facendo la chemioterapia che è anemizzante. Comunque, solo carne biologica e mai bruciata alla griglia poiché essa produce idrocarburi policiclici aromatici e benzopirene che sono altamente cancerogeni.

Anche la carne contiene ormoni sessuali e fattori crescita. Le infermiere avevano figlie che già mestruavano a nove anni e davano loro carne bianca acquistata nei supermercati, cioè di allevamenti intensivi che fanno uso di ormoni per far crescere i polli più rapidamente.

Inoltre la carne ha un alto potere acidificante, questo è tra i primi fattori da eliminare per il mantenimento della buona salute.

Nella Brianza si usa il burro - o, peggio ancora, la margarina - al posto dell’olio d’oliva, perfino per fare la salsa di pomodoro. In famiglie intere si usa mangiare la carne, per di più suina anche in forma di salumi e insaccati arricchiti di conservanti, due volte il giorno e hanno molta familiarità con i tumori dell’apparato digerente. Della carne suina si può mangiare, saltuariamente, solo il prosciutto di Parma e S. Daniele che non aggiungono additivi chimici. Inoltre nelle regioni del Nord si mangiano pochissime verdure e quasi mai il pesce.

 

Riguardo alle verdure consiglia:

·           di acquistare solo prodotti di stagione italiani - per abbreviare il trasporto - e biologici;

·           di farsi amici il verduraio, il pescivendolo e il macellaio parlando con loro dei prodotti che hanno in vendita per sapere da dove provengono, per imparare a riconoscerli e anche come cucinarli.

Quanto alle verdure consumarle tutte: insalate, radicchi, cicoria, bietole, finocchi, porri, cipolle, borraggine, zucche e cipolle. Andarci piano con le solanacee (peperoni, melanzane, pomodori, patate) poiché contengono le poliammine. Inoltre le patate sono anche ricche di amido. Evitare soprattutto le patate fritte in sacchetto in tubi colorati nei bar, toccate da tutti, fritte con oli scadenti, piene di sale e con un indice glicemico altissimo.

Semmai preferire le batate (patate americane) o quelle rosse o, meglio. viola che sono state sostituite con quelle gialle su imposizione delle industrie. Migliori ancora sono le zucche, ricche di tante sostanze benefiche. Tagliate finemente e passate in forno sono molto più buone delle patatine.

Le verdure sono utili anche per le fibre, che accelerano il transito intestinale e riducono l’assorbimento delle sostanze mutagene, dei grassi e delle calorie, aumentano il pH e rinforzano la flora intestinale, l’attività degli enzimi e la trasformazione delle urine.

L’industria alimentare ha proceduto a una raffinazione delle materie prime facendoci credere che così quei cibi sono più digeribili, ma poi ci causano patologie che ormai sono quasi epidemiche: stitichezza, emorroidi, diabete, colesterolemia, calcoli biliari, diverticolosi, arteriosclerosi e cancro al colon.

Chi volesse risparmiarsi il lavoro di pulire le verdure farà meglio a comprare quelle surgelate che conservano meglio le qualità nutritive rispetto

·         a quelle che compriamo fresche, ma sono di parecchi giorni prima

·         e a quelle conservate in vasetti, per l’aggiunta di abbondanti quantità di sale che favorisce l’aumento della pressione.

 

Lo zucchero è uno dei nostri più grandi nemici, insieme al latte, al sale e alla farina. Gli zuccheri non dovrebbero entrare più nelle nostre case.

Essi sono più dannosi ai bambini, poiché è soprattutto nei primi anni di vita che si mettono le basi per l’adulto di domani: un bambino nutrito male sarà un adulto destinato ad ammalarsi delle più diverse patologie.

Gli zuccheri hanno diversi nomi, quello più comune è il saccarosio, poi c’è lo zucchero di canna che è più scuro, ma la differenza è solo commerciale. Il saccarosio è costituito da glucosio e fruttosio. Quest’ultimo se consumato in eccesso va a influire sull’ormone leptina, che ha la funzione di eliminare la sensazione di fame, cosicché invece di una merendina i bambini ne mangiano due.

Il peggiore degli zuccheri si chiama sciroppo di glucosio-fruttosio - che si trova ormai dappertutto ed è un derivato del mais. È uno dei principali responsabili della crescente obesità degli Americani.

I bambini italiani hanno il primato dell’obesità in Europa. L’obesità apre la porta a tante altre patologie.

Il miele è un misto di glucosio e fruttosio libero e arricchito di molti elementi benefici, ma se è consumato regolarmente e in grosse quantità può essere tossico per il fegato. Tenerlo in casa per dolcificare ma usarne solo un piccolo cucchiaino.

La dottoressa condanna tutti i dolcificanti artificiali- aspartame e simili – e i prodotti che li contengono. L’aspartame è trasformato in metanolo e poi in formaldeide, acido formico e diketopiperazina, tre derivati che sono i principali responsabilii dei tumori cerebrali, che sono in preoccupante aumento, come il consumo di tali prodotti e in alcuni Paesi è stato proibito il loro utilizzo. Inoltre favoriscono il diabete poiché aumentano l’assorbimento del glucosio e fanno ingrassare poiché trattengono i liquidi, anziché far dimagrire.

Ci si abitui a usare sempre meno zucchero, fino ad abituarsi a farne a meno del tutto nel caffè. Di quest’ultimo prenderne solo uno o due al giorno, perché potrebbe nuocere al cuore ed è un forte acidificante.

L’associazione dei cardiologi americani ha lanciato l’appello: “Via lo zucchero aggiunto dalle diete dei bambini.” Negare loro anche i cereali per la colazione. I nonni e i genitori devono tornare a dire: “No” ai piccoli come si faceva una volta e allora i bambini finivano col mangiare ciò che veniva dato loro.

Bisogna negare ai bambini tutti i cibi industriali, i succhi di frutta industriali e le bevande zuccherate, i gelati industriali e le bibite di ogni genere. Dare meno di sei cucchiaini di zucchero il giorno tra i 2 e i 18 anni.

Bisogna mangiare cibi a basso indice glicemico, non il glucosio né le patatine che l’hanno a 97 e mangiare poca frutta, tanto meno a fine pasto, specialmente se esso è costituito da carboidrati. Mangiare solo un tipo di frutti al mattino, mai la macedonia altrimenti va in fermentazione e causa putrescina.

 

Parlando di latte, la dottoressa intende anche i formaggi e lo yogurt, il quale non è benefico come ci fanno credere: è acidificante, contiene anch’esso ormoni bovini, zuccheri aggiunti oltre a quelli naturali, coloranti e addensanti. Inoltre solo l’uomo consuma latte dopo lo svezzamento a differenza degli altri animali e questo comportamento è cominciato il secolo scorso in seguito alle campagne pubblicitarie. Passi qualche strappo fatto saltuariamente con latticini prodotti con latte di mucche sane e felici che pascolano in libertà, ma non certo con cose spacciate per formaggi, cellofanate o in vaschette molte delle quali ottenute da scarti di lavorazione e ricompattati tra loro con tanta panna e montagne di conservanti in vendita a prezzi ridicoli e con date di scadenza interminabili.

Il latte che più si avvicina a quello umano è quello d’asina, di capra, di pecora e di bufala che hanno la caseina di tipo A2 come quello umano, anziché di tipo A1 del latte di vacca, che viene aggiunto a tantissimi prodotti industriali a nostra insaputa (perfino negli insaccati, nel prosciutto cotto, nei wurstel, nelle patatine fritte surgelate, nella pasta ripiena contenente formaggio, nel kebab e in tanti prodotti da forno come le focacce).

Negli allevamenti intensivi si usano anche ormoni sintetici per aumentare a 50-100 litri il giorno la produzione del latte da una vacca dai 20 litri che sono della produzione naturale. Tali ormoni producono mastiti e infiammazione delle mammelle che sono poi combattute con gli antibiotici che poi noi berremo o mangeremo. Il 65% degli antibiotici prodotti in Europa sono utilizzati negli allevamenti intensivi.

Il risultato è che nel 2050 - per lo sviluppo della resistenza agli antibiotici - nessuno di quelli oggi conosciuti potrà difenderci dalle infezioni.

Inoltre il latte vaccino contiene un forte carico di fattori di crescita cellulare, anche delle cellule tumorali, specialmente nei tumori ormonosensibili.

Gli sportivi sono incoraggiati a consumare latte e yogurt e anche le spremute d’arancia – che acidificano, sono troppo zuccherine e stracariche di poliammine, quindi da sconsigliare a chi ha un tumore. Sempre più spesso gli sportivi hanno tumori alla prostata.

Quando le arriva una paziente col tumore al seno la dottoressa le proibisce in modo assoluto il consumo dei latticini, compreso lo yogurt - del quale spesso sono consumati 4 o 5 vasetti il giorno - per quello che contiene e che il malato oncologico non dovrebbe vedere nemmeno in fotografia.

Tutto ciò vale ancora di più per chi è affetto da un tumore ormonosensibile (seno, utero, ovaio, prostata, tiroide). Non tutti ne subiscono gravi conseguenze ma esse sono devastanti per altri e possono aversi anche metastasi ossee.

L’industria alimentare fa sviare l’attenzione delle persone sul lattosio che, tuttavia, nessuno digerisce dopo i sei anni per cessata secrezione della lattasi, ma è la caseina il problema principale.

Nei paesi dell’estremo oriente il latte non è utilizzato e quasi non esistono le patologie ormonosensibili e i bambini non si ammalano di tonsille e adenoidi e The China Study di Colin Campbell lo conferma. Per altro era già stato affermato nel 1989 dalla rivista Lancet che quando il consumo di latticini supera le capacità enzimatiche di catabolizzare il galattosio esso può accumularsi nel sangue e danneggiare le ovaie.

Il problema è che le industrie casearie hanno fatto trionfare i loro interessi su quelli della salute umana.

Inoltre la dottoressa ha constatato che quando le donne orientali immigrate in Italia se adottano il consumo di latte, a partire dallo yogurt, si ammalano anch’esse di tumori al seno e una volta abbondonato il consumo del latte i loro marcatori rientrano nella norma.

Altri clienti, dopo aver eliminato i latticini, hanno potuto abbandonare i farmaci per le disfunzioni ipo o ipertiroidee. Lo stesso è successo ai pazienti schiavi dei farmaci per la pressione alta o dell’insulina.

Inoltre il latte è ricco di grassi e le sue proteine sono costituite per l’80% da caseina la quale, oltre a essere indigesta e aterogenica, si stende sui villi intestinali riducendone l’assorbenza: si pensi che è usata per incollare le etichette alle bottiglie di vetro.

È un mito anche l’idea che il latte rinforzi le ossa: numerosi studi dimostrano che i popoli che consumano più latte e formaggi (norvegesi, svedesi e americani) presentano un’incidenza di fratture molte volte superiore a quella che si registra in Cina.

È meglio ricavare il calcio dalle verdure piuttosto che dal latte, come le mucche lo ricavano dall’erba. Infatti, 100 grammi di broccoli contengono 260 mgr di calcio, mentre 100 grammi di latte ne contengono 118 mgr.

L’acqua di cottura delle verdure non va gettata ma consumata anche fredda la mattina o per cuocere pasta e riso. Si trova calcio buono anche nei fagioli, nel pesce azzurro e nelle mandorle.

Il consumo di latte o derivati produce acidosi e stati infiammatori che il sistema immunitario cerca di tamponare prendendo calcio dalle ossa col risultato di indebolirle e di causare l’osteoporosi.

Oggi alle donne in menopausa si usa prescrivere ormoni sostitutivi e di consumare almeno 50 grammi il giorno di formaggio. Il risultato è un aggravamento progressivo dell’osteoporosi.

Risultati spiacevoli ottengono anche le mamme che dànno latte cotto – che è la vera “fabbrica del muco” - ai bambini che hanno faringiti, catarro e sinusiti. Al persistere di tali sintomi i medici prescrivono antibiotici che dànno il definitivo colpo di grazia al sistema immunitario già incollato e messo fuori uso dalla caseina.

 

Oggi le farine sono private delle sostanze nutritive per assicurare un periodo di conservazione molto lungo e in più sono addizionate con conservanti. Inoltre spesso vengono dall’estero dove si usano nocivi glifosati al fine di accelerare la maturazione del grano.

Inoltre una volta le farine contenevano solo il 5-7% di glutine. Oggi si arriva al 17-18% e magari al 21% e se ne fa un pericoloso nemico della salute. Le farine peggiori sono le “00”, la Manitoba o 0.

Poi viene aggiunto il glutine per rendere gli impasti più collosi. Anche tale colla si stende sulle mucose intestinali, sul microbiota mettendolo fuori uso.

Tali farine sono poi usate in quasi in tutti i prodotti da forno, i quali sono per di più lavorati con alte percentuali di zuccheri, di grassi saturi e di quelli idrogenati. Tra tali grassi spadroneggia l’olio di palma perché è quello che costa di meno nonostante che sia stato riconosciuto genotossico e cancerogeno dall’EFSA (autorità europea per la sicurezza alimentare) a causa delle alte temperature alle quali va trasformato. Esso è contenuto nei prodotti da forno e perfino nel latte in polvere per i neonati e nelle pappe.

Meno male che alcune industrie abbiano cominciato a togliere l’olio di palma dai loro prodotti e qualcosa del genere avviene riguardo al glutine facendo paste alimentari con farine naturalmente prive di glutine per il grosso pubblico (utilizzando riso, mais, quinoa, amaranto, grano saraceno, sorgo, mandorle, fave, castagne, miglio, chia, teff, noci, lupini, vinaccioli, piselli, fagioli).

In Italia si riscontra un consumo esagerato di pasta e di pane e poi molti vi aggiungono tanti altri prodotti arricchiti di glutine dalle industrie (insaccati, caramelle, hamburger, caffè solubile, patatine fritte, maionese, sushi pronti, ecc.).

Il glutine:

·      asfalta l’intestino, così ci priva della funzione di vigilanza del sistema immunitario:

·      altera la permeabilità intestinale lasciando entrare nel sangue quanto dovrebbe rimanerne fuori;

·      è in grado anche di superare la barriera ematoencefalica svolgendo un’azione neurotossica;

·      favorisce la disbiosi intestinale dalla quale può derivare una serie infinita di patologie, in particolare le malattie autoimmuni cioè artrite reumatoide, morbo di Chron, sclerosi multipla, diabete, disfunzioni tiroidee e un’infiammazione dolorosa diffusa che può essere scambiata per la fibromialgia, sicché si utilizzano i medicinali invece di rimuoverne le cause.

Stiamo diventando un mondo di intolleranti al glutine, l’80% dei celiaci non sanno di esserlo e attribuiscono ad altre cause i loro disturbi.

La dottoressa ha riscontrato una ricorrente correlazione tra un elevato consumo di glutine e l’insorgenza di malattie linfoproliferative (leucemie, linfomi e mielomi). Controprova: togliendo il glutine i marcatori iniziano subito a scendere.

Secondo David Perlmutter, nel morbo di Alzheimer - che sta diventando un’epidemia in America - molto spesso si riscontra l’assunzione di forti combinazioni di glutine e caseina. E non va dimenticato il ruolo tossico di zuccheri e carboidrati troppo presenti nelle diete occidentali, responsabili anche di tante malattie autoimmuni.

La gluten sensitivity, da non confondere con la celiachia, oggi riguarda il 20% della popolazione occidentale e ha un forte impatto nella maggior parte delle malattie croniche, dalla cefalea al morbo di Parkinson.

La dottoressa ha constatato che le malattie autoimmuni sono l’anticamera dei tumori e conseguentemente fa eseguire la biopsia dei villi intestinali – l’unico esame per diagnosticare la celiachia che non lascia il tempo che trova – quando si imbatte in malati con due o tre malattie autoimmuni.

Per fortuna cambiando alimentazione la situazione migliora rapidamente.

Usare, pertanto, le farine senza glutine per natura, come quelle già citate in questo capitolo oppure i medesimi semi in chicchi in forma di insalate o di risotti o almeno usare farine di quei cereali che contengono poco glutine come il farro di tipo Monococco o di grani antichi e autoctoni come la Tumminia siciliana o la Senatore Cappelli.

 

Anzitutto, alcune regole generali:

1)       mangiare con moderazione ed equilibrio, nelle quantità.

2)       Cambiare sempre, ogni giorno cose diverse, salvo le verdure, poiché altrimenti eventuali errori si sommeranno nel tempo.

3)       Ritornare a cucinare. Ne va della salute. non occorre diventare degli chef, ma mettere in tavola cibi preparati con materie prime il più possibile fresche, non manipolate con additivi artificiali, pessimi grassi e massicce dosi di zuccheri e sale ossia ridurre il più possibile se non eliminare del tutto i cibi industriali precotti e ottenuti da materie prime raffinate.

4)       Evitare di seguire in modo totale regimi alimentari in voga, come quello vegetariano, vegano o altro.

5)       Concedersi ogni tanto - due, massimo tre volte al mese - degli strappi alimentari perché fa bene psicologicamente, ad esempio un dolce, due o tre fette di un buon salume o un pezzo di qualche ottimo formaggio italiano.

E ora i consigli per tutti – ma ai malati la dottoressa prescrive una dieta personalizzata - in un’ottica di prevenzione al fine di evitare l’insorgenza di stati infiammatori cronici (bronchiti, tonsilliti ricorrenti, sinusiti, cistiti, prostatiti, pancreatiti) che possono rappresentare l’anticamera di malattie metaboliche (diabete, ipertensione, dislipidemie) o anche invalidanti come quelle autoimmuni (artrite reumatoide, tiroiditi, lupus, fibromialgia), fino ad arrivare ai tumori, i quali amano gli ambienti caldi (ossia l’infiammazione).

1)       Il primo alimento da evitare al massimo è lo zucchero (leggere le etichette), quindi in primis le bibite gassate e la pasticceria industriale, a cominciare dalle brioche che sono per di più fatte con i peggiori grassi. Evitare anche i dolcificanti in bustina. Al più usare una piccolissima dose di stevia, poiché ha un potere dolcificante quattro volte più dello zucchero. Per un dolce fatto in casa usare lo zucchero mascobado biologico o quello di cocco, ma dimezzando le dosi delle ricette o, meglio ancora, mescolare tra loro farine dolci per natura come quella di castagna o di mandorla e aggiungendo all’impasto la polpa di due mele frullate che dà eccezionale morbidezza.

Diminuire il quantitativo dello zucchero ogni giorno così ci si abituerà a farne a meno, senza crisi di astinenza. Lo stesso fare per il vizio del fumo gettando via una sigaretta in più ogni giorno appena se ne è comprato un pacchetto.

2)       Quanto alla frutta bisogna consumarne poca, la meno zuccherina, di stagione, di un solo tipo per volta, da sola – ossia mai a fine pasto -, la mattina. Evitare i frutti tropicali come manghi, ananas e papaie. Quanto alle banane le usino solo le persone che poi fanno un chilometro di corsa o una seduta in palestra. Sono indigeste se poi si sta davanti al computer o alla scrivania. Sconsigliate a obesi, diabetici, a chi ha la glicemia un po’ alta.

Ridurre il consumo di arance, mandarini e mandaranci, sia perché acidificano molto, sia per il carico di poliammine.

È invece raccomandabile prendere il succo di mezzo limone ogni mattina in un bicchiere di acqua non fredda, perché ci alcalinizza.

3)       Il terzo alimento da ridurre il più possibile è il glutine: ciò fa ritrovare benessere e lucidità mentale. Ogni tanto si presentano degli “esperti” in tv a denigrare coloro che sconsigliano il consumo di glutine (N. d. R.: al di là di ogni ragionevole dubbio sono inviati dalle industrie alimentari preoccupate per la possibile diminuzione del loro fatturato, non per la salute della gente; e il popolo ingenuo, ignorante e fessacchiotto li applaude).

4)       Il latte è da usare pochissimo anche dalle persone sane ed è da proibire del tutto ai pazienti oncologici.

Così si ottiene la scomparsa di dolori e irrigidimenti alle articolazioni, il gonfiore addominale e il reflusso gastroesofageo, si riduce la glicemia e si migliora la digestione. In alternativa al latte vaccino si può usare quello di riso, mandorla, noce, castagna, sorgo, grano saraceno, avena, quinoa o soia (quest’ultimo è proibito a chi ha patologie tiroidee) e altri ancora.

5)       La carne va considerata uno strappo, da usare ogni 10-15 giorni, comunque bio e pochissima, un grammo per ogni chilo di peso corporeo. Tra le carni bianche va preferita quella di tacchino rispetto a quella di pollo e che il pollo sia ruspante e nostrano.

 

PRIMA COLAZIONE INVERNALE

Salvo chi fa lavori pesanti, sia gli uomini che le donne stanno sempre più seduti e devono evitare di ingerire grandi quantitativi di cibo. Quasi lo stesso vale per gli adolescenti. Prendere caffè o tè, preferibilmente non zuccherato con l’aggiunta di uno dei latti vegetali consentiti con gallette di amaranto o altro e un po’ di marmellata senza zucchero aggiunto o fatta in casa con pochissimo zucchero. Nessun cappuccino, tanto meno alla fine degli altri pasti.

 

PRIMA COLAZIONE ESTIVA

L’estate è il periodo giusto per consumare un frutto, oltre al caffè o al tè e ai latti consentiti.

Per un eventuale spezza-digiuno portarsi al lavoro tre noci o quattro mandorle, anziché i micidiali cornetti in buste di plastica dei distributori automatici.

 

PRANZO TIPO

Il pranzo è il momento ideale per assumere la dose quotidiana di carboidrati, ma preceduta da una bella insalata condita con olio evo, poco sale e succo di limone (la dottoressa suggerisce di evitare l’aceto, in quanto acidificante). Non più di 100 grammi di pasta senza glutine per natura o un risotto fatto con riso integrale o rosso; oppure una pasta di grano saraceno, o di legumi. Finire con un’altra porzione di verdure, senza lesinare sulla quantità.

 

CENA TIPO

Deve essere il pasto più leggero e digeribile della giornata, poiché la notte anche il metabolismo dorme. Via libera alle proteine ma niente spazio ai carboidrati, nemmeno alle alternative senza glutine.

Iniziare con l’insalata come a pranzo. Poi un filetto di pesce azzurro, o due uova non fritte, una fetta di frittata con aromi e verdure, o quella saltuaria fetta di carne concessa ogni tanto. Abituarsi a consumare i preziosi legumi: fave, lenticchie, cicerchie, ceci e fagioli (ok quelli dall’occhio) o i cannellini, meglio di no i bianchi di Spagna, con una sana, diuretica e disinfettante cipolla tagliata a fettine sottili e un filo di olio evo. No all’aceto, anche a quello balsamico, meno acido ma carico di zuccheri, ma una spruzzata di succo di limone e una goccia di wasabi o di senape stemperata nell’olio evo.  Evitare categoricamente il mais in scatola, portatore di funghi e muffe. Per concludere ancora verdure crude o cotte, bollite o saltate in padella o ancora dopo una veloce cottura anche sotto forma di passato o ridotta a vellutata col frullatore a immersione.

 

GLI STRAPPI CONSENTITI

Sono quelli da concedersi ogni 10-15 giorni. Per quelli dolci la prima regola è “mai alla sera”.

·         Un quadratino di cioccolato, con almeno il 75% di cacao

·         o alcune piccole meringhe

·         o una tazza di zabaione, magari dolcificata con la stevia

·         o i biscotti brutti ma buoni fatti dal fornaio o in casa con l’albume d’uovo montato a neve con un velo di zucchero e mandorle tritate

·         o un castagnaccio o la pizza senza glutine fatta in casa o in pizzeria.

·         Quando è caldo una granita di frutta o un sorbetto o un gelato di soia.

·         Per gli strappi salati: un pezzo di formaggio alla settimana preferibilmente di capra o di pecora.

 

COSA C’È NEL BICCHIERE?

L’acqua non ci deve mancare nella giornata, ma a tavola se ne deve bere poca per non diluire i succhi gastrici e non rallentare la digestione.

Evitare l’acqua gassata, che dà il gonfiore di stomaco. Preferire l’acqua a basso residuo fisso.

Quanto al vino berne di qualità e poco, preferibilmente solo a pranzo.

La birra va evitata – salvo come strappo - perché è un mix di cereali, amidi, glutine, zuccheri e alcol: non è un alleato della salute e agli uomini può procurare la prostatite.

Le bibite energetiche potrebbero essere le vere cause degli infarti di cui muoiono sempre più frequentemente i giovani sportivi, poiché esse contengono molta caffeina.

 

AH, DIMENTICAVO

Pulirsi i denti dopo i pasti anche sul posto di lavoro, conservando lo spazzolino e il dentifricio in un cassetto o in borsa. Usare i dentifrici meno costosi che non contengono sbiancanti, antibatterici, né sostanze tossiche come il fluoro.

Non fare uso dei collutori disinfettanti contro i batteri affinché non ci succeda qualcosa di analogo alla resistenza agli antibiotici quando se ne è fatto un uso ingiustificato.

 

Uno studio pubblicato dal British Medical Journal nel 2018 ha confermato che i cibi ultra-processati fabbricano numerose malattie: ipercolesterolemia, diabete, obesità e gli stessi tumori. Il rischio maggiore deriva dagli alimenti dolci, dai biscotti, pane industriale (pancarré), merendine per bambini, dessert vari, bibite zuccherate, cereali per la colazione, energy drink, cioccolato al latte, margarina, carni trasformate (polpette, medaglioni, prosciutto con additivi, salumi insaccati, ecc.) , sughi pronti, paste e zuppe istantanee, sformati, pizze e altre pietanze surgelate o già pronte e da riscaldare al forno tradizionale o al microonde così come quelle da far saltare in padella, come per esempio fagottini ripieni, panzerotti, barrette di pesce impanate e via dicendo.

Gli agenti pubblicitari sono stati molto furbi a dire che oggi non si ha tempo per cucinare e che perciò occorrono i cibi già pronti e coloro che aspettavano questa fake news l’hanno accolta immediatamente.

Più specificamente i grassi, le salse, i dolci e le bevande zuccherate sono associati a un aumento del rischio di cancro in generale, mentre i prodotti zuccherati ultralavorati sono associati a rischio aumentato di cancro al seno. Rischi che aumentano in modo esponenziale se chi mangia tali cibi conduce anche vita sedentaria e fuma

Un altro studio ha accertato l’altissima nocività di quattro additivi alimentari usati regolarmente negli snack per bambini. Tali additivi sono:

·         l’E133 (chiamato blu brillante: che è messo in gelati, piselli in salamoia, prodotti caseari, caramelle, sciroppi e dolciumi);

·         l’E621 (glutammato monosodico: dadi da brodo, minestre e zuppe pronte, precotti, salse, conserve di carne o di pesce);

·         l’E104 (giallo di chinolina: bibite, budini in polvere, colori per gli ovetti di Pasqua);

·          e l’E951 (aspartame: come dolcificante).

Se sono combinati tra loro potenziano le rispettive nocività individuali.

Quei colori sono messi con una strategia dolosa per attrarre i bambini affinché facciano i capricci per averli.

I genitori e i nonni siano fermi a dire dei sonori: “No” poiché stanno diventando sempre più numerosi i bambini affetti da tumori cerebrali.

 

Con l’esperienza ultraventennale di medico la dottoressa Di Fazio ha elaborato una nuova piramide alimentare la quale non ha per obiettivo il girovita - quantunque essa consenta anche di tornare al giusto peso e di mantenerlo - ma la Vita delle persone, cioè di prevenire le malattie e di migliorare la qualità della vita delle persone disgraziatamente malate, non necessariamente di tumore, ma anche di malattie croniche o autoimmuni.

Infatti lei sa che tante patologie derivano da un’errata alimentazione.

Le persone sono diverse una dall’altra e quindi non esiste un regime ideale uguale per tutti. Comunque, la seguente piramide dà un’idea di come regolarsi per conto proprio.

Leggendo dalla base della piramide al primo posto stanno le verdure, poi in successione stanno i legumi, le uova, il pesce, i carboidrati, la frutta e la carne.

 

La dieta dei gruppi sanguigni (emodiet) - lanciata dal medico americano Peter D’Adamo e diffusa in Italia dal dottor Piero Mozzi - sostiene che il gruppo sanguigno 0 è il più antico e corrisponde agli individui che vivevano di caccia e si nutrivano di sola carne e hanno un sistema immunitario che tollera bene la carne.

Il gruppo sanguigno A corrisponde alle popolazioni stanziali che lavoravano la terra e si nutrivano di cereali integrali

Il gruppo B si è sviluppato nelle zone fredde del Pakistan e dell’India, in popolazioni dedite all’allevamento di pecore e capre.

Il gruppo AB è il più equilibrato e assomma le tolleranze del gruppo A e del gruppo B.

L’opposizione del dotto Mozzi al glutine e ai derivati del latte gli ha procurato acerrimi nemici tra le aziende alimentari e anche nella medicina allopatica, col pretesto della mancanza del sigillo scientifico!

La dottoressa Di Fazio si era già fatta un’idea del nesso tra cibo buono e la salute e tra il cibo cattivo e la malattia. Allora ha cominciato a incrociare i singoli casi clinici riguardo alle abitudini alimentari e i gruppi sanguigni e ha constatato che effettivamente i diversi gruppi sanguigni e i loro sistemi immunitari reagivano diversamente all’assunzione dei vari alimenti.

Occorrerebbe un libro per parlare degli alimenti e dei gruppi sanguigni.

Alcuni dei primi erano nocivi – quelli ricchi di glutine e i derivati del latte – altri solo per alcuni alimenti. La dottoressa non si sogna di mandare in pensione la chemioterapia, ritenendo che senza di essa la guerra contro il cancro sia persa in partenza, ma che tale guerra richieda metodiche e tempistiche differenti e l’uso di tutte le armi disponibili ossia dell’oncologia integrata.

Il gruppo 0 risponde prontamente ai cibi sbagliati o giusti. Il gruppo A invece è più lento e quindi deve rigare molto dritto quando si siede a tavola abolendo definitivamente la carne rossa e gl’insaccati specialmente alla sera, se vuole rimanere sano. Quelli del gruppo 0 possono mangiare la carne rossa, ma non tutti i giorni e comunque non quella di animali allevati in gabbia.

La dottoressa quando lavorava a Milano tenne per sé la faccenda dell’alimentazione ritenendo che l’ambiente non fosse favorevole, ma un giorno fu sorpresa sul fatto dal primario e accusata di stare violando il protocollo e di altro ancora. Da quel momento cominciò, da mezza siciliana, a usare i “pizzini”.

(N. d. R.: Qui si vede la stupidità - a meno che si tratti di malafede - dell’obbligo di seguire rigorosamente il protocollo).

Un altro fattore da tenere presente è il fattore Rh, che nell’85% dei casi è positivo. I casi più problematici dei tumori si hanno generalmente col fattore Rh negativo. Costoro, se sono ancora sani, devono sempre alimentarsi in modo da evitare l’infiammazione.


 

 

Il pubblico comincia a essere più attento a cosa mette in tavola. A loro volta le imprese si adeguano, pur avendo a cuore la salute del bilancio. Al medico interessa, invece, la salute dei cittadini e lo Stato dovrebbe capire che se la salute migliorasse, si risparmierebbe molto sulla spesa pubblica destinata alla sanità, oggi affetta da tante patologie croniche e invalidanti e da quelle autoimmuni e tumorali, che si potrebbero rendere più rare.

 

Nei supermercati si trovano anzitutto i reparti frutta e verdura. Tali due tipi di alimenti non sono equivalenti. È vero che ne vanno consumate cinque porzioni al giorno, ma quattro devono essere di verdura e una sola di frutta. Questa solo al mattino e mai dopo i pasti, specialmente dopo una cena con i carboidrati. La dottoressa ad alcuni non la fa mangiare tutti i giorni e la toglie del tutto ai malati oncologici e a quelli a rischio di ricadute, poiché le cellule tumorali si nutrono di zuccheri (oltre che di ossigeno e fattori di crescita). È importante spiegarlo ai malati di tumore affinché collaborino attivamente.

È importante anche consumare la verdura di stagione perché allora hanno tutta la forza positiva. Iniziare sia il pranzo che la cena con un’abbondante insalata per due ragioni, quella di non considerare la verdura un banale contorno e quella di cominciare a saziarci e di non esagerare col resto oltre che a favorire la digestione. Dopo il pasto una seconda porzione di verdure come contorno.

Le migliori verdure sono quelle a foglia verde, particolarmente le crocifere (cavoli, verze, broccoli, rucola che va consumata in abbondanza alternata giorno per giorno a una lattuga, a un radicchio, a una cicoria, protegge contro le neoplasie al seno e rinforza la memoria). Tuttavia le crocifere vanno usate con moderazione da chi soffre di problemi tiroidei giacché interferiscono col metabolismo dello iodio.

È meglio non comprare le verdure cosiddette già lavate in buste di cellophane o quanto meno lavarle tre volte di nuovo come quelle del verduraio, magari con un cucchiaio di bicarbonato e un po’ d’aceto o succo di limone, non con i disinfettanti ricchi di iodio reclamizzati in tv. Un’altra ragione per non acquistarle è che potrebbero facilmente formarsi funghi e muffe dentro le buste. Non acquistare assolutamente mais in scatola per la medesima ragione delle muffe e dei funghi. Una signora ammalatissima da anni senza una diagnosi aveva il sangue piena di funghi e di muffe. Alle domande della dottoressa sulle sue abitudini alimentari più ricorrenti confessò di mangiare ogni giorno mais in scatola.

Quanto ai pomodori, alle melanzane e ai peperoni, consumarli solo in piena estate, al loro punto massimo di maturazione. Ricordare che il licopene, che protegge la prostata, sta nella buccia e si ottiene con la salsa che mangiando il pomodoro in insalata. In generale le solanacee vanno mangiate solo saltuariamente perché sono notevolmente acidificanti e ricche di poliammine.

Quanto alle patate, evitare quelle a polpa gialla o bianca, troppo ricche di amidi e zuccheri e preferire le batate o quelle con la buccia rossa o con la polpa viola, dette anche vitelotte, che sono ricchissime di antiossidanti e di antocianine. Una volta erano diffusissime ma le industrie le hanno fatte disusare perché non piaceva il loro colore per fare le patatine fritte.

Piuttosto preferire le zucche alle patate. Sono ricche di sostanze benefiche e si possono preparare facilmente tagliandole a fettine sottili e passandole in forno. Un’alternativa sono le batate (patate americane) che sono un po’ zuccherine e quindi da usare con moderazione. Sono deliziose in cremosa vellutata e una ricca fonte di vitamina A.

L’acidificazione del tessuto connettivo si ha quando il pH delle urine è inferiore a 6 ed è l’anticamera dell’infiammazione cronica che apre la porta sia alle malattie autoimmuni che ai tumori.

Fare invece il pieno di cipolle, autentici doni della natura. I loro cugini sono i porri, basi ideali per minestre e zuppe nella stagione invernale.

Fare inoltre il pieno dei legumi, ricchi di proteine nobili senza acidificare quanto la carne. Certo occorre tempo per sgranarli, ma si può considerarlo una pausa di relax e magari farsi aiutare dai bambini. Altrimenti comprare i legumi già sgranati e surgelati che sono più sani di quelli in vasetti con sale e zucchero.

Infine, guardarsi dal comprare mega-confezioni di biscotti, fette biscottate, brioche, cornetti, bomboloni, ciambelle, merendine, ecc.

 

Certamente è comodo risparmiarsi di cucinare consumando i salumi e i formaggi o lo yogurt. Quest’ultimo è molto più usato dalle donne che credono con esso di difendere la loro linea. In realtà anch’esso contribuisce a causare il tumore al seno e ad anticiparne l’insorgenza. Per di più i fermenti lattici sono in buona misura defunti quando si consuma lo yogurt.

È assai meglio ricorrere ai probiotici e solo su consiglio di un bravo gastroenterologo che indichi il tipo più appropriato. Il tumore al seno è molto raro nei Paesi orientali, nei quali i latticini sono pochissimo utilizzati e quando le donne orientali immigrano in Italia e cominciano a usare i latticini si ammalano anch’esse di tumore al seno. Infatti, smettendo di consumarli, i loro marcatori scendono nel giro di settimane.

Questo non significa che non ci si debba mai permettere uno strappo consumando un po’ di formaggio con un solo bicchiere di vino rosso e un ricco piatto di verdure, ma non certo ogni giorno e ancora peggio la sera. Però non comprare i formaggi già tagliati e avvolti nella pellicola trasparente che è trattata con i ftalati - per rendere la pellicola più morbida e aderente - che si trasferiscono nell’alimento, ma farsi tagliare al banco della gastronomia il pezzetto giusto da mangiare. Inoltre, rinunciare per sempre ai formaggi cremosi da spalmare che con i loro molti grassi saturi regalano molte calorie e danni alle coronarie. Caso mai, sempre al banco della gastronomia, farsi dosare una porzione di ricotta sfusa privilegiando quella di pecora o di capra.

Quanto ai salumi, bisogna essere ancora più severi. Concedersene qualche fettina sì e no una volta il mese: oltre a essere acidificanti e carichi di ormoni e fattori di crescita come la carne, contengono molti conservanti, nitrati, nitriti e sale, che non giovano affatto alla salute. Oltre tutto sono fatti con la carne di maiale che è la peggiore di tutte. Si può fare eccezione, saltuariamente, per il prosciutto San Daniele o di Parma che almeno usano solo aromi e spezie naturali e del sale. Escludere del tutto il prosciutto cotto.

 

La carne rossa non è un veleno in assoluto, ma lo può diventare sia eccedendo nei consumi, sia nel metodo di cottura. Comunque dove si consuma più carne c’è una maggiore incidenza di tumori dell’apparato digerente, oltre che di altre patologie non oncologiche. Bisogna essere cauti anche con la carne bianca scegliendo quella di sicura provenienza biologica.

Consumare sia la carne rossa che quella bianca solo saltuariamente e in piccola quantità.

 

Il banco del pesce offre proteine animali assai diverse e più sane di quelle della carne, quantunque ci si possa preoccupare del mercurio e di altri metalli pesanti oggi presenti nei mari, ma basterà avere l’accortezza di essere misurati e di seguire la regola dell’alternanza dei cibi. I nostri mari offrono dei buoni pesci, come alici, sardine, sgombri e altri pesci piccoli di cui si possono mangiare anche le lische per rinforzare le nostre ossa e i legamenti. È utile a tal fine anche la zuppa con pezzi di pesci più grossi, altro che i formaggi.

È comunque ridicolo parlare delle quantità infinitesimali di metalli contenuti nei pesci quando in Italia la legge permette ancora, a differenza di altri Paesi, le otturazioni dentali che sono autentiche bombe di mercurio e di piombo.

Tuttavia è bene controllare la provenienza del pesce per scegliere quello del mediterraneo ed evitare quello proveniente dai mari orientali, in particolare il pangasio, che grazie al prezzo stracciato ha invaso le mense aziendali, scolastiche e perfino quelle ospedaliere.

Quanto ai frutti di mare, alle seppie e ai polpi, è consigliato di farne un uso saltuario e di consumarli solo cotti per non incappare in qualche virus. Il polpo è ricco di poliammine.

Infine le alghe, in particolare le kombu che hanno la forma di striscioline, cominciano a trovarsi anche nei supermercati e sono ricche di vitamina A, B1, B2 e C oltre che di potassio e di fosforo. Esse rinforzano il sistema immunitario, favoriscono la circolazione del sangue, stimolano il metabolismo, procurano salute ai capelli e disintossicano. Basta metterne a mollo 3 cm. per 12 ore per dare sapore di mare il giorno dopo a un risotto o ad altro, ma sono controindicate a chi ha problemi di tiroide e alle donne in gravidanza o allattamento.

 

Nei supermercati la dottoressa raccomanda di non entrare nei corridoi in cui sono stipati i cosiddetti prodotti da forno, estremamente dolci, ricchi di grassi saturi e realizzati con farine tipo 00 o 0 o Manitoba che ormai sono solo polveri bianche immiserite delle sostanze nutritive, spesso provenienti da Paesi che non conoscono o quasi la sicurezza alimentare e per di più arricchite di glutine, che consumato in quantità rilevanti ci candida a gravi forme di infiammazione e a pericolose alterazioni della membrana intestinale. Si tratta di fette biscottate magari fintamente integrali, di biscotti e cornetti riempiti di creme o marmellate, brioche e focaccine dolci e salate, tortine di pan di Spagna dolcissime già di loro per di più tempestate di cristalli di ulteriore zucchero, il tutto con generose aggiunte di sciroppo di glucosio-fruttosio. Tali alimenti portano ad avere esami clinici con valori sballati. Peggio ancora se sono nella versione light o diet, che conducono più in fretta al diabete e ai tumori.

Un altro corridoio da saltare è quello delle bibite dolci e gassate, dei finti succhi di frutta nei quali quest’ultima è appena una remota idea disegnata sulla confezione e sostituita dallo zucchero o dallo sciroppo di glucosio-fruttosio. No assoluto anche agli energy drink con alti tassi di caffeina oltre che di zuccheri, dolcificanti e con un elevato potere acidificante. Essi possono causare la morte, anche nei ragazzi.

 

Bisogna leggere le etichette prima di scegliere qualsiasi alimento pronto di origine industriale perché a lungo andare anche in piccole dosi quelle “cose” portano a sviluppare diverse patologie.

L’etichetta deve precisare:

·         a quale trattamento il prodotto è stato sottoposto, come va conservato,

·         l’elenco degli ingredienti a partire da quello preponderante,

·         l’apporto calorico - poiché esso si trasforma in chili di peso che, a parte l’aspetto estetico, rappresenta uno sforzo maggiore per il cuore, per il fegato e per le ossa. Infine il tessuto sottocutaneo in eccesso fabbrica ormoni in libertà ed è una prateria in cui pascolano le cellule tumorali.

·         nelle etichette vanno menzionati anche gli eventuali allergeni presenti: cereali contenenti glutine, crostacei, uova, pesce, arachidi, soia, latte, frutta a guscio, sedano, senape, sesamo, anidride solforosa o, generalmente, i derivati che contengono tali ingredienti.

Peraltro quelle che sono dichiarate come allergie spesso derivano da un’alterata permeabilità intestinale causata dalla caseina e dai suoi derivati oppure dall’annientamento del sistema immunitario provocato dal glutine.

·         “Da consumare preferibilmente entro il…” indica la data entro la quale va consumato il prodotto affinché abbia ancora le proprietà promesse dal produttore.

·         Invece “Scade il … “indica la data oltre la quale il prodotto può diventare un pericolo per la salute. Le verdure sono tra questi prodotti. Esse vanno lavate, condite e consumate, altrimenti vanno gettate se dopo qualche giorno si scuriscono, si affloscino o emanano cattivo odore. Non va bene conservare nel frigorifero in un padellino, peggio ancora se di alluminio, le verdure già cotte o avanzi di zuppe. Consumarle al massimo dalla cena al pranzo del giorno successivo, altrimenti congelarle o gettarle, poiché poi cominciano a sviluppare le poliammine.

Per perdere peso non è necessario seguire l’avvilente regola di pesare il cibo, ma di abbandonare il consumo di certi cibi. Gli alimenti indispensabili sono:

·         il riso e la pasta integrali (in etichetta tra gli ingredienti deve esserci scritto, ad esempio “semola di grano duro integrale” altrimenti si tratta di una finta semola integrale ottenuta rimettendo un po’ di crusca nella farina bianca). A questo punto si può utilizzare proficuamente internet per cercare produttori artigianali locali che usano ancora farine e semole autoctone e antiche. Tale pasta costerà un po’ di più ma si potrà recuperare la perdita acquistandone di meno.

·         Le paste preparate con farine naturalmente senza glutine come quella di riso, mais, quinoa, sorgo, grano saraceno, amaranto, miglio, legumi, castagne e altri vegetali. Magari evitare il riso se si ha la glicemia alta o si soffre di stipsi, salvo che si voglia, saltuariamente, fare un risotto.

·         Liberare il congelatore dai cibi inutili e dannosi, fare pulizia con acqua e aceto, anziché coi detersivi. Poi, seguendo il principio della stagionalità scegliere zucchine o porri, verze o zucche, fave o fagioli, cavoli o carciofi, topinambur o rape, ravanelli o daikon, carote o sedani. Lo stesso per le altre verdure.

Non dimenticare di utilizzare il sedano-rapa (detto di Verona) che va pelato, tagliato a dadini per farne una buona scorta in freezer. Si può usare in mille ricette, soprattutto nelle zuppe oppure cotto e frullato per dare sostegno di cremosità a una vellutata. I vegani possono usarlo al posto delle uova per fare una maionese.

Lavare le verdure, tagliarle a pezzetti e congelarle nei sacchetti del freezer. Se non si ha tempo, approfittare dei banchi frigoriferi dei supermercati per procurarsele già pronte e conservate solo dal gelo che è il più sano conservante della natura.

·         Fare lo stesso al banco del pesce, magari facendosi sfilettare – se non se ne è capaci o non se ne ha voglia - branzini e orate, saraghi e merluzzetti, sarde e alici, gallinelle di mare e sgombri. A casa sciacquarli bene e riporli in freezer in un contenitore di vetro o plastica, avendo l’accortezza di separarli uno dall’altro con la carta da forno affinché non si attacchino tra loro. Per cucinarli senza fare odore (a qualcuno dà fastidio anche l’odore del mare) metterli nella teglia rivestita di carta da forno e aggiungendo aromi naturali come menta, timo o zenzero grattugiato… e una grattata di limone biologico. Basteranno pochi minuti in forno a 150° C per non far asciugare il pesce ed evitare che vadano distrutti i preziosi grassi omega 3.

 

È meglio cucinare la giusta quantità dei cibi giorno per giorno:

·         per avere la sicurezza di mangiare pietanze realizzate con materie prime fragranti;

·         perché gli avanzi assumono un aspetto poco appetitoso già dopo un giorno sotto la pellicola trasparente;

·          i piatti già cotti nel giro di qualche ora cominciano a produrre poliammine anche in frigorifero. Caso mai congelarli in contenitori in vetro o in ceramica che potranno essere riscaldati nel forno e portati in tavola in pochi minuti. I contenitori di plastica o le vaschette di alluminio vanno bene solo per conservare alle basse temperature ma non possono essere utilizzati in forno, perché i primi si scioglierebbero alle alte temperature nel forno normale e cederebbero sostanze nocive all’alimento nel microonde, i secondi cederebbero alluminio.

·         Quanto alle verdure fresche, una volta lavate tre volte con relativi cambi d’acqua, farle sgocciolare bene, poi riporle in un canovaccio pulito e conservarle per il giorno dopo, al massimo due giorni in frigorifero ed eliminare comunque le foglie toppo flosce e annerite. Non tagliare mai le insalate se non prima di condirle per accelerare il processo di decadimento.

·         Quanto ai cibi grassi – formaggi e affettati di qualità, da usare solo saltuariamente– conservare anch’essi in vasi di vetro o ceramica, avvolti nella carta da forno, dopo averli liberati della pellicola trasparente che li avvolge affinché non abbiano il tempo di rilasciare i ftalati agli alimenti. Sono sostanze ancora allo studio, ma esistono prove sufficienti che quelle riducono le capacità riproduttive maschili oltre il sospetto di essere cancerogene e di favorire le malattie respiratorie, lupus, danni cerebrali nei neonati e sindrome da deficit di attenzione e iperattività nei ragazzi.

·         Nel corso dei millenni gli uomini hanno sempre cercato di conservare gli alimenti e lo facevano con mezzi naturali come il sale, l’aceto (e l’essiccazione). Ciò era legittimo prima dell’invenzione dei frigoriferi. Disgraziatamente oggi alle industrie alimentari è permesso di aggiungere tante sostanze precedute nelle etichette dalla lettera E seguita da tre cifre. Si tratta di conservanti, coloranti, antiossidanti, gelificanti e altro ancora. Se sperimentati a uno a uno risultano dannosi, ancora di più se usati insieme. E tali additivi sono messi anche nei cibi per i bambini. Si esce dalla sfera della perversione e si entra in quella criminosa! È meglio tornare a una cucina tradizionale e a consumare cibi freschi e naturali, ogni volta che è possibile.

 

È meglio non avere troppi attrezzi in cucina anche per ridurre i rischi di incidenti da lame o contenitori spesso bollenti. Gli accessori fondamentali sono:

1)       Pentole, padelle e teglie. Non esiste un materiale perfetto ma ne esistono di migliori degli altri, che esaltano i sapori, che scongiurano contaminazioni microbiche o al contrario cedono agli alimenti delle sostanze nocive.

Acciaio-inox: Le migliori sono quelle con triplo fondo il quale riduce la possibilità che l’alimento si attacchi. Può cedere cromo esavalente e nichel se vi si cuociono o conservano cibi acidi come i pomodori. Se sono di alluminio è ancora peggio. Caso mai trasferire il cibo in un contenitore di vetro. Il medesimo rischio è favorito anche dal sale, pertanto aggiungerlo quando l’acqua già bolle e mescolarlo subito per farlo sciogliere.

Alluminio: gli chef utilizzano l’alluminio anodizzato più resistente ai graffi, ma molto più costoso. L’alluminio è tossico per il cervello. Non va usato come recipiente per i cibi, specialmente quelli acidi come i pomodori. Usare mestoli di legno, non usare pagliette e detersivi corrosivi.

Meglio usare le caffettiere in acciaio inox o col serbatoio dell’acqua in acciaio e la parte superiore di ceramica. O meglio ancora il genere a stantuffo, francese, dove la bevanda si forma in un cilindro di vetro insieme all’acqua bollente.

La dottoressa consiglia prudentemente di non fidarsi delle mini macchine espresso a capsula per via delle altissime temperature.

Teflon: è molto comodo e consente di usare meno grassi, ma vanno usati i mestoli di legno e, comunque, a temperature inferiori a 200°C che altrimenti renderebbero molle il materiale antiaderente. Nell’impilare le pentole frapporre tappetini morbidi o carta da cucina.

Ceramica: sono difficili da scalfire, bastano pochi grassi, sopportano temperature altissime (da evitare, però, per non danneggiare il cibo), non si corrodono coi cibi acidi, c’è minima dispersione di sostanze nutritive, non sono attaccabili dai detersivi.

Rame: sarebbe il migliore ma è costosissimo e richiede molta manutenzione altrimenti risulta tossico.

Pyrex: tollera alte temperature, inattaccabile dagli acidi, facilissimo da pulire, ideale per le cotture in forno.

Terracotta: ideale per le zuppe, utilizzabili anche in forno a temperature moderate, anche sui fornelli ma in questo caso sopra allo spargi-fiamma: Prima di usarle per la prima volta vanno messe in acqua per 12 ore, poi lasciarle capovolte per farne asciugare il fondo. Cercare quelle ecologiche.

Ferro: Grande resa, ma occorre lavarle con uno straccio umido, non in acqua per non farle arrugginire, asciugarle con la carta da cucina e ungerle con un filo d’olio che finisce col renderle antiaderenti.

2)       Mestoli, spatole e taglieri: preferirli di legno, magari di olivo o bambù, lavarli dopo l’uso per togliere residui di cibo.

3)       Strumenti da taglio: sempre di qualità e ben affilati per tagliare le cipolle e gli altri vegetali, un coltello con lama rigida per aprire e incidere il dorso dei pesci e un altro con lama elastica e sottile per sfilettarli, due o tre per tagliare cose semplici come limoni, alcuni coltelli più piccoli, un pelucchino per rifiniture, per togliere grasso o nervi, un pelapatate, un coltello seghettato da pane, due o tre grattugie lunghe con manico.

4)       Andare a vapore: l’ideale delle cotture è il vapore, perciò occorre un cestello di acciaio inox o un set di cestelli cinesi in bambù o una vaporiera in vetro pyrex.

5)       Frullatori: il frullatore a immersione è indispensabile per realizzare soprattutto le vellutate, anche per far gradire le verdure ai bambini e per realizzare creme e salse di accompagnamento o decorazione. Il frullatore normale per la frittata o per montare le chiare a neve.

6)       Altri strumenti: alcune piccole teglie in alluminio per passare in pochi minuti i filetti di pesce nel forno; un set di stampi da forno in acciaio inox o in ceramica per fare sformati. Utile un robot da cucina e una macchina per fare il pane con farine senza glutine.

                                                                                

In Italia le spezie si usano pochissimo, ma si farebbe bene a usarle di più non solo per dare sapore ai cibi ma anche per i loro benefici per la salute. sono ricche di antiossidanti e possono avere una funzione antibatterica. Le più importanti spezie sono

L’anice stellato ha proprietà antibiotiche, antivirali, antibatteriche e antimicotiche.

La cannella dà un tocco in più a una zuppa invernale di cardi e castagne, a un arrosto, o spezzatino o ragù. È utile per fare una tisana, per abbassare la glicemia, combattere dolori artritici, mal di gola e raffreddore e migliorare la memoria.

Il cardamomo è molto caro, ma ne basta pochissimo. Ottimo rimedio contro l’alitosi, come stimolante, espettorante e tonico. Attenua gli effetti collaterali del caffè.

I chiodi di garofano sono un potente analgesico, un potente antinfiammatorio, alleato della digestione, antimicrobico, tonico.

La curcuma è un buon sostituto del sale e dello zucchero. È antinfiammatoria, antidolorifica e antiossidante, aiuta a prevenire il diabete di tipo 2 e rinforza il sistema immunitario. Si può metterne un cucchiaino o due nell’acqua di cottura del riso, della pasta e delle verdure, si può mettere in un minestrone o nell’impasto delle uova per una frittata magari cotta in forno senza usare i grassi. O per condire un’insalata stemperarla in una ciotola col succo di limone e olio evo. Però, usarla cotta; e attenzione nell’usarla perché macchia di giallo e non l’assuma chi usa anticoagulanti, perché fluidifica il sangue già di suo.

Curry: è una combinazione di varie spezie, differente secondo la località, ma c’è sempre il pepe nero con la curcuma.

Zenzero: è antiemetico (per nausea e vomito), carminativo (per flatulenza e meteorismo), digestivo, antinevralgico e antinfiammatorio, antimicrobico, decongestiona le vie respiratorie e cura il mal di gola, è anticoagulante e antipertensivo, riduce il colesterolo alto e cattivo, accelera il metabolismo e riduce il senso di fame, è afrodisiaco.

TABELLE

verdure e legumi di stagione

Gennaio

bietole, broccoli, carciofi, cardi, carote, cavolfiori, cavoli, ceci, cicorie, cime di rapa, cipolle, fagioli, finocchi, insalate, lenticchie, patate, porri, radicchi, sedani, spinaci, zucche

Febbraio

bietole, broccoli, carciofi, cardi, carote, cavolfiori, cavoli, ceci, cicorie, cime di rapa, cipolle, fagioli, finocchi, insalate, lenticchie, patate, porri, radicchi, sedani, spinaci, zucche

Marzo

asparagi, bietole, broccoli, carciofi, carote, cavolfiori, cavoli, ceci, cicorie, cipolle, fagioli, finocchi, insalate, lenticchie, patate, porri, radicchi, sedani, spinaci

Aprile

asparagi, bietole, carciofi, carote, cavolfiori, cavoli, ceci, cicorie, cipolle, fagioli, fave, finocchi, insalate, lenticchie, patate, porri, radicchi, ravanelli, sedani, spinaci

Maggio

asparagi, bietole, carote, cavoli, ceci, cicorie, cipolle, fagioli, fagiolini, fave, finocchi, insalate, lenticchie, patate, piselli, pomodori, radicchi, ravanelli, sedani, spinaci

Giugno

bietole, carote, cavoli, ceci, cetrioli, cicorie, cipolle, fagioli, fagiolini, fave, finocchi, insalate, lenticchie, melanzane, patate, peperoni, piselli, pomodori, radicchi, ravanelli, sedani, zucchine

Luglio

bietole, carote, cavoli, ceci, cetrioli, cicorie, cipolle, fagioli, fagiolini, insalate, lenticchie, melanzane, patate, peperoni, piselli, pomodori, radicchi, ravanelli, sedani, zucchine

Agosto

bietole, carote, cavoli, ceci, cetrioli, cicorie, cipolle, fagioli, fagiolini, insalate, lenticchie, melanzane, patate, peperoni, pomodori, radicchi, ravanelli, sedani, zucchine

Settembre

bietole, broccoli, carote, cavoli, ceci, cetrioli, cicorie, cipolle, fagioli, fagiolini, insalate, lenticchie, melanzane, patate, peperoni, pomodori, porri, radicchi, ravanelli, sedani, spinaci, zucche, zucchine

Ottobre

bietole, broccoli, carciofi, carote, cavolfiori, cavoli, ceci, cetrioli, cicorie, cipolle, fagioli, finocchi, insalate, lenticchie, melanzane, patate, peperoni, porri, radicchi, ravanelli, sedani, spinaci, zucche

Novembre

bietole, broccoli, carciofi, cardi, carote, cavolfiori, cavoli, ceci, cicorie, cipolle, fagioli, finocchi, insalate, lenticchie, patate, porri, radicchi, ravanelli, sedani, spinaci, zucche

Dicembre

bietole, broccoli, carciofi, cardi, carote, cavolfiori, cavoli, carote, ceci, cicorie, cime di rapa, cipolle, fagioli, finocchi, insalate, lenticchie, patate, porri, radicchi, sedani, spinaci, zucche

 

Frutta di stagione

Gennaio

Ananas, arance, banane, kiwi, limoni, mandarini, pere, pompelmi

Febbraio

Ananas, arance, banane, kiwi, limoni, mandarini, pere

Marzo

Ananas, arance, banane, kiwi, limoni, mandarini, pere

Aprile

Ananas, arance, banane, fragole, kiwi, limoni, pere

Maggio

Ananas, banane, ciliegie, fragole, kiwi, limoni, nespole

Giugno

albicocche, angurie, banane, ciliegie, fichi, fragole, mirtilli, nespole, pesche, susine

Luglio

albicocche, angurie, ciliegie, fichi, lamponi, limoni, meloni, mirtilli, more, pesche, prugne, ribes, susine, uva

Agosto

angurie, fichi, lamponi, limoni, meloni, mirtilli, more, pesche, prugne, ribes, susine, uva

Settembre

angurie, fichi, fichi d’India, limoni, mandorle, melagrane, mele, meloni, mirtilli, pere, pesche, prugne, susine, uva

Ottombre

cachi, castagne, fichi, limoni, mandarini, mandorle, melagrane, mele, nocciole, noci, pere, uva

Novembre

arance, cachi, castagne, kiwi, limoni, mandarini, melagrane, mele, nocciole, pere

Dicembre

ananas, arance, banane, kiwi, limoni, mandarini, mele, nocciole, pere, pompelmi

 

 


Queste ricette cercano di insegnare a mangiare bene, evitando di mangiare tanto o troppo. Senza proibire qualche strappo che bene psicologicamente si è cercato di limitare gli ingredienti quali zuccheri, latte vaccino e derivati e il glutine, ma consigliando cambiare poiché il mangiare sempre i medesimi piatti è il più malsano dei menu.

 

Abolire per sempre il cappuccino e il cornetto non di pasticceria che è fatto di farine scadenti e di grassi saturi. Essi stanno avviando anche gli Italiani sulla strada dell’obesità e della steatosi epatica. Il latte contiene la caseina, che altera al pari del glutine la permeabilità intestinale lasciando entrare nel sangue tutto quanto non dovrebbe arrivarci. Inoltre contiene altre sostanze nocive come gli ormoni, i fattori di crescita cellulare e il lattosio, poi vi si aggiunge lo zucchero fosse pure di canna o, peggio, i dolcificanti artificiali che accelerano la corsa verso il diabete e sono cancerogeni. Per di più non fanno dimagrire, anzi ci gonfiano di liquidi. Tale zucchero poi si aggiunge a quello che si assume nel corso nella giornata nascosto in altri alimenti consumati da molti: caramelle, budini, cibi in scatola o cibi precotti e surgelati, creme spalmabili che oltre al 60% di zuccheri contengono anche l’olio di palma prodotto a temperature altissime che causano la produzione di sostanze mutagene.

Si può prendere un caffè la mattina ma è consigliabile imparare a non dolcificarlo. Chi sente bisogno di un caffelatte sostituisca il latte vaccino con quello di soia o riso o mandorle o altro (quello di mandorla va diluito con altrettanta acqua perché è molto dolce) ma cambiarne ogni pochi giorni il tipo

Evitare, comunque, di abbuffarsi nella colazione, poiché oggi non si consumano più molte calorie. Come pane usare quello senza glutine fatto in caso o comprare le gallette di riso o quinoa o amaranto o sorgo o mais o semi di finocchio, ecc. o una fetta di crostata casalinga o crèpes o frittelline di farina senza glutine. Farle al posto della visione di stupidi talent show in tv. Poi metterle nel freezer separate da carta forno affinché non si appicchino, tirarle fuori la sera prima affinché la mattina siano morbide, scaldarle e mangiarle con poca marmellata o sciroppo d’acero.

Inoltre si possono utilizzare le uova alla coque o strapazzate o all’occhio di bue ma senza burro o pancarrè e senza pancetta di maiale in un padellino antiaderente appena unte d’olio con la fiamma al minimo (oppure sode ma sono più lente da digerire) oppure - una volta alla settimana - una porzione di ricotta di pecora o di capra con olio evo, magari con una spolverata di cannella, e pane casereccio senza glutine.

Per la prima colazione estiva ferme restandole istruzioni per la parte liquida (caffè, tè, latti consentiti) si può usare la frutta ma solo due o tre volte la settimana - purché non si abbiano patologie oncologiche - ma solo di stagione e un solo tipo per volta e mai con i carboidrati e cambiare sempre la colazione da un giorno all’altro. Se si consuma lo yogurt che sia bianco e di origine vegetale. Come spezza-digiuno usare 4 mandorle o tre noci o alcune nocciole. Stare alla larga da tutte le schifezze distribuite dalle macchinette.

Una crostata di Nonna Papera

Una crostata fatta in casa dovrebbe essere l’alternativa obbligata per tutte le famiglie specialmente se ci sono dei bambini e dovrebbe sostituire tutte le merendine commerciali per la merenda. Si dovrebbe preparare una pasta sufficiente per coprire due tortiere di 30 cm. 450 gr. di farina senza glutine (es. 300 gr. di riso e 150 di grano saraceno; 120 ml di olio evo, 2 uova intere e un tuorlo; 5 gr. di lievito; 100 gr. di zucchero di canna, possibilmente di tipo mascobado, che è integrale e biologico, acqua, cannella in polvere.

Torta di riso

Niente zucchero perché dobbiamo abituare il nostro palato a gusti meno dolci. 200 g. di latte di mandorle; 1 cucchiaino di cannella polvere,1 baccello di vaniglia, 2 uova, 70 gr. di uva sultanina lasciata a mollo in un vino dolce tipo Marsala, 50 gr. di pinoli, 1 limone; 1 pizzico di sale, 80 gr. di olio evo, al posto di 100 gr di burro.

Sicilian pancake

Usare farine senza glutine. Fare la pastella la sera prima e lasciarla in frigo. 70 gr. di farina di mandorle, 60 di pistacchi, 2 uova medie a temperatura ambiente, 200 gr. di latte di mandorle, 6 gr. di lievito in polvere per dolci, miele di zagara (arancio) q.b., scorzette d’arancia candite sufficienti per 12 pancake (3 a persona).

Sbattere i tuorli fino a renderli soffici. Continuare a frustare aggiungendo prima l’olio, poi il latte “a filo”. Aggiungere le farine un po’ alla volta dopo averle unite al lievito. Aggiungere gli albumi già montati a neve, muovendo la spatola verso il basso. Lasciar riposare almeno per alcune ore il mix in frigo. Versare in una padella antiaderente a calore medio unta con poco olio con un piccolo mestolo o un grande cucchiaio per ogni pancake. Quando iniziano a formarsi le bollicine, girare delicatamente i pancake con una spatola. Presentarli cospargendoli col miele e scorzette.

Le crêpes, uova, amore e fantasia

Sulla base della ricetta siciliana si potranno fare altre frittelle togliendo le scorzette e il miele e usando invece cannella o vaniglia o anice stellato o uvetta passa lasciata in acqua e strizzata e tagliata fine.

 

Non è necessario avvilirsi a tavola per stare in salute. le ricette seguenti sono state pensate utilizzando materie prime prive di controindicazioni particolari, salvo le intolleranze individuali. Possono essere modificate a piacimento.

Dolcezza tra parentesi

Gamberi 2 a testa, foglie di menta, miele d’arancia, basilico, origano e timo, farina di mandorle q.b., mandorle bianche un pugno, latte di mandorle, un’arancia, sale, olio evo.

La sera prima mettere le mandorle in una ciotola coperte dal latte di mandorla, decapitare e sgusciare i gamberi, eliminare il filetto nero tirandolo o incidendo il dorso con un coltellino, sciacquarli e metterli a a marinare per un’ora in una ciotola in un mix di olio, sala, foglie degli aromi spezzettate e il miele in piccola quantità per non coprire gli aromi. Stemperare nell’olio la farina di mandorle con un pizzico di sale e aggiungere succo di arancia, aggiustare gli ingredienti fino a ottenere una salsina densa e senza grumi, che si passerà nel frullato (o col minipimer) insieme con le mandorle che sono state lasciate nel latte di mandorle. Frullare bene e a lungo aggiungendo poco alla volta il latte fino a ottenere la consistenza della maionese. Se necessario aggiustare di sale e succo d’arancia. Scottare in una padella antiaderente i gamberi. Basteranno davvero pochi secondi, dal momento che saranno già “cotti” dalla marinatura. Mettere nei piatti una dose di crema al centro e ai lati due gamberi come una parentesi.

Caponatina delicata

Per 4 persone: 400 gr. di melanzane, 200 g di pomodori (di stagione), due cipolle, 300 g di zucchine, 2 coste di sedano, una manciata di olive verdi, una cucchiaiata di capperi sotto sale ben lavati e sciacquati, in cucchiaio di miele d’arancio, qualche mandorla bianca, un cucchiaio di pinoli, un mazzetto di basilico, olio evo q.b.2 cucchiai di aceto di vino bianco, sale e pepe.

Ricavare una dadolata grossa dalle melanzane lavate e metterla in un colino con sale grosso per oltre un’ora. In un tegame far ammorbidire le cipolle, unire il sedano a tocchetti, le olive snocciolate e i pomodori a filettini e privati dei semi, sale, una macinata di pepe poi a fuoco medio per 10/’. In una ciotola stemperare il miele nell’aceto. In una padella antiaderente friggere velocemente la dadolata e le rondelle di zucchine in olio evo, poi lasciarle sulla carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso. Metterle in un tegame di coccio con le altre verdure, i pinoli, le mandorle a scaglie e le foglio di basilico spezzate a mano. Mescolare e lasciar riposare il tutto per qualche ora per far sì che i profumi si fondano tra loro. Si suggerisce la caponata tiepida o a temperatura ambiente con pane casereccio passato sulla piastra e poi bagnato con un filo d’olio.

Croissant di mare

Per 4 persone: 8 code di mazzancolla o di gamberi, un disco di sfoglia pronta, meglio se senza glutine, latte di riso, sale, pepe, fagioli borlotti già bolliti (preferibilmente in un vasetto di vetro), 1 uovo. 

Cipollata

Oltre che ipocalorica la cipolla è antiossidante e antinfiammatoria, riduce il rischio di tumori, abbassa la glicemia e fa bene alle ossa.

Per 4 persone: 2 cipolle rosse o bianche, un bicchiere (? forse sarà un cucchiaio) di olio evo, 2 cucchiai di aceto di vino bianco, sale, pepe, una manciata di capperi, 1 patata rossa.

Mettere le cipolle finemente affettate in una padella con l’olio a fuoco basso. Devono solo appassire. Aggiungere la patata affettata. Se necessario aggiungere un cucchiaio di acqua calda. Salare e pepare. Sfumare con l’aceto e cuocere per altri due minuti. Spegnere, aggiungere i capperi e mescolare bene. Lasciar riposare in una terrina. Ottima come antipasto o come contorno di una fetta di tonno affettato e cotto in un filo d’olio.

Insalata di arance

Ne esistono molte versioni ma nel libro ne sono presentate solo due. Riporto da questo punto in avanti solo gli ingredienti. Per la preparazione procurarsi il libro se necessario.

1)       Con i finocchi: per 4 persone 4 arance preferibilmente sanguinelle, 2 finocchi, un gambo di sedano, olio evo, sale e pepe.

2)       Con l’aringa affumicata: per 4 persone: 4 arance, 1 aringa affumicata, 1 cipollotto fresco, foglie di menta fresca, olio evo, sale e pepe.

 

(eventualmente al posto dell’antipasto)

Vedere il libro per tutte le ricette

Gambero rosso, mandorle e menta

Un gambero rosso a testa, olio evo, succo di lime, pasta di mandorle, una foglia di menta a testa.

Quenelles di ricotta con gocce di “corallo”

Spremere il rosso vermiglio dalla testa dei gamberi, gocce di vino rosso, due cucchiai di ricotta di pecora

La bianca, la rossa e il fuoco,

Cipolla rossa di Tropea, 2 etti di ricotta di pecora, olio al peperoncino

Dentice al profumo di zagare (arance)

Fette di dentice alte 2-3 cm. Olio evo, poco sale e succo d’arancia preferibilmente sanguinelle, miele d’arancia.

Ricotta e “capuliato”

Pomodorini secchi, olio, magri peperoncino, origano, crostini tipo bruschetta, ricotta.

Cipolla caramellata con spuma mozzafiato

3 cipolle rosse di Tropea, olio evo, 150 gr. di zucchero di canna (meglio se è il mascobado), poca acqua calda, aceto di mele, una chiara d’uovo da montare a neve, un po’ di spuma.

Polenta all’occhiolino di bue

Polenta, uova di quaglia, parmigiano.

Finocchi e Roquefort

2 finocchi croccanti, olio evo, sale, pepe, scorza d’arancia, dadolata di formaggio Roquefort o Gorgonzola.

Alice d’agosto

Un’anguria agostana, un’alice farinata o salata.

 

Preferire possibilmente la pasta senza glutine o con poco glutine, comunque da consumare raramente e mai la sera.

Rifuggire dai grandi marchi, preferire piccoli produttori locali, che usano ancora antichi grani autoctoni e fanno anche vendite online, o magari farle da sé con le farine giuste, alternando il riso preferibilmente integrale col sorgo, il saraceno, farro Monococco.

Abituarsi a fare minestre, zuppe e vellutate a base di verdure. Sono ottime e fanno un gran bene.

Vedere il libro per le seguenti ricette

Vellutata di cardo e castagne

Per 4 persone: 2 cespi di cardo che daranno 500 gr. di polpa, porro 100gr.  2 filetti di acciuga, castagne pelate e bollite 150.g, 1 limone, olio evo, 1 cucchiaino di farina di riso, 2 foglie di alloro, sale, pepe.

Altre vellutate

Un leggero soffritto in olio evo di porri o cipolle o scalogni affettati,

lasciandoli solo ammorbidire, unire verdure di stagione o quelle dadolate e congelate, in semplice acqua o con un brodo vegetale fatto in casa (si trovano anche nei banchi freezer brodi vegetali senza sale e glutammato). Aggiungere sale e pepe gli aromi preferiti (basilico, salvia, menta, timo rosmarino, maggiorana, rucola) e magti un cucchiaino di curcuma in polvere e portare a bollitura. Usare il frullatore a immersione e eventualmente aggiungere panna vegetale di riso.

Saracenotto valtellinese

Fa bene al cuore, alla pressione e al colesterolo oltre che ai celiaci, contiene potassio e magnesio che fluidificano il sangue e controllano la glicemia.

Per 4 persone; 360 gr di saraceno in chicchi, 1 porro, 100 gr di bresaola in un'unica fetta, rosmarino, risso rosso valtellinese un bicchiere, olio evo, sale, pepe, eventualmente grattugiata di formaggio Bitto.

Pasta ai pomodorini secchi

Per 4 persone: 360 gr. d spaghetti o altra pasta, 8 (di più se piccoli) faldoni di pomodorini secchi al naturale o sott’olio, aglio, olio evo, 2 cucchiai di mandorle tritate basilico, menta, limone, pecorino grattugiato.

Zuppa di cipolla

Per 4 persone: cipolle dolci 300 g, farina di mandorle 30 g, brodo vegetale, aromi vari, olio, evo, sale e pepe, formaggio grattugiato.

Sformatini di risotto alla zucca

Per 4 persone: riso Vialone Nano o Carnaroli o Arborio 400 g, polpa di zucca 200 g, 2 scalogni piccoli, sale, olio evo, parmigiano reggiano 150 g, 2 tuorli d’uovo, 2 amaretti grossi o 5 piccoli, 1 bicchiere buon vino rosso.

Lasagnette di ceci alle seppie

Per 4 persone: farina di ceci 400 g, farina rimacinata di grano duro 100 g, 3 uova, farina di carrube scura, sale, peperoncino, vino bianco secco, olio evo, mazzetto di prezzemolo, 1 limone, seppioline 500 g.

Zuppa made in Friuli

Per 4-6-persone: fagioli Lamon secchi 250 g, sorgo o grano saraceno in chicchi 100 g, 1 cipolla grossa, basilico, prezzemolo, foglie di salvi, rosmarino, gambo di sedano, 1 carota, spicchio d’aglio, alloro, pepe, olio evo, patata rossa.

Paccheri al ragù di tonno

Per 4 persone: paccheri 350 g, 2 fette tonno rosso, 1 manciata di pomodorini secchi, cocuzza siciliana 30 cm, 1 manciata dei suoi tenerumi o 2 zucchine tonde chiare, ricotta dura da grattugiare, olio evo, sale, pepe.

 

Ravioli di cernia

Per 6 persone: farina rimacinata di grano duro 400 g, farina di carrube 100 g, olio evo, 6 filetti di cernia, 2 patate bollite, 1 uovo, finocchietto selvatico, origano fresco, sale, bottarga, prezzemolo, 1 arancia.

 

Una valida alternativa all’antipasto, primo e secondo o magari in occasione di un nuovo ospite inatteso.

Cous cous di sorgo agli agrumi

Per 4 persone; sorgo in chicchi 350 g, olio evo, 1 arancia, 1 limone, origano fresco, basilico, menta, sale, pomodorini secchi e capperi.

Cous cous gluten free

Per 4 persone: quinoa (o sorgo o grano saraceno) in grani 400 g, pomodori ciliegini di stagione 200 g, piselli (anche surgelati) 150 g, 1 patata viola, cime di broccoli 100 g, 1 carota grossa, 2 zucchine, gamberetti sgusciati 200 g, basilico, menta, timo limoncino, 1 limone, olio evo, sale, pepe, curcuma in polvere.

Quiche di champignon

Per l’impasto: farina di riso 200 g, farina grano saraceno 50 g, olio evo 100 g, sale, acqua.

Per la farcitura: funghi champignon 200 g, 1 zucchina, 1 cipolla, 1 uovo intero e un tuorlo, maggiorana fresca o secca, ricotta ovina 200 g, olio evo, pepe. sale, noce moscata.

Un trucco per non rischiare che si buchi poi nel maneggiare l’impasto: dopo averlo preparato farne una palla e metterla nel frigo. Poi rirenderla, schiacciarla col matterello sul piano infarinato, metterle sopra l’olio e ripiegarla a metà e poi a un quarto. Solo dopo averla messa sulla carta da forno riaprirla.

Le varianti

Se ne possono fare moltissime secondo i gusti e le verdure di stagione.

Quiche trevigiana

3 ciuffi di radicchio rosso, 1 cipolla, 1 carota, 1 uovo intero e un tuorlo, 5 gherigli di noce tritati, ricotta ovina 250 g, olio evo, pepe, sale, noce moscata.

 

Sgombri al profumo di agrumi

Per 4 persone; 4 filetti di sgombro, 2 arance, 2 pompelmi o 2 bergamotti o 2 o 3 limoni non trattati, sale, timo fresco, olio evo.

Spezzatino di zucca

Per 4 persone; 1 kg di zucca tagliata a cubi di 3 cm per lato, 1 cipolla rossa a faldoni, 1 spicchio d’aglio, 1 pezzetto di zenzero affettato sottile, ½ verza tagliata a striscioline, 10 pomodorini tagliati in due, 3 patate viola in dadolata grossa, 1 gambo di sedano, eventuali altre verdure crude (carote, gambi di carciofo, topinambur, ecc.) a prezzi grossi, 1 manciata di foglie di menta, 1 cucchiaino di curcuma in polvere, olio evo, sale e pepe.

Polpette rosse (e solidali)

Per una trentina di polpette: 250 g di lenticchie rosse, 1 spicchio d’aglio, 1 patata di media grandezza, preferibilmente viola, 150 gr. Ricotta di pecora, 1 uovo, 150 g di pangrattato di riso, sale, pepe, olio evo.

Polpette di ceci

Per 4 persone: ceci 500 g, 1 patata bollita, 1 uovo, 1 mandarino, 1 cucchiaino di peperoncino in polvere, basilico, spicchio d’aglio, pangrattato di riso, olio evo, sale.

Manzo “in” foglia

La carne rossa resta sconsigliata, ma almeno consumarla ogni 15 giorni ed evitare la cottura alla griglia.

Per 4 persone: 20 foglie di limone biologico, 1 cipolla piccola, 500 g i carne macinata, qualche pomodorino secco, spicchio d’aglio, manciata di pistacchi tritati grossolanamente, sale, olio evo.

Mattonelle di coda di rospo

Per 4 persone: polpa di coda di rospo 1 kg o di rana pescatrice, 2 patate, pomodori ciliegini 500 g, 2 arance, origano fresco, sale, zucchero, olio evo, curcuma in polvere.

Quenelles di polpo al Marsala

Per 4 persone: 1 polpo o piovra da un kg, una patata, una manciata di pomodorini secchi, capperi sotto sale 3 cucchiai, olio evo, alloro, 1 limone, 1 insalata valeriana, vino Marsala.

Maiale “d’India”

Questa ricetta è un doppio strappo trattandosi di carne e di maiale. Un filetto di maiale da 400 g, in 4 rondelle, vino rosso (Cerasuolo o Nero d’Avola), farina di carrube, salvia, sale, olio evo, 4 grossi fichi d’India, maturi ma ben sodi.

Millefoglie di Ragusano e fichi

Per 4 persone: formaggio Ragusano250-300 g, 4 fichi freschi di stagione, vino Zibibbo.

Tortini di palamita

Per 4 persone: 4 filetti di palamita, 2 cipolle, 2 patate, aromi a scelta (finocchietto selvatico, basilico, origano fresco, timo), semi di finocchio, un limone, olio evo, sale.

Scorfano al verde con “brivido” rosso

Per 4 persone: 4 filetti di scorfano, finocchietto selvatico 2 bel mazzo o altri aromi a foglia verde (menta, basilico, ecc.), pomodorini ciliegini Pachino, ricotta ovina 100 g, quinoa in chicchi 200 g, spicchio d’aglio, olio evo, sale pepe, 1 albume.

Sformatini di cocuzza e Ragusano

Per 4 persone: 1 cocuzza di oltre 80 cm, una cipolla, aglio, olio evo, menta, origano fresco, 2 uova, formaggio Ragusano 200 g, sale.

Pescatrice in giallo

Per 4 persone: 4 patate rosse, 4 filetti di pescatrice = coda di rospo, 1 arancia, organo fresco, curcuma, peperoncino, sale, pepe, radicchio o valeriana o finocchio affettato molto fine, 4 fichi d’India, olio, evo, ceto balsamico.

Chopitas yogurt e zafferano

Per 4 persone: moscardini piccoli 800 g, aglio, 2 albumi d’uovo, farina di grano duro rimacinato, 2 vasetti di yogurt di soia bianco, zafferano in polvere, sale, olio evo, 1 limone o lime.

Cartocci di spada a sorpresa

Tranci di pesce spada, pomodorini ciliegino, porro, sedano, basilico, origano fresco e secco, sedano, patate rosse, sale, pepe, olio evo, lime.

Agrodolce di pesce spatola

Detto anche “sciabola”. Appartiene al pesce azzurro, ha pelle sottilissima. In alternativa si può usare il palombo, più digeribile.

Due filetti di pesce spatola a testa di 15 cm di lunghezza, menta in foglie, 1 manciata di capperi sotto sale d tenere per qualche ora a bagno in acqua e sciacquati bene, miele al finocchietto selvatico, , miele all’arancia, farina rimacinata di grano duro, olio evo.

Strudel di mare

Per 4 persone: pesce a polpa soda tipo pesce spada, tonno, coda di rospo o dentice, 1 manciata di pomodorini secchi tritati, capperi 3 cucchiai, basilico in foglie, menta e origano fresco,2 cucchiai di pinoli lasciati interi, 2 cucchiai di pistacchio tritati, 15 olive nere snocciolate e tritate, formaggio Ragusano grattugiato, olio evo, pasta sfoglia pronta.

Bavarese di mare con aspic al mandarino

Polpa di pesce bianco (merluzzo, baccalà, ecc.) 100 g a persona, succo di mandarino, gamberetti, origano, finocchietto selvatico, menta (panna vegetale di soia o riso), colla di pesce, olio evo, sale e pepe, maizena, vino bianco secco.

 

 

I dolci devono essere degli “strappi” ossia delle eccezioni limitate alle occasioni di feste, accettabili solo ogni otto giorni. Gli zuccheri sono tra i nostri peggiori nemici perché favoriscono il diabete e quindi il ricorso all’insulina, che è un fattore di crescita cellulare, fanno aumentare di peso e ciò affatica il cuore e sono il cibo favorito dalle cellule tumorali per moltiplicarsi. Inoltre lo zucchero ci acidifica.

Semifreddo al torrone

Per 4 persone: torrone il meno morbido 200 g, panna vegetale (di soia o riso) 500 g, zucchero a velo senza glutine, 3 uova, rum.

Gelato ricotta e limoncello

Per 4 persone 250 di ricotta ovina, panna vegetale 200 g, 1 pizzico di sale, 50 gr di zucchero a velo, 4 cucchiai di limoncello magari preparato in casa.

Eccezionale cheesecake

Per 8 persone: 130 g di biscotti senza glutine, olio evo 35 g, ricotta ovina 450 g, zucchero 200 g, farina di riso 2 cucchiai, 5 uova, 1 pizzico di sale, panna vegetale 250 g, 1 vasetto di yogurt di soia bianco, succo di un limone.

Cachi brùlés

Per 4 persone; 4 cachi dolci abbastanza maturi, zucchero mascobado, polvere di vaniglia (e qualche stecca per decorare), panna vegetale 250 ml, zafferano.

Crème brùlée alla lavanda

Per 6 persone: 6 tuorli, 3 cucchiai di zucchero bianco, panna vegetale 7 dl, zucchero di canna o mascobado, fiori secchi di lavanda 2-3 cucchiai, 1 baccello di vaniglia.

Sformatini ricotta e pere

Per 4 persone: ricotta ovina 300 g, cannella in polvere e una bacchetta di cannella, 4 pere mature, zucchero a velo s/glutine 100 g, zucchero scuro di canna qualche cucchiaio, olio evo, vino dolce passito.

 

Preparare pagnotte - o panini, ecc. - con farine senza glutine.

Pane saraceno

350 gr. di farina di riso e 150 di grano saraceno o sorgo, 400 ml di acqua tiepida, 15 gr. di sale e 15 di lievito di birra in polvere o panetto, due cucchiai di semi misti di cumino e lino, olio evo, vino dolce passito.

In una ciotola di ceramica o acciaio unire le due farine, i semi e sale con una spatola di legno o una frusta manuale su una tavola. Al centro del mucchietto fare un buco con le mani e versarci il lievito in polvere o quello in panetto sbriciolato. Mescolare. Versare poca per volta l’acqua facendola assorbire il più possibile con l’aiuto della spatola o delle mani, Aggiungere l’olio. Mescolare e impastare fino a ottenere un composto elastico e morbido. Metterlo in una ciotola coperta con un panno umido. Lasciare lievitare in un luogo senza correnti. Deve quasi raddoppiare. Prendere un foglio di carta da forno e bagnarlo sotto l’acqua corrente finché non crocchia più e foderare lo stampo con la carta facendola aderire bene al fondo e alle pareti. Trasferire su di esso l’impasto e metterlo in forno già caldo a 180 gradi per 30 minuti. Poi toglierlo dalla forma e rimetterlo in forno a 150 gradi. Lasciar asciugare bene.

Pane di sorgo

350 gr farina di riso, 150 di farina di sorgo, 400 ml di acqua, olio evo 20 ml, lievito in polvere 6 gr, sale 5 gr.

Sciogliere il lievito nell’acqua, poi in una ciotola grande setacciare le farine e mescolarle. Aggiungere l’acqua col lievito e mescolare. Aggiungere l’olio e il sale, farne una palla e versarla in una ciotola unta d’olio con un panno umido sopra. Far lievitare. Poi rimettere il pane sulla tavola e impastare un po’ poi dare una forma tonda. Far lievitare altri 30’, cuocere a 250 C per 10’ per fargli assumere una bella crosta croccante, poi ridurre la temperatura a 200 C. per 45’.

Riscaldare una fetta di pane e versarci sopra un filo d’olio evo. Sarà un’ottima e salutare colazione per i bambini.

Pane di mais.

150 gr. farina mais, 450 gr. di farina di riso, 300 ml di acqua tiepida, 12 di lievito di birra in polvere, 50 ml di olio evo, 5 gr. sale.

Unire le farine, poi aggiungere il sale, l’acqua tiepida col lievito sciolto, impastare, aggiungere l’olio e impastare. Far lievitare. Fare la pagnotta o i panini. Cuocere in forno a 200 C per 45’ o fino a quando la superficie risulterà dorata.

 

Profumo di polvere

Non gettare via le bucce degli agrumi, ma farle seccare all’aria per qualche giorno, poi passarle nel frullatore o nel macinino, poi metterle in un vasetto di vetro da conservare in frigo. Danno un sapore e un profumo da chef sul pesce.

Non si uccidono così gli aromi

Non tagliare mai le erbe da cucina – salvo il rosmarino – con lame di metallo, poiché toglierebbero gran parte dei loro profumi e sentori, m con un mortaio in marmo. Oppure spezzarle a mano.

Come ti ammorbidisco il polpo.

Si potrebbe battere il polpo su un mortaio, ma per non disturbare i vicini, metterlo in un sacchetto a congelare poi scongelarlo, così le fibre dei tentacoli si spezzano.

Farlo in quattro

Ad evitare che un impasto si spezzi al momento di metterlo sulla tortiera piegarlo a metà e poi a un quarto, poi riaprirlo.

La panna (ri)cotta

La dottoressa condanna la panna fatta col latte per motivi salutistici. Perciò consiglia o di usare la panna vegetale, per esempio quella di riso, oppure di stemperare in una ciotola un cucchiaio di ricotta di pecora con un po’ di acqua tiepida.

Salvare il licopene

Il licopene dei pomodori agisce beneficamente sulla prostata. Però esso sta nella pelle del pomodoro ed è un errore scottare i pomodori e levarla quando si fa la salsa. Usare perciò i pomodori interi.

Piatti di plastica? Solo con i cibi freddi

Non usarla per i cibi caldi poiché c’è il rischio che in quelli passino degli elementi nocivi. Usare semmai piatti di carta riciclata che poi si possono gettare nella differenziata.

 

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