Lorganismo-vivente-sa-guarire-da-se

1 - L’ORGANISMO VIVENTE SA GUARIRE DA SÉ…


Ligienismo, o igiene naturale, non è la mania per l’igiene e per la lotta ai germi, ma una scuola di salute fondata nel 1822 negli Stati Uniti dal dottor Isaac Jennings.
Una volta, egli dimenticò di portare con sé la borsa dei medicinali.
Non potendo fare altro, si fermò a vegliare il malato grave per il quale era stato chiamato.
La mattina dopo, constatò che il paziente stava molto meglio; fu così che egli scoprì che l’organismo non è capace di guarire da sé soltanto le ferite e le fratture ma anche altre malattie.
In seguito, cominciò a usare i placebo, cioè finti farmaci sotto forma di pasticche colorate fatte con la farina, per evitare che il malato e i suoi familiari si angosciassero per il mancato ricorso alle medicine; però diceva loro che i farmaci sarebbero stati efficaci solo con l’astensione da ogni cibo.
I suoi clienti erano entusiasti dei risultati ottenuti con le sue cure.
Disgraziatamente, un giorno egli confessò loro che non erano state le pasticche a riportarli in salute - poiché esse non contenevano sostanze medicinali - ma il digiuno a cui egli li aveva sottoposti.
Invece di ringraziarlo di essere stati comunque guariti, i suoi clienti s'indignarono contro di lui e lo abbandonarono ed egli morì di dispiacere (LJMRDLN p144).

In seguito altri seguirono le sue orme; tra i più famosi sono Sylvester Graham e i dottori Trall, - >Tilden, - > Shelton, - > Mosséri.
Il terzultimo, che era professore universitario di fisiologia e medico chirurgo, trovandosi a curare alcuni malati di febbre tifoide, che apparivano in condizioni disperate, rinunciò a somministrare loro delle medicine per non aumentare invano le loro sofferenze.
Anche a lui capitò che quei pazienti la mattina dopo stavano notevolmente meglio, mentre erano morti altri malati meno gravi ai quali erano state somministrate le medicine.
In seguito scoprì che i malati tenuti a digiuno guarivano più in fretta e che quelli ai quali somministrava brodi o latte tardavano di più a guarire in confronto a quelli ai quali dava solo acqua pura.
Incoraggiato da queste esperienze, cominciò a provare il digiuno anche coi malati di appendicite e scoprì che essi guarivano senza bisogno di intervento chirurgico.
Tra i grandi maestri dell’igienismo si contano anche uomini che erano affetti essi stessi da malattie ed erano guariti dopo aver invano cercato la soluzione ai loro problemi di salute attraverso la medicina ufficiale e altre scuole mediche. È il caso dei tubercolotici Paul Carton e Thomson e di Albert Mosséri, T. C. Fry.

La dimostrazione della capacità dell’organismo di guarire da sé dalle malattie non è fornita solo dalla testimonianza degli igienisti, ma:

1)                   da altre testimonianze (1)

2)                 Chiunque sperimenta la guarigione spontanea delle ferite, delle scottature e delle fratture ossee.

3)                 Si trovano lesioni tubercolari cicatrizzate spontaneamente, anche in persone che non hanno fatto alcuna cura contro la tbc (Ig57p8-9).

4)                 Anche esperimenti fatti su animali dimostrano che l’organismo vivente sa guarire da sé, senza medicine e senza bisogno delle diagnosi dei medici e dei laboratori di analisi. Vedere l’esperimento sui topi all’inizio del capitolo L’ALIMENTAZIONE SANA.

5)                  La scienza stessa ci fornisce varie prove della capacità di autoguarigione dell’organismo (2)

6) Altri esempi della capacità di autoguarigione sono elencati dagli igienisti (3).

7) - Il principio darwiniano della sopravvivenza del più idoneo ha fatto sì che sopravvissero gli individui dotati dei migliori meccanismi di autodifesa e di adattamento all’ambiente e agli attacchi esterni. Se gli individui non avessero avuto tali meccanismi i nostri progenitori non sarebbero sopravvissuti per oltre un milione di anni prima della comparsa della scienza medica.

8)- Un caso di autoguarigione clamorosa è quella del capitano statunitense Goddard Diamond, nato nel 1796, il quale a 79 anni era un invalido affetto da sclerosi e artrosi e ovviamente era stato dichiarato incurabile dalla medicina ufficiale. Adottando una dieta di sola frutta e bevendo solo acqua pura guarì dalle sue malattie e visse 120 anni. Nel 1899 aveva scritto il libro “The secret of long life: or how to live in three centuries”.

9) La possibilità di guarigione spontanea è ammessa anche da personaggi dell’ambiente medico.
Ad esempio il dottor Kenneth Walker nel suo libro Storia della medicina afferma che l’80-90% delle malattie guariscono da sole. Il merito di tali guarigioni nel medio evo veniva attribuito ai preti poiché erano loro che a quel tempo curavano i malati.
E oggi a chi viene attribuito tale merito?
Ma naturalmente alla scienza medica!
* * *
Va, comunque, precisato che quantunque non vi siano preclusioni alla possibilità di autoguarigione per questa o quella malattia col metodo igienista, occorre però che le lesioni dei tessuti non abbiano raggiunto uno stadio irreversibile, nel qual caso non si potrà far altro che accontentarsi di procurare al malato un sollievo delle sue sofferenze o col metodo igienista o prendendo in considerazione le terapie chirurgiche o farmacologiche, palliative, valutandone il pro e il contro (del quale, peraltro, spesso si sa ben poco).
Si potrebbero esprimere con il grafico riportato qui sotto le condizioni di un malato. All’inizio la vitalità è alta e la malattia è debole. È come se un esercito forte e numeroso dovesse affrontare un piccolo esercito: la vittoria sarà facile e rapida. Man mano che la differenza tra la forza dei due eserciti diminuisce, la prevalenza del primo sul secondo richiede più tempo. E, dal momento in cui il secondo esercito uguaglia l’altro in poi, la vittoria del primo diventa impossibile.
Analogamente si può ritenere che avvenga per le possibilità di guarigione, anche dei tumori.




…E SA ANCHE CHE COSA DEVE FARE


Come dimostra anche l’esperimento riferito all’inizio del capitolo sull’ALIMENTAZIONE, l’organismo sa da solo che cosa fare per guarire.
Pertanto lasciando all’organismo il compito della guarigione, si hanno i seguenti vantaggi:
- Unon occorre spendere denaro per complicati esami di laboratorioU; inoltre si può sperare nella guarigione anche delle malattie rare cui non è stato ancora nemmeno dato un nome;
- Usi evitano le conseguenze per la salute che spesso sono causate dagli stessi esami cliniciU;
- Usi evita il rischio di diagnosi errateU, le quali portano a terapie inutili e inevitabilmente dannose per gli “effetti indesiderati dei medicinali” o addirittura a mutilazioni chirurgiche che non sarebbero necessarie.
Il dottor Shelton riferiva che una malata, a cui era stato diagnosticato il cancro in seguito ad una biopsia, era guarita con soli tre giorni di cure igieniste.
Gli igienisti affermano che si può sperare di guarire dai tumori con le loro cure ma certamente non in tre giorni soltanto. Cioè quella diagnosi era senz’altro sbagliata nonostante la biopsia.
Anche a una bambina che stava perdendo la vista, da due medici fu diagnosticato il cancro e raccomandata l’urgente asportazione di entrambi gli occhi. Per fortuna la madre portò invece la bambina in un centro specialistico, dove le fu diagnosticata un’infiammazione, dalla quale fu poi curata e guarita. Divenuta adulta, non aveva avuto alcuna recidiva.
Shelton racconta anche altri casi di diagnosi clamorosamente sbagliate che avrebbero portato a superflui interventi se il paziente avesse dato ascolto al medico.
Si potrebbe pensare che questi siano casi rari, ma in un congresso dell’Associazione Medica Americana, un celebre specialista del Massachussets General Hospital dichiarò che, all’autopsia, le diagnosi erano risultate sbagliate in 470 casi su mille.
Anche un controllo in un ospedale di New York portò all’analogo risultato del 47,7% di diagnosi sbagliate (Ig56p5).
Altre ricerche parlano addirittura del 70% di diagnosi errate in una delle più celebri cliniche del mondo, nonostante le migliori attrezzature di diagnosi e dei migliori medici a disposizione (Ig43p5).
Pertanto, si può temere che quando si tentano diagnosi precoci la percentuale degli errori diagnostici sia ancora più alta, e di molto.


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Note:
(1) Così un uomo racconta che sua madre di 80 anni aveva un globo oculare sporgente a causa di un tumore. Ritenendo arrivata la sua ora, ella decise di non mangiare più per affrettare la morte. Invece, a poco a poco il tumore svanì e allora la donna riprese a mangiare e visse altri quattro anni (Ig40p3-4).

(2) Infatti essa
        riconosce l’esistenza di un sistema immunitario capace di individuare e distruggere gli agenti patogeni (germi, virus, cellule maligne ed altre sostanze nocive), a volte fagocitandoli, cioè inghiottendoli, altre volte liberando sostanze che perforano la membrana cellulare degli agenti patogeni e li uccidono (BCEM p755-757).
        Afferma che spesso un tratto di uno dei due filamenti da cui è formato il DNA (che comanda il funzionamento dell’organismo), è soggetto a danni per varie cause (anche per sostanze provenienti dal metabolismo cellulare) e che tuttavia l’organismo riesce di solito a riparare da sé il filamento danneggiato, a partire dall’altro (BCEM p612-615); a volte riesce perfino a riparare il DNA quando entrambi i suoi filamenti sono stati distrutti per un certo tratto (BCEM p615-616).
        Afferma che le proteine dell’organismo sotto l’influenza di alcune sostanze (solventi organici, detergenti, radiazioni, calore o composti come urea e altri), si denaturano e non riescono più a svolgere le loro funzioni. Se però quelle sostanze sono allontanate, le proteine tornano capaci di svolgere le funzioni precedenti (BCEM p68); quindi il rimedio per tali disfunzioni non è rappresentato da interventi d'ingegneria genetica o da medicinali sostitutivi ma sta nell’assecondare l’organismo nel suo sforzo per liberarsi di quelle sostanze nocive che impediscono il normale funzionamento delle proteine.
        Afferma anche che le cellule malate possono essere indotte dall’organismo ad una sorta di suicidio detto apoptosi (BCEM p711-713) o distrutta da un particolare tipo di linfociti detti Natural Killer o cellule NK (BCEM p758).

(3) Ad esempio:
        Un colpo di martello su un dito produce una contusione dolorosa. Il sangue scorre sotto la superficie con un’infiammazione e una decolorazione. I tessuti sono danneggiati, le cellule sono rotte e parecchie muoiono. Col tempo, però, si formano dei nuovi tessuti per sostituire quelli che sono morti. Il sangue e le cellule morte sono portati via dalla corrente sanguigna. L'infiammazione diminuisce, il dolore cessa, la contusione è cicatrizzata e dimenticata.
        Se una scheggia penetra sotto la pelle e non è tolta immediatamente, la Natura mette in azione un meccanismo che la toglie al nostro posto. Si forma un dolore e un'infiammazione seguita dalla formazione di pus che scioglie i tessuti verso la superficie del corpo. Il pus aumenta a poco a poco ed esce attraversando infine la pelle per scorrere all'esterno portando con sé la scheggia come un ricordo.
        la formazione degli ascessi è un’altra prova dell’ingegneria della natura: essi sono limitati da un muro spesso di tessuti che impedisce all'ascesso di estendersi e al pus di entrare nella circolazione.
        Nell'appendicite, intorno all'appendice si formano delle aderenze utili a costituire una barricata solida contro la propagazione del male. È qui che l'ascesso si forma. Il punto di resistenza più debole è normalmente verso gli intestini, così che in sostanza in ogni caso l'ascesso scoppia negli intestini e il pus si evacua nelle feci (Ig65p8).
        Un'altra prodezza effettuata spesso dalla Natura nei casi di calcoli che sono troppo grossi per passare direttamente attraverso il canale biliare nell’intestino tenue, è di far sì che la cistifellea aderisca con l'aiuto di un'infiammazione alle pareti dell'intestino: si forma un'ulcera e quindi un buco attraverso le pareti della cistifellea e degli intestini. A tal punto il calcolo attraverso gli intestini passa nelle feci; poi il buco si cicatrizza e tutto va bene di nuovo. In altri casi il calcolo esce dal corpo attraverso la parete addominale e la pelle (Ig65p9).

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