Tubercolosi

, 04/03/17

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Tubercolosi, Tumori
   

Tubercolosi

      Malattia ritenuta infettiva e contagiosa, attribuita al bacillo di Koch, e che colpisce più frequentemente i polmoni, altre volte i reni, le ossa, linfonodi, meningi e può provocare necrosi nei tessuti.
     
      In Francia fu il dottor Carton verso il 1925 il pioniere dei metodi naturali. Tubercoloso lui stesso, non trovò nulla nei libri di medicina che potesse aiutarlo. Ecco perché egli si volse verso i metodi naturali e li studiò con impegno.
     
      Egli fu direttore di un grande sanatorio per tubercolotici e affermò che ”nella tubercolosi il terreno è praticamente tutto. Si diventa tubercolotici indebolendo il proprio organismo. Il solo mezzo di sbarazzarsi del bacillo una volta che esso si è ben insediato, è di innalzare la resistenza del soggetto.
      In una parola il bacillo di Koch non è altro che un saprofita, un parassita che si attacca agli organismi indeboliti.”
      I cosiddetti microbi della tubercolosi si trovano dappertutto, in modo che tutti vi sono sempre esposti, ma non è il microbo che conta nella produzione della malattia, è piuttosto la suscettibilità, cioè la vulnerabilità, il terreno.
     
      Se il terreno non è favorevole, i virus muoiono; se si semina il grano in un suolo arido e desertico non vi crescerà.
     
      I medici e i batteriologi sono tutti d’accordo che un corpo normale può distruggere tutti i microbi, perfino quelli più dannosi. Sono tutti d’accordo nel dire che la resistenza del soggetto è un fattore decisivo. Ciò equivale a dire, insomma, che i microbi e i virus da soli non possono fare niente.
      La cosiddetta “immunizzazione” indebolisce la stessa resistenza del soggetto e produce la tossiemia (LGDS c1p26).

      Secondo il dottor Shelton, la tbc:
      - si sviluppa dallo stesso deterioramento sistemico che origina scorbuto, rachitismo e anemia, cioè anch’essa in soggetti affetti da enervazione, tossiemia, putrescenza e malnutrizione, case sovraffollate, senza sole e luce, né aria.
     
      - Si previene e si cura con una vita sana all’aria aperta, molta frutta e verdura fresca, sonno e riposo, non con i vaccini (AIAB p242 - 244, Ig54p28).
     
      - È proprio il bambino sovralimentato, ammirato per la sua grassezza e mollezza, a essere soggetto alla difterite, un malato cronico e un candidato alla tubercolosi (AIAB p319).
     
      - Non si può guarire se si mangiano alimenti che causano indigestione, ad esempio i panini imbevuti di burro o altri grassi (Ig24 p23).
     
      - Il bacillo della tubercolosi può essere assente per anni e magari mancare anche dopo la morte del malato, mentre è presente in gran numero in malati cronici che di solito finiscono col guarire (Ig57p20).
      Secondo Jean Rialland la tubercolosi è una delle malattie che si possono guarire col digiuno (breve e ripetuto), a condizione che non sia arrivata a uno stadio troppo avanzato (GDTS p40 49).

      Secondo Mosséri:
     
      - la falsa tubercolosi – cioè quando la diagnosi è sbagliata - si cura col digiuno e le classiche cure igieniste;
     
      - invece la vera tubercolosi richiede molte più attenzioni e vanno esclusi il digiuno, la frutta acida, gli alimenti azotati concentrati e i cereali; inoltre i fattori benefici vanno proporzionati alle poche forze del malato (LA 2° p167);
     
      - la diminuzione dei casi di tubercolosi nei Paesi progrediti deriva dal minor consumo di pane (ALRDUSP c47).

      A sua volta il prof. Ehret affermava che combattendo – come fanno i medici - l’eliminazione del muco e dando cibo ai malati di polmonite si rischia di causare la morte oppure la tubercolosi, la quale è un’eliminazione continua di muco attraverso i polmoni, generato dai cibi che lo causano, cioè i cibi usuali, non la frutta e gli ortaggi (ISDGDDSM p30).

      Casi: un ragazzo sanissimo, che non aveva mai fumato e bevuto alcol, fu reso tubercolotico e pieno di malanni dagli alimenti “nutrienti” dell’esercito USA.
     
      Tossiva e sputava sangue, era febbricitante e sentiva una debolezza generale, perse alquanto peso. Allora fu curato con penicillina e streptomicina, riprese peso e ne fu felice.
     
      Tuttavia ben presto ebbe altri problemi come indigestione e bruciori di stomaco, vomiti di sangue incessanti che gli impedivano di dormire.
     
      Per un anno e mezzo fu nutrito con alimenti per bambini, con cibi tutti ben cotti. Passò anni negli ospedali e gli fu anche asportato un lobo dei polmoni, soffriva sempre d’indigestione, flatulenza, acidità, meteorismo e non poteva fare a meno degli antiacidi.
     
      Finalmente gli capitò di leggere un libro che parlava dei benefici degli alimenti crudi.
     
      Cambiata la sua alimentazione, guarì in un mese con carote, sedano, mele, cavoli crudi o ridotti in succhi.
     
      Si liberò dei suoi problemi digestivi e abbandonò anche l’uso degli occhiali. Pure gli altri suoi problemi scomparvero e si salvò dall’inferno medico (LA 1° p223 - 225).
      Una tubercolotica cronica, dichiarata incurabile dal dottor Koch, guarì in due anni adottando una dieta sana (non meglio precisata nel libro) (L4SDLM p89).
     
      Fry riferisce che diciotto tubercolotici, in Corea, dopo un digiuno ebbero sputi negativi (Ig54p22).
     
      Uno Spagnolo di 42 anni, sofferente di tubercolosi avanzata da 20 anni, era riuscito a stabilizzare la tubercolosi rinunciando al fumo e vivendo in modo più o meno igienico e avendo molta cura di sé. Visse altri 20 anni finché non riprese a fumare e a mangiare grandi quantità di arance e spinaci (JPR p32).

      J. Thomson, quasi igienista, guarì lui stesso dalla tubercolosi e ottenne poi ottimi risultati nel suo sanatorio somministrando ai malati solo 800 grammi di cibo il giorno.

      MATTINO: un frutto e uno yogurt.
     
      MEZZOGIORNO: una fetta di pane integrale e miele, 3 foglie di lattuga, crudità, olio, limone.
     
      ORE 16: succo di mele.
     
      SERA: ortaggi, paté di formaggio, gelato o torta (LJMRDLN p169).
      La tubercolosi renale è secondaria alla tubercolosi in altre parti del corpo.
     
      Di solito tuttavia la diagnosi medica di tubercolosi è errata; e spesso sarebbero le terapie mediche a causarla (LA 2° p167).


   

Tumori

AVVISO

Il libro

LA VERITA' SUL CANCRO 

di Ty Bollinger  

parla dei migliori metodi di prevenzione, diagnosi e cura dei tumori

Ne ho riportato una sintesi sulla pagina laveritasulcancro.html
di questo blog col link sottostante raggiungibile 
      è definito dalla medicina come una massa di cellule che si sviluppano in modo incontrollato. Se l’accrescimento è lento il tumore è definito benigno.
      I tumori sono distinti comunemente in:
     
      miomi (tumori di tessuti muscolari);
     
      endoteliomi (tumori dell’endotelio di qualche cavità del corpo);
     
      osteomi (tumori del tessuto osseo);
     
      lipomi (tumori del tessuto grasso);
     
      adenomi (tumori delle ghiandole linfatiche);
     
      fibromi (tumori dei tessuti fibrosi);
     
      fibroadenomi (tumori fibrosi delle ghiandole linfatiche);
     
      sarcomi o carcinomi (tumori del tessuto connettivo).
      Dal punto di vista igienista, però:
     
      - i tumori rappresentano le stesse condizioni e lo stesso processo in differenti tessuti (Ig53p21).
     
      - Essi rappresentano quasi il punto finale del processo patologico (vedere -> MALATTIE).
     
      - Tumori e cisti hanno la funzione utile di proteggere la vita del paziente, allontanando e isolando sostanze nocive o parassiti dalla circolazione; e solo quando si disintegrano, diventano veramente pericolosi (TEC p16). Però, è anche vero che con la loro pressione sugli organi vicini possono causare dolori e diventare pericolosi producendo anche atrofia (nel caso del nervo ottico, portano alla cecità).
     
      - i sintomi attribuiti al tumore sono spesso dovuti alla tossiemia e spariscono Se questa è eliminata.
     
      - I tumori cominciano con l’ispessimento e indurimento come mezzo di difesa dei tessuti circostanti in un punto soggetto a irritazione (TEC p19).
     
      - Bisogna prevenire i tumori con sane abitudini di vita (evitando le sostanze che irritano i tessuti, ad esempio il sale e i condimenti, e curando le eventuali -> MALATTIE con l’igienismo anziché accontentarsi di sopprimere i loro sintomi più fastidiosi per mezzo dei farmaci).
     
      - In genere i tumori benigni derivano da eccessi e squilibri nutritivi e possono essere riassorbiti col digiuno, allo stesso modo in cui è riassorbito il grasso per nutrimento dell’organismo (Ig53p22, IDPSLV p275 - 279), salvo quando sono cresciuti molto (nel qual caso possono essere solo ridotti di dimensioni) o quando la circolazione linfatica è bloccata dalla posizione del tumore (Ig53p26).
     
      - Tuttavia non è sempre necessario ricorrere al digiuno; può essere sufficiente iniziare una vita sana (Ig40p22), concedersi più riposo, eliminare le cause della malattia e procurare le cause della salute (Ig40p23).
     
      - Shelton riteneva che molto spesso le diagnosi di cancro sono sbagliate e che i cancri sicuri non guariscono mai, qualunque sia la cura impiegata.
     
      Inoltre affermava di non aver mai avuto esperienza di tumori delle ossa o dei nervi, ma riteneva che anch’essi potessero essere riassorbiti come gli altri tumori per mezzo del digiuno (Ig53p26).
     

Tumore al cervello

      Sintomi comuni: mal di testa, vomiti che non procurano sollievo, vertigini, convulsioni e altri.

      Secondo gli igienisti:
     
      - Le cause sono probabilmente le stesse degli altri tumori.
     
      - Si cura con riposo, digiuno e correzione degli errori nel modo di vivere.

      Caso: tumore diagnosticato da un eminente specialista e dichiarato inoperabile, guarito durevolmente (con pieno recupero della vista perduta da sette anni) tramite digiuno prolungato, seguito da una dieta limitatissima per settimane (HS 3° p101).
     

Tumore al seno

      è stata trovata una correlazione statistica tra il cancro del seno nelle donne e il consumo di uova (Ig52p26) e anche con la pillola contraccettiva. Negli esperimenti sui topi si è rilevato che alcune sostanze del tuorlo d’uovo acceleravano lo sviluppo del cancro nei seni (Ig52p27).
      Secondo la dottoressa Di Fazio (vedere pagina regime-di-fazio) va eliminato il consumo di latte e derivati oltre a quello dei dolci.
      -> Menopausa.
      Casi: una paziente ritardata mentale con un grosso tumore al seno, non potendo essere convinta a digiunare, fu sottoposta a una semplice dieta di frutta e verdura cruda, esercizi, riposo e sonno. Guarì completamente dalla tumefazione in due mesi. Pare fosse stressata.
     
      Altre donne impiegano molto più tempo e hanno bisogno di vari digiuni, secondo la durezza dei tessuti.
     
      È sbagliato spaventarsi se dopo il primo digiuno il tumore si ingrossa.
     
      L’infiammazione dei nodi linfatici reagisce molto bene e rapidamente al digiuno e alla dieta di eliminazione, purché siano eliminate le cause di malattia e fornite le condizioni della salute (Ig40p22).
     
      In un’altra donna, con una protuberanza grossa quasi come una palla da biliardo cui fu diagnosticato il cancro da ben quattro medici, col digiuno l’ingrossamento scomparve. L’igienista la rivide dopo tredici anni e l’ingrossamento non si era ancora ripresentato.
     
      (Tale episodio fa ritenere che siano piuttosto numerosi i medici che, per paura di lasciar morire la loro paziente, la inducono a sottoporsi a interventi chirurgici che non sono affatto necessari (IDPSLV p275 - 279)).
     
      Spesso le donne sono convinte a farsi asportare ovaie, miomi o l’intero utero, magari nella speranza di guarire l’emicrania o altri disturbi, frequentemente col risultato che poi esse continuano a soffrirne ancora e si pentono amaramente di aver dato retta al medico.
     
      Si stima che il rischio di trasformazione dei miomi in sarcomi sia bassissima: solo tre casi su mille (TEC p97).
     
      Suore e donne nubili sono notevolmente più soggette al cancro al seno (Ig40p26).
     

Tumori vescicali

      Nel 90% dei casi i cosiddetti cancri vescicali sarebbero tumori benigni.
     
      Mosséri consiglia un digiuno di 15 - 20 giorni seguito da un semidigiuno fino alla scomparsa dei sintomi (LA 2° p183).

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