fame

04/03/17

Indice delle voci di questa pagina:
Fame, Farinacei, Faringite, Febbre, Febbre tifoide, Fegato
    

Fame

      Secondo l’igienismo:
      - I malesseri che a volte si provano prima di mangiare (quali la bocca pastosa, gola secca e contratta, crampi di stomaco, spirito depresso, mal di testa, stanchezza, rutti, mancanza di coraggio, morale basso) non derivano dalla fame ma dalla disintossicazione resa necessaria da pasti precedenti malsani o dall’irritazione gastrica. Se si mangia in tali condizioni, si trae un vantaggio minimo dal cibo e si hanno feci abbondanti. È allora meglio saltare i pasti finché non arriva la vera fame. Questi sintomi sono analoghi a quelli provati dal drogato o dal fumatore quando fa a meno della sua droga. Essi non provano che egli ha bisogno della droga o del fumo. Sono sintomi di intossicazione. Allo stesso modo i sintomi attribuiti alla fame sono dovuti all’ubriachezza alimentare (JPR p27).
      - La fame vera non è accompagnata da dolori, né depressione o mal di testa, ecc. ma da spirito ottimista. Essa fa produrre molta saliva, causa dilatazione di gola ed esofago, un vuoto accompagnato da contrazioni ritmiche e una sensazione di distensione che sale dallo stomaco verso la gola, attraversando l’esofago.
      - Assicura secrezioni buone per digerire bene, non scompare ma si accentua man mano e tuttavia ci si sente a proprio agio; perciò attendere un’ora per assicurarsi che la fame è vera. Se si aspetta la fame acuta, lo stomaco non è più disteso e ci si sazia con poco (LADNPF p31).
      -Sempre secondo Mosséri è consigliabile abolire i pasti a ore fisse e attendere la fame, limitandosi a mangiare qualche frutto se non si può fare un pasto completo, anche a costo di fare 6 - 7 piccoli pasti il giorno (ALRDUSP c4).
      - Solo allora mangiare, senza fretta, in serenità e purché non si abbiano febbre né dolori (LGDP, LSPLAC p20 - 22, LSCC6° p12).
      - Gli alimenti vanno anzitutto ben masticati, affinché gli enzimi digestivi possano penetrare al loro interno.
      - Se invece ci si sente venir meno, allora si tratta di denutrizione: mangiare uno o due frutti senza bevande (PGVPLI p5); occorre fornire piccole quantità di cibo in condizioni di riposo, tranquillità, ecc. Se s’ignora tale sensazione di venir meno, poi c’è il rischio della bulimia e della morte per denutrizione; bisogna evitare in tali casi non solo di mangiare troppo ma anche di mangiare a sazietà poiché il soggetto digerisce solo pochissimo cibo (PGVPLI p10).
      - Tali sensazioni scompariranno dopo qualche settimana.
      - Il sentirsi venir meno non va confuso col sentirsi semplicemente deboli (incapaci di fornire uno sforzo muscolare e di concentrarsi in un lavoro mentale) che è dovuto alla tossiemia, la quale richiede il digiuno e deve indurre a distendersi e a rinviare il pasto.
      - Ciò è quanto dovrebbero fare molti che invece ricorrono al caffè, col risultato di pagarne in seguito le conseguenze.



    

Farinacei

      (alimenti più o meno ricchi di amido):
      concentrati: pane, cereali, miglio, mais, grano saraceno, riso, (castagne), ecc. Sono sconsigliati dagli igienisti;
      medi: patate, topinambur, rutabaga, manioca o tapioca, igname, cavolo rapa, pastinaca, (rapa, zucca, barbabietola), ecc.
      Si consiglia di non abusarne, ma si possono mescolare tra loro e con i piccoli farinacei;
      piccoli: cavolfiori, fagiolini, zucchine, carote, sedano -rapa, ecc. (LSPLAC p102 - 103). Vedere anche à Ortaggi non amidacei.


    

Faringite

      Si distingue in:
     

faringite acuta

      è l’infiammazione catarrale della mucosa faringea.
      Sintomi: brividi, febbre, rigidità e dolore dei muscoli del collo, secchezza e irritazione della gola, che è rossa e gonfia, tosse secca.
      Secondo l’igienismo:
      - è causata da indigestione.
      - Come complicazioni si possono avere l’estensione dell’infiammazione alla laringe con arrochimento o raucedine e verso le trombe di Eustachio causando la sordità.
      - Si cura facilmente con digiuno e riposo, calore a mani e piedi, niente gargarismi con antisettici.
      - Interrompere il digiuno solo quando la febbre scende a 36,5 con un brodo di ortaggi ogni tre ore.
      - il giorno dopo consumare minestra calda di ortaggi.
      - Il terzo giorno, consumare frutta.
      - Mai interrompere il digiuno con succo di frutta, altrimenti la febbre risale e si possono avere noie per mesi.
      - Invece gli antibiotici distruggono la flora intestinale, con conseguenti disturbi digestivi e alla lunga col rischio di AIDS, o di sordità - usando alcuni medicinali (HS 3° p91, LA 2° p121).
     

faringite cronica

      è l’irritazione cronica della gola in seguito al ripetersi di faringiti acute.
      Secondo l’igienismo:
      - è dovuta a catarri gastrointestinali cronici e indigestioni o ad abuso della voce, fumo, alcol.
      - Occorre eliminare le cause e ricorrere al digiuno e al riposo (HS 3° p91).
      - Sostituire le patate ai cereali (LA 2° p123).


    

Febbre

      Secondo l’igienismo la febbre:
      - è generalmente un segno di abuso di cibo o di ritenzione di materia guasta, che non è certo rimossa con l’aspirina (ASN p102).
      - La febbre fa parte del processo di guarigione istituito dall’organismo per distruggere i materiali tossici e non va combattuta (Ig37p23).
      - La stessa medicina ufficiale riconosce che numerosi farmaci contro la febbre possono provocare l’ ->Agranulocitosi.
      - Durante la febbre gli spostamenti sono pericolosi: meglio restare a letto altrimenti si rischia uno svenimento (LSCC 5° p58).
      - La febbre non può salire troppo, poiché ciò farebbe diminuire il metabolismo cellulare e ridurrebbe il grosso contributo che esso porta all’aumento della febbre.
      - A danneggiare il cervello è piuttosto la ritenzione dei veleni causata dalla soppressione della febbre con i medicinali (LJMRDLN p27).
      - Anche Le altre misure per abbassare la febbre come i bagni freddi Non fanno che prolungare lo spreco di energie del malato e magari causare danni irreparabili.
      - Occorrono solo calore, riposo, digiuno e acqua da bere: un litro il giorno se la temperatura è di 38° e due litri se la temperatura è di 40°C (AIAB p280, LH15p1 - 4): ciò accelera l’eliminazione delle sostanze tossiche e la caduta spontanea delle febbre.
     
      - Se l’ambiente è troppo ostile a somministrare solo acqua, usare un brodo caldo - molto chiaro - di ortaggi finemente tagliati. Ma bisogna sapere che col brodo il ristabilimento sarà più lungo che con l’acqua pura (SRPLJ p157).
      Anche pasti piccolissimi o i succhi di frutta aggravano la febbre e la prolungano. Meglio bere acqua pura (SRPLJ p155 - 158).
      Quando la temperatura ritorna a 36,5°C riprendere l’alimentazione con brodi caldi di verdura tre volte il primo giorno.
      Poi zuppa di verdure (ossia anche le verdure col brodo) per due giorni.
      Solo in seguito usare la frutta, altrimenti la febbre potrebbe tornare (Ig28p37), però nel caso in cui la temperatura scendesse sotto i 36° C usare succo di mele dolci, invece del brodo di verdura.
      Per i pazienti deboli (anziani, malati di AIDS, ecc.) usare due litri d’acqua già a 39°C e appena la temperatura scende a 37,5° cominciare a usare brodi di verdura alternati a succhi di frutta (LJMRDLN p27, LH15p1 - 4).
      Anche nei bambini possono essere necessari parecchi giorni, ad esempio cinque, per abbassare la febbre (LJMRDLN p22).
      Si potrebbe dare loro anche un brodo chiaro di verdure (LJMRDLN p28).
      Qualora si fosse costretti dai familiari a chiamare un medico, rivolgersi a un omeopatico che, però, accetti di non prescrivere antibiotici, altrimenti chiamarne un altro (LJMRDLN p28).
      Febbre forte:Secondo Mosséri:
      - Alcuni sono spaventati quando la febbre supera i 40°C. Essi temono che una febbre forte sia un pericolo per la vita. Chiamano un medico d’urgenza. Accettano tutti i trattamenti prescritti, fanno tutte le analisi richieste.
      - bisogna sapere a questo riguardo che il corpo Non Si suicida. la febbre è un processo del tutto naturale che la natura instaura per bruciare gli scarti. la natura mette In atto un processo In tutta sicurezza e con efficacia.
      - La febbre, anche molto alta, non comporta mai alcun pericolo. Il vero pericolo consiste nel contrariare la febbre, nel combatterla, nel volerla abbassare a qualsiasi prezzo, nell’uscire per lavorare, nel freddo, nello stancarsi.
      - Lasciatela a sé stessa, la natura è maternamente buona, a condizione ovviamente di badare ai bisogni elementari del malato: calore, acqua da bere a volontà, tranquillità. Gli incidenti sono sempre provocati dai medicinali e dall’alimentazione. I processi della Natura, tra cui la febbre, non sono mai dannosi (SRPLJ p157).
      - una febbre elevata è segno di grande vitalità.
      A parità di condizioni. Ma non potrebbe derivare anche da una grande quantità di tossine?
      Caso: a un paziente giovane che aveva grande vitalità e condizioni generali eccellenti - la cui febbre si rifiutava di scendere, Mosséri decise di somministrare brodo caldo di verdure e la febbre scese subito (LJMRDLN p28).
      Risp.: Le convulsioni nei bambini che hanno la febbre sarebbero causate dalle cure mediche e dalle poppate durante la febbre. Dare acqua a volontà al bambino e niente cibo né latte (Ig49p38).
     

Febbre mucosa

      Detta anche imbarazzo gastrico. Vomiti di alimenti non digeriti, lingua carica, alito acre, febbre leggera salvo che nei bambini.
      Secondo l’igienismo si può curare come la -> Gastrite.


    

Febbre tifoide

      Malattia con addome flaccido e dilatato dai gas, mal di testa, di schiena, sangue dal naso e malessere generale, spesso stitichezza e lingua sporca, alito pesante, sapore cattivo.
      Secondo l’igienismo:
      - si cura con riposo e silenzio assoluto in stanza ben arieggiata e illuminata, pulizia giornaliera con spugna imbevuta di acqua tiepida, borsa calda ai piedi se è freddo.
      - è importante il digiuno per ridurre al minimo il rischio di emorragia e perforazione intestinale.
      - Non occorrono medicine, né idroterapia.
      - In caso di emorragia mettere il paziente con i piedi sollevati e lasciarlo riposare (AIAB p325).


    

Fegato

      amiloide, cirroso, lardaceo: ingrossamento del fegato per deposito di sostanza albuminoide, anemia marcata ed emaciazione, a volte itterizia e ascite, reni e milza quasi sempre degenerati, albumina e cilindri nelle urine.
      Secondo l’igienismo:
      - è spesso una complicazione di un processo suppurativo prolungato, della tubercolosi o della malaria.
      - Bisogna curare le malattie che lo causano (LA 2° p16).
      Fegato grasso: stato dovuto a infiltrazione grassa o a degenerazione grassa del fegato.
      La medicina afferma che non ci sono segni premonitori, ma, secondo un igienista:
      - è più esatto dire che essi sono ignorati.
      - Le feci possono essere chiare per mancanza di bile.
      - Spesso c’è ingrossamento del fegato.
      - Si presenta spesso nell’obesità.
      - La degenerazione accade nello stato canceroso o tubercolotico o con l’uso prolungato di alcol, veleni come il fosforo o nell’ittero maligno del fegato.
      - Bisogna curare gli stati patologici che ne sono la causa (LA 2° p17).
      Fegato mobile: -> Visceroptosi.

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