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    Riporto qui, parola per parola, due paragrafi del libretto L'ARTE DI NUTRIRSI PER FORTIFICARSI di Albert Mosséri (1925-2013), grande igienista francese.

   Essi dimostrano l'inettitudine della fanfarona e arrogante medicina ufficiale e il suo asservimento agli interessi economici della casta medico-farmaceutica, anziché alla salute dell'umanità.


    STORIE VISSUTE

   Nel 1914 quattromila uomini sono stati uccisi dall’acidosi, dal beri-beri e dalla tubercolosi. Dovevano costruire la linea ferroviaria Medina-Marmora nell’America del Sud. Il loro cibo consisteva in carne, farina bianca, pappe di grano privo di germe, riso brillato, tapioca, pasta, marmellate, glucosio, zucchero, sciroppi, strutto, conserve. 

    Questi alimenti causarono le malattie sopra citate e il progetto dovette essere abbandonato.

    Tuttavia, si osservò che nella vicina foresta le scimmie vivevano coi frutti e le noci che vi trovavano in abbondanza, e nessuna fu colpita dalle malattie che causarono la morte dei quattromila operai.

    Essi disprezzavano il cibo delle scimmie, proprio come capita agli uomini civili di oggi cui ripugna di cibarsi di verdure.
I sopravvissuti che poterono raccontare i fatti erano stati salvati da un regime a base di frutti.

    Si noti che quegli infelici si cibavano di un mucchio di ingredienti cotti, niente di crudo. L’aggiunta di un po’ di frutta e di alcuni ortaggi al loro regime carente di vitamine li avrebbe senza dubbio salvati, ma non avrebbe procurato loro una salute di prim’ordine.

    Il regime devitaminizzato, al quale si aggiunge una piccola quantità di frutta e di ortaggi crudi, è il regime abituale. Ecco perché non si muore in così breve tempo come quegli operai, ma molti sono i malati che non sanno di esserlo.

   Nel 1025 il dottor Goldberger volle dimostrare che gli idrati di carbonio determinano la pellagra. Dodici prigionieri si prestarono per l’esperimento che ebbe luogo nel Mississipi. Essi furono nutriti con cereali privi di germe e devitaminizzati quali farina bianca, maccheroni, riso, pasta, amidi, ecc.
Tutti senza eccezione si ammalarono e subirono atroci sofferenze; alcuni tentarono perfino il suicidio.
     A quel punto vennero nutriti con frutta e ortaggi. Tutti si ripresero.


    L’ENIGMA DEL CORAZZIERE TEDESCO.

    Durante il grande Macello Mondiale del 1914-1918 il corazziere tedesco Kronprinz-Wilhelm, orgoglio della marina tedesca, aveva affondato quattordici navi francesi o inglesi durante una crociera di 255 giorni.

   A un certo punto il corazziere tedesco dovette fare scalo a New York, perché dieci dei suoi marinai si erano ammalati di beri-beri. Ne venivano colpiti in media due al giorno. Accusavano sintomi di debolezza, irritabilità, atrofia muscolare, paralisi, dilatazione cardiaca e dolore al tatto.

    Il corazziere tedesco aveva saccheggiato tutte le navi nemiche prima di affondarle,  impadronendosi, fra il resto, delle riserve alimentari. In tal modo i marinai tedeschi mangiavano e bevevano in abbondanza. Non avevano mai mangiato “così bene“ in vita loro. 
    Ogni giorno facevano baldoria, mangiavano a sazietà carne, farina bianca, legumi in scatola, patate, biscotti, formaggio, margarina, thè, caffè, champagne, ecc. Invero i marinai mangiavano cibo considerato “indispensabile”. 
Frutta e legumi freschi erano rari ed erano riservati agli ufficiali. Orbene, fatto curioso, nessuno degli ufficiali si ammalò.

    I medici di bordo non furono in grado di affrontare la situazione. I loro sforzi non riuscirono a guarire un solo malato e nemmeno a limitare il contagio.
    Nel porto di New York i marinai furono visitati dai più famosi medici della città che non riuscirono a guarirne nemmeno uno. La situazione diveniva tragica. Si attribuì la malattia a un fattore misterioso e nascosto che nessun dottore era in grado di capire.

   Alla fine venne chiamato un igienista, il dottor Alfred W. Mc Cann che riuscì a salvarli da morte sicura (1).
    Prescrisse un’alimentazione ricca di vitamine naturali, ossia frutta cruda, foglie verdi fresche, pochissima carne e questa solo in considerazione della psicologia dei marinai convinti che la carne costituisse il loro solo sostegno.  Proibì ogni cibo azotato, amidaceo, grassi, zuccheri, farina bianca.
    Il miglioramento fu immediato. In due sole settimane tutti gli uomini si ristabilirono, quantunque non fosse stata loro somministrata alcuna medicina.

   Quanta verità nelle parole del chimico svedese: “Quella nave da guerra fu vinta dall’industria delle conserve alimentari.”
    Giustamente qualcuno si chiederà perché allora la gente, che in genere mangia come i marinai del corazziere tedesco, non accusi i sintomi degli stessi mali.
   La nostra risposta è questa: soffre, sì, ma in modo non così evidente, dal momento che consuma UN PO’ di frutta e di verdure crude che servono da correttivi e rallentano l’effetto dannoso degli altri cibi.

   (1)  Questa storia è tratta dall’opera di Alfred W. Mc Cann la cui edizione e i diritti di autore furono acquistati dal Corpo Medico Americano. L’edizione fu distrutta; l’acquisto dei diritti di autore impedì a chiunque di ristampare l’opera che in quel tempo appariva troppo pericolosa per il corpo medico. 
        Ecco perché Shelton non riservava mai i suoi diritti d’autore per timore che i suoi eredi ne facessero cattivo uso.










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