Vegetalismo

04/03/17

Indice delle voci di questa pagina:
Vegetalismo, Vermi intestinali, Verruche, Vertebre spostate, Vescica altre malattie, Visceroptosi, Vista
    

Vegetalismo

      Si chiama così il vegetarianesimo puro che esclude anche il consumo dei sottoprodotti animali (latticini, uova).
      É stato osservato che gli animali usano alimenti diversi a seconda della loro conformazione fisica.
      Il gorilla è molto più muscoloso, sano e forte dell’uomo pur mangiando solo frutta e verdure allo stato crudo (Ig43p18).
      Egli è l’animale più simile all’uomo, perciò è la sua alimentazione che dovremmo imitare, più che quella di altri animali.
      Infatti secondo l’anatomia comparata:
      l’uomo non ha le caratteristiche dei carnivori cioè non secerne molto acido cloridrico nello stomaco, né ha intestini molto corti – che espellendo rapidamente il cibo evitano la putrefazione degli alimenti, - né l’ureasi capace di scindere l’acido urico in sostanze facili da eliminare, né grossi reni e fegato per neutralizzare i sottoprodotti della carne (il leone, che è carnivoro, ha reni grossi quanto quelli dell’elefante, che è erbivoro) (Ig52p26 - 27).
      Tale acido urico tende a depositarsi sulle arterie, a combinarsi con i sali di calcio e a formare le placche di colesterolo che induriscono le arterie.
      né le caratteristiche dei granivori, cioè degli uccelli che hanno un ventriglio capace di stritolare i cereali crudi; inoltre l’uomo secerne poca amilasi e quindi non può digerire grosse quantità di amido, ossia di cereali (ALRDUSP c36).
      né le caratteristiche degli erbivori che hanno intestini molto più lunghi e possiedono l’enzima cellulasi per scindere la cellulosa (ALRDUSP c36).
      L’uomo ha, invece, le caratteristiche degli animali frugivori (mangiatori di frutta): deve perciò mangiare soprattutto frutta e ortaggi per avere una buona salute (CD2° 7 - 8ª C).
      La stessa Bibbia indica le piante che fanno seme e gli alberi fruttiferi come fonte di cibo per l’uomo (Gn 1,29).
      Va però avvertito che il consumo di frutta e verdura avvia la depurazione dell’organismo e per tale ragione a volte causa mal di testa e sintomi di acido urico, gas, ecc: ma in genere si tratta di disturbi temporanei, da accettare con pazienza.
      Gli Hunza, quasi completamente vegetaliani da millenni, a 70 anni sono capaci di correre senza soste per 200 - 300 chilometri e sono ancora freschi per il viaggio di ritorno: essi danno l’idea della salute ideale, con piena gioia di vivere.
      Le loro donne partoriscono senza dolore e non hanno mestruazioni, come le femmine degli animali selvatici, niente mortalità infantile (ALRDUSP c59).
      L‘alimentazione degli Hunza è ridottissima e costituita da prodotti locali, prevalentemente da frutta fresca o essiccata al sole, poi ortaggi, poco grano con cui si fa del pane integrale a fette sottilissime riscaldate lo stretto necessario, pochissimi grassi (ricavati da noci e simili), carne solo una volta il mese in estate e tre volte in inverno.
      Nessuno fuma o beve alcol (LSCC 6° p59 - 76).
      Malattie favorite dal consumo di alimenti ricchi di proteine (carne, pesce, uova, formaggi, noci diverse, leguminose secche): infezione, pus, ascessi, febbre, cancro, malattie renali, fistole, leucemia, disturbi visivi, eczemi, psoriasi, foruncoli, orticaria, ecc. (PGVPLI p21).
      É sciocco affermare che dobbiamo mangiare la carne col pretesto che i nostri muscoli sono costituiti da proteine, dal momento che ad esempio i bovini producono carne mangiando solo erba.
      Nei mesi freddi (o nelle zone fredde) non occorrerà tornare alla carne ma aumentare il consumo dei carboidrati, ad esempio più frutta essiccata (ALRDUSP c8).
      Secondo alcuni ricercatori l’eccesso di proteine, oltre i 20 grammi il giorno, viene trasformato in urea ed eliminato con affaticamento degli organi escretori e spreco di calcio (Ig35p28).
      Escludendo dal calcolo l’acqua, anche la frutta contiene quantità apprezzabili di proteine, in forma di aminoacidi semplici, facilmente assimilabili: per es. (sul peso secco) melone 9%, arancia 7%, banana 5%, (Ig31p21).
      L’eccesso di proteine animali è la principale causa di anafilassi (soprattutto la carne, di qualunque animale, anche del pesce, poi le uova, il miele, il latte).
      Un popolo primitivo dei Caraibi esegue un lavoro faticoso con appena 12 - 15 grammi di proteine il giorno ricavate dal consumo quasi esclusivo di manioca (ALRDUSP c38).
      Un altro popolo ingerisce 10 grammi di proteine il giorno e ne elimina 150 con le feci a dimostrazione che la flora batterica intestinale sana è capace di sintetizzare proteine (ALRDUSP c35).
      Con esperimenti si è scoperto che l’azoto dell’aria veniva assorbito dagli embrioni di pulcini e diventava parte delle loro proteine, mentre se nelle incubatrici non c’era azoto, gli embrioni morivano rapidamente (ALRDUSP c35).
      Mangiare molti cereali può essere peggiore che mangiare carne in quantità moderata (LADNPF p22).
      Essi sono poveri di minerali (calcio, sodio e soprattutto iodio) e vitamine (A, B, C) e anche degli aminoacidi lisina e cistina anche allo stato integrale e crudo, perfino per gli adulti (a maggior ragione per i bambini che sono in fase di sviluppo), anche se consumati in forma integrale.
      Numerosi ricercatori hanno condotto esperimenti che hanno confermato la dannosità della dieta di cereali per l’uomo.
      Un tale intendeva marciare da New York a San Francisco consumando frumento integrale, rifiutandosi di aggiungere ortaggi, ma dovette ben presto rinunciare alla sua impresa (ALRDUSP c47).
      È quindi ingiustificato il fanatismo diffuso dai naturopati riguardo ai cereali integrali.
      Malattie favorite dai cereali sono: quelle catarrali (raffreddore, bronchite, polmonite, asma, tosse, gastrite, colite, metrite, vaginite, influenza, sinusite, otite, ecc.), le malattie reumatiche (reumatismi, artrosi, lombaggine, sciatica, ecc.), il diabete, allergie, sangue vischioso, arteriosclerosi, paralisi da coaguli, infarto, ipertensione, malattie del fegato e dei reni, ritardo nella crescita, gonfiori addominali e flatulenza, specialmente nei bimbi - i quali non secernono ancora succhi capaci di digerire l’amido: ne sarebbe una testimonianza l’addome gonfio nei bambini dei Paesi colpiti da carestia, ai quali vengono inviati frumento e latte in polvere (ALRDUSP c47, PGVPLI p22, ANMDI p268).
      I cereali si sono rivelati decalcificanti e atti a predisporre a rachitismo e tubercolosi (LSCC 2° p38), disturbi nervosi, come il beriberi, specialmente il riso bianco, e provocano avversione per la frutta (ALRDUSP c47, c57).
      L’avena è deleteria per i denti; il migliore è il riso purché non brillato.
      I cavalli che mangiano cereali sono irritabili (LSCC 2° p34).
      Mosséri anzi ritiene che non ci siano prove della necessità del consumo di cereali e nemmeno di carne per lo sviluppo del cervello e afferma che molti geni, ad esempio Einstein, erano vegetariani (ALRDUSP c9).
      Al contrario non si è mai trovato un popolo robusto che vivesse soprattutto di cereali (ALRDUSP c35).
      La manioca e l’igname in tutte le loro forme sostituiscono molto bene i cereali (Ig25p33).
      In mancanza, sostituire le patate ai cereali i quali sono acidificanti (specialmente il grano).
      Quanto meno integrare i cereali con altrettanta verdura (ALRDUSP 48).
      Occorre 10 volte più tempo per digerire l’amido dei cereali rispetto all’amido delle patate.
      Se proprio si vogliono dare cereali ai bambini, aspettare che abbiano almeno due anni (LSCC 2° p37 - 38).
      Datteri, fichi secchi e banane ben mature sono alimenti nutrienti quanto i cereali e si digeriscono più facilmente.

      Quanto alle possibili carenze:
      - di vitamine: Mosséri (come altri igienisti) ritiene che una flora intestinale sana sia capace di produrre la vitamina B12 e altre.
      Inoltre la vitamina B12 è contenuta in quantità apprezzabili anche in banane, datteri, verdura, germogli, arachidi e semi di girasole (Ig46p3).
      - di calcio: ne occorre poco a chi è vegetaliano perché non ha l’acidità generata nel sangue dal consumo di alimenti di origine animale e di cereali, la quale acidità richiede calcio per essere neutralizzata e c’è calcio più che sufficiente anche nella frutta e nella verdura (Ig32p32);
      - di proteine: lo scienziato Hindhede ne diede poche ad alcuni bambini, eppure essi diventarono degli ottimi atleti (LSCC 2° p30).
      In generale gli igienisti affermano che spesso le sostanze nutritive sono presenti negli alimenti ma non vengono assorbite a causa della presenza di sostanze nocive come il sale, i condimenti, ecc. o a causa di sostanze fermentate o putrefatte nell’intestino. E che i sintomi attribuiti alle carenze sono invece causati da stanchezza e tossiemia e guariscono col digiuno (Ig46p2 - 4).
      Tra i vari igienisti esiste un certo disaccordo riguardo alla frutta: qualcuno come l’americano T. C. Fry vorrebbe un menù di tutta frutta o quasi, pur ammettendo che solo le persone in buona salute possono sopportarlo.
      Altri – Arthur Andrews, Shelton, Mosséri – sono invece favorevoli ad un’alimentazione che comprenda frutta e verdura.
      In particolare Andrews sostiene che nelle persone che mangiano solo frutta si verifica almeno qualche sintomo indesiderabile – come edemi, pruriti, micosi, rammollimento e deformazione delle unghie, pelle mediocre e pallida, impossibilità di concentrarsi, perdita dello smalto, occhi cisposi, nervosismo, stanchezza fino allo sfinimento, retrazione gengivale, problemi digestivi – e li ritiene dovuti ad un eccesso di zucchero che turba il metabolismo (Ig38p32).
      Mosséri, a sua volta:
      - ai disturbi suddetti aggiunge la perdita di peso e di energia vitale, nervosismo, squilibrio psichico e mentale e ritiene sufficiente consumare frutta una volta il giorno; altrettanto pensa delle insalate e dei cibi proteici.
      - Afferma che le persone troppo magre e nervose dovrebbero consumare poca frutta, ad esempio mezza arancia per volta.
      - ritiene sufficiente consumare Anche Le crudità solo una volta il giorno.
      - In particolare, le persone con salute degradata devono limitare il consumo di frutta al 30% della loro dieta e quelle con malattie croniche devono temporaneamente fare a meno della -> Frutta acida (ALRDUSP c36).
      D’altra parte, D’Elia faceva notare che in botanica sono frutti anche quelli dell’orto, come cetrioli, zucchine, pomodori, peperoni, melanzane e altri (CD2 7ª C).
      Altre ragioni per abbandonare il consumo di carne:
      - la carne contiene colesterolo, acido urico, ormoni della paura (adrenalina) dell’animale trascinato al macello ed è più o meno putrefatta nel momento in cui viene consumata e lo diventa ancora di più nell’intestino umano;
      - secondo alcune ricerche i vegetali e le noci diverse contengono circa sette volte meno residui di pesticidi in confronto agli alimenti carnei, i frutti e le verdure ne contengono un ottavo, e i semi solo un ventiquattresimo (Ig46p4).
      - essendo la carne consumata cotta, i suoi minerali sono in parte distrutti;
      - il consumo di carne contribuisce ad esaurire più in fretta le esigue scorte di fosforo esistenti sulla terra (LS 8/2009 p54);
      - qualcuno ha stimato che con la medesima superficie utilizzata per produrre la carne, si potrebbe produrre verdura e frutta sufficiente a nutrire un numero di persone venti volte superiore (LSCC 2° p43).
      - il ciclista che consuma carne - a causa della deforestazione che essa comporta - contribuisce all’effetto serra molto di più di chi usa un Hummer (veicolo fuori strada) (IVPT p16).
      (Altra scelta opportuna contro la fame sarebbe probabilmente quella di costruire dighe e invasi artificiali nel terzo mondo, per evitare alluvioni e carestie, piuttosto che prestare denaro poi sprecato in armi, sperperi e corruzione.
      In aggiunta, laddove non c’è pericolo di frane, da parte degli stessi agricoltori, solchi orizzontali sui terreni in pendenza potrebbero trattenere l’acqua e favorire il reintegro delle falde acquifere sotterranee.
      In alcune zone dell’India la metà dell’energia è consumata per pompare acqua perfino da mille metri di profondità e nel tempo vi sono stati molti suicidi da parte di coloro che non avevano più l’acqua a causa della necessità di scavare pozzi sempre più profondi (LS 7/2009 p66).
      Anche in Italia si spera che l’acqua piovana corra al mare quando piove troppo e si lamenta la sua carenza in altri mesi).



    

Vermi intestinali

      I vermi intestinali non sono presenti in coloro che si nutrono di frutta e verdura cruda (Ig39p37).
      Pare che possano venire anche da carne, pesce e prodotti caseari crudi. Sono favoriti anche dai clisteri (Ig31p32).
      Secondo il dottor Page, le cause più frequenti dei vermi dei bambini sono i cibi non digeribili o troppo abbondanti e suggeriva come rimedio pane integrale, frutta matura e vegetali bolliti o al forno, pasti non frequenti, oltre alla moderazione.
      I medicinali danneggiano - molto più dei vermi - lo stomaco e gli intestini del bambino.
      Shelton riteneva cause principali, dei vermi, caramelle, zucchero, burro, marmellata, pane lievitato e scarsa igiene e consigliava digiuno e dieta a base di frutta (AIAB p297).
      L’aglio controlla i vermi ma distrugge anche la flora batterica intestinale (Ig39p37).
      Per eliminare le -> Amebe occorre prima di tutto il digiuno.

      Risp.: Per la bilarzia (schistosoma lungo fino a 2 cm.), e altri vermi imprecisati, sembra necessario un vermifugo, altrimenti penetra nel fegato o nel cuore distruggendolo in un anno (Ig39p37).
      Vedere anche: -> Parassiti e -> Tenia.


    

Verruche

      La causa è sconosciuta, anche agli igienisti, ma abitualmente spariscono normalizzando l’alimentazione.
      Altrimenti ricorrere al laser o fissare con lo scotch una lamella d’aglio sulla verruca per 3 - 4 giorni, evitando che sporga dalla verruca perché l’aglio irrita la pelle (Ig51p16).
      Vedere anche -> MALATTIE della pelle.

* * *

      Si rivela utile la vitamina E per guarirle (ILCDV p360).


    

Vertebre spostate

      Risp.: É utile il ricorso all’osteopata se si tratta delle prime tre vertebre o in caso di incidente (caduta, ecc.).
      Altrimenti il consiglio dell’igienista era di seguire una dieta rigorosa e il digiuno (Ig34p34).



    

Vescica altre malattie

      Le altre malattie più comuni della vescica sono:
      Calcoli: stesse cure dei ->Calcoli renali.
      Paralisi: deriva da infiammazione o degenerazione del midollo spinale oppure da infiammazione o degenerazione dei muscoli vescicali. Si possono solo usare misure palliative. (Ma nulla vieta di sperare che si tratti di un’infiammazione o di una degenerazione ancora più o meno reversibile tramite il digiuno seguito da una dieta igienista).
      Spasmi: stesse cure della -> Cistite.
      Tumori: Mosséri sconsiglia la biopsia e ritiene che se il quadro generale del malato per il passato era buono, si può ritenere ancora benigno il tumore e fare subito un digiuno assistito di 15 - 20 giorni seguito dal semidigiuno finché permangono -> Sintomi di eliminazione, cioè lingua colorata, gusto cattivo, sete (LA 2° p183).
      È stato riscontrato che la saccarina favorisce il cancro della vescica (Ig66p29).


    

Visceroptosi

      Discesa in basso di fegato o reni o intestini, ecc. dovuta ad un indebolimento pronunciato, fisico e nervoso, a mancanza di tono muscolare o di esercizio, ad abusi dietetici soprattutto di alimenti inadatti all’uomo.
      Mosséri consiglia il digiuno e di evitare cereali e derivati, lassativi, purghe, zavorra, di fare esercizi sulla tavola inclinata; di mangiare frutta e verdura piuttosto che bere acqua (LA 2° p72).


    

Vista

      Il prof. -> Ehret affermava che la vista corta o lunga sono una congestione degli occhi e di aver guarito alcuni tipi di cecità, però senza fare ulteriori precisazioni (ISDGDDSM p40).
      Caso: Un ragazzo sanissimo, che non aveva mai fumato e bevuto alcol, fu reso tubercolotico e pieno di malanni dagli alimenti “nutrienti” dell’esercito USA.
      Tossiva e sputava sangue, era febbricitante e sentiva una debolezza generale, perse alquanto peso. Allora fu curato con penicillina e streptomicina, riprese peso e ne fu felice.
      Tuttavia ben presto ebbe altri problemi come indigestione e bruciori di stomaco, vomiti di sangue incessanti che gli impedivano di dormire.
      Per un anno e mezzo fu nutrito con alimenti per bambini, con cibi tutti ben cotti. Passò anni negli ospedali e gli fu anche asportato un lobo dei polmoni, soffriva sempre d’indigestione, flatulenza, acidità, meteorismo e non poteva fare a meno degli antiacidi.
      Finalmente gli capitò di leggere un libro che parlava dei benefici degli alimenti crudi.
      Cambiata la sua alimentazione, guarì in un mese con carote, sedano, mele, cavoli crudi o ridotti in succhi.
      Si liberò dei suoi problemi digestivi e abbandonò anche l’uso degli occhiali. Pure gli altri suoi problemi scomparvero e si salvò dall’inferno medico (LA 1° p223 - 225).
      Ancora col digiuno, si può correggere una vista indebolita e sbarazzarsi totalmente degli occhiali. A tal fine occorre.
      1 - fare un bel digiuno;
      2 - non portare gli occhiali, altrimenti è lo scacco. Quando si levano gli occhiali si sforzano gli occhi a esercitarsi. La stanchezza degli occhi è un esercizio utile;
      3 - eseguire esercizi oculari secondo il metodo Bates.
      Se la miopia è molto avanzata, le misure precedenti daranno risultati in due anni di perseveranza.
      Nella nostra pratica, abbiamo incontrato parecchi casi che si sono sbarazzati degli occhiali durante un digiuno col ristabilimento della vista. I casi avanzati pure sono riusciti a recuperare parecchi decimi rapidamente (JPR p209).

* * *

      Tra gli esercizi raccomandati per migliorare la vista attraverso il rilassamento, c’è il palming che consiste nel coprire gli occhi con le palme delle mani per un periodo di tempo da 5 minuti a un’ora, magari stando seduti davanti ad un tavolo sul quale appoggiare i gomiti. In questo modo non filtra luce a differenza di quanto avviene limitandosi a chiudere gli occhi. Anzitutto, però, togliere gli occhiali e le lenti a contatto e non toccare gli occhi con le mani. Cercare di rilassarsi anche in generale immaginando, ad esempio, un campo di grano che ondeggia al vento (VBSO p63).

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